Una prima domanda: ma per la destra che ha votato Fedriga davvero in sanità va tutto bene?

Sono stata il 10 febbraio a Paluzza per un incontro sulla sanità, promosso dai sindacati confederali e da Co. S. Mo (1) ad ascoltare ed anche per dire due parole come pubblico. Ed in questa veloce sintesi vorrei partire dalla considerazione fatta da un giovane signore di Sutrio: perché della sanità si occupa solo la sinistra qui? Domanda che porta ad alcune considerazioni conseguenti: per la destra, per coloro che hanno votato Fedriga ed i suoi va tutto bene? Perché non parlano? Perché non prendono posizione?

Nessuno ha cercato di dargli una risposta, perché nessuno lo sa. Eppure fra quel pubblico abbastanza numeroso per essere una serata di “freit e scur di ploe”, certamente c’erano anche persona che avevano votato a destra. Ed io sono sicura di aver parlato dei problemi della sanità in Carnia sia ad Aurelia Bubisutti sia al sindaco di Tolmezzo e, per quanto riguarda quest’ultimo, di avergli fatto presente il problema della carenza di Medici di Medicina Generale che interessa pure la cittadina carnica. E mi pareva che ambedue fossero consci delle criticità del sistema sanitario locale. Ed ho anche scritto al Presidente della Comunità Montana, ma non si sono visti miglioramenti nella situazione, né ho ricevuto da alcuno una risposta, tranne un generico interessamento del tipo, ‘vedremo’. Ed allora ritorniamo alla domanda del giovane tra il pubblico: ma la destra che fa?  Forse è ancora attonita ed incredula, e spera che le cose miglioreranno, forse è rassegnata, forse …

E mentre io e mio marito rientravamo a Tolmezzo a tarda sera, mi chiedevo come si può sentire uno che abita a Paluzza ma anche a Sutrio o a Treppo Carnico, o sull’altipiano di Lauco o a Sauris e via dicendo, che si sente male in una di quelle notti scure e piovose, con pochissime ambulanze di riferimento per il più vicino Pronto Soccorso, quello di Tolmezzo, che però è privo di automedica (che significa auto con medico a bordo), con magari una sola guardia medica per i comuni di Ampezzo e Paularo, come è stato riferito esser accaduto. Ed anche muoversi con un mezzo proprio guidato da un parente ha dei limiti, perché la viabilità normale non ha catarifrangenti laterali ed è poco illuminata, come molte strade di montagna. 

Beh, in sintesi, io ritengo che un’esperienza del genere potrebbe andare fra quelle da “Sopravvivi se ci riesci!” (2).  E pensate l’angoscia crescente che potrebbe peggiorare il quadro clinico!

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Ci stiamo abituando a pagare la sanità di tasca nostra, se è possibile, mentre pensioni e stipendi non aumentano. 

Altro aspetto importante, sottolineato da Ira Conti: ci stiamo abituando, in questo sistema sanitario ormai a pezzi, a pagare di tasca nostra, a guardare, titubanti, ad un metodo assicurativo che stenta a decollare e che nulla ha a che fare con quello americano, come ha chiarito mi pare Serena Pellegrino, perché il sistema sanitario negli Usa è altra cosa rispetto al pasticcio nostrano. Me ve lo direbbe qualsiasi assicuratore. E qui le assicurazioni sanitarie costano moltissimo rispetto a quelle di oltre oceano.

Ma torniamo agli interventi. Ira Conti, in apertura dell’incontro, ha precisato che un pessimo sistema sanitario mette in crisi la nostra salute, la cui tutela è un diritto, e quindi la nostra vita. E chi non è in buona salute, non solo è costretto a spendere, spesso e attualmente, di tasca propria per visite e cure, ma anche, di fatto, non fa vita attiva e turismo, non consuma, non compra, non va a bersi un caffè, non esce con gli amici, non si diverte, non va al cinema o in biblioteca.

Pertanto è importante capire che un sistema sanitario in difficoltà come l’attuale in Fvg, comporta una ricaduta su altri comparti del settore economico non di poco conto, anche perché la spesa per cure e farmaci aumenta mentre le paghe restano le stesse. E questi aspetti sono stati evidenziati anche dalla fondazione Gimbe, già a partire da anni fa. Ma secondo me, in questa nostra regione, la sanità è fuori da qualsiasi previsione, in quanto il caos non è assoggettabile ad analisi alcuna, e non vi sono più dati da confrontare, se non quelli di ciò che manca, che aumentano di giorno in giorno. E se erro corregetemi.

Infine si punta, in Fvg, unicamente al privato convenzionato, senza analisi alcuna di fattibilità in relazione ai bisogni ed all’offerta e sua tipologia, ed un rappresentante di un grosso gruppo privato udinese, ha narrato a Furio Honsell che le convenzioni non portano utile alle società sanitarie ma lo portano le visite private a cui lentamente il paziente, diventato cliente od utente, si abitua, avendo conosciuto la struttura tramite la convenzione, che si comporta come un’esca. Insomma una struttura sanitaria privata potrebbe sostituire, lentamente, nella psiche dei soggetti, l’immagine dell’ospedale civico, ma non ne copre le molteplici competenze ed ha un suo costo. Inoltre di fatto con il privato convenzionato si va oggi qui e domani là, si vede oggi un medico e domani un altro, senza presa in carico neppure in certi casi da parte del MMG, figura che sempre più scarseggia. 

Eppure ai tempi della grande pandemia data dal Covid – 19, ha ricordato qualcuno nel corso dell’incontro – i privati scomparvero dalla scena, (3), per poi ricomparire quando la ‘buriana’ era praticamente terminata, e presentarsi a fare offerte e guadagni conseguenti.

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L’intervento di Maurilio Venuti della Cisl.

Maurilio Venuti, sindacalista della Cisl Pensionati, ha invece sottolineato un altro problema, quello dellesigenza che ha una persona di ‘sentirsi in buone mani’ se sta male. Ma questa sensazione tende ad affievolirsi sempre più nella situazione sanitaria attuale, viste le sue palesi criticità, e non può essere confermata in un sistema privatistico, in cui alcuni possono curarsi, in base a quanto guadagnano, ed altri no. Pertanto bisogna ravvivare e mantenere in vita la sanità universale gratuita, che è stata una grande conquista per i cittadini, anche grazie a Tina Anselmi.

Ora all’interno del sistema sanitario ci sono criticità palesi: lunghe liste di attesa, Pronto Soccorso intasati, ed altro ancora, ma quello che preoccupa maggiormente è la soluzione che viene data a questi problemi e cioè l’appalto dei servizi ai privati. Ma il compito degli organi politici non dovrebbe essere quello gestionale, che ora prevale, ma quello della programmazione e vigilanza, che invece mancano. Altro aspetto: gli organi che gestiscono il sistema sanitario in regione non hanno ancora detto quali investimenti, non finanziamenti, intendono fare per arginare questa situazione. E se andiamo avanti così, ci troveremo tra 10 anni in un sistema sanitario capovolto rispetto a quello che conoscevamo, senza più alcuna serenità nella malattia.

Vista la situazione, la risposta della cittadinanza non può che stare nel risveglio politico. E siamo noi che dobbiamo spingere i sindaci, che sono i primi responsabili della sanità pubblica, a presentare, all’interno della Conferenza dei sindaci, i problemi pressanti della sanità montana, e siamo noi che dobbiamo far presente i nostri problemi agli organi regionali, cercando di coinvolgerli nella loro soluzione.

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Il valore della partecipazione dei cittadini è stato sottolineato anche da Aulo Maieron della Spi – Cgil che, facendo l’esempio degli agricoltori scesi in strada a protestare con i loro trattori, ha esortato a muoversi insieme perché solo così si viene ascoltati.

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Il mio intervento come pubblico.

Quindi sono intervenuta io, Laura Matelda Puppini, nel corso della prima fase di parola al pubblico, ed ho iniziato a parlare ricordando un detto: “Torniamo all’antico e sarà un progresso”, a significare che dobbiamo ritornare a guardare il sistema precedente al 2014, come modello di riferimento, per recuperare una sanità a misura d’uomo. Allora la sanità territoriale si reggeva sui distretti, sui medici di base presenti in ogni comune, sui poliambulatori di vallata, sull’l’ospedale territoriale di riferimento anche per le visite specialistiche ed infine su quello super -specialistico o ‘hub’ di Udine. E molti pazienti avevano fiducia nei medici che li conoscevano e curavano, che non cambiavano volto, metodo di comunicazione e relazione ogni giorno, e che vivevano in ambienti noti il che li portava a pensare di essere veramente in buone mani, e questo incuteva loro speranza e fiducia.

Ora mancano persino i medici di base, e per la fine dell’anno in corso, 200.000 cittadini, cioè un 1/6 della popolazione del Fvg,  saranno senza Mmg, senza presa in carico, senza medico sul tesserino sanitario (4).  Ed il sistema sanitario regionale appare come una piramide già intaccata fortemente dalle intemperie a cui va via via mancando la base e che è destinata, inevitabilmente, a crollare.

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Quindi ho ribadito il titolo del mio penultimo articolo su www.nonsolocarnia “Basta sanità a pezzi. È ora che la giunta pensi a noi, non solo ad accordi con farmaceutiche” (5).  Il riferimento è alla politica di Fedriga e della sua giunta vecchia/nuova, che puntano a far entrare multinazionali farmaceutiche con casa madre estera (la Novartis svizzera e AstraZeneca anglo-svedese) investendo i nostri soldi per loro, mentre noi affondiamo a livello di sanità e, di conseguenza, salute. E più ci si ammala più si spende in sanità, più si ritardano le cure, più la salute peggiora, più si deve ancora spendere ma non si sa più con quale risultato, sicuramente però quello di ‘medicalizzarci’ l’esistenza.

Inoltre non è vero che in Italia ci sia un sistema sanitario universale e gratuito, perché, come anche ci ricorda Stefano Feltri su Milano Finanza (6), il sistema sanitario italiano è già misto pubblico/privato, ed assorbe una cifra definita ‘monstre’, a fronte di ben modesti risultati. Nel 1922 abbiamo speso 170 miliardi di euro in sanità di cui 129,2 miliardi di soldi pubblici ed altri 40 miliardi ‘out of pocket’ cioè pagati di tasca nostra (7) che però ora Feltri calcola esser lievitati di circa 1 miliardo (8).

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Quindi ho riportato alcune informazioni. La regione Fvg, senza, pare, alcuna analisi a supporto sulla ricaduta di alcune sue scelte sulla salute dei cittadini, ha puntato al modello lombardo, ma ora la Lombardia cambia parzialmente rotta con Guido Bertolaso nominato assessore al welfare, ed invoca più sistema sanitario nazionale e il divieto dei gettonisti. (9).

Infine, per quanto riguarda il Fvg, ho ricordato che Walter Zalukar ha sottolineato come l’ultimo rapporto dell’Agenas cioè dell’’Agenzia nazionale per i Servizi Sanitari, pubblicato a novembre 2023, relega, per quanto riguarda le liste d’attesa, il Fvg all’ ultimo posto su 13 regioni prese in considerazione. Ma a questo punto cosa ha fatto la giunta regionale Fvg? Invece di acquisire dati, informazioni, e progettare un sistema più rispondente alle esigenze dei cittadini, invece che ai propri desideri, ha chiesto all ‘Agenas di risolvere i suoi problemi, che non è il suo compito, cioè ha giocato a fare, come si suol dire, ‘lo scaricabarili’. (10).

E così sempre Zalukar: «Nella valutazione della performance dei Sistemi Sanitari Regionali” fatta dalla scuola Sant’Anna di Pisa il FVG risultava il fanalino di coda assieme alla Basilicata. La disamina riguardava temi assai rilevanti, come l’oncologia diagnostica e chirurgica, la cura del diabete, l’obsolescenza tecnica, e ci ha visti ultimi tra le regioni italiane. Per non parlare delle cure ai traumatizzati, in cui la nostra regione risulta la maglia nera nell’ambito della Rete Trauma con un indice di attuazione inferiore al 20%, in assoluto il dato peggiore in Italia. Anche qui è impietoso il confronto con il Veneto che presenta un indice di attuazione superiore al 90%. E questo accade anche perché manca in Fvg una riorganizzazione del ssr, che ne migliori la performance, perché oggi è nel caos. (11).  Ma sulle cure del diabete e l’alto numero di amputati, in sintesi su come affronta la regione le cronicità e sull’obsolescenza dei macchinari, Honsell ha pure affermato di aver presentato un’interrogazione come consigliere regionale. (12).

Ed ho concluso dicendo che sul Messaggero Veneto erano comparsi, quel giorno, un paio di articoli ove pareva che, avendo stabilito la Regione un aumento di stipendio per i medici di base, seguendo quanto sta avvenendo a livello statale, questo avrebbe dato risposta ai problemi dei cittadini, in sintesi sostenevano che più soldi ai medici equivalesse a più risposte ai pazienti, almeno io ho capito così. Ma questa equazione non è reale perché gli MMG lavorano già moltissimo, al limite delle forze. Inoltre venivano riproposte le aggregazioni funzionali, cioè i vecchi Cap, che in 10 anni non sono mai riusciti a decollare, anche per l’opposizione dei medici di base ed ai tempi di Serracchiani di quelle destre che ora ce li ripropongono, mentre questa situazione intasa i pronto soccorso, e turba il nostro fisico e la nostra psiche.

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E nel merito così ha ricordato Serena Pellegrino, consigliere regionale per Alleanza Verdi Sinistra.

Ma riguardo allo stress, allo scoramento, alla depressione che invade i cittadini/pazienti di questa regione, che vedono in un certo senso sempre più lesa la loro salute da questo sistema sanitario carentissimo, lungo, farraginoso, senza certezze e stabilità, Serena Pellegrino, consigliere regionale di Alleanza Verdi Sinistra, ci ha ricordato le ultime parole dell’Assessore Riccardi ad Udine, il quale partecipando ad un convegno, il 6 febbraio 2024, sostenuto da Asufc sponsorizzato dal Dipartimento Testa Collo e Neuroscienze, ha sostenuto che «Il modello organizzativo presentato oggi […] (è) un progetto basato sull’umanizzazione delle cure, riduce le tensioni, soprattutto nei punti di maggior attrito del sistema, ad esempio l’emergenza-urgenza, in cui i bisogni dei cittadini sono più di tipo sociale che sanitario». (13). Stop. Qui ci si deve fermare un attimo, per respirare e rileggere, perché questa affermazione ha dell’incredibile. Ma Ipse dixit. Qui ho riportato le parole del dott. Riccardi come reperite su di un profilo facebook, ma anche l’arch. Pellegrino se le ricordava bene quando le ha citate. O tempora o mores.

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E qui, per favorire la lettura, chiudo la prima parte di questa relazione su quanto detto a Paluzza il 10 febbraio, invitandovi a proseguire leggendo la seconda parte.

Laura Matelda Puppini.

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Note.

1) S.Mo è l’acronimo per Comitato per la Salute della Montagna.

2) Questo è il titolo di una famosa trasmissione con protagonista Edward Michael Grylls, detto Bear Grylls, militare britannico, alpinista, conduttore televisivo.

3) Fece allora scalpore quanto accade con ‘Casa di cura città di Udine’ privata, o Policlinico che dir si voglia. Il comportamento della dirigenza di ‘Casa di cura Città di Udine’ al tempo del covid si prestò a molte critiche. Infatti così si legge sull’articolo di Loma, “Coronavirus, nel Friuli che cerca personale sanitario l’ospedale privato manda tutti in cassintegrazione”, in: https://www.ilgazzettino.it/nordest/pordenone/coronavirus_ospedali_privati_friuli_casa_di_cura_citta_di_udine-5146692.html: « Mentre il Friuli Venezia Giulia lotta sul fronte dell’epidemia da Coronavirus, spingendo al massimo il sistema sanitario pubblico e cambiando volto ai reparti degli ospedali, la Casa di cura Città di Udine chiude di fatto i battenti e dopo aver fatto smaltire ferie e permessi al personale nella prima fase dell’emergenza Coronavirus, ora decide di mettere in cassintegrazione 210 dei circa 270 dipendenti.
Una scelta che stupisce e che va in controtendenza con quanto accaduto in altre regioni d’Italia, presa a fronte del calo di lavoro delle ultime settimane, nonostante la struttura, privata, sia convenzionata con il settore sanitario pubblico, e malgrado  il direttore generale dell’azienda sanitaria Friuli Centrale di Udine, che comprende anche Alto Friuli, Palmanova e Latisana, Massimo Braganti avesse chiesto al direttore sanitario della casa di cura Città di Udine una collaborazione già a metà marzo per sostenere lo sforzo compiuto dagli ospedali pubblici del Friuli Venezia Giulia». E questo dovrebbe par pensare prima di dare tutto in mano ai privati, persino l’area dell’emergenza/urgenza. E un privato può comportarsi così, non dipendendo dallo stato.

4) Cfr. su www.nonsolocarnia.info. L’articolo: Nel 2024: 200.000 pazienti su 1.200.000 abitanti senza medico di base in Fvg.

5) Interessante su AstraZeneca l’articolo: Stella Contoni, “AstraZeneca fa affari con il Friuli, ma rifiuta di risarcire le sue vittime” corredato da una foto di Fedriga. Sottotitolo: “Accordo di collaborazione tra Regione e Colosso. Ombre sull’uso dei dati dei pazienti”, in: La Verità, 8 febbraio 2024. Sempre sulla stessa testata è comparso il 12 febbraio 2024 un altro articolo di Patriza Floder Retter, intitolato: “Astrazeneca non risarcisce i morti da vaccino” Sottotitolo: “Numerose le vittime in Sicilia con correlazioni accertate, ma la casa farmaceutica non risponde dei danni. Idem in Gran Bretagna, dove si prepara una maxi causa. E ‘Report’ mette in onda lo spreco delle dosi”. Per quanto riguarda invece Novartis, si raccontava una strana storia che coinvolse la nota multinazionale, a brevetto scaduto, e l’India per l’imatinib, e che terminò in tirbunale ma ora dovrei cercare le fonti.

6) Stefano Feltri, Sanità pubblica, il sistema dei ticket è inefficiente. Dagli Usa una proposta per usare (meglio) la spesa sanitaria”, in: https://www.milanofinanza.it/news/sanita-pubblica-il-sistema-dei-ticket-e-inefficiente-dagli-usa-una-proposta-per-usare-meglio-la-spesa-202401031956217931?refresh_cens.

7) Luciano Fassari, Spesa sanitaria boom. Nel 2022 sfiora i 170 mld di cui 40 mld di out of pocket. Il nuovo rapporto della Ragioneria generale dello Stato, in: https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=119152.

8) Stefano Feltri, op. cit.

9) «Bertolaso su stop a gettonisti: “O vanno in Arabia o rivedono priorità”. Schillaci si complimenta», Sommario: “L’assessore sulla delibera che ieri ha vietato il ricorso a professionisti a ‘gettone’: “Non è nel Dna del medico questa attività, gestiremo transizione senza vuoti e siamo pronti a riassumere e favorire rientro professionisti in Ssr”, in: https://www.quotidianosanita.it/lombardia/articolo.php?articolo_id=11905). Cfr. anche: “Medici gettonisti. Bertolaso: “Hanno le ore contate, Regioni al lavoro su modello Lombardia”, sottotitolo: L’assessore ha riferito di riunioni tenute a Roma con ministri e Regioni nel corso delle quali “tutti gli assessori, nessuno escluso, ci hanno detto che stanno predisponendo la stessa procedura adottata dalla Regione Lombardia” per mettere fine al fenomeno dei medici gettonisti. Secondo Bertolaso, sarà possibile “recuperare tutti quei medici e infermieri che si sono sentiti non tutelati e hanno cercato strade diverse da quella maestra che si chiama Ssn”. In: https://www.quotidianosanita.it/regioni-e-asl/articolo.php?articolo_id=120099.

10) Walter Zalukar, Fvg, per riformare il Ssr serve una profonda analisi, https://www.quotidianosanita.it/friuli_venezia_giulia/articolo.php?articolo_id=119807.

11) Ivi.

12) https://friulisera.it/presentata-interrogazione-a-risposta-immediata-da-honsell-sullo-stato-della-sanita-emersa-dallosservatorio-della-scuola-superiore-santanna-di-pisa/

13) Da Riccardo Riccardi 6 febbraio 2024. In: https://www.facebook.com/story.php/?story_fbid=946539193705448&id=100050481279792&paipv=0&eav=AfanKwDok5ZThuqUh9K9-6bh-tgkeg0eqGUL5lsDRRCKPEb5BEKPh9zm8KBpX1ymBV8&_rdr, a cui si giunge digitando http://com/yc65c7h9 E in: https://www.facebook.com/photo?fbid=808991431242185&set=a.332029498938383.

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L’immagine che accompagna l’articolo è una elaborazione in colore seppia del volantino per l’incontro del 10 febbraio 2024. L.M.P.

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