Gigi Bettoli ha affrontato alcuni temi, fra cui il genocidio degli ebrei ed armeni, sul suo sito, in relazione a papa Bergoglio, e ne è scaturito un dibattito a tre voci. A me sembra però troppo semplicistico fermarsi a cercare di definire se la strage degli armeni sia stata genocidio o meno.
E credo che non sia così semplicistico affrontare temi così seri come quelli della strage degli armeni, o dello sterminio degli ebrei, crimini compiuti su base etnica, in poche righe. Si dovrebbe, infatti, ripercorrere le vie che portarono in auge il nazionalismo, con il concetto di grande nazione, sia nei suoi risvolti economici che nei suo risvolti identitari.

Scrivevo tempo fa come commento all’articolo: Il Novecento e la nascita della dittature, su East Journal, questo commento, che ripropongo.
Il comunismo tentò di rispondere, in Russia come in Cina, alle esigenze della popolazione divisa tra un ceto ricchissimo, in Russia a prevalenza aristocratica, e la massa della popolazione alla fame ed anche in condizione di schiavitù. La situazione in cui vivevano i “servi della gleba” russi era ben nota, per es a Lev Tolstoj, ma anche ad altri. Inoltre “Il sistema politico zarista divenne, all’inizio del ventesimo secolo, inadeguato per permettere alla Russia di compiere il processo di modernizzazione ed europeizzazione. In questo clima nacquero i primi partiti politici: alcuni riformisti (come “l’Unione d’ottobre” costituita da monarchici costituzionalisti ed i “Costituzionalisti democratici” o “Cadetti”) altri rivoluzionari (tra i quali ci furono i “socialisti rivoluzionari” ed il “partito operaio socialdemocratico russo”, di ispirazione marxista).” Infine nel 1903 nacque il partito bolscevico che acquistò vigore nel 1917, proponendo il semplice programma: “pace, terra ai contadini, officine agli operai, libertà ai popoli”. (Il bolscevismo – 1917.org http://www.1917.org/1917h.html). Pertanto istanze sociali e socialiste si unirono a quelle di creare una nazione più moderna, competitiva, industriale.

Inoltre non si può negare che il nazismo trovò consensi a causa della situazione venutasi a creare per la Germania dopo la prima guerra mondiale, e non a caso, Hitler definì il suo partito nazionalsocialista, ed il sogno della grande Germania giocò certamente un ruolo non di poco conto nel favorirne l’ascesa. Chi leggesse i 25 punti programmatici di Hitler, presentati a Monaco il 24 febbraio 1920, vedrebbe quanto accattivante per i tedeschi, nel suo nazionalismo, fosse detto programma, che voleva una grande Germania, che chiedeva parità di diritto del popolo tedesco davanti alle altre nazioni ed in sintesi l’eliminazione dei debiti di guerra, esosissimi; puntava sull’ orgoglio nazionale e sull’esclusione dei non tedeschi, per sangue, dalla cittadinanza; proponeva una riforma fondiaria adatta ai bisogni nazionali cioè dei tedeschi, una adeguata riforma previdenziale e per la vecchiaia; la statalizzazione delle imprese associate.
Invece il totalitarismo fascista fu, a mio avviso, di altra matrice, molto anticomunista, statalizzante, nazionalista, ma non mi pare che avesse alle spalle una grande ideologia, e si reggesse, piuttosto, su frasi fatte. Ma anche un’analisi del pensiero fascista e dell’agire fascista, mi parrebbe salutare.

Sarebbe poi interessante analizzare l’evoluzione del nazionalismo europeo fino al sostegno e dello stesso a governi autoritari e forse come fattore di genesi, e, dopo la rivoluzione russa, sostanzialmente in funzione anticomunista, ritenendo il comunismo, che proponeva un pensiero economico che non si reggeva sulla proprietà privata e sulla libertà individuale per le classi agiate, un demone da combattere. E anche il rischio della perdita della proprietà privata ingrossò la schiera dei profughi istriani e dalmati, dimentichi forse, che il fascismo aveva scompaginato l’intera rete cooperativistica e creditizia slava, mandando, come in trentino, molti piccoli proprietari sul lastrico con aumento notevole delle azioni giudiziarie per fallimento e con pignoramento dei beni. (Raoul Pupo, Il lungo esodo, Rizzoli, p.35).

Inoltre come scrive sempre Raoul Pupo relativamente all’Istria e Dalmazia: «Quanto alla piccola e media borghesia – formata da commercianti, artigiani, impiegati, liberi professionisti – si trattava dei ceti che avevano più da perdere dalla trasformazione in senso socialista dell’economia e che nel contempo formavano il nerbo dell’ italianità giuliana. All’interno di tali gruppi, infatti, le parole d’ordine dell’amor di patria, dell’irredentismo e dell’affermazione nazionale avevano incontrato un larghissimo consenso finendo per costituire i fondamenti di una cultura politica sostanzialmente condivisa anche da chi non ne aveva fatto proprie le punte di estremismo, rifuggendo la militanza nazionalista o fascista. (…). Era dunque assai difficile che tutti costoro potessero non soltanto rinunciare ad opporsi al nuovo ordine, ma convertirsi anche in suoi attivi sostenitori.» Inoltre i grossi possidenti di terra certamente non vedevano di buon occhio la politica verso la proprietà della terra, che andava configurandosi in Jugoslavia, mentrei piccoli contadini, vista la crisi, potevano esser interessati anche ad un rilancio dell’economia agricola. (Ivi, pp. 108 – 109).

Quello che impensieriva alcuni, poi, fu che in Istria, per esempio, alla fine della guerra vivevano persone di etnie differenti, dove quella italiana era nettamente minoritaria. ( Ivi, p. 109).

Pertanto il desiderio atavico di beni potere e possesso potrebbero essere alla base anche di alcune situazioni storiche recenti, come quelle citate all’ inizio, assieme alla tendenza a distruggere chi si vive come nemico. E di stragi ce ne furono, nel corso della storia, molte, basta vedere l’annientamento degli indii americani. Ma questa è storia simile ma anche altra.

Laura Matelda Puppini

Laura Matelda PuppiniETICA, RELIGIONI, SOCIETÀGigi Bettoli ha affrontato alcuni temi, fra cui il genocidio degli ebrei ed armeni, sul suo sito, in relazione a papa Bergoglio, e ne è scaturito un dibattito a tre voci. A me sembra però troppo semplicistico fermarsi a cercare di definire se la strage degli armeni sia stata...INFO DALLA CARNIA E DINTORNI