Premessa. La nuova mozione sul lago di Cavazzo.

Pochi giorni fa, mentre leggevo la mia posta elettronica, ho trovato due comunicati relativi ad una mozione per la salvezza del lago di Cavazzo appena discussa in consiglio regionale. Un testo entusiastico, a mio avviso, era di Serena Pellegrino, l’altro invece perplesso di Furio Honsell. Il problema però era che io non sapevo l’oggetto di due comunicati così diversi e pertanto mi sono fatta inviare il testo della mozione a cui i due comunicati facevano riferimento, dopo aver chiesto a destra e manca cosa fosse accaduto, senza ottenere risposte soddisfacenti.

La nuova mozione n. 76, che sostituiva la precedente stesso numero però firmata dalla minoranza, era stata presentata da Manuele Ferrari della Lega; Serena Pellegrino di Alleanza Verdi Sinistra; Edy Morandini di Fedriga Presidente; Igor Treleani di Fd’I; Michele Lobianco di F.I. e Partito Popolare Europeo, cancellando la precedente.  Ricordo comunque, a titolo informativo, che politici di destra come Renzo Tondo e rappresentanti della Lega, come Bubisutti o Violino, si erano tanti anni fa dimostrati sensibili al discorso sulle acque friulane più di certa sinistra istituzionale.

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Una mia fonte mi ha detto, sperando di ricordarmi bene, che la prima mozione n. 76 per il bypass e la rinaturalizzazione del lago di Cavazzo era stata presentata nella primavera del 2024. Essa era stata discussa in commissione ambiente ma per la gran parte non era stata accettata dalla maggioranza, uscendone praticamente stravolta nel significato fondante, e così sarebbe andato a finire che sarebbe stata bocciata, con l’ovvio risultato di suggellare la volontà assessorile e mettere una pietra tombale sul bypass del lago.

A questo punto, riunitosi il consiglio regionale il 21 novembre 2024, la consigliera Serena Pellegrino, anche nella sua veste di vice-presidente della IV Commissione regionale, presentava una nuovo testo completamente sostitutivo della mozione pregressa, sottoscritto e presentato da alcuni esponenti della maggioranza, oltre che da lei, che lasciava uno spiraglio aperto verso il bypass e la rinaturalizzazione, anche se in forma generica, e ricordava quanto già suggellato dal “Piano regionale di tutela delle acque”. 

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Il testo della nuova mozione come giuntomi dalla segreteria di Furio Honsell.

«Mozione: n.76. Oggetto: La Regione effettui lo studio di fattibilità del bypass delle acque scaricate dalla centrale di Somplago nel Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni.

Proponenti: Ferrari – Pellegrino – Morandini – Treleani – Lobianco.

EMENDAMENTO INTERAMENTE SOSTITUTIVO DELLA MOZIONE N. 76

1 – La mozione n. 76 è sostituita dalla seguente:

Mozione n.76 Oggetto: La Regione effettui lo studio di fattibilità del bypass delle acque scaricate dalla centrale di Somplago nel Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni

Mozione n. 76.

Oggetto: La Regione approfondisca le valutazioni relative alla valvola di regolazione del bypass delle acque scaricate dalla centrale di Somplago e quant’ altro ritenuto necessario per la precisa individuazione degli interventi di mitigazione degli impatti della centrale stessa al fine della rinaturalizzazione del Lago di Cavazzo.

Il Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia

PREMESSO che:

– Il Piano Regionale di Tutela delle Acque (PRTA) in vigore dal 2018, prevede che, contestualmente alla derivazione del Consorzio di Bonifica, dovrà esser anche valutata la fattibilità tecnico – economica di realizzazione di un canale di bypass o di altra soluzione progettuale che mitighi l’impatto dello scarico della centrale di Somplago sul lago di Cavazzo, con lo scopo di recuperare le condizioni di naturalità del lago stesso e di garantirne la fruibilità;

– L’art. 4 comma 35 della L. R. 6 agosto 2019, n.13 che prevede che: “al fine di individuare le criticità del Lago dei Tre Comuni e proporre le conseguenti soluzioni finalizzate a recuperare le condizioni di naturalità del lago stesso e garantirne la fruibilità, anche ai fini turistici, in conformità al Piano regionale di Tutela delle Acque, è istituito presso la Direzione centrale ambiente ed energia, il tavolo tecnico denominato ‘Laboratorio Lago dei Tre Comuni’: Tale Laboratorio è convocato e coordinato dal direttore della struttura regionale e ne fanno parte tre esperti designati dai tre Comuni rivieraschi di Bordano, Cavazzo Carnico e Trasaghis;

– Il Laboratorio Lago ha individuato tre percorsi principali lungo cui sviluppare la realizzazione del bypass con lo scopo di captare le acque turbinate allo scarico della centrale evitandone l’immissione nel lago: un bypass con una o più tubazioni posate sul fondale del lago, un bypass in galleria sulla sponda est, un bypass in galleria sulla sponda ovest;

– La Regione, nello specifico l’Assessorato all’Ambiente ha commissionato, a seguito delle richieste di approfondimento tecnico pervenute da Laboratorio Lago, uno Studio Specialistico sulle “Interazioni fra la Centrale di Somplago” e il lago” ad un raggruppamento temporaneo di esperti del settore;

– considerato che l’iter autorizzativo di PAUR è stato già attivato dal Consorzio di bonifica della Pianura Friulana per la costruzione di una condotta di collegamento tra il “Canale SADE” e il sistema derivatorio Ledra-Tagliamento per il recupero parziale della portata di scarico della centrale di Somplago a beneficio dell’agricoltura di pianura e per la fornitura di acqua potabile

– il Laboratorio Lago – sulla base delle conclusioni dello Studio specialistico – ha stabilito di eseguire un affinamento del bilancio idrogeologico del lago in modo da poter verificare definitivamente la sostenibilità tecnica della valvola di regolazione del bypass, l’analisi del fondale tramite carotaggi, una modellistica della circolazione idrica del lago, nonché lo sviluppo di un modello di simulazione per la valutazione di scenari di esercizio della centrale finalizzato a comprendere la fattibilità del ricorso ai fermi della centrale in presenza di acque che possano rendere torbido il lago;

Tutto ciò premesso,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale:

1) a rispettare le finalità di tutelare le acque superficiali e sotterranee della Regione FVG, che costituiscono una risorsa da salvaguardare ed utilizzare secondo criteri di solidarietà, cioè nel rispetto dei diritti delle Terre Alte e delle più fragili aree interne alla fruizione di un integro patrimonio ambientale alla soddisfazione dei bisogni collegati al ruolo dell’acqua in Natura e per la vita umana;

2) a dare concreto seguito alle valutazioni tecniche relative alla valvola di regolazione del bypass delle acque scaricate dalla centrale di Somplago e quant’altro ritenuto necessario per la precisa individuazione degli interventi di mitigazione degli impatti della centrale stessa al fine della rinaturalizzazione del Lago di Cavazzo, e con ciò a cominciare l’opera di reintegro della naturalità del lago e di restituzione della sua fruibilità, come previsto dal Piano Regionale di Tutela delle Acque e come richiesto dalle comunità rivierasche e del comprensorio;

3) a valorizzare il più grande lago della regione, patrimonio ambientale da cui dipende lo sviluppo sociale ed economico di un territorio che sta già patendo pesanti impatti negativi, quali la centrale idroelettrica, la destinazione a discarica dello smarino della più pescosa parte nord del lago, l’autostrada con il mastodontico viadotto, l’oleodotto e relativa stazione di pompaggio ora funzionante a metano».

(Seguono firme autografe dei proponenti).

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Quindi per chiarirmi le idee, mi sono fatta inviare la registrazione della presentazione di detta mozione, intitolata “La Regione effettui lo studio di fattibilità del bypass delle acque scaricate dalla centrale di Somplago del lago di Cavazzo o dei Tre Comuni”, contenente pure il dibattito nel merito, le dichiarazioni di voto e l’esito del voto in aula consiliare.

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Dalla registrazione della presentazione di detta mozione n. 76 al consiglio regionale del 21 novembre 2024 e del dibattito nel merito, le dichiarazioni di voto e l’esito del voto in aula consiliare.

Presentazione della nuova mozione da parte di Serena Pellegrino.

Il Presidente del consiglio regionale Mauro Bordin ha dato subito la parola alla consigliera Serena Pellegrino di Verdi – Sinistra Italiana, di cui riporto in nota la trascrizione dell’intervento (1), per chi volesse leggerlo.

In sintesi Serena Pellegrino ha sottolineato come l’’iter della mozione presentata fosse stato lungo e a tratti anche impervio, ma, «quando si percorre una strada che valuta tutte le criticità, per una finalità collettiva e di beneficio per l’ambiente, allora i risultati si possono anche ottenere. Partiamo dal presupposto che, di primaria importanza sia la rinaturalizzazione del lago, a seguito della quale ogni altra azione è collegata, e di cui si può solo beneficiare. E può beneficiare anche la centrale che può continuare a produrre energia senza oneri ambientali sulla coscienza». E l’aspetto che importa è la rinaturalizzazione del lago. Ha quindi sottolineato che il testo della mozione era il frutto di quanto concordato «attraverso una importante opera di concertazione fra i cittadini che si battono per la difesa del lago, i sindaci dei comuni del lago e tutte le minoranze, i tecnici della Direzione Centrale Ambiente e non ultimi i gruppi di maggioranza». Però francamente non credo, ma attendo verifiche a quanto sto qui scrivendo, che Franceschino Barazzutti e Claudio Polano, noti rappresentanti istituzionali dei Comitati, sapessero di questa nuova mozione n. 76, quando hanno inviato alla stampa ed ai mass media il comunicato pubblicato 20 novembre 2024 da Radio Studio Nord news con titolo: “I Comitati: «Dalla Regione una sentenza di morte per il Lago di Cavazzo» .

Quindi Pellegrino ha aggiunto che la nuova mozione è nata dal fatto che «Partendo dalle valutazioni elaborate dai professionisti del ‘Laboratorio Lago’, che hanno presentato tre varianti di progetto per raccogliere le acque di scarico della centrale che, attraverso un bypass non verrebbero immesse direttamente nel lago, si è convenuto che, bypassare interamente il lago, comprometterebbe la portata ed i livelli dello stesso lago, rischiando che lo stesso diventi non più fruibile». Da qui la nuova mozione.

Inoltre «Si è convenuto, anche, che possa essere inserita una valvola di regolazione che permetta, quando e se necessario, di immettere nel lago acqua sufficiente per riportare nel lago i livelli di quota necessari al mantenimento della sua naturalità».

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Altri interventi di consiglieri regionali nel merito.

Quindi è intervenuto uno dei proponenti e primo firmatario della nuova mozione n. 76, Manuele Ferrari della Lega, che associandosi a quanto detto da Pellegrino, ha chiesto al Presidente della giunta di impegnarsi nella finalità di tutelare le acque sia superficiali che sotterranee della Regione, che costituiscono un patrimonio da salvaguardare anche nei diritti delle terre alte e delle più fragili aree interne, ma anche per il loro utilizzo per la soddisfazione di una serie di bisogni vitali e per la tutella dell’ integrità ambientale.

Ed ha domandato a tutti di intervenire, come richiesto dalla mozione, per la rinaturalizzazione del lago. Infine ha domandato, sempre al Presidente, di impegnarsi per la valorizzazione del più grande lago della regione, che rappresenta un patrimonio ambientale da cui dipendono lo sviluppo sociale ed economico di un territorio che sta già patendo tanti impatti negativi quali la centrale di Somplago, l’oleodotto, la stazione di pompaggio e l’autostrada.

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Ha poi preso la parola Edy Morandini di Fedriga Presidente, che ha precisato di voler fare un intervento solo a supporto di quello di Pellegrino. Ha quindi precisato che la mozione 76, prima versione, era stata presentata il 15 maggio in consiglio, e quindi era finita in quarta commissione, ove è stato fatto un gran lavoro per giungere al testo in esame, nato pure dall’ascolto dei territori e da un dibattito che è continuato negli ultimi mesi. Ed ha sottolineato che anche al Giunta e l’assessore Scoccimarro si sono mostrati disponibili a non bocciare la mozione ma a cercare insieme una soluzione, perché la tutela dell’ambiente sta a cuore a tutti noi ed anche quella del lago di Cavazzo. Ed ha terminato augurandosi che un lavoro simile, portato avanti insieme, possa ripetersi per altre situazioni.

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Quindi è intervenuto Massimo Mentil del PD che ha sottolineato come su altri due argomenti, oltre che sul problema della rinaturalizzazione lago di Cavazzo, si sia trovata nel corso del consiglio, una soluzione congiunta, in questo caso dopo che in origine una mozione per la rinaturalizzazione del lago era stata presentata solo dalla minoranza, che pareva l’unica ad interessarsi dell’argomento. Poi si è aggiunta la maggioranza, che ha capito la delicatezza del tema. Pertanto in un primo tempo in commissione maggioranza e minoranza hanno lavorato in modo disgiunto, ma quello che è importante è che, alla fine, si sia giunti ad una convergenza, pur se solo in quella giornata. Quindi, su richiesta del Presidente, ha letto chi aveva proposto la prima mozione cioè Pellegrino, Mentil, Capozzi, Conficoni, De Carli, Cosolini, Celotti, Pozzo, Pisani, Martines, Fasiolo, Moretuzzo, Massolino Putto, Bullian, Russo e Honsell e Moretti, cioè tutta l’opposizione.

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 Dopo Mentil è intervenuto Marco Putto di Patto per l’Autonomia Civica Fvg, che ha sottolineato come fosse venuto a conoscenza del problema del lago di Cavazzo solo a inizio mandato, essendo del pordenonese, dove esso risulta meno sentito. Poi ha sottolineato di aver colto subito una certa ‘animosità’ sul tema, presente in coloro che vivono quella realtà e che hanno anni di esperienza alle spalle per dedicarsi all’ argomento, e ha citato, nel merito e per esempio, Franceschino Barazzutti. E così egli ha incominciato a interessarsi da consigliere all’argomento e ha pure mediato, assieme a Mentil e Pellegrino, per la stesura di un testo condivisibile con la maggioranza e che fosse accettato anche dall’assessorato e dalla direzione. Infine ha precisato come sia importante discutere e trovare intenti comuni su temi ambientali, perché non si può continuare a porre in contrapposizione i temi della sicurezza e gestionali con quelli della salvaguardia dell’ambiente.

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Poi ha preso la parola Maria Rosaria Capozzi, di M5S, che ha rimarcato il fatto che si deve intervenire sul nostro lago per incominciare a risolvere le criticità ambientali sofferte dal lago più grande della regione. Infatti gli impatti negativi dello scarico delle acque della centrale nel lago sono evidenti, pertanto si è augurata che finalmente ci sia la volontà politica di rimettere a posto le cose, e questo a beneficio dell’ambiente e dei cittadini.

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Dopo Capozzi è intervenuto Furio Honsell, l’unico che ha dato voto negativo alla mozione per precisi motivi. Egli ha esordito dicendo che gli dispiace non poter partecipare all’entusiasmo comune perché, fra l’altro, ha visto la nuova formulazione della mozione solo in quel momento, e che per questo non intende né apporre al testo la sua firma né votare a favore, anche se il testo contiene principi condivisibili. Ma ci sono anche delle parti che, nella loro scrittura, non lo trovano d’accordo. Egli quindi ha contestato il punto 2, ove si legge “dare concreto seguito alle valutazioni tecniche relative alla valvola di regolazione del bypass delle acque scaricate dalla centrale di Somplago e e quant’altro ritenuto necessario … ” sostenendo che è troppo generico. Inoltre ha detto che egli era rimasto d’ accordo con i colleghi, che si dovesse valutare con una commissione di esperti quale era il grado di autonoma alimentazione del lago, e solo allora si sarebbe potuto prendere in considerazione il problema se continuare a scaricare nel lago le acque di Verzegnis o meno. Ma poi è uscito il nuovo testo, che a suo avviso non dice niente di concreto. Ed egli ha proseguito sostenendo che come procedere doveva dipendere dai risultati tecnici portati dalla commissione e che una analisi tecnica in tal senso era già era già decisa mesi e mesi fa, e che per la stessa erano anche state stabilite delle risorse finanziarie, mentre risulta che a questo fine la commissione non sia stata mai nemmeno convocata. Quindi ha detto che senza dati non può firmare una mozione come quella presentata, che a suo avviso è una fuga in avanti, senza però dati a conforto.
Infine Honsell ha terminato sostenendo che egli esplicitamente aveva chiesto lo stato dell’arte della valutazione della Conferenza dei servizi relativa al Paur (Provvedimento autorizzatorio unico regionale N.d.r.) del canale Sade, citata da Pellegrino, ma detto questo, c’erano ben altre criticità e sono stati richiesti ben altri documenti, di cui nella mozione non si parla. Pertanto, ha concluso, sostenendo che la mozione presentata non esprime il suo sentire e non intende sottoscriverla, e non dà alla stessa il suo parere favorevole.

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A Honsell è seguito Massimiliano Pozzo del Pd, che ha esordito parlando del metodo usato, che non gli è sembrato proprio elegantissimo. Infatti da una mozione sottoscritta da tutta l’opposizione, con prima firmataria Serena Pellegrino, si è giunti ad una proposta, che non è un emendamento modificativo, ma è un emendamento sostitutivo in toto. E c’era tutto il tempo per vedere prima il testo, e per non giungere al fatto di dovere la minoranza, dopo essersi occupata a lungo del problema, aggiungere le firme su di una mozione sostitutiva. Egli poi ha detto che si sono incontrati e che hanno discusso, ‘l’altro giorno’ della prima mozione ed online. Ma c’era tutto il tempo per discutere, e giunti al consiglio la minoranza non ha neppure visto in discussione la mozione sottoscritta. Invece è stata presentata un’altra mozione con altre firme, con altro primo firmatario. Inoltre Pozzo ha precisato che il testo era appena giunto “è giunto adesso”.
Per quanto riguarda il contenuto della nuova Mozione n.76, egli ha affermato che si può andare anche in fiducia, ma esiste ‘Laboratorio lago’ ed anche il Laboratorio sul Tagliamento, ma ad egli pare che la Direzione Centrale e l’assessorato abbiano qualche problema con i Laboratori. Perché se la Regione li ha messi in piedi, deve anche seguirli e dare loro il giusto ascolto. Inoltre qui non si capisce, ha sostenuto, Pozzo, come stia procedendo il problema tecnico. Quindi Pozzo ha concluso dicendo che le mozioni, siccome non ci sono tempistiche di alcun tipo, rischiano di essere mozioni di aria fritta. Ed anche sul lago dei Tre Comuni il problema principale oltre quello tecnico, è quello della tempistica. Quindi ha dichiarato comunque il suo voto a favore in fiducia.

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Quindi è intervenuto Massimo Moretuzzo, che ha confermato la sua firma alla mozione, pur dando per acquisite tutte le perplessità rispetto al modo in cui si è giunti alla nuova mozione espresse da altri in precedenza. Egli poi ha aggiunto di cercar di guardare al bicchiere mezzo pieno, e comunque che gli pare si stia facendo un passo in avanti, anche se mancano impegni precisi che sarebbero piaciuti a tutti. Ma avendo egli vissuto, nella precedente legislatura, tanti dibattiti su questo tema e sapendo quanto sul territorio dei Tre Comuni e non solo anche in Carnia e nella montagna friulana il problema sia sentito, ritiene che il problema della naturalità del lago vada affrontato ed è, a suo avviso,  un passo avanti sia per quanto riguarda il bypass, che viene confermato, cosa che fino ad oggi non era mai stata così chiara Inoltre nella nuova mozione è riportata pure una soluzione tecnica, la valvola del bypass, che permette d tenere sul tavolo anche il tema dell’alimentazione del lago, che, utilizzando una dicitura ‘Bypass’ tout court sarebbe stato difficile da mantenere.
Quindi ha nuovamente esplicitato di considerare il testo della mozione, concordato tra maggioranza e minoranza, un passo in avanti sia a livello tecnico che politico, però non esaustivo, e pertanto egli si sente di condividere tutte le perplessità evidenziate. Inoltre ha richiamato i colleghi a far attenzione ai passaggi formali perché in aula la forma diventa sostanza, ed ha detto che ci deve essere una volontà comune nell’affrontare il problema. Infine ha lamentato il fatto di aver visto il testo ‘ un minuto prima’ di dover dire se egli fosse d’accordo o meno con lo stesso. Comunque egli ed il suo gruppo hanno deciso di mantenere le loro firme anche sotto la nuova mozione e di dare alla stessa parere favorevole.

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Infine è intervenuto l’assessore Fabio Scoccimarro di F d’I, dicendo che il tema della sicurezza e dell’ambiente devono sposarsi insieme. E a suo avviso è un bene aver cambiato il dispositivo della mozione, che era stata concepita molti mesi fa, anche perché, nel frattempo, molto lavoro è stato fatto. Pertanto egli si sente di dissentire con chi parla di sensibilità diverse sul tema fra maggioranza ed opposizione, e ha ricordato di esser andato con l’assessora Zilli già nel 2018 a vedere di fatto il lago di Cavazzo. Egli poi ha sostenuto che per anni si è pensato che ambiente è uguale a sinistra, ma non è così, (ma io non so da dove derivi questa sua affermazione N.d.r.), e ha ribadito che il discorso sull’ambiente è bipartisan. Quindi ha ribadito che, secondo alcuni, dal punto di vista tecnico, un bypass puro segnerebbe la morte del lago, e che, pertanto non si può fare altro, come politici, che assecondare i pareri tecnici.

Ma se poi verranno indicazioni tecniche diverse, anche la politica potrà cambiare opinione. E ha terminato dicendo che la centralità del lago ed il portarlo il più possibile alla naturalità sono degli obiettivi che sono comuni, anche se per tanti anni nessuno ha trovato ancora una soluzione fattibile al problema.

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Quindi ha voluto nuovamente la parola Serena Pellegrino, per rispondere a Honsell e Pozzo. Ella ha rivendicato a sé stessa l’aver portato avanti il percorso di concertazione tra i Comitati, i sindaci rivieraschi, i cittadini, tre esponenti della minoranza, uno per gruppo, e pure con l’ufficio della Direzione Ambiente ed i consiglieri di maggioranza. Ha poi detto di rendersi conto che in un percorso così lungo e complesso e che ha coinvolto tante figure può mancare un passaggio, in particolare in tempi dove tanti argomenti importanti vengono discussi e tante decisioni prese. Ed ha terminato chiedendo scusa qualora avesse mancato in comunicazione ma ha sostenuto di ritenere l’approvazione della mozione un punto a favore, un testo condiviso, dopo tanto lavoro. E per lei il testo non è lontano da quello firmato da tutta la minoranza. Il problema è che il bypass puro, così come è stato studiato, visto e valutato rischia di non dare forza al lago di Cavazzo, perché si sa che il lago di Verzegnis è quello che alimenta la centrale, ed è quello che capta tutti i fiumi che dovrebbero andare in immissione nel lago di Cavazzo. (Ma non è vero n.d.r.). (5). Così si è pensato di fermarsi sul discorso bypass, ma al tempo stesso studiando se, facendo delle piccole immissioni nel lago dal bypass, si potrebbe raggiungere la naturalità del lago ed anche un livello stabile delle acque.

Infine Furio Honsell ha richiesto nuovamente la parola e ha detto che una mozione è una mozione, ed è una questione anche di vocaboli, e che si era presa la decisione di analizzare il problema dell’acqua prima di sostenere una soluzione o l’altra, e che per questo egli vota contro.

 Così la mozione è passata a maggioranza.

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L.M.P. Osservazioni all’intervento di Pellegrino, integralmente riportato in nota 1.

Io dico solo, commentando ‘ a caldo’ come si suol dire, che questa nuova mozione risponde alla paura che bypassando tutta l’acqua che viene immessa artificialmente nel lago, lo stesso ne resti privo. Però questo può accadere solo se gli immissari sono all’asciutto o le polle sul fondale soffocate dalla fanghiglia o non più alimentate. Infatti la principale fonte d’acqua del lago è costituita dalle polle larghe anche due metri poste sul fondale. (2). Ma ci sono ancora con la fanghiglia presente? Inoltre se uno mettesse un grande telo nel lago o in una sua parte, come da uno dei progetti promossi dalla attuale Regione, non rischierebbe di finire di chiudere anche quelle polle che magari stanno sopravvivendo o di alterare le correnti del lago?

Anche i Comitati per la salvezza del lago, nel loro comunicato stampa del 16 aprile 2018 intitolato: “Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni: Qualcuno vuole mantenerlo gelido, torbido e fangoso. Perché?’ fanno presente «che il lago è esistito prima della centrale, che oltre all’immissario è alimentato da polle sul fondale, riattivabili se indebolite, che i dati pluviometrici superano notevolmente quelli dell’evaporazione. Inoltre nella costruzione di qualsiasi by-pass viene sempre previsto un dispositivo di rilascio in caso di necessità o emergenza per volumi limitati ben diversi degli attuali 66 mc/sec scaricati nel lago». (3). Non ci dicono, però, come le polle sarebbero riattivabili, ed anche i dati pluviometrici possono variare in base al clima.

Inoltre il lago dei Tre Comuni non è, né è stato mai, alimentato dall’Ambiesta, che io sappia, né dai fiumi carnici, come sostenuto da Pellegrino, che si gettano nel Tagliamento: la But a Tolmezzo, il Degano a Villa Santina. Il lago ha inoltre vari immissari di origine naturale ma con carattere per lo più stagionale. Essi sono, oltre al Rio Schisazze, l’unico perenne ed i rii a regime torrentizio: Chianale e Tamer e il Rio da Cout  (4).

Infine oggi vengono riversate nel lago, dopo un percorso in galleria di circa 8.500 metri e dopo essere state turbinate dalla centrale idroelettrica A2A di Somplago, le acque del bacino artificiale dell’Ambiesta o di Verzegnis. L’emissario è un canale artificiale che porta le sue acque al torrente Leale dopo aver percorso anch’esso un tratto in galleria. Le acque giungono a temperature basse (10 °C costanti)» (5). Nessuno conosce però l’apporto reale di acqua, hic et nunc, degli imissari al lago, senza tener conto delle acque di Verzegnis. E tutto questo mi fa riflettere su come manchino attualmente dati sul lago che non siano, pare, solo di resa economica da parte di centrale e Consorzio e non so come la giunta potrebbe agire su una realtà naturale così complessa senza neppure conoscerla compiutamente. Ma è pensiero mio.
Infine a livello tecnico si ricorda che il lago, a livello geologico, è la propaggine più settentrionale della grande depressione estesa a tutto il campo di Osoppo, (6) e che tutta la zona di Cavazzo, che precede il lago a nord,  ha paludi: una palude me la ricordo io sulla vecchia strada che porta da Tolmezzo a Cavazzo, procedendo in detta direzione sulla destra, l’altra è quella di ‘Uarbis’, ma si parlava di una estensione di questa o comunque di altra zona paludosa anche nei pressi della parrocchiale del paese.

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Dopo questo lavoro di trascrizione e riflessione per capire qualcosa sui comunicati giuntimi, lascio a voi lettori, farvi una idea personale sul problema e sulla nuova mozione pur con lo stesso numero, che sostituisce la precedente, ma chiedo a quelli della Valle del lago di chiarire, come ho fatto io su fonti reperite, di cui una è uno degli studi finanziati dalla Regione in alternativa a laboratorio lago, che i fiumi principali della Carnia non sono immissari del lago di Cavazzo direttamente, perché la But sfocia nel Tagliamento a Tolmezzo ed il Degano a Villa Santina.

Quindi prima di eliminare il bypass o ridurlo, la direzione ambiente o un gruppo tecnico che conosce certamente in dettaglio la situazione del lago con emissari ed immissari, pensi a dare risposte tecniche adeguate e ad informare consiglieri e cittadini in modo corretto. Infatti chi può decidere su temi di spessore sapendone poco o nulla? Inoltre mi piacerebbe avere, dato che preferisco sentire due campane, almeno una descrizione geografica del lago con emissari ed immissari e portate relative, anche da Franceschino Barazzutti, informatissimo, che ha carte e cartine ed ha portato anche Aurelia Bubisutti a fare un tour sulle acque e centraline, e da Legambiente od altri geologi e tecnici. Certe volte i soli politici infatti non bastano e rischiano solo di far perdere tempo, al di là della dichiarazione di intenti, pur essendo importante anche questa e lodevole. Inoltre se si guardasse il sito di ‘turismo Fvg’ ed altri siti turistici, si noterebbe come il lago di Cavazzo così com’è viene considerato una meta ambita e promossa. Ed io stessa ho portato bambini di quarta o quinta elementare in visita guidata allo stesso, ed il risultato di quella attività didattica è parzialmente sintetizzato nel mio Il Lago di Cavazzo, tra sogno, natura e sfruttamento. pubblicato su www.nonsolocarnia.info che vi invito a leggere.

Per acque carniche loro uso idroelettrico ecc .ecc. vedi su www.nonsolocarnia.info il mio: Sulle acque della Carnia e sui loro limiti dati in particolare dallo sfruttamento idroelettrico, su A2A ed altro ancora.

Inoltre  discutere del Tagliamento e del lago nella stessa seduta,  senza neppure unirli anche a causa dei progetti economici che li interessano, mi pare limitante e poco scientifico. Comunque è positivo che maggioranza e minoranza almeno su argomenti generali come la tutela dell’acqua dolce si incontrino: ci mancherebbe!!!!

Laura Matelda Puppini

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Note.

1 – «L’iter di questa mozione è stato lungo e a tratti anche impervio, ma, quando si percorre una strada che valuta tutte le criticità, per una finalità collettiva e di beneficio per l’ambiente, allora i risultati si possono anche ottenere. Partiamo dal presupposto che, di primaria importanza, sia la rinaturalizzazione del lago a seguito della quale ogni altra azione è collegata, e di cui si può solo beneficiare. E può beneficiare anche la centrale che può continuare a produrre energia senza oneri ambientali sulla coscienza. La vicenda che abbiamo esaminato e che è oggetto di questa mozione, è tanto tecnica quanto politica, e le due questioni sono strettamente legate, e ogni azione ha un effetto domino su tutte le altre. Infatti la produzione di energia idroelettrica generata dalla centrale di Somplago, viene garantita dal bacino artificiale di Verzegnis, senza il quale la centrale non funzionerebbe, e le acque della montagna alimenterebbero, naturalmente, le acque del lago di Cavazzo.
Ne consegue che, coloro che affermano che il lago di Cavazzo è dipendente dalla centrale, sanno che non corrisponde al vero, perché la vita del lago di Cavazzo dipende, in primis, direttamente dal bacino artificiale di Verzegnis […] (Ora N.d.r.). La centrale utilizza l’acqua proveniente dal bacino di Verzegnis, la riversa nel lago sotto forma di acqua fangosa, e soprattutto con una temperatura inferiore a quella del lago, tanto da vanificare, da anni, la vita del lago stesso, compromettendo i fondali e la biodiversità.
Questa è una premessa doverosa per comprendere quello che abbiamo concordato attraverso una importante opera di concertazione fra i cittadini che si battono per la difesa del lago, i sindaci dei comuni del lago e tutte le minoranze, i tecnici della Direzione Centrale Ambiente e non ultimi i gruppi di maggioranza.
Partendo dalle valutazioni elaborate dai professionisti del ‘Laboratorio Lago’, che hanno presentato tre varianti di progetto per raccogliere le acque di scarico della centrale che, attraverso un bypass non verrebbero immesse direttamente nel lago, si è convenuto che, bypassare interamente il lago, comprometterebbe la portata ed i livelli dello stesso lago, rischiando che lo stesso diventi non più fruibile.
Si è convenuto, anche, che possa essere inserita una valvola di regolazione che permetta, quando e se necessario, di immettere nel lago acqua sufficiente per riportare nel lago i livelli di quota necessari al mantenimento della sua naturalità. Per questo abbiamo concordato di impegnare la giunta, come si legge nel secondo e fondamentale impegno, a valutare le tecniche relative alla valvola di regolazione per il bypass delle acque scaricate dalla centrale di Somplago, e tutto quanto necessario per la precisa individuazione degli interventi di mitigazione degli impatti della centrale stessa, al fine di rinaturalizzare il lago di Cavazzo. Questo sarebbe il primo punto per incominciare l’opera di reintegro nella naturalità del lago e di restituzione della sua fruibilità, come previsto dal Piano Regionale di Tutela delle Acque e come richiesto dalle comunità rivierasche del comprensorio.
Il primo e terzo impegno sono rimasti, rispetto a quanto abbiamo concordato con la giunta, sostanzialmente identici a come sono stati proposti dalla mia mozione, perché sono anche basilari e non hanno subito, quindi, modifiche. (…). Su tutto questo però si innesta l’iter autorizzativo del Paur (Provvedimento autorizzatorio unico regionale Nd.r.), inserito nella premessa di questa mozione che nell’ originale non c’era e che, a percorso concluso, giocherà anch’esso il suo ruolo determinate per la vita del lago, con il progetto del Consorzio di Bonifica per la Pianura Friulana per la realizzazione di una condotta di collegamento fra il canale Sade ed il sistema derivatorio del Ledra – Tagliamento, da realizzarsi nei comuni di Osoppo, Trasaghis e Gemona del Friuli.
Facendo una breve lettura dei verbali della Conferenza dei servizi, si è però riscontrato che le preoccupazioni che ci sono per il dirottamento delle acque di scarico della centrale verso il bypass, ovvero che ridurrebbe i livelli del lago, sono le stesse che ha evidenziato l’autorità di bacino del distretto Alpi Orientali sul canale derivatorio, tanto da rilevare criticità sufficienti ad escludere un parere favorevole al progetto derivatorio. Infatti i prelievi del consorzio devono escludere oscillazioni del livello del lago.
Non mi addentro, ovviamente, su questo argomento, – ha detto Pellegrino – che potrebbe essere oggetto di un altro dibattito, ma viene evidenziato in questa sede per manifestare quanto delicato sia il sistema acque legato al lago dei Tre Comuni. Concludo dicendo che accolgo le proposte modificative da parte della giunta, manifestando soddisfazione perché il tempo dedicato che ha portato buoni frutti e che, alle volte è necessario avere la pazienza di fare tutte le valutazioni al contorno per poter progettare in modo tale da non generare nuove criticità. (Trascrizione di Laura Matelda Puppini, da registrazione, dell’intervento di Serena Pellegrino in Consiglio Regionale sul lago di Cavazzo, il 21/11/2024). (00.0547).

2 – Lago di Cavazzo – Wikipedia. Così si legge pure su Regione Storia FVG «il lago di Cavazzo o dei Tre Comuni si individua a un’altitudine di 195 m., in un antico solco di origine fluvio-glaciale del Tagliamento, fra le Prealpi omonime (Monti San Simeone e Brancòt) e quelle dell’Arzino (Monte Faèit). Prende il nome dal centro di Cavazzo Carnico, poco distante, che separa questo bacino da quello del Tagliamento ed è alimentato sia dalle acque provenienti dal bacino artificiale dell’Ambiesta o Verzegnis, sia da sorgenti naturali sotterranee».

3- Questa parte di comunicato è riportata nel mio  Lago di Cavazzo: ultima puntata. Rinaturalizzazione o lago finito? su www.nonsolocarnia.info.

4 – https://www.regione.fvg.it/rafvg/export/sites/default/RAFVG/ambiente-territorio/tutela-ambiente-gestione-risorse-naturali/FOGLIA202/FOGLIA26/allegati/1s._Relazione_sintetica_di_valutazione.pdf

5 – Ivi.

6 – Giovanni Marinelli (a cura di Michele Gortani, Guida della Carnia e del Canal del Ferro, Libreria Aquileia ed. Tolmezzo 1924.1925, p. 405.

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L’immagine che accompagna l’articolo è una di quelle da me recentemente scattate. L. M.P.

 

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