L’Aicvas (Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti di Spagna) e l’A.N.P.I. Carnia e Provinciale vi invitano a partecipare alla: “Manifestazione in ricordo dei volontari internazionalisti Antifascisti che dalla Carnia e dall’Alto Friuli parteciparono alla guerra di Spagna (1936 -1939) al fianco del popolo spagnolo e delle istituzioni democraticamente elette in quel paese”, che si terrà, a Tolmezzo (Ud) con il Patrocinio dell’ Uti della Carnia, sabato 21 ottobre 2017 con inizio alle ore 16.00 presso la Sala Gortani, nella sede Uti, ex- Comunità Montana.

PROGRAMMA.

Saluto del Presidente dell’Unione Territoriale della Carnia, Francesco Brollo.
Saluto del Presidente provinciale Anpi, Dino Spanghero
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RELAZIONI
Marco Puppini, vicepresidente AICVAS: 
Il contesto storico e politico
Almudena Cros Gutierrez, presidente dell’Asociación Amigos de las Brigadas Internacionales – AABI di Madrid:
La memoria delle Brigate Internazionali in Spagna
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CONSEGNA DI TARGHE/DIPLOMI DI ONORE AI FAMILIARI DI CIASCUN VOLONTARIO
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CONCERTO CON IL GRUPPO MUSICALE  OVCE di TRIESTE
che eseguirà musiche dell’antifascismo e della Resistenza europea
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Sarà presente una rappresentanza della regione Friuli – Venezia Giulia.
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Introduzione all’ argomento di Marco Puppini. 
La guerra di Spagna inizia nel luglio 1936, un momento in cui, anche a causa di una profonda crisi economica internazionale in tutta Europa, nascevano o si rafforzavano in tutta Europa regimi della destra totalitaria.
In Italia il fascismo era salito al potere nel 1922, in Germania il nazismo nel 1933, ma anche in Polonia, Ungheria, Portogallo ed altri paesi europei esistevano dittature militari di estrema destra. Movimenti nazionalisti e fascisti si stavano addirittura rafforzando in paesi democratici come Francia ed Inghilterra.
La guerra ha origine da un colpo di stato militare contro il governo regolarmente eletto della Repubblica spagnola, nata nel 1931. I governi repubblicani avevano iniziato ad attuare delle riforme molto coraggiose in campo agrario (terra ai contadini), delle autonomie locali (con la concessione dell’autonomia alla Catalogna), dell’esercito ed in favore della laicità dello Stato. Infine avevano favorito l’emancipazione della donna con la concessione del voto, del divorzio e di una serie di diritti prima negati.
Il Golpe fallisce in molta parte della Spagna soprattutto nelle grandi città, ma i militari, al cui interno si afferma in breve tempo il generale Francisco Franco, chiedono aiuto a Mussolini e Hitler. Questi rispondono nel giro di pochi giorni con l’invio di alcuni aerei che hanno un ruolo determinante nelle prime fasi del conflitto. La guerra così si internazionalizza, diventa, con vocabolo attuale, guerra globalizzata, che si combatte su un territorio definito, ma nella quale tutte le maggiori potenze europee e mondiali sono coinvolte.
Nel corso della stessa vengono sperimentate tecniche nuove di “guerra totale” che diverranno purtroppo comuni negli anni successivi come i bombardamenti sulla inerme popolazione civile, attuati dalla aviazione fascista e nazista. L’Italia mussoliniana spedirà in Spagna quasi un migliaio di aerei, centinaia di pezzi d’artiglieria ed armi di ogni tipo, oltre ad un Corpo di Spedizione che conterà circa ottantamila uomini.
La Germania nazista alcune migliaia di tecnici della Legione aeronautica Condor. A livello internazionale la Repubblica verrà aiutata, a partire dal mese di settembre 1936, solo dall’URSS, nell’ambito della strategia di Fronte Popolare che voleva promuovere un’alleanza con Francia ed Inghilterra contro la Germania nazista, e dal Messico.
Francia e Inghilterra varano invece la politica di “non intervento” che favorisce soprattutto i militari golpisti.
La Repubblica viene aiutata anche da migliaia di volontari che giungono da tutto il mondo per difendere il governo legittimo in nome della solidarietà popolare. Sono inquadrati nelle Brigate Internazionali, unità militari organizzate dall’Internazionale Comunista, che però raccoglievano uomini di tutte le idee politiche antifasciste. Molti combattono, prima della formazione delle Brigate, anche nelle milizie politiche e sindacali. Si trattava di volontari internazionalisti che lottavano per valori e principi comuni e condivisi, di giustizia sociale, democrazia, fratellanza internazionale. Le Brigate Internazionali hanno rappresentato il tentativo di creare un esercito popolare differente da quelli tradizionali, che cominciasse a realizzare una società nuova, dove l’obbedienza fosse frutto della convinzione e non della repressione, dove regnasse la fraternità internazionale e fossero superati i pregiudizi razziali, dove fossero rappresentate tutte le idee
politiche antifasciste. I volontari di tali formazioni provenivano da una sessantina di nazioni diverse, ma i gruppi più numerosi, oltre che dalla vicina Francia, venivano dai paesi dove il fascismo e la destra autoritaria avevano vinto: l’Italia, la Germania, la Polonia.
Dopo quasi tre anni la guerra si conclude con la vittoria dei militari golpisti. I reduci delle Brigate Internazionali, usciti nel febbraio 1939 dalla Spagna assieme a centinaia di migliaia di civili, finiscono rinchiusi nei campi di concentramento francesi. La guerra termina con una sconfitta delle forze democratiche, ma questa sconfitta pone le premesse per la vittoria della coalizione antifascista al termine della seconda guerra mondiale.
Non solo perché durante la guerra di Spagna si forma un’élite di combattenti esperti e motivati, che sarà presente ed attiva durante la lotta partigiana qualche anno dopo. Ma pure perché, nel caso del regime mussoliniano, la grande quantità di armi e mezzi persi nel corso della guerra o lasciati in Spagna e mai recuperati e la quantità di denaro speso per sostenere i golpisti spagnoli, renderanno l’esercito italiano più debole al momento dello scoppio della seconda guerra mondiale. La resistenza repubblicana non era stata inutile.
Quasi cinquemila nostri connazionali, antifascisti, hanno fatto parte delle Brigate Internazionali, in particolare della XII^ denominata Garibaldi (come più tardi per analogia le brigate partigiane durante la guerra di Liberazione) e delle milizie di varia appartenenza, soprattutto la sezione italiana della Colonna anarchica Ascaso. Lottavano per la giustizia sociale, la libertà, la fratellanza internazionale, nonchè per sollevare l’onore del nostro paese e dimostrare che non esisteva solo una Italia totalitaria e fascista. Fra loro quasi centocinquanta originari dalla allora provincia di Udine.
Dalla Carnia, Canal del Ferro e Gemonese, che oggi ricordiamo, furono in 27. Di essi cinque risultano caduti o dispersi durante il conflitto. Ivo Osvaldo Faleschini di Moggio Udinese, muratore nominato ufficiale della Garibaldi per il comportamento eroico su tutti i fronti, cade nel settembre 1938 durante l’ultima grande offensiva repubblicana sul fiume Ebro.
Dino Solari, giovane pesarino arruolatosi nella XIV^ Brigata Internazionale, scompare durante la sfortunata battaglia di Córdoba. Tassotti Primo, di Paluzza, è disperso sul fronte di Madrid.
Erminio Linassi, originario di Lauco, muore in Francia, dove si trovava internato, per una grave ferita alla testa subita sul fronte dell’Ebro, ferita che non era riuscito a curare. Silvio Polonia scompare in circostanze sconosciute e non risulta mai rientrato in Francia.
Francesco Ellero e Pietro Rossi non rientrano più al paese e non danno più notizie di sè, forse scomparsi tra la fine della guerra di Spagna e la seconda guerra mondiale. Fra questi volontari vi è un grande mutilato, Guglielmo Intilia, di Arta ma residente nel dopoguerra a Tolmezzo, che perde entrambe le braccia ed un occhio sul fronte di Madrid.
Non sappiamo i motivi della morte in Francia nel 1942 di Olivo Tassotti, di Paluzza, forse per le ferite riportate in Spagna. Benedetto Plozner, sopravvissuto alla guerra di Spagna, partigiano in Carnia, nel 1944 viene catturato e deportato a Dachau, dove muore. Fra loro vi sono personalità che hanno giocato un ruolo importante in quella guerra e nella Resistenza europea.
Domenico Tomat, di Venzone, muratore divenuto ufficiale per meriti di guerra, ricordato per il suo valore su tutti i fronti, comanda addirittura l’intera Brigata Garibaldi, in via provvisoria, sul fronte di Estremadura. Partecipa poi alla Resistenza francese, cura i passaggi clandestini tra Francia ed Italia, combatte con le formazioni partigiane in Valtellina.
Durante la seconda guerra mondiale Giovanni Pellizzari è tra i responsabili dell’Intendenza della Brigata Garibaldi – Carnia, alla quale aderisce anche Italico Candoni. Emilio Bressan è partigiano in Friuli ed in Slovenia. Leonardo Bellina, Giovanni Piazza, Ardito Pellizzari, Antonio Siega, Libero Venuti, combattono nella Resistenza francese. Di alcuni sappiamo molto poco. Tutti vanno ricordati perché con il loro impegno e sacrificio hanno contribuito alla nascita di una Europa democratica ed hanno creato un ponte, in nome degli ideali di libertà e giustizia, tra Spagna e Friuli.
Marco Puppini
L’immagine inserita nell’articolo rappresenta un manifesto anarchico contro i bombardamenti fascisti, in particolare della Legione Condor, contro la popolazione civile, ed è tratta da: http://guerracivilespagnola.blogspot.it/2008/04/blog-post.htm. L’immagine che correda l’articolo rappresenta la bandiera della Xv Brigada Internacional, è tratta da: http://www.indymedia.ie/article/81910, e si trova in: Veteran of Spanish Civil War dies, relativo alla morte di Mr. Maley, scozzese, veterano della guerra di Spagna, pubblicato l’ 11 aprile 2007. Laura Matelda Puppini
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