Vorrei ricordare oggi, 25 novembre 2022, un’altra forma di violenza verso le donne, meno ecclatante, meno manifesta, più subdola, ed è quella perpetrata da uomini che, quando l’aborto era illegale ma forse anche ora, pagavano e pagano un aborto in clinica privata (cfr. L’aborto clandestino è una realtà in Italia, in: https://www.elle.com/it/salute/a349/aborto-italia-torna-aborto-clandestino/) alla femmina, che hanno messo incinta, pur di non averla più fra i piedi, pur di liberarsi di quel duplice fardello.

Vi è nel merito una bellissima canzone di Guccini, che si intitola “Piccola storia ignobile”, che racconta di una ragazza,  immediatamente piantata in asso dal suo amore quando lei scopre di essere incinta, perchè “chi dice che è mio” ( e ne ho sentite di storie reali in cui il maschio ha replicato con una affermazione similare) e di fatto costretta qui ad abortire, dopo esser stata colpevolizzata per l’accaduto. Cioè invece di gioire per una vita che nasce, il maschietto, che non aveva neppure lontanamente preso in considerazione l’uso del preservativo, si ritira dalle proprie responsabilità ed anche una società borghese malata, a cui appartiene la ragazza, non accetta un bimbo, ed il comportamento del maschio, che procura alla ragazza i soldi per l’aborto, viene considerato normale.

“E di lui non dire male, sei anche stata fortunata/ In questi casi, sai, lo fanno in molti/ Sì, lo so, quando lo hai detto, come si usa, ti ha lasciata/ Ma ti ha trovato l’indirizzo e i soldi/. Poi ha ragione, non potevi dimostrare che era suo/ E poi non sei neanche minorenne…”

“E così ti sei trovata sopra a un tavolo di marmo/ Desiderando quasi di morire/ Presa come un animale macellato stavi urlando/Ma quasi l’urlo non sapeva uscire/ E così ti sei trovata fra paure e fra rimorsi/ Davvero sola fra le mani altrui/ Che pensavi nel sentire nella carne tua quei morsi/ Di tuo padre, di tua madre e anche di lui/ Di tuo padre, di tua madre e anche di lui …

Leggete questo testo, ascoltate questa canzone, perchè come ‘Bastarda mi fai male ” di Fabrizio Moro, valgono più di 10 dotti saggi per capire la violenza sulle donne.

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«Ma che piccola storia ignobile mi tocca raccontare/Così solita e banale come tante/ Che non merita nemmeno due colonne su un giornale/ O una musica o parole un po’ rimate/ Che non merita nemmeno l’attenzione della gente/ Quante cose più importanti hanno da fare/ Se tu te la sei voluta, a loro non importa niente/ Te l’avevan detto che finivi male/.
Ma se tuo padre sapesse qual è stata la tua colpa/ Rimarrebbe sopraffatto dal dolore/ Uno che poteva dire: “Guardo tutti a testa alta”/Immaginasse appena il disonore/ Lui che quando tu sei nata mise via quella bottiglia/Per aprirla il giorno del tuo matrimonio/ Ti sognava laureata, era fiero di sua figlia/ Se solo immaginasse la vergogna/ Se solo immaginasse la vergogna/Se solo immaginasse la vergogna/.
E pensare a quel che ha fatto per la tua educazione/Buone scuole e poca e giusta compagnia/ Allevata nei valori di famiglia e religione/ Di ubbidienza, castità e di cortesia/ Dimmi allora quel che hai fatto chi te l’ha mai messo in testa/ O dimmi dove e quando l’hai imparato/ Che non hai mai visto in casa una cosa men che onesta/ E di certe cose non si è mai parlato/ E di certe cose non si è mai parlato/ E di certe cose non si è mai parlato/.
E tua madre, che da madre qualche cosa l’ha intuita/ E sa leggere da madre ogni tuo sguardo/ Devi chiederle perdono, dire che ti sei pentita/ Che hai capito, che disprezzi quel tuo sbaglio/ Però come farai a dirle che nessuno ti ha costretta/ O dirle che provavi anche piacere/ Questo non potrà capirlo, perché lei, da donna onesta/ L’ha fatto quasi sempre per dovere/ L’ha fatto quasi sempre per dovere/ L’ha fatto quasi sempre per dovere/
E di lui non dire male, sei anche stata fortunata/ In questi casi, sai, lo fanno in molti/ Sì, lo so, quando lo hai detto, come si usa, ti ha lasciata/ Ma ti ha trovato l’indirizzo e i soldi/. Poi ha ragione, non potevi dimostrare che era suo/ E poi non sei neanche minorenne/ Ed allora questo sbaglio è stato proprio tutto tuo/ Noi non siamo perseguibili per legge/ Noi non siamo perseguibili per legge/ Noi non siamo perseguibili per legge.
E così ti sei trovata come un tavolo di marmo/ Desiderando quasi di morire/ Presa come un animale macellato stavi urlando/ Ma quasi l’urlo non sapeva uscire/ E così ti sei trovata fra paure e fra rimorsi/ Davvero sola fra le mani altrui/ Che pensavi nel sentire nella carne tua quei morsi/ Di tuo padre, di tua madre e anche di lui/ Di tuo padre, di tua madre e anche di lui/ Di tuo padre, di tua madre e anche di lui/
Ma che piccola storia ignobile sei venuta a raccontarmi/ Non vedo proprio cosa posso fare/ Dirti qualche frase usata per provare a consolarti/ O dirti: “È fatta ormai, non ci pensare”/
È una cosa che non serve a una canzone di successo/ Non vale due colonne su un giornale/ Se tu te la sei voluta cosa vuoi mai farci adesso/ E i politici han ben altro a cui pensare/ E i politici han ben altro a cui pensare/ E i politici han ben altro a cui pensare…
(Francesco Guccini, Piccola storia ignobile, 1976  – https://www.youtube.com/watch?v=jKj3Keksqp0). 
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La canzone parla da sè e parla di relazioni, di comportamenti, ed il volere che la donna abortisca od il mettere le mani avanti su  una possibile paternità può essere atteggiamento pure di chi, appartenendo ad un mondo di ricchi, non vuole rivendicazioni per il cognome e sull’eredità, o di chi è già sposato, e magari lo ha nascosto. 
E mi ricordo pure di aver letto mi pare su Avvenire di una giovane costretta a prostituirsi ed a sottoporsi a più di un aborto, che dichiarava di essersi rovinata per sempre. E per i casi noti e presenti in questo mondo ai margini, ma anche, credo, in un mondo scintillante,, bastano due esempi: “Prostituta costretta ad abortire al quarto mese di gravidanza: ex meretrici diventano aguzzine” (https://www.romatoday.it/cronaca/sfruttamento-prostituzione-via-tiburtina.html); “Prostituta in ospedale con un feto in una busta: 3 arresti per aborto clandestino” (https://www.romatoday.it/cronaca/aborto-clandestino-prostituta-nigeriana-roma.htm), ma certamente i casi di giovani obbligate a fare le meretrici ed ad abortire non si fermano qui e non sono circoscritti a Roma. Ed esistono ancora cliniche private ove si pratica l’aborto clandestino, (Cfr. Aborti clandestini “Gli orrori di Villa Gina”, https://www.repubblica.it/online/cronaca/abor/inchiesta/inchiesta.html) non si sa neppure con quale pulizia. E nel merito vi invito a leggere il mio: Riflessioni sull’aborto.  in www.nonsolocarnia.info.

Quindi invito coloro che osteggiano la legge 194/75 a riflettere su questi aspetti, perchè quando l’aborto è legale è la donna a decidere, e sulla frase riportata su di un cartello, che ho proposto tramite foto, su cui si legge: “Ecco cosa avete fatto voi, difensori della vita: 3 milioni di aborti clandestini, 20.000 donne morte. Non è la legge ad inventare l’aborto”. E poi ci sono anche le donne violentate, che odiano il frutto di uno stupro. Mi ricordo che ai tempi di Srebrenica e della sanguinosa guerra nella ex- jugoslavia, persino la chiesa si pose il problema di cosa dire alle donne stuprate, pur mantenendo il suo No all’aborto. 

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Propongo infine qui una serie di articoli che ho già scritto da me pubblicati su nonsolocarnia relativi ad alcuni aspetti del femminile e della violenza sulla donna ed incentrati pure sul “Tu sei mia”.

Laura Matelda Puppini. Tolmezzo, ultimo consiglio comunale. Su quell’ordine del giorno sul femminicidio. Una riflessione. 18 dicembre 2014.

Laura Matelda Puppini. Gender, sesso, diritti e dintorni. Parliamone. 8 febbraio 2016.

Laura Matelda Puppini. 8 marzo 2016. Festa della donna. Contro il cosiddetto “utero in affitto”. 8 marzo 2016.

Laura Matelda Puppini. Donne fra sogni maschili e realtà femminili. 5 marzo 2017.

Laura Matelda Puppini. In un mondo di ‘rutti e puzze’, ove madre e padre sono perduti, e Hide ha vinto su Jekyll. 25 novembre 2017.

Laura Matelda Puppini. 8 marzo 2019. Voglio una donna con la gonna, e perché no, magari con il burqa. 7 marzo 2019.

Laura Matelda Puppini. Per il 25 novembre 2020. No alla sterilizzazione forzata.  25  novembre 2020.

Laura Matelda Puppini.  Per il 25 novembre 2020. Bastarda, mi fai male …. Contro il femminicidio. 25 novembre 2020.

Laura Matelda Puppini. Donne e mimose. 6 marzo 2021.

Laura Matelda Puppini. Donne e covid 19: tra smart working, licenziamenti, povertà ed assistenza. 8 marzo 2021.

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Laura Matelda Puppini.

L’immagine che accompagna l’articolo è tratta da https://www.ravennanotizie.it/cronaca/2022/11/24/giornata-contro-la-violenza-sulle-donne-il-25-novembre-2022-di-demetra-ricco-di-iniziative-confronti-e-riflessioni/. L.M.P.

https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2022/11/donne-violenza-25-novembre-229811.660x368.jpg?fit=660%2C368&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2022/11/donne-violenza-25-novembre-229811.660x368.jpg?resize=150%2C150&ssl=1Laura Matelda PuppiniETICA, RELIGIONI, SOCIETÀVorrei ricordare oggi, 25 novembre 2022, un'altra forma di violenza verso le donne, meno ecclatante, meno manifesta, più subdola, ed è quella perpetrata da uomini che, quando l'aborto era illegale ma forse anche ora, pagavano e pagano un aborto in clinica privata (cfr. L'aborto clandestino è una realtà in...INFO DALLA CARNIA E DINTORNI