NEL CORSO DELL’ INCONTRO PER IL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE, TENUTOSI IL PRESSO LA COMUNITÀ MONTANA IL 2 APRILE 2016, OVE SI SONO PRESI IN CONSIDERAZIONE ANCHE GLI ESITI DELLE CONSULTAZIONI NEI PAESI DELLA CARNIA, SONO EMERSI E SONO STATI RIBADITI ALCUNI PROBLEMI:

ACQUE PROBLEMI E PROPOSTE. 

  • Prelievo del 75% delle acque senza controllo sul minimo deflusso vitale, ora. Il Tagliamento appare come un fiume ormai finito ed i fiumi stanno assumendo carattere torrentizio. Vi sono evidenti cambiamenti di flora e fauna negli ecosistemi fiume della Carnia. Si chiedono: la revisione dell’attuale livello di minimo deflusso vitale, con mantenimento acqua in superficie nei greti dei fiumi, con impossibilità a deroghe; opere di sistemazione meno impattanti. Si domanda un aumento degli interventi di pulizia degli alvei fluviali e torrentizi; di provvedere allo sghiaiamento dei greti secondo metodi scientifici e la costruzione di argini secondo regole definite. In particolare l’ing. Gianvittore Valent riferisce che le “roste” del But, nei pressi di Caneva di Tolmezzo, non sono state riviste seguendo le giuste norme ingegneristiche. Inoltre vi sono troppe leggi e norme (anche non convergenti) e troppi enti che intervengono sulle acque e sull’ambiente.
  • Sfruttamento rii per centraline in particolare private. Si chiede: di non concedere più utilizzo acque per centraline private e di acquisire, al termine delle concessioni, le centraline esistenti; di non permettere che uffici tecnici diano o.k. a interventi in ambito territoriale paesaggistico senza delibera giunta o consiglio comunale, impedendo così l’assalto selvaggio alle acque montane, come qualcuno ha definito il fenomeno in corso. Ci si domanda, inoltre, se si sia valutato l’impatto di alcune chiuse, come quella prevista a Caprizi.
  • Gestione sistema idrico. Si chiede di gestire in proprio il sistema di erogazione dell’acqua potabile, e la ricaduta locale delle risorse economiche collegate alla produzione idroelettrica. (Fonti: appunti da incontro ed “Obiettivi di qualità paesaggistica comprensoriali. Beni naturali e culturali”, a cura referenti Comunità Montana della Carnia).

IN SINTESI SI CHIEDE: «MANTENIMENTO E CURA DELL’ ELEMENTO ACQUA NEL PAESAGGIO COMPRENSORIALE, MAGGIORE CONTROLLO LOCALE NELLA GESTIONE DEL BENE ACQUA».

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TUTELA, VALORIZZAZIONE E PROMOZIONE DEL PATRIMONIO STORICO, CULTURALE, E ARCHITETTONICO, E ARCHEOLOGICO ED, IN SINTESI, DEI BENI ARTISTICI DI VALORE STORICO E PAESAGGISTICO.

È stata ribadita l’importanza di tutelare beni paesaggistici di valenza storico-artistica per il territorio, come:

  • Il complesso detto La Fabbrica, con edifici del 1700 comprendenti Palazzo Linussio con i suoi affreschi e la cappella dell’Annunciazione, sito in Tolmezzo, ed altri edifici caratteristici e di valore storico nei centri abitati carnici, provvedendo pure, se necessario, al loro recupero.
  • Le chiesette carniche erette dal 1300 al 1500, e le loro opere d’arte, già catalogate dalla Curia e dal Centro Regionale di catalogazione Villa Manin di Passariano.

Inoltre si sono sottolineati il valore e la necessità :

  • del recupero di stavoli e stalle, per esempio quelli presenti in località Valdie ed altri e loro possibile trasformazione in rifugi e bivacchi.
  • della valorizzazione dei siti archeologici, finanziando adeguatamente il loro recupero ed impedendo il sovrapporsi di competenze che portino a problematiche e conflitti come accaduto, pare, per i siti di Raveo e Socchieve.
  • della conversione, ove possibile, degli edifici militari dismessi.

Uno dei maggiori problemi, anche in detto settore, è il numero enorme di leggi che sono presenti, la loro scarsa conoscenza, la sovrapposizione di competenze, la mancata continuità nei procedimenti.  

SI CHIEDE LA VALORIZZAZIONE, MANUTENZIONE, DEI SITI ARCHEOLOGICI, DI MONUMENTI, MUSEI, DI ELEMENTI DI VALORE MEMORIALISTICO E DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO, ANCHE PER UTILIZZARE QUEST’ULTIMO IN FUNZIONE ABITATIVA COME “ALBERGO DIFFUSO” O BIVACCO/RIFUGIO IN ALTA QUOTA.

(Fonti: appunti da incontro ed “Obiettivi di qualità paesaggistica comprensoriali. Beni naturali e culturali”, a cura referenti Comunità Montana della Carnia).

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TUTELA DEL PAESAGGIO.

  • Valorizzazione della risorsa bosco, non dandola in gestione a privati, commassando ma lasciando la proprietà e non dandola in uso a grossi gruppi. Evitare il taglio raso dei boschi e la vendita di grosse proprietà boschive e malghe a privati anche esteri.
  • Valorizzazione parchi già esistenti come quello delle Colline Carniche, finanziato e poi di fatto abbandonato quando sono terminati i finanziamenti, e creazione di nuovi parchi.
  • Recupero siti degradati.
  • Eliminazione del poligono del Bivera.
  • Divieto transito di moto su sentieri e di attività motoristiche che possano disturbare la fauna, distruggere la flora, rovinare i sentieri, che vengono, tra l’altro, mantenuti dal C.a.i. attraverso l’opera di volontari.
  • Creazione del catasto tavolare previsto.
  • Si chiedono: continuità nei procedimenti e non approvazione di progetti come quello del villaggio turistico previsto sullo Zoncolan da parte di privati, che possono togliere servizi a valle per portarli in quota.

(Fonti: appunti da incontro ed “Obiettivi di qualità paesaggistica comprensoriali. Beni naturali e culturali”, a cura referenti Comunità Montana della Carnia).

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VIABILITÀ E SERVIZI.

Predisposizione di una adeguata manutenzione delle strade esistenti e del manto stradale, sia all’interno dei paesi che per quanto riguarda strade Anas e Fvg strade.

Per quanto riguarda i sentieri si chiede:

  • L’aumento dell’intervento anche privato nella manutenzione, nella segnaletica, nell’arredamento dei sentieri, in particolare per quanto riguarda quelli vicini ai centri abitati.
  • L’omologazione della segnaletica, sull’esempio di Torino.
  • La creazione di percorsi tematici.

Inoltre si domanda:

  • La conversione, ove possibile, degli edifici militari dismessi.
  • Servizi essenziali per tutti, anche per le piccole frazioni, fra cui: punto vendita alimentare; servizio comunale recupero foraggi dei privati; banda larga per permettere studio e telelavoro.
  • Progettualità comprensoriale e non comunale., anche per poli sciistici.
  • Attenzione all’impatto paesaggistico per elettrodotti

IN SINTESI SI CHIEDENO ADEGUATI SERVIZI PER TUTTI, LA CREAZIONE DI PERCORSI TEMATICI A FINI ANCHE TURISTICI, UNA PROGETTAZIONE INTEGRATA. (Fonti: appunti da incontro ed “Obiettivi di qualità paesaggistica comprensoriali. Patrimonio infrastrutturale ed edilizio”, a cura referenti Comunità Montana della Carnia).

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ASPETTI RELATIVI AL PATRIMONIO AGRO-SILVO-PASTORALE.

  • Pianificazione della gestione pubblica- privata del bosco condivisa, ed anche in funzione dell’utilizzo locale di biomasse a fini energetici.
  • Piani agricoli e commassazione mantenendo la proprietà.
  • Valorizzazione dell’agricoltura non intensiva.
  • Incentivi per il mantenimento delle specie autoctone ed il recupero di varietà locali.
  • Creazione di filiere di produzione con adeguato marchio.
  • Contenimento della fauna selvatica.

Alpeggio.

  • Semplificazione normativa per produzioni malghive;
  •  Favorire forme di co- investimento, gruppi di acquisto solidale, marketing dei prodotti locali
  • Si richiedono, inoltre: figure che si curino del territorio con forme specifiche di contratto; e la creazione di cooperative per la pulizia e manutenzione del territorio.

Tutela delle specie vegetali autoctone.

Si chiede la tutela delle specie vegetali autoctone e la creazione, in collaborazione con l’Università di Udine, di una “banca” dei semi autoctoni, per non giungere a problemi, come già accaduto, di contaminazione delle specie autoctone con altre importate, per esempio foraggi, ed al fine di valorizzare la biodiversità.

OBIETTIVI: «MANTENIMENTO DELLA BIODIVERSITÀ ATTRAVERSO: LA DIMINUZIONE DELL’INQUINAMENTO FLORISTICO CON PIANTE ALLOCTONE, DIMINUZIONE DELLE SPECIALIZZAZIONI E OMOLOGAZIONI DEI COLTIVI. INCENTIVO ALL’ UTILIZZO DI SEMENTI LOCALI. (Fonti: appunti da incontro ed “Obiettivi di qualità paesaggistica comprensoriali. Beni naturali e culturali”, a cura referenti Comunità Montana della Carnia).

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VALORIZZAZIONE E RECUPERO ATTIVITÀ LEGATE AL TERRITORIO.

Si lamenta che alcune attività artigianali, anche di costruzione, riguardanti il territorio, stiano andando perdute, come le conoscenze ad esse collegate, e si auspica, come visto in Giappone, la creazione di corsi professionali che riprendano ed insegnino, sotto la guida di artigiani anziani esperti, dette attività salvandone il bagaglio culturale legato allo specifico ambientale. (Fonti: appunti da incontro ed “Obiettivi di qualità paesaggistica comprensoriali. Beni naturali e culturali”, a cura referenti Comunità Montana della Carnia).

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Nel corso dell’incontro si è sottolineata l’ampia partecipazione alle attività previste dagli abitanti della Carnia e delle scuole del territorio, e l’alto interesse dimostrato per i temi proposti ed il metodo partecipativo diretto.

Secondo Lino Not, commissario straordinario della Comunità Montana della Carnia: «Ai tavoli hanno partecipato 500 persone, 1.500 famiglie degli studenti della Carnia sono state interpellate con questionari su questo tema, è stato promosso un incontro al liceo Paschini al quale hanno preso parte 300 studenti, senza contare le segnalazioni sul sito, che saranno possibili fino a fine maggio. “Sono particolarmente soddisfatto del risultato – prosegue Not – in quanto dimostra che quando si vogliono far partecipare la popolazione e gli studenti, la risposta c’è ed è considerevole: questa è la vera Carnia, che vuole essere coinvolta nei processi di sviluppo del proprio futuro”». (Piano Paesaggistico Regionale, pronto il contributo della Carnia, in: http://news.rsn.it/presentazione-del-contributo-della-carnia-al/).

Ora, per quanto previsto dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, l’Università di Udine dovrebbe scegliere. Ci auguriamo che non scelga ma approvi la volontà dei cittadini.

Laura Matelda Puppini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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