A tutti fa piacere svolgere qualcosa, qualche lavoro o qualche divertimento, in un luogo ameno piuttosto che in uno grigio e triste, e fin qui persino troppo ovvio. Sicuramente molti di noi vorrebbero vivere in una dimora affacciata su distese di natura incontaminata, lontano da traffico e pesticidi. E chi non desidererebbe lavorare immerso in bellezze naturali o artistiche? Chiunque inoltre, vorrebbe potersi dedicare ai propri hobby preferiti circondato da una cornice di armonia e piacevolezza: tutti ambiamo alla bellezza.

Tralasciando l’argomento casa e lavoro per il quale si renderebbe necessaria una trattazione a parte, concentriamo l’attenzione sul capitolo “divertimenti” e consideriamo lo scenario naturale “montagna”.  Sfrondiamo dal nostro ragionamento le molte attività di evasione che, a mio avviso, impattano meno, quali il trekking, l’arrampicata, la bicicletta, il parapendio, il deltaplano, l’alpinismo, solo per citarne alcune, e soffermiamoci invece su quelle che possono incidere maggiormente sull’ integrità dell’ambiente e del paesaggio, intaccandone anche  l’appeal” turistico: chi desidera sciare necessita giocoforza di impianti di risalita; chi desidera correre in moto utilizza pesantemente sentieri centenari,  causandone spesso la rovina, in particolare nel corso di gare di enduro e manifestazioni varie; ugualmente dicesi per gli appassionati di quad (1), motoslitte (2), auto fuoristrada (3) e da rally (queste ultime hanno il pregio di non arrecare dissesto idrogeologico ma solo inquinamento, rifiuti e rumore).

Le motoslitte invece, di moda negli ultimi anni, raggiungono zone isolate e inaccessibili nella stagione invernale, disturbando la fauna in difficoltà che ivi si rifugia costringendola a continui spostamenti; molti turisti vorrebbero andare a spasso nei boschi o a funghi in auto e quindi sperano in sempre nuove strade forestali e nell’abbattimento dei divieti. Infine una chicca: nel progetto di Financing dell’autostrada (ve lo ricordate il prolungamento A4- A23 che doveva passare di qua?)  si poteva leggere dello “splendido paesaggio” attraversato dall’infrastruttura, intendendo che chi l’avrebbe percorsa, una volta realizzata e quindi devastata la valle, avrebbe goduto, dall’autostrada, delle bellezze dell’alta val Tagliamento.

Motoslitta in azione. Da: http://www.avvocatopenalista.org/contenuto.php?id=8887. Motoslitte vengono affittate sicuramente sia in Carnia che in luoghi della montagna Piemontese. 

Tutti desideri legittimi, ma il nostro incantevole scenario naturale, miniera di tesori ambientali, auspicabile meta di passeggiate e di turismo consapevole, luogo salutare di rilassamento e rigenerazione, rifugio di frescura e silenzio, paradiso di fauna selvatica, luogo depositario di ricordi di una civiltà montanara che conosceva il valore di ogni filo d’erba e il significato di cura per la terra, per l’acqua, per i boschi, in cosa si trasformerebbe di questo passo? Cosa diventerebbe la montagna se tutti volessero dar sfogo qui, in mezzo alla frescura e alla bellezza, alle proprie legittime passioni e fantasie?

I nostri vecchi ormai sono troppo vecchi per difenderla come fecero in passato e, forse anche dolorosamente memori della fatica che questo luogo meraviglioso ha imposto alla schiena di ognuno di loro, sperano che i giovani trovino un loro via meno ardua.
Figli e nipoti, abbandonata ormai quasi ogni attività rurale e in cerca di altre fonti di guadagno, si trovano disorientati, logorati dalla cronica mancanza di servizi, sempre più spesso tentati di accettare qualunque novità purché “arrivi qualcosa”, purché “si faccia qualcosa”; e, decimati dallo spopolamento, noi montanari ci sentiamo come una specie in via di estinzione.

Ma la vera tragedia è che, schiacciate da decenni di politiche scellerate tese a svuotarle, tutte le aree marginali soffrono della sindrome di Stoccolma, ovvero amano il proprio carnefice. Chi ha da sempre agito politicamente penalizzando queste popolazioni, chi, pur avendone il potere, non ha mai fatto nulla per aiutarle, chi di esse fa parte ma confonde l’amore per i propri luoghi con quello per il denaro e spiccioli di potere, chi si lascia irretire da false promesse di sviluppo e benessere, chi è tanto cieco da non accorgersi della strumentale inutilità di certe politiche, chi non ha percezione della china su cui scivoliamo inesorabilmente nonostante i proclami,  costoro sono i carnefici di una civiltà, di una terra che ormai si vende per poco, e si lascia trasformare, giorno dopo giorno, in un luna park, in una Las Vegas di paesi finti, in un parco giochi dove chiunque può venire per dare sfogo a qualunque passione; tanto c’è spazio, tanto nessuno si oppone, tanto basta lasciare 4 soldi.

Panorama di Forni di Sotto. Pierinut / Public domain. https://commons.wikimedia.org/wiki/File:For_di_Sot.JPG.

Ed a Forni di Sotto vi è stato un esempio clamoroso di questa mentalità strumentale, secondo me, totalmente svincolata da qualunque legame con la terra, totalmente impregnata di culto della personalità e di senso di onnipotenza. Infatti alcuni anni fa è sorta un’associazione denominata ASTC (Associazione per lo Sviluppo Turistico e Culturale di Forni di Sotto) che, da che so, ha ricevuto cospicui contributi da parte del comune promovendo, nell’arco dell’anno, una cena per anziani, tre festicciole di borgata, una gita in luoghi ameni con i “Borghi Autentici” di cui il comune diveniva nel frattempo partner e non mi pare altro.

Le 3 festicciole si son configurate, a mio avviso, come momenti di affettata esibizione di convivialità a spese della collettività; invece la gita con i ‘Borghi Autentici’ aveva tutta l’aria di essere un viaggio premio forse un po’ a spese nostre e un po’ dei “Borghi”, presentare una comunità unita, ricca di prodotti tipici e di tradizioni vive, che purtroppo, però, per me che abito a Forni di Sotto, vive solo nella fantasia. Con questo non voglio dire che non va bene promuovere i prodotti tipici, ma forse bisognerebbe trovare un modo più adatto e continuativo. Ed anche portare qualcuno in gita a Forni di Sotto in modo non sporadico presuppone la preparazione anche di tracciati storicamente connotati in senso culturale.

Non so, e scusatemi se lo scrivo, quale ritorno abbia avuto il nostro paese dalle attività promosse dall’ASTC, ma so però per certo che, nel giro di poco tempo, la Pro loco, dove si davano da fare parecchi giovani che avevano lanciato e sostenuto molte iniziative ha chiuso i battenti, e così anche il Gruppo Giovanile. E credo che tutte le associazioni di paese, eccetto ASTC, abbiano vissuto questi ultimi anni con grandi difficoltà e solitudine.

Alcuni Quad in azione. Da: Yoyo500 / Public domain. https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Nohvcc2.jpg.

Poi è venuto il momento delle ‘moto da rally’, ed il comune ha subito sposato l’idea di realizzare “piste per moto enduro” a Forni di Sotto, fortunatamente mai realizzate.
A questo è seguito il momento delle ‘auto da Rally’, ed abbiamo seriamente temuto che si volessero organizzare in loco rumorose gare e manifestazioni di bolidi derapanti nel greto del nostro Tagliamento.
Sì, proprio in quel luogo che comitive di studiosi stranieri vengono dall’estero a studiare e ad ammirare come “ultimo torrente naturale dell’arco alpino”! Lì volevano i rally!
Ma non è finita per il povero Forni di Sotto.

Quindi, sempre in nome del turismo e dello sport, è sorta, sempre a Forni di Sotto, un’altra fantomatica associazione, l’“ASD Forni Shooting ranch”, che ha iniziato ad organizzare gare di tiro al bersaglio con carabina nel greto del Tagliamento e nell’area protetta ZPS, patrimonio dell’Umanità Unesco, mentre il comune emetteva ordinanze a pioggia con le quali disponeva la chiusura della zona a turisti, studiosi, proprietari di casolari, sfortunati viandanti ecc.

Ecco, credo che non serva aggiungere altro, ora capite tutti cosa intendo per Carnia come “parco giochi” principalmente per foresti ma non solo, che nulla hanno a che fare con le tradizioni della nostra terra, con il desiderio di sopravvivere della nostra gente, con la necessità di riscatto economico e sociale della montagna, con le tradizioni e la cultura di questi luoghi.

Ira Conti.

(1) Per i quad, cfr. “Quad in quota 2018, un altro sfregi oalle Dolomiti, in: https://www.mountainwilderness.it/mobilita-sostenibile/quad-in-quota-2018-un-altro-sfregio-alle-dolomiti/. In detto articolo si legge: “Questo si apprestano ad avvallare le amministrazioni interessate dal passaggio dei quad.
I danni provocati dal passaggio dei quad dello scorso anno erano stati documentati con materiale fotografico da Mountain Wilderness, e condannati da Legambiente, che ha conferito al Comune di Falcade la “bandiera nera”. Purtroppo questo non è servito a fermare un ulteriore sfregio che quest’anno si ripeterà se qualche Amministrazione virtuosa non interverrà a in difesa del territorio che è chiamata a tutelare. Questi mezzi a motore provocano danni al manto erboso su pascoli e dissestano sentieri, inoltre portano rumore e inquinamento dell’aria in zone delicate di alta montagna. La povertà culturale di questo genere di manifestazioni è evidente. Inoltre, come dimostrato dai nostri atti presentati in Procura lo scorso anno, tale genere di raduno può ledere normative specifiche in materia di ambiente e paesaggio oltre che di sicurezza. Tutti aspetti con diretta rilevanza penale.

(2) Sulle motoslitte consiglio la lettura di: REGOLE, SEVERITA’ E CONTROLLI: LE ALPI NON SONO IL TERRENO DI GIOCO DELLE MOTOSLITTE!, in: http://www.orobievive.net/conoscere/motoslitte_2008_MW.pdf; Pelbiscito contro le motoslitte, in: http://loscarpone.cai.it/news/items/Plebiscito-contro-le-motoslitte-cai.html;

(3) Per i fuoristrada, cfr. “Allarme per i fuoristrada”, in: https://borgomeo.blogautore.repubblica.it/2008/10/05/allarme-per-i-fuoristrada/; “Mezzi motorizzati e Convenzione delle Alpi”, http://www.mountcity.it/index.php/2014/10/31/lo-sport-motorizzato-un-problema-quasi-ovunque-nei-paesi-alpini-lo-rivela-la-convenzione-delle-alpi/http://www.mountcity.it/index.php/2014/10/31/lo-sport-motorizzato-un-problema-quasi-ovunque-nei-paesi-alpini-lo-rivela-la-convenzione-delle-alpi/ in: http://www.mountcity.it/index.php/2014/10/31/lo-sport-motorizzato-un-problema-quasi-ovunque-nei-paesi-alpini-lo-rivela-la-convenzione-delle-alpi/,  “Contro gli automezzi fuoristrada”, in: http://www.grupponaturalisticobrianza.it/project/contro-gli-automezzi-fuoristrada/. Su quest’ ultimo si legge pure: «Per informare l’opinione pubblica sono stati pubblicati molti articoli sui giornali, spesso accompagnati da fotografie che mettevano in evidenza i danni. Come prima reazione, la Comunità Montana del Triangolo Lariano emise un’ordinanza di divieto di transito con automezzi sui terreni soggetti a vincolo idrogeologico e su strade della Forestale. In seguito, la Regione Lombardia ha emanato due leggi contro questo problema. Citiamo innanzitutto la L.R. n. 8 del 5 aprile 1976 “Legge forestale regionale” (l’art. 26 prescriveva il divieto di transito nelle strade agro-silvo-pastorali riconosciute dai Comuni, sulle strade di macchio, sulle mulattiere e su itinerari turistici pedonali, nonché su terreni facenti parte del demanio forestale regionale), ora sostituita dalla L.R. n.31 del 5 dicembre 2008, nella quale l’articolo 59 vieta il transito dei mezzi motorizzati sulle strade agro-silvopastorali, sulle mulattiere e sui sentieri. Anche la L.R. n.33 del 27 luglio 1977, all’art. 16 vietava il danneggiamento della cotica erbosa; tale normativa è oggi sostituita dalla L.R. n.10 del 31 marzo 2008, “Disposizioni per la tutela e la conservazione della piccola fauna, della flora e della vegetazione spontanea,” che riporta la medesima prescrizione nell’articolo 9, comma 1».

Note di Laura Matelda Puppini. L’immagine che accompagna l’articolo, è una di quelle già utilizzate la suo interno. Laura Matelda Puppini.

 

 

 

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