Riporto qui la posizione del Presidente del Movimento non violento italiano sulla guerra Russia Ucraina, che mi pare interessante perchè è un ulteriore modo di vedere e affrontare la situazione. Egli sostiene che si può aiutare la popolazione ucraina anche senza farlo con le armi, anzi bandendo le armi. Questo il suo scritto.

_____________________

«La guerra giusta è riapparsa solennemente all’orizzonte. Pacifista è tornato ad essere sinonimo di fifone, piagnone o alto traditore e cospiratore del nemico; nonviolento un aggettivo buono per sognatori». Sono parole di Alex Langer scritte nel 1991, ma rivolte a noi oggi. Poi proseguiva:

«L’argomento più forte dei sostenitori della guerra giusta è di ordine storico morale: “se Hitler fosse stato fermato già nel 1934, al momento dell’occupazione della Renania, si poteva forse risparmiare al mondo intero la tragedia del nazismo e della seconda guerra mondiale”. Dove per “fermare Hitler” si dà per scontato che si debba leggere “fare la guerra a Hitler”. E dove si dimentica che la coalizione anti-Hitler avrà, sì, battuto l’incubo del totalitarismo nazifascista, ma rifondato anche un ordine internazionale che ha tranquillamente consegnato mezza Europa ad un altro totalitarismo e l’intero sud del mondo allo sfruttamento e, in molti casi, a vecchi o nuovi colonialismi e totalitarismi».

E concludeva:

«Se quindi è giusto fare tutto il possibile per fermare aggressioni, ingiustizie e soprusi, a partire dal chiamarli per il loro nome e identificarli come tali, non mi sembra invece né giusta né risolutiva l’idea di farne derivare, con una sorta di funesto automatismo, l’azione bellica. La nonviolenza deve invece inventare nuovi strumenti, persuasivi ed efficaci, per ridurre il tasso di violenza nel mondo e per risparmiare bagni di sangue. Sono convinto che oggi il settore R&S (ricerca a sviluppo) della nonviolenza debba fare grandi passi avanti e non debba fermarsi solo alle ormai tradizionali risorse della disobbedienza civile».

Fa impressione leggere questi passi trent’anni dopo, nello scenario della concreta (possibile? probabile?) minaccia nucleare come sbocco della guerra in Ucraina. E c’è da chiedersi cosa abbiamo fatto in questi trent’anni per costruire l’alternativa alla strada segnata dalla guerra giusta.

La nonviolenza ha sempre tanti se e tanti ma, ma punta dritto alla difesa della vita, della libertà, della dignità. L’obiettivo è la vittoria militare o la pace? «Le armi non portano mai la pace», ha detto Papa Francesco. Possono portare a imporsi nel conflitto, questo sì, e tante volte è accaduto nella storia, ma non possono “fare la pace”, cioè costruire le condizioni di convivenza per cui non possa rigenerarsi la spirale di una nuova guerra di vendetta.

Ci si può impegnare per finanziare l’invio di armi sempre più efficaci. Oppure ci si può impegnare per finanziare la resistenza nonviolenta. Due scelte diverse, forse entrambe legittime, ma certamente incompatibili. O una o l’altra. L’industria bellica costruisce i fucili, la nonviolenza i fucili li spezza.

Noi abbiamo scelto di portare aiuti e finanziamenti alla nonviolenza organizzata in Ucraina, a chi vuole difendere il proprio paese, vittima dell’aggressore, con la resistenza nonviolenta.

Una iniziativa che vuole andare nella direzione della Ricerca & Sviluppo della nonviolenza è quella delle Carovane di pace in Ucraina, che lavorano dal basso per mantenere viva una sorta di diplomazia popolare e tenere aperto il dialogo, portare aiuti alle vittime, senza assumerne necessariamente il punto di vista. Tra gli obiettivi delle missioni, quello di gettare le basi per stringere accordi di partenariato tra le nostre reti e organizzazioni della società civile ucraina, tra cui i sindacati ed università locali; la possibilità di scambi giovanili tra le università italiane e quelle ucraine, e il rilancio a livello internazionale della campagna di sostegno agli obiettori di coscienza ucraini attualmente sotto processo. Analoga campagna di sostegno agli obiettori di coscienza è portata avanti anche sul versante della Russia, in un contesto drammatico e difficilissimo, tanto più alla luce della crescente mobilitazione alle armi dei giovani russi decisa da Putin.

Queste missioni di pace hanno l’obiettivo di gettare ponti e costituire reti tra tutti quei soggetti, laici e religiosi, che si pongono il problema della convivenza tra diversi, del rispetto del pluralismo linguistico e culturale, del sostegno anche psicologico alle vittime della violenza e della guerra, con le associazioni attive nel peacebuilding, la costruzione della pace e il rispetto dei diritti umani.

Mao Valpiana – presidente Movimento Nonviolento».

Da: Fondazione Alexander Langer. News. Ottobre – Oktober 2022.
_____________________

E sempre Mao Valpiana in un suo tweet ha scritto: “La nostra carovana sostiene chi vuole fare resistenza non violenza. Vogliamo difendere la vita uscendo dalla spirale di guerra”. Inoltre il noto giornalista ha pure deciso di recarsi con una carovana in Ucraina per sostenere la resistenza nonviolenta e contro la pazzia nucleare, e così ha precisato: «Mentre la Russia di Putin continua la sua folle aggressione con minaccia nucleare e Zelensky chiede “armi” a lunga gittata per l’esercito ucraino, il cardinale Konrad Krajewski (inviato personalmente dal Papa) risponde portando “cibo e rosari” alle popolazioni colpite: un aiuto concreto per donare forza materiale e spirituale. È la forza della nonviolenza, l’alternativa tra guerra e resa.

Stare dalla parte delle vittime non significa necessariamente assumere il loro punto di vista. Se gli aggrediti (non tutti) chiedono armi per difendersi, c’è chi (anche in Ucraina) lavora per creare le condizioni, politiche e pratiche, su cui costruire un’altra difesa possibile, civile e non armata.

Portare aiuti ai civili, e non armi, ha un significato preciso di sostegno alla resistenza di chi non vuole piegarsi alla violenza della guerra; è la risposta razionale alla pazzia nucleare». (ttps://www.azionenonviolenta.it/un-viaggio-in-ucraina-per-sostenere-la-resistenza-nonviolenta-dal-26-settembre-al-3-ottobre-contro-la-pazzia-nucleare/).

Pongo qui queste righe come spunto di riflessione e in alternativa alla lettura politica dominante in certi giornali e mass media che quasi tifano per una guerra, senza mai averne vista una. Io che ho studiato in particolare la resistenza e la seconda guerra mondiale ma anche la prima, io che ho sentito i racconti e colto i silenzi di chi le guerre le aveva vissute sulla propria pelle, dico che le guerre non hanno giustificazione alcuna, e sono solo portatrici di orrore e terrore, di fango e morte, di malattia, fame, disperazione. E per capire l’importanza della pace vi invito a leggere o rileggere il mio:

Laura Matelda Puppini. “25 aprile: festa della Liberazione d’Italia. Da che cosa?” – Tarcento 27 aprile 2019.

IL MONDO DEVE COLLABORARE PER PORRE FINE A QUESTA ASSURDA GUERRA CHE NON HA GIUSTIFICAZIONE ALCUNA, NON SCHIERARSI. IO SONO CONVINTA CHE LA GRAN PARTE DEGLI ITALIANI VORREBBE RISVEGLIARSI CON LA NOTIZIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA E’ FINITA, E CHE SI PUO’ TORNARE A VIVERE FUORI DA QUESTO INCUBO, CREATO ANCHE DA UNA UE BELLICISTA E INCAPACE DI MEDIARE, QUASI STRUMENTO IN MANO ALTRUI. NOI VOGLIAMO UNA UNIONE DEI POPOLI EUROPEI, CHE SI PRENDANO PER MANO,  E UNA UE DI PACE E NON DI GUERRA.

L’ immagine che accompagna l’articolo è tratta da https://www.azionenonviolenta.it/. 

Laura Matelda Puppini.

https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2022/10/non-vmn-logo-arcobaleno.jpg?fit=300%2C300&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2022/10/non-vmn-logo-arcobaleno.jpg?resize=150%2C150&ssl=1Laura Matelda PuppiniETICA, RELIGIONI, SOCIETÀRiporto qui la posizione del Presidente del Movimento non violento italiano sulla guerra Russia Ucraina, che mi pare interessante perchè è un ulteriore modo di vedere e affrontare la situazione. Egli sostiene che si può aiutare la popolazione ucraina anche senza farlo con le armi, anzi bandendo le armi....INFO DALLA CARNIA E DINTORNI