Roma. Fosse Ardeatine. Per riflettere sul nazismo e sul fascismo e sull’importanza della pace.
Non ero mai stata alle fosse Ardeatine a Roma, ma questa volta ho voluto andarci per rendere omaggio a quegli uomini, oltre 300, che trovarono lì la morte per mano nazista, come risposta dell’occupante tedesco all’uccisione di 33 militari nazisti facenti parte dell’undicesima compagnia del III Battaglione del Polizeiregiment ‘Bolzen’ in via Rasella, compiuta da partigiani gappisti in un contesto bellico. Occhio per occhio, dente per dente, questa era la legge hitleriana: ma non solo: 10 italiani uccisi per ogni soldato morto. Solo che Kappler andò persino oltre questo numero, mettendo a morte 335 persone fra militari (pochissimi) civili (tantissimi), incarcerati per motivi politici e reati comuni ed ebrei sopravvissuti alle precedenti retate nel ghetto di Roma, la Capitale.
Ho già dedicato all’eccidio della cava ardeatina di pozzana un articolo su questo blog, intitolato: “L’avvocato La Russa ed i problemi degli italiani, che non riguardano storielle su fatti storici già verificati”, che vi invito davvero a leggere ed a cui rimando, anche per cercare di capire come ragionano questi nuovi eletti di destra che, non solo nello specifico, poco sanno ma molto parlano, e parlano, e parlano, dichiarano, ed ancora dichiarano, ma che abbiamo capito che poco agiscono nell’interesse della popolazione italiana tutta.
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Targa apposta all’esterno del mausoleo delle Fosse Ardeatine. Foto di Laura Matelda Puppini. 2 luglio 2023.
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Detto questo ritorniamo al monumento romano, al Mausoleo dedicato ai morti che ora chiamiamo “Martiri delle fosse ardeatine”, uccisi legati uno all’altro, in quella cava posta lungo la via Ardeatina, poco distante dall’Appia Antica, e che ospita pure le catacombe di San Callisto. Primi luoghi cristiani di culto e sepoltura e la tomba di nuove vittime del mondo ipernazionalista e dittatoriale moderno convivono a due passi da are romane e monumenti simbolo della città che fu ‘caput mundi’.
«Un manifesto, affisso nei giorni della liberazione per le vie di Roma, conteneva queste parole: “Presso le tombe dei Martiri cristiani altre tombe si sono aperte per i Martiri della Patria. Questi e quelli morirono per la libertà e la dignità dello spirito contro la pagana tirannia della forza brutale”». Questo si legge su di un testo che ricorda la strage alla cava ardeatina. (1).
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Lo spazio antistante l’entrata del mausoleo. Foto di Laura Matelda Puppini. 2 luglio 2023.
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Il Mausoleo, che io ritengo un capolavoro di architettura, è sepolto tra il verde, e lo spazio occupato è chiuso da una bellissima cancellata in ferro battuto, opera di Mirko Basaldella (2), mentre all’intera opera contribuirono, come progettisti, gli architetti: Nello Aprile, Mario Fiorentino, Giuseppe Perugini. Il gruppo scultoreo che spicca, ma defilato, sopra la recinzione, è opera, invece, di Francesco Caccia.
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Particolare della cancellata di Mirko Basaldella che a me ha ricordato il groviglio di terra e corpi straziati e finiti a pezzi nella cava. Foto di Laura Matelda Puppini. 2 luglio 2023.
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Cancellata che chiude lo spazio dell’eccidio. Foto di Laura Matelda Puppini. 2 luglio 2023.
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L’interno del monumento è un gioco di luci ed ombre, che invitano alla riflessione ed alla preghiera, come la piccola cappella posta a lato dell’ingresso, dominata da una pietà.
La cappella dedicata ai Martiri delle fosse Ardeatine. Foto di Laura Matelda Puppini. 2 luglio 2023.
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Il corridoio, sapientemente illuminato, prepara alla visita al luogo dell’eccidio, mentre occhi abituati possono apprezzare la solidità della struttura muraria raccordata, in alcuni casi, da volte a botte.
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Luci e ombre nel mausoleo. Foto di Laura Matelda Puppini. 2 luglio 2023.
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Quella semplicità da sacrario neppure può far immaginare il sangue, le urla, il terrore e l’orrore vissuti da quei luoghi, le corde che legavano innocenti trascinati lì senza che ne sapessero il motivo, le urla in lingua tedesca, gli spari, i crolli per le esplosioni della dinamite a copertura dei corpi straziati. I nazisti trasformarono così una cava di pozzana in una tomba per 335 uomini innocenti, per lo più civili scelti quasi a caso.
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Corpi straziati dall’eccidio nazista delle fosse ardeatine. (Da: https://it.wikipedia.org/wiki/Eccidio_delle_Fosse_Ardeatine). Immagine non coperta da veti di pubblicazione o copyright.
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Ed ecco aprirsi, nel silenzio, il luogo della strage degli innocenti, il cuore del sacrario. Una unica lampada ad unire vite finite, sogni infranti dalla barbarie, una unica lapide a ricordo.
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Lampada a ricordo. Foto di Laura Matelda Puppini. 2 luglio 2023.
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Lapide sul luogo ove fu perpetrato l’eccidio. Foto di Laura Matelda Puppini. 2 luglio 2023.
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“Qui fummo trucidati, vittime di un sacrificio orrendo. Dal nostro sacrificio sorga una patria migliore e duratura pace fra i popoli”.
Chi ha provato la guerra sogna la pace – penso fra me e me – E solo gli stolti, a mio avviso, possono sognare la guerra ed i conflitti armati come soluzione a problemi e diatribe di diverso tipo.
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Il luogo dell’eccidio, il luogo ora sacro della mattanza, apre la via al cimitero. 335 tombe, poste a file serrate, divise da fiori. Su ognuna, tranne poche eccezioni ove compare la scritta “ignoto”, si leggono un nome, una età, una professione: “muratore”, “falegname”, “commerciante”, “impiegato”, pochissimi i militari, un numero progressivo che va, impietosamente e realisticamente, dall’ 1 al 335. Povera gente strappata ad affetti e lavoro e sterminata. In molti casi è presente una foto, un volto giovanile. Sono tantissime quelle tombe tutte uguali e tutte diverse nelle scritte, a ricordarci che furono persone diverse ed uniche, unite da un tragico destino, da una morte efferrata.
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Ultima fila di tombe. La n. 335 è quella di Finocchiaro Arnaldo, la penultima quella di Valesani Otello. Foto di Laura Matelda Puppini. 2 luglio 2023.
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Volto cancellato al futuro dal nazismo, come altri 334 volti di persone. Foto di Laura Matelda Puppini. 2 luglio 2023.
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Sepolture dei massacrati alle Fosse Ardeatine. Una luce radente cade inesorabile su quelle tombe tutte uguali. Foto di Laura Matelda Puppini. 2 luglio 2023.
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Usciti dal cimitero, si giunge ad un luogo verde e pieno di pace che porta al piccolo museo, molto interessante. In esso sono contenuti documenti d’epoca che narrano la resistenza anche a Porta San Paolo e l’occupazione nazista di Roma, la capitale abbandonata dal Re, da Badoglio e dalle alte cariche del Regno, che avrebbero dovuto difenderla. Ma invece chi si oppose ai nazisti furono Cavalleggeri di Genova, Granatieri di Sardegna, Carabinieri ed altri ancora, accorsi con la popolazione a sparare fino all’ ultimo colpo ed a creare barricate con quello che potevano recuperare. E furono altri morti, caduti con onore, di cui non restano sempre un nome ed un volto. Ma è innegabile che da ‘Porta San Paolo’ nacque la resistenza all’ invasore. Roma fu liberata il 4 giugno 1944 e, già a fine aprile 1945, si iniziava a pensare ai Martiri delle Ardeatine, a come recuperare i loro resti, a come degnamente ricordarli.
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Copia della decisione del Comando Supremo delle FF.AA. di abbandonare Roma ai nazisti. E pare proprio che anche il generale che doveva far convogliare le FF.AA. verso Tivoli, se ne andò cercando di raggiungere il Re. Museo delle Fosse Ardeatine. Foto di Laura Matelda Puppini. 2 luglio 2023.
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Particolare di una immagine posta su di un pannello del museo con didascalia: ” I civili accorrono tra i militari per la difesa di Roma. Foto di Laura Matelda Puppini. 2 luglio 2023.
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Documenti relativi alla resistenza a Roma. Museo delle Fosse Ardeatine. Foto di Laura Matelda Puppini. 2 luglio 2023.
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Nello spazio adiacente al museo, due grandi lapidi poste a libro aperto ricordano anche la strage di Sant’ Anna di Stazzema ed i nomi dei massacrati, ed alla ricostruzione ed alle responsabilità di questa strage si sono dedicati in particolare Marco De Paolis e Paolo Pezzino (3), E vi è pure, almeno così rammento, un ricordo dell’eccidio di Marzabotto. (4).
Una seconda parte del museo è dedicata alla costruzione del Mausoleo dedicato ai Martiri delle Fosse Ardeatine e riporta disegni e documenti interessanti.
Immagine con particolari di costruzione. Museo delle Fosse Ardeatine. Foto di Laura Matelda Puppini. 2 luglio 2023.
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Infine il gruppo scultoreo che chiude ed apre il mausoleo mostra tre corpi avvinghiati e legati insieme a perenne ricordo della strage. Sullo sfondo svetolano la bandiera italiana e quella europea. Siano esse di monito ai governanti che si dedicano più alle armi ed alla guerra che alla pace ed al benessere dei popoli.
Ed ora che si rischia di stravolgere la storia a causa di chi parla, solo ed impropriamente di foibe, senza quasi nulla sapere, senza contestualizzare, dimenticando fascismo, nazismo e la seconda guerra mondiale, ma avendo in mente, forse, solo l’immediata politica spicciola, un pensiero vada anche ai Martiri delle Fosse Ardeatine, ai morti di Sant’ Anna di Stazzema a quelli di Marzabotto e di tutte le stragi nazifasciste, messe nel dimenticatoio. Ed anche per questo motivo, ho scritto questo articolo.
Laura Matelda Puppini
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(1) https://www.treccani.it/enciclopedia/fosse-ardeatine_(Enciclopedia-Italiana)/.
(2) Ricordo che Mirko Basaldella è nato ad Udine ed è un artista friulano formatosi principalmente a Venezia e poi emigrato anche all’estero. Cosi si legge su di lui, in riferimento ai cancelli del mausoleo in ricordo dei Martiri delle fosse Ardeatine: «Tra il 1949 e il 1951 realizzò i tre cancelli delle Fosse Ardeatine, imponente scultura in bronzo. Questa significativa esperienza indirizzò Basaldella verso la ricerca di un nuovo modo di fare scultura, con strutture e materiali diversi da quelli tradizionalmente usati, tra cui cemento, reti metalliche, fili di ferro, materie plastiche». (https://it.wikipedia.org/wiki/Mirko_Basaldella).
(3) Ricordo l’ importante volume di Marco De Paolis e Paolo Pezzino: Sant’Anna di Stazzema – Il processo, la storia, i documenti, Roma, Viella, 2016.
Cfr. pure su www.nonsolocarnia.info: “Intervento di Marco De Paolis ad Udine. Processi ai nazisti per le stragi in Italia. Ed uccisero donne e bambini … ” e “Paolo Pezzino. Il duplice volto dell’Italia nel secondo dopoguerra, e quella difficile giustizia per i crimini nazisti, quasi negata“.
(4). Sulla strage di Marzabotto e le altre stragi naziste in territorio italiano contro civili, cfr. anche il recentissimo volume di Marco De Paolis e Annalisa Strada: “L’uomo che dava la caccia ai nazisti. Le indagini su Marzabotto, Sant’ Anna di Stazzema e le altre stragi compiute durante la guerra, Piemme ed., 2022.
https://www.nonsolocarnia.info/roma-fosse-ardeatine-per-riflettere-sul-nazismo-e-sul-fascismo-e-sullimportanza-della-pace/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2023/07/DSC02251-Copia-scaled.jpg?fit=573%2C1024&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2023/07/DSC02251-Copia-scaled.jpg?resize=150%2C150&ssl=1ARTE E FOTOGRAFIAETICA, RELIGIONI, SOCIETÀNon ero mai stata alle fosse Ardeatine a Roma, ma questa volta ho voluto andarci per rendere omaggio a quegli uomini, oltre 300, che trovarono lì la morte per mano nazista, come risposta dell'occupante tedesco all'uccisione di 33 militari nazisti facenti parte dell'undicesima compagnia del III Battaglione del Polizeiregiment...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
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