Propongo qui il dossier di cittadinanzattiva sul servizio idrico integrato, con particolare riferimento agli aumenti tariffari, che se in Friuli Venezia Giulia  non raggiungono ancora le vette di altre regioni, è solo perchè devono esser ancora applicati, come dichiarato da Gomboso di cafc, con spesa prevista di euro 1,1 al metro cubo entro il 2020, ma i bilanci si possono anche ritoccare al rialzo. (Cfr. Giacomina Pellizzari, Cafc, l’acqua rincara: in sette anni previsti aumenti del 30%, in Messaggero Veneto, 16 maggio 2014). Manca il lavoro, che sta diventando sempre più precario, si stenta a giungere a fine mese, le famiglie che sono in povertà vanno via via aumentando e si profila all’orizzonte una bolletta per l’acqua, bene datoci da Dio per la vita, non più sotto controllo da parte dei comuni, che perdono così la gestione di un bene loro di fatto, pèrchè della comunità. I sindaci della Carnia sognano che si intervenga con investimenti qui, nella periferia delle periferie, dopo che governo e regione, accomunati,  hanno donato a cafc, secondo me, la nostra acqua, in spregio all’esito del referendum 2011. Ma leggiamo intanto questi dati di cittadinanzattiva, anche per uscire da un’ottica friulicentrica,e proiettarsi nella penisola, a noi accomunata dagli stessi problemi vitali, riassumibili in: pane, lavoro, casa, acqua e salute. Laura Matelda Puppini

 Dossier Acqua 2016 (PDF)

«Non accenna a diminuire il costo dell’acqua: +5,9% rispetto al 2014 e +61,4% rispetto al 2007. Nel 2015 una famiglia italiana ha speso in media €376 (erano 355 nel 2014) per il servizio idrico integrato. Le regioni centrali si caratterizzano per tariffe più alte con €511 annuali e un maggior incremento rispetto al 2014 (€468, +9,2%) Segue l’area settentrionale (+5,1%) e quindi quella meridionale (+3,2%). A livello regionale, le tariffe più elevate si riscontrano nell’ordine a Toscana, Marche, Umbria, Emilia Romagna e Puglia.

Fra i capoluoghi di provincia, le città più care si confermano essere le toscane: Grosseto e Siena con €663 prendono il posto occupato nel 2014 da Firenze, seguono Livorno (€628), Pisa (€621), Carrara (609€). Isernia si conferma come città meno cara (€117, erano 120 nell’anno precedente); segue Milano con i suoi €140 (ed un aumento del 3%). La fotografia emerge dall’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva che ha realizzato, per l’undicesimo anno consecutivo, un’indagine sui costi sostenuti dai cittadini per il servizio idrico integrato nel corso del 2015. A livello regionale il triste primato va alla Toscana: la spesa media in un anno è di €590, con una variazione del 12,2% rispetto al 2014; inoltre, ben nove delle dieci città più costose sono capoluoghi toscani. Evidente rialzo anche in Valle d’Aosta (+10,5%) e in Abruzzo (9,8%).

“Auspichiamo che l’introduzione del nuovo sistema di regole omogenee, in tema di qualità contrattuale, possa essere un primo passo per porre tutti i cittadini italiani in una situazione paritaria a livello di diritti legati agli aspetti commerciali, in attesa di un simile provvedimento sulla qualità tecnica che garantisca a tutti l’accesso e la continuità del servizio stesso. Accanto ai tre elementi indicati dall’Europa: qualità, accessibilità fisica e accessibilità economica riteniamo inoltre indispensabile un ampliamento degli strumenti a tutela del consumatore e una maggiore partecipazione attiva alla definizione del servizio, anche tramite luoghi di consultazione pubblica” afferma Tina Napoli, responsabile politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva».

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