Dal torrente Pesarina al rio Pecol, dal canale di San Canciano a quello di Incaroio, continua il racconto dei problemi possibili e dati da centraline già funzionanti od in fieri: capitolo secondo. Il primo è stato pubblicato con il titolo: “Su centrali e centraline e su quella montagna violata. Sintesi dell’incontro del 26 gennaio 2019. Prima parte” sempre su www.nonsolocarnia.info.

Il 26 gennaio 2019, ad Udine, in occasione della conferenza stampa dal titolo non certo ambiguo: ” Centraline idroelettriche. Bastaaa!!! ” tenutasi nel prestigioso palazzo della Regione, dopo Emil Lenisa ha preso la parola Gaia Baracetti, uno dei promotori della petizione contro la centralina sul torrente Pecol, (1) che coinvolge in modo particolare il paese di Dierico, in comune di Paularo, ove ella abita con il suo cavallo, con i suoi animali, con le sue cose, e che ha premesso di non rappresentare alcun Comitato.

GAIA BARACETTI. IL CASO DELLA CENTRALINA SUL RIO PECOL IN COMUNE DI PAULARO IN CARNIA.

Gaia inizia dicendo che, a fronte delle centraline già presenti sul territorio paularino, nessuna delle stesse è venuta in aiuto agli abitanti del comune quando, in occasione dell’alluvione recentissimo, sono rimasti senza corrente elettrica. «Erano tutti con i generatori a disel- continua – ed io con le candele!».
E che le centraline non siano servite a nulla in quel frangente, è stato chiaro alla popolazione tutta. Quindi annuncia che a Dierico, la sera, vi sarà un incontro sul tema delle centraline, ove parlerà anche Aran Cosentino, il ragazzo di Ieronizza di Savogna che è riuscito, spalleggiato da altri e sostenuto da Legambiente e Wwf, a fermare la centralina che doveva venir costruita sul rio Alberone. (2).
Invece, purtroppo, la centralina che dovrebbe interessare il rio Pecol ha tutte le autorizzazioni. Gaia si è mossa, quando ha saputo del progetto della stessa, e, assieme ad un centinaio di persone, la gran parte delle quali abita nella frazione di Dierico di Paularo, ha firmato una petizione contro il progetto della centralina.

Quindi Gaia spiega come è venuta, per caso, a conoscenza del progetto, pur vivendo a Dierico. Si trovava, badando ai suoi animali, in un prato, quando le si sono avvicinate due persone che le hanno chiesto delle informazioni perché dovevano fare dei rilievi per un progetto di centralina.
Così come accaduto ad Aran, che scoprì navigando su internet per caso il progetto di centralina, noto però al sindaco del paese, è successo a Gaia, il che fa pensare a quanto ormai i politici calino dall’alto le loro scelte per il territorio, senza informarne gli abitanti, che dovranno poi farne le spese.

Ma torniamo a Gaia, al suo amore per la natura, ed ai suoi animali. Ella dice che i terreni su cui verrà costruita la centralina, sono in parte demaniali ed in parte privati.
Venuta a sapere della centralina, si è mossa verso gli enti preposti a dare le autorizzazioni e si è recata al comune di Paularo per saperne di più, dato a Dierico nessuno sapeva niente di questo progetto, super impattante per il paese. (3). Ed è andata anche in giunta comunale, per dire che c’era un po’ di malumore, in paese, verso la costruzione della centralina, e per chiedere un incontro chiarificatore con la popolazione perchè sentisse cosa ne pensava. Ha avuto dalla giunta l’ok all’incontro quando vi fosse stato un progetto definitivo, ma ahimè era il solito gioco: «prima è troppo presto, poi è troppo tardi», per chiedere, per informare, così la gente non può mai dire la sua. Infatti, nonostante si fosse anche attivata per saperlo presso gli uffici tecnici competenti, era venuta a conoscenza del progetto definitivo solo due giorni prima che venisse approvato assieme alla necessaria variante del piano regolatore.

E solo allora l’amministrazione comunale di Paularo, accompagnata dall’imprenditore paularino interessato alla centralina assieme ad un socio non locale, ha convocato gli abitanti di Dierico per dire che il progetto era cosa fatta, e che dovevano star contenti perché la centralina sarebbe stata realizzata anche da uno del comune. Ma la gente non è scema, e ha risposto come mai solo in quel momento l’amministrazione comunale veniva a dire che si sarebbe costruita una centralina sul rio Pecol, cioè quando era già stata approvata.
Così la popolazione di Dierico ha sottoscritto la petizione per dire il suo No, che è stata depositata in comune, ma non si poteva più fare nulla perché era tutto già sottoscritto, approvato, siglato dall’amministrazione comunale ed enti preposti. Per inciso, la giunta precedente, a cui era stata già sottoposta l’idea della centralina, aveva dato parere sfavorevole, a causa dell’impatto della stessa sul territorio a rischio idrogeologico, e di quella giunta faceva parte anche l’attuale sindaco, che era allora vicesindaco.

Ma per chiarire il progetto, esso comporta la deviazione e derivazione del rio Pecol lungo per due chilometri, il che significa che l’acqua sparisce dal suo alveo per due chilometri per rispuntare più sotto, alla centralina.

Il Pecol è un torrente piccolo, ma è affluente della Muê, che si getta nel Chiarsò, e, nelle sue acque, molti d’estate vanno a fare il bagno. I giovani con i sassi fanno, lungo il Pecol, delle piscinette, ed è un rio meraviglioso che scorre in luoghi meravigliosi. Pertanto il rio e la sua valle hanno sia un valore intrinseco che per il paese. Inoltre su questo ambiente si verrà a porre un cantiere di 15.000,00 metri quadri, e la realizzazione della centralina presupporrà anche il disboscamento dell’area di presa dell’acqua. La centralina dovrebbe produrre al massimo 249 kilowatt massimi di potenza, però è previsto che stia ferma per molti mesi all’anno, e quindi non può dare continuativamente energia elettrica al paese. Non da ultimo, c’è sempre meno acqua, perché le precipitazioni stanno calando di numero, e questo lo si vede e lo si sa. E lo stesso numero di kilowatt si potrebbero produrre mettendo pannelli solari sui tetti della frazione di Dierico. Così per avere questi risultati, si toglie acqua ad un fiume, si rovina l’estate della gente di Dierico, si deve allestire un cantiere in mezzo alla natura, con la sua polvere, il suo traffico, il cemento, gli spostamenti terra, il rischio idrogeologico, riconosciuti anche nel progetto, e si va a cementificare una zona di pascolo e bosco bellissima, esposta a sud, e quindi utilissima per far fieno, per far pascolare gli animali. E verrà abbattuto un albero fruttifero di molte mele. E qull’albero è molto importante, perché questo paesaggio è unico ed è indicato da quell’albero, quel rio, quella trota, vista un giorno nelle acque del Pecol. Ma se si distrugge quell’albero, quel fiume, quella trota, alla fine si distrugge tutto.

Non da ultimo, questo è uno dei pochi pascoli rimasti a ridosso del paese. E tutti dicono che i prati si sono imboschiti e che non c’è più erba, ma nessuno parla della cementificazione della montagna. Ed il bosco purifica l’aria, ma il cemento è cemento.

Comunque, per concludere, il progetto ha avuto tutte le autorizzazioni nell’indifferenza generale, e nell’impossibilità della Regione a fare alcunché, almeno pare. Così l’unica speranza è che gli incentivi per costruire questa centralina non vengano dati. Ma non si sa se quanto proposto a livello legislativo nel merito sarà retroattivo, e se gli incentivi verranno tolti solo ai progetti per le future centraline od anche a quelli già approvati. Ma le persone che costruiranno la centralina, ripagheranno un investimento enorme, di 2 milioni e 700mila euro in dieci anni solo se avranno continuativamente i contributi di 100.000,00 euro l’anno.  Cioè pare proprio che il guadagno stia negli incentivi statali alle rinnovabili, non nella produzione idroelettrica.

Cioè si distruggono, terra, acqua, bosco, pascoli, tutto, per avere denaro costruendo una cosa che, di fatto, non serve quasi a nulla se non a produrre un po’ di elettricità ma in maniera intermittente e senza dare corrente elettrica al paese. E ci sono altri modi per produrre energia elettrica, per esempio il fotovoltaico, ed anche molti modi per risparmiarla, per cui la costruzione di questa centralina pare pura speculazione.  E non ci sarà nessun risparmio in bolletta, perché gli incentivi alle rinnovabili li paghiamo noi. E con questa riflessione Gaia Baracetti chiude il suo intervento.

Questo testo deriva dall’ascolto dell’intervento di Gaia Baracetti ad Udine, in occasione della conferenza stampa del 26 gennaio 2019, da me registrato, e se vi sono inesattezze siete pregati di farmelo presente.

Ricordo, inoltre, che i consiglieri comunali: Mara Plozner, Sara Ferigo e Annino Unida, all’opposizione in consiglio comunale a Paularo, si sono schierati contro la centralina progettata e voluta dal sindaco Daniele Di Gleria e dalla giunta. (4).

E la posizione della popolazione di Dierico, riassunta da Gaia Baracetti, così viene palesata in un articolo, a firma Marco, datato 27 gennaio 2019, e pubblicato in: https://www.udinetoday.it/social/segnalazioni/petizione-contro-l-impianto-idroelettrico-sul-torrente-pecol-lungo-a-dierico-6414533.html.

«Da tempo i cittadini di Dierico, frazione di Paularo, chiedono che il progetto di una centralina idroelettrica sul torrente Pecol Lungo venga bocciato, ma il comune è favorevole e quindi un comitato nato spontaneamente avvia una raccolta firme per chiedere che non venga costruita questa centralina che secondo il comitato distruggerebbe il paesaggio della valle. La petizione, già firmata da più di una centinaia di abitanti della frazione di Paularo, recita: “Siamo contrari alla realizzazione dell’impianto idroelettrico “Pecol Lungo” e alla deviazione delle acque del Rio Pecol perché: danneggerebbe il Rio Pecol e il torrente Muee di cui è affluente, riducendone significativamente la portata e limitandone la fruizione da parte della comunità, che si troverebbe così privata di un bene pubblico e non sostituibile, uno dei pochi corsi d’acqua ancora incontaminati e balneabili, frequentato anche da famiglie e bambini; altererebbe irreparabilmente tutta l’area interessata, modificandone il paesaggio, il microclima, la fauna e la vegetazione, come conseguenza della captazione e interramento dell’acqua di superficie per un tratto di circa 2 km; comporterebbe la cementificazione di un’area ancora intatta, a monte, e di un’altra attualmente destinata a pascolo e coperta di prati stabili e vegetazione, su cui invece verrebbe costruita la centralina; richiederebbe almeno un anno di lavori e quindi di cantiere, con conseguente aumento del traffico, delle polveri e del rumore. Il vantaggio economico (che finirebbe nelle mani di pochi privati) non giustifica la devastazione di un’area di grande bellezza e valore naturalistico e paesaggistico, ancora relativamente intatta, preziosa per tutto il paese che vi trova svago e ristoro in ogni stagione».

Laura Matelda Puppini

Note.

(1) Franceschino Barazzutti. Perché no alla centralina sul rio Pecol, in comune di Paularo, in: www.nonsolocarnia.info.

(2) https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2018/02/17/aran-il-ragazzo-che-vuole-salvare-il-suo-torrente16.html.

(3) Cfr. nel merito quanto afferma il sindaco di Paularo negli articoli di Laura Matelda Puppini: “Secab e Paularo: bolle qualcosa in pentola o è solo un’impressione errata?”, e “Considerazioni sull’alluvione in Carnia e su alcuni problemi non solo carnici, mentre fuori ha ripreso a piovere, in www.nonsolocarnia.info.

(4) https://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2018/11/07/news/affondo-dell-opposizione-sulla-centralina-al-pecol-subito-un-incontro-1.17439598

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L’immagine che accompagna l’articolo è tratta, solo per questo uso, da: https://www.vallecostruzioni.it/realizzazioni/, e se ho ben compreso rappresenta una centralina in territorio di Moggio Udinese, sull’Aupa, forse per la cartiera. Ma se non ho capito bene, per cortesia correggetemi. Se l’immagine è coperta da copyright avvisatemi, che la toglierò e sostituirò con altra. Laura Matelda Puppini

 

 

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