Non credo di dovermi soffermare ancora molto sull’esclusione della casa editrice Kappa Vu dallo stand del Fvg al Salone del libro di Torino, scelta di cui si è presa la responsabilità la dott. Tiziana Gibelli, e sulla sua risposta, come minimo discutibile, all’interrogazione del consigliere Furio Honsell, che fu rettore dell’Università e sindaco di Udine. Ella, in consiglio regionale, ha sottolineato che non si trattava di esclusione perché aveva permesso, non si sa quando, che, bontà sua, si parlasse in quella sede di un libro giallo edito dalla stessa casa editrice, impedendo, però, qualsiasi altro segno della stessa e la presenza del catalogo, quasi che fosse suo compito pure decidere i volumi da presentare e che lo stand fosse suo personale.
Ed è stato più che corretto il prof. Honsell quando ha ricordato che, in questi casi, uno non può decidere personalmente chi invitare o meno, perché trattasi di soldi pubblici, ma si deve procedere in altro modo, per esempio con un bando.

Furio Honsell. (Da: http://furiohonsell.it/news/page/20/?start=30).

Inoltre vorrei proprio capire cosa significano queste parole dette sempre in consiglio regionale dalla dott. Gibelli: «Quindi non è vero che (la Kappa Vu ndr) è stata esclusa, è vero, invece, che non compare nell’elenco degli editori ospitati dallo stand di Regione Friuli Venezia Giulia». Se non è esclusione questa, essendo la Kappa Vu una società del Fvg, che quindi non può comparire nello stand della Calabria, mi chiedo cosa possa essere. Inoltre l’assessora ha pure affermato: «Io non ho impedito, io non li ho accettati», come, nello specifico, ‘escludere’ e ‘non accettare’ non fossero la stessa cosa.

Motivo di questa esclusione direi istituzionale ma non istituzionale al tempo stesso, di una casa editrice da un salone del libro a valenza nazionale? La Kappa Vu è negazionista delle foibe, senza che esista, su tale materia, chiarezza storica, essendo l’argomento finito in una fanghiglia politica non di poco conto, secondo me; e, di conseguenza e per fortuna, non vi sia un reato relativo, definito dal codice civile o penale. E per giustificare sé stessa, l’assessora si è soffermata sul titolo e glossa di alcuni volumi editi dalla Kappa Vu di argomento storico, datati, surclassando tutto il resto della produzione, come i molti libretti in ‘marilenghe’ anche per bimbi, e così facendo, a mio avviso, non aumentando di certo il numero dei suoi sostenitori. Inoltre, relativamente alla glossa di “Da Sanremo alle foibe”, troviamo una versione diversa su siti che vendono il volume, rispetto a quella presente sul sito della casa editrice, mentre per “Fenomenologia di un martirologio mediatico”, su altri siti di vendita la glossa manca. (1).  E per giudicare un libro lo si deve leggere, e l’assessora certamente lo sa, essendo laureata, e non avendo certamente scritto la sua tesi di laurea guardando le glosse.

Ma quello che Gibelli non ci ha detto, rispondendo a Honsell, è altro. Al di là della possibilità di chiamare Cristicchi artista o cantautore, che è più specifico  (e noi parliamo di Fabrizio De André come di un cantautore, per esempio, e nessuno ritiene che ne venga sminuito il valore), egli è andato in giro per l’Italia e per l’Istria intera, con il suo spettacolo Magazzino 18, prodotto anche dal  Teatro Stabile Friuli Venezia Giulia, grazie pure alla potentissima e super finanziata dalla regione Fvg, Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, privata e di categoria, che ha, ovviamente e per sua natura, una sua personale visione di quanto accaduto allora, e che ha una specie di quasi monopolio sul ‘giorno del ricordo’ qui, che non dipende però da essa (con cui non ho rapporti e non conosco personalmente) ma dalla Regione Fvg che glielo permette. (2).

Simone Cristicchi racconta a RaiUno il suo “Magazzino 18”. Sullo sfondo il pubblico al Rossetti di Trieste canta l’inno nazionale: in primo piano, accanto alla bandiera istriana, si riconosce il presidente nazionale ANVGD Antonio Ballarin, presente alla “prima” dello spettacolo. (Dal sito Anvgd. Immagine salvata il 7 dicembre 2013)

E che lo spettacolo di Cristicchi avesse qualche limite narrativo e di intenti, tanto da diventare, più volte, oggetto di critiche, è risaputo, e si possono trovare anche riferimenti in rete. Per esempio a Scandicci (Firenze) al Teatro Aurora, appartenenti alla rete nazionale ‘Noi Saremo Tutto’ e ‘Firenze Antifascista’ hanno contestato lo spettacolo teatrale Magazzino 18, innalzando, prima che cominciasse lo spettacolo, uno striscione con scritto «La storia non è una fiction. Noi ricordiamo tutto» (3).

E, per quanto riguarda l’affermazione che Cristicchi è di sinistra, così si può leggere su di un testo non certo pubblicato da Kappa Vu: «L’uso politico della storia cavalcato dall’allora Alleanza Nazionale e da tutte le varie destre neofasciste, trova breccia, come ben sappiamo, nel mondo della “sinistra”. Questa volta a giocare sporco è Simone Cristicchi, che con il suo spettacolo mette in scena il peggior revisionismo storico volto a legittimare il nazionalismo italiano anti-slavo. Secondo Cristicchi, che evidentemente ha scoperto la questione istriana dalle dichiarazioni di Giorgia Meloni o da qualche esponente di Forza Nuova, l’Istria, raccontata nello spettacolo come “territorio italiano”, avrebbe vissuto negli anni a cavallo tra il ’45 e il ’50 una vera e propria riproposizione dell’olocausto nazista, tra massacri collettivi ed esodi forzati». (4).
Ma ci fu chi contestò pure da destra lo spettacolo. (5).

E non si può negare che, il 7 febbraio 2014, lo stesso Cristicchi sostenesse a ‘La Repubblica’, l’intento politico, didattico, storico e non solo artistico che si prefiggeva con lo spettacolo: «Sia da una parte che dall’altra mi viene imputato di essere stato impreciso e fazioso. Il mio è invece un tentativo di pacificare, di mettere tutti d’accordo e di tirare fuori le responsabilità di ciascuno, della destra e della sinistra, sulla questione». (6). Ma il compito di analizzare quanto è accaduto in un periodo storico, non è dell’artista, e va contestualizzato, onde non creare fraintendimenti. Inoltre Cristicchi, all’epoca, non faceva solo l’artista, ma anche parlava, dichiarava, sosteneva … il che è legittimo, ma quanto afferma una persona può esser anche contestato in democrazia, assessora Gibelli. E la storia non si risolve su di un palcoscenico.

La contestazione dello spettacolo a Firenze, prima dell’inizio. (https://www.lastampa.it/spettacoli/2014/02/01/news/cristicchi-contestato-a-firenze-1.35919551)

Inoltre per il suo “Magazzino 18” Cristicchi fu pure insignito della cittadinanza onoraria di Trieste, sulla base di una proposta del PdL (Partito delle Libertà poi F.I.), e gli fu donata una targa con scritto: «A Simone Cristicchi, quale segno di riconoscenza del Comune di Trieste per lo spettacolo ‘Magazzino 18’, lucida e delicata testimonianza dei dolorosi trascorsi delle nostre genti», (7) quindi per i contenuti, non per la musica o la voce o per l’ottima, mi si disse allora, interpretazione.

E ci fu chi vide lo spettacolo come «un maldestro tentativo, come già lo fu a suo tempo lo sceneggiato “Il cuore nel pozzo” del 2005, di chiudere con un compromesso, una “verità di comodo”, una questione scomoda e impegnativa per tutti e dove si cerca, con buona pace generale, di scrivere la parola fine, quando non si sa come mettere d’accordo varie anime e situazioni». (8).

Inoltre come dimenticare ciò che il triestino Roberto Menia, di chiara parte politica, affermò sullo spettacolo di Cristicchi, e cioè che valeva più del giorno del ricordo? (9). Ma forse la dott. Gibelli non sa che anche iscritti all’Anpi avevano allora preso posizione su Magazzino 18, firmando una lettera indirizzata al Nazionale, con cui chiedevano che al cantautore venisse tolta la tessera di socio onorario dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, donata all’artista per un altro suo lavoro, perché lo spettacolo “Magazzino 18” non pareva loro rispettoso della memoria della Resistenza.

«I sottoscrittori – si legge su di un articolo di ‘La Repubblica’ – non contestano la scelta – peraltro sacrosanta – di aver voluto narrare l’orrore delle foibe ed il dramma dell’esodo. […] criticano aspramente la pièce teatrale che, a loro avviso, tratta la lotta di liberazione jugoslava come un elemento criminale invece che come un elemento determinante per la sconfitta del nazifascismo, nascondendo così una “propaganda politica anti-partigiana”». (10). La missiva creò, come prevedibile, un mezzo polverone politico, che si chiuse con la presa di posizione di Carlo Smuraglia, che ricordò sia che la tessera conferita a Cristicchi era stata di tipo ordinario, e il cantautore, poi, non l’aveva più rinnovata, sia il documento sul Confine Orientale steso da storici scelti dall’ Anpi. (11).

Carlo Smuraglia, giurista e partigiano, Presidente dell’Anpi Nazionale dal 2011 al 2017. (Da: https://www.nandodallachiesa.it/2016/05/26/a-voi-il-reprobo-carlo-smuraglia-giurista-partigiano/).

Non solo: la sezione Anpi di Viterbo scrisse una lettera a Simone Cristicchi per dirgli che non era assolutamente d’accordo sul fatto che egli, nel corso dello spettacolo, si fosse fatto latore «del sentimento di sdegno provato verso l’omaggio del Presidente della Repubblica Pertini al feretro di Tito» (12), fra l’altro da capo di Stato a capo di Stato. «Suona così ancor più amara – continua la missiva – la profezia fatta proprio da Pertini riguardo la mancata epurazione dei fascisti: “Verrà un giorno in cui dovremo vergognarci di aver combattuto contro il fascismo”». (13).

Inoltre in detta missiva si contestava al cantautore romano quanto: «Nella tua trattazione non si riscontrano cenni alle politiche antislave adottate dal regime fascista, iniziate con lo squadrismo e proseguite con zelo per tutto il Ventennio tra snazionalizzazioni, divieti di parlare lingue non italiane, internamenti ed esecuzioni. (…). Nulla circa i crimini commessi dagli occupanti fascisti nei Balcani: deportazioni e omicidi di massa, distruzioni e incendi di interi villaggi, e efferatezze d’ogni tipo con cui sono state martoriate le inermi popolazioni jugoslave (vedi: Davide Conti, ‘L‘Occupazione italiana dei Balcani’, Roma, Odradek, 2008)». (14). E si affermava come in Magazzino 18 mancasse una corretta ricostruzione delle vicende riportate o, quantomeno, una pur minima contestualizzazione delle medesime. La lettera però terminava così: «con immutata stima per il cantante e l’artista a tutto tondo» (15).

Non da ultimo, chi collaborò alla stesura del testo di ‘Magazzino 18’ fu il giornalista  Jan Bernas, autore del volume: “Ci chiamavano fascisti, eravamo Italiani: istriani, fiumani e dalmati : storie di esuli e rimasti”, che non pare un testo di analisi storica e contestualizzazione degli eventi, e che sembra non sia piaciuto a tutti. (16).

Cristicchi e Bernas. (Da: https://www.primocanale.it/video/premio-norma-cossetta-jan-bernas-importanza-di-magazzino-18-per-ricordare-martirio-genti-adriatiche–79070.html?id=79070).

E Jan Bernas ha ricevuto pure, nel 2014, il premio “Istria terra amata” per il suo grande contributo alla causa istriano-fiumano-dalmata, alla presenza di Lucia Bellaspiga, che altri non è che la giornalista che ha attaccato poi pesantemente il convegno di Torino del 2019 prima ancora che avesse luogo, e il Maresciallo e capo di Stato Josip Broz detto Tito, su Avvenire. (17). E, per l’occasione, la giornalista ha così dichiarato: «Fino a qualche anno fa […]  non tutti gli esuli avevano il coraggio di venire a Pola. Ora abbiamo appena ascoltato proprio qui Simone Cristicchi cantare e parlare con coraggio di questi temi. “Ci chiamavano fascisti. Eravamo italiani” è confluito in Magazzino 18 contribuendo a cambiare il corso della storia». (18), affermazioni non di poco conto. E non a caso, in quel contesto, Roberto Hapacher Barissa ha ringraziato Cristicchi e Bernas «eroici portabandiera della nostra causa» e rimarcato quanto sia difficile «essere minoranza sulla terra che ti appartiene e vivere in sordina conservando l’italianità», (19) il che, detto nel 2014, suona almeno strano. Perché allora il comunismo, che alcuni hanno visto come mostro divoratore mentre, per inciso, i partigiani slavi non erano tutti comunisti, (e lo stesso Edvard Kardelj potrebbe esser definito più un nazionalista che un comunista internazionalista), non c’entra nulla, e pare proprio che siano gli sloveni i cattivissimi, ora come allora. Come poi uno possa dimostrare che, nello specifico, detto lembo di territorio, dalla storia variegata e millenaria, gli appartenga di diritto e di fatto, Dio solo lo sa.

Che poi, alle spalle di una visione della storia, ci stiano anche rivendicazioni economiche di singoli profughi o, più facilmente, figli degli stessi, è cosa nota, come il fatto che la Slovenia e la Croazia avessero offerto una bella sommetta di risarcimento, rifiutata. (20).

Copertina del volume ‘Da Sanremo alle foibe’, edito da Kappa Vu. (Da uno dei siti di vendita).

Pertanto non si sa perché la casa editrice Kappa Vu non avrebbe dovuto pubblicare un volume curato da Alessandra Kersevan “Da Sanremo alle foibe. Spunti di riflessione storica e culturale sullo spettacolo Magazzino 18” in cui, come riporta la glossa di www.libreriauniversitaria.it o www.amazon.it, siti di vendita, «si raccolgono una serie di recensioni a Magazzino 18 di Simone Cristicchi e al libro di Bernas che lo ispira, per offrire agli antifascisti, ma anche a un pubblico più vasto, alcuni mezzi ‘di difesa culturale’ di fronte all’aggressività psicologica e mediatica del nuovo pensiero unico, cosiddetto ‘condiviso’, di cui il lavoro di Cristicchi è secondo noi espressione». (21).
E le glosse, come già precisato, possono cambiare, dato che sono rivolte al pubblico di possibili acquirenti.

Ho riportato queste mie considerazioni, senza mai citare un volume della Kappa Vu come fonte, per dire che, intorno alla grande azione mass mediatica sull’ “esodo” e “foibe” condotta da Bernas – Cristicchi, ci furono allora critiche, mentre la maggioranza si commuoveva e prendeva per oro colato quanto proposto da un peraltro bravissimo artista, e frutto di un giornalista e di un cantautore. Poi sarebbe bastata una mozione e una modifica ad una legge, tutte targate Fvg come lo spettacolo, per chiudere la bocca a chi non sposava le tesi delle associazioni di parte, e voilà, il gioco era fatto. Ma cui prodest non approfondire, non leggere neppure il Vademecum, proporre ipotesi di reato nello specifico? Non lo so, io davvero non lo so, se non si tratta l’accaduto da un punto di vista meramente politico, che non interessa la cultura e gli storici. E se erro vi prego, correggetemi, perché è pensiero mio.

Il giovane Federico Tenca Montini, che ha ultimamente pubblicato, per Il Mulino, l’interessantissimo: “La Jugoslavia e la Questione di Trieste, 1945- 1954, scritto sula base di documenti che, con passione e pazienza, ha visionato e tradotto dallo sloveno e dal serbo-croato, lingue che conosce bene. (Da: https://shop.kappavu.it/tenca-montini-federico/).

Per quanto riguarda “Fenomenologia di un martirologio mediatico”, e mi creda, Assessora, il titolo è corretto, esso è scritto da Federico Tenca Montini, ed è un ampliamento della sua tesi di laurea. Ma attenzione, perché egli si è laureato in sociologia alla statale di Milano, come si può apprendere leggendo la glossa del volume sul sito della Kappa Vu.
Ora, se professori universitari della Università statale di Milano, hanno ‘sdoganato’ titolo e testo, senza alcuna obiezione nel merito, la dott. Gibelli dovrebbe prendersela con loro, semmai, ma la differenza sta forse nel fatto che loro hanno letto l’intero testo, a cui il titolo si riferisce, non solo lo stesso. Ma anche se il titolo fosse stato modificato poco importa.

E il termine fenomenologia viene così significato dalla Treccani: «ricognizione ordinata dei fenomeni, descrizione del modo in cui si presenta e manifesta una realtà», martirologio mediatico, significa discorso su martiri fatto dai mass media. Che cosa c’è di pessimo in detto titolo, se non la difficoltà a pronunciarlo, dato che pare uno scioglilingua? Ora non si può neppure dissentire su qualcosa di accettato ma mai dimostrato scientificamente? Inoltre il discorso base è sui mass media.

Infine non vedo cosa ci sia di male a porre in una glossa, in questo caso di “Operazione foibe, tra storia e mito”, (che già nel titolo non nega l’appartenenza delle ‘foibe’ alla storia), che il volume desidera: «Fare chiarezza sulla storia delle terre di confine ad est cercando di rendere giustizia ai morti di entrambe le nazionalità che qui si incontrano. Mettere fine a quella propaganda strumentale che alimenta continui motivi di tensione politica […]», o riportare gli atti di un convegno, altrimenti chiamato, e tenutosi nel 2008 a Sesto S. Giovanni, intitolandoli: “Foibe, revisionismo di Stato e amnesie della Repubblica”».

Ma non solo: spesso i titoli sono scritti con ‘toni forti’, per cercare di invogliare gli acquirenti, ed anche me è capitato di comperare volumi che poi, leggendoli, non davano ragione del loro titolo, anzi lo disattendevano.
Pertanto, non avendo più tempo da perdere per trattare di “aria fritta”, perché né io né Novelli né l’assessora, se ho ben capito, abbiamo letto i volumi di cui trattasi, chiudo qui questa mia carrellata di opinioni, esercitando solo il diritto di espressione e critica, senza presunzione di verità e non volendo offendere alcuno. Ed io intanto, per cercare di capire, continuerò a leggere, a confrontarmi ed a pubblicare gli elenchi degli arrestati a Gorizia. Sapete, ieri una persona mi ha detto che, per fare un lavoro del genere, ci vuole pazienza e passione ed è vero.

Se non condividete questo testo potete pure confutarlo, essendo in democrazia, ma non con insulti.E mi creda l’assessora, non ce l’ho assolutamente con Lei.

Un paio di giorni fa il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed il capo dello Stato sloveno Borut Pahor si sono incontrati a Nova Gorica, mentre la Nadodni dom ritorna alla comunità slovena. Speriamo che anche l’analisi dei fatti storici ritorni agli storici, chiudendo la porta all’uso politico della storia.

Laura Matelda Puppini

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Note.

(1) Per esempio su “Da Sanremo alle foibe”, la glossa di Kappa Vu è questa: “In questi mesi il cantautore Simone Cristicchi sta portando nei teatri di tutt’Italia e dell’Istria il suo spettacolo Magazzino 18, che dovrebbe parlare dell’esodo degli italiani dall’Istria e dalla Dalmazia; ma più che un lavoro artistico sembra un’operazione di propaganda politica supportata da un battage massmediatico senza precedenti per questo tipo di spettacoli, con un appoggio bipartisan dalla destra alla sinistra, funzionale alla riscrittura della Resistenza in queste terre del confine orientale e alla rimozione degli ideali di uguaglianza e fratellanza che la ispirarono”; su: https://www.libreriauniversitaria.it/sanremo-foibe-spunti-riflessione-storica/libro/9788897705451e su https://www.amazon.it/Sanremo-riflessione-culturale-spettacolo-Magazzino/dp/8897705456 “ è invece la seguente: “In questo libro si raccolgono una serie di recensioni a Magazzino 18 di Simone Cristicchi e al libro di Bernas che lo ispira, per offrire agli antifascisti, ma anche a un pubblico più vasto, alcuni mezzi ‘di difesa culturale’ di fronte all’aggressività psicologica e mediatica del nuovo pensiero unico, cosiddetto ‘condiviso’, di cui il lavoro di Cristicchi è secondo noi espressione.” Per “Fenomenologia di un martirologio mediatico”, di Tenca Montini, non si trova glossa né in: https://www.amazon.it/Fenomenologia-martirologio-mediatico-rappresentazione-pubblica/dp/8897705553; né in: https://www.libreriauniversitaria.it/fenomenologia-martirologio-mediatico-foibe-rappresentazione/libro/9788897705550, tanto per fare due esempi. 

(2) Cfr. Cfr. quanto ho scritto nel mio: “25 aprile e giorno del ricordo: giornate nazionali e non di associazioni specifiche, in: nonsolocarnia.info. L’ Avgd è una «associazione fondata nel 1947, ed è la maggiore rappresentante sul territorio nazionale degli italiani fuggiti dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia al termine della seconda guerra mondiale» (https://www.anvgd.it/chi-siamo/) ed ha una propria visione dei fatti storici accaduti in Venezia Giulia, che si può leggere ivi.

(3) http://www.libera.tv/2014/01/31/contestato-simone-cristicchi-per-suo-spettacolo-su-foibe/, e pure: https://seleni-ilpiccolo.blogautore.repubblica.it/2014/02/03/simone-cristicchi-la-tessera-dellanpi-e-la-memoria-della-resistenza/ e https://contropiano.org/news/politica-news/2014/01/31/la-storia-non-e-una-fiction-contestato-simone-cristicchi-021868.

(4) http://www.libera.tv, op. cit.

(5) Cfr. http://www.spigoli.info/lettera-aperta-contro-magazzino-18-di-simone-cristicchi-vincenzo-maria-de-luca/

(6) (https://www.repubblica.it/spettacoli/tv-radio/2014/02/07/news/cristicchi_contestato_il_mio_musical_sull_istria_per_tutte_le_vittime-77933667/.

(7) http://m.triesteprima.it/cronaca/simone-cristicchi-magazzino-18-politeama-rossetti-consiclio-comunale-lorenzo-giorgi-mozione-cittadinanza-onoraria-12-maggio-2015.html.  

(8) http://www.spigoli.info/lettera-aperta-contro-magazzino-18-di-simone-cristicchi-vincenzo-maria-de-luca/

(9) Il Tempo 9 gennaio 2014.

(10) https://seleni-ilpiccolo.blogautore.repubblica.it/2014/02/03/simone-cristicchi-la-tessera-dellanpi-e-la-memoria-della-resistenza.

(11). Ivi. Così Smuraglia secondo Martina Seleni: «Che la materia affrontata da Cristicchi – scrive – sia scottante, nonostante il decorso del tempo, è pacifico e in qualche modo naturale. Si tratta di un esodo che ha coinvolto tante persone e tante famiglie e sulle cui cause e ragioni si discute ancora, anche fra gli storici. A mio parere, il tempo trascorso dovrebbe consentire almeno di parlarne con rispetto per i sentimenti, con cautela storica e non con improvvisazioni talora poco documentate». Il Presidente ANPI fa poi notare che «sui confini orientali e relative vicende c’è stato un documento prodotto da un gruppo di storici non solo italiani, che merita attenzione per lo sforzo di obiettività che lo contraddistingue. Proprio per rispettare i sentimenti di molti che sono stati coinvolti in una vera tragedia con le loro famiglie, sarebbe opportuno che ognuno riponesse le “armi” e ricorresse alla dialettica civile ed al confronto, per appurare la verità e raggiungere risultati convincenti, al di là delle emozioni. (…).  Ed è […]  la riflessione storica che può aiutarci ad uscire da una impasse che si trascina da troppo tempo.» Il documento è stato da me pubblicato in: www.nonsolocarnia.info. Riferimento per la lettura: https://www.nonsolocarnia.info/documento-dellanpi-nazionale-il-confine-italo-sloveno-analisi-e-riflessioni/.

(12)  Copia della lettera, inviata a Simone Cristicchi dall’ Anpi Viterbo il 21 agosto 2013, e firmata da Silvio Antonini, e la risposta del cantante- attore, è reperibile in: http://www.cnj.it/documentazione/IRREDENTE/cristicchi.htm.

(13) Ivi.

(14) Ivi.

(15) Ivi.

(16) Per l’uso di testimonianze orali, cfr. il mio: “L. M. Puppini. Lu ha dit lui, lu ha dit iei. L’uso delle fonti orali nella ricerca storica. La storia di pochi la storia di tanti”, in: www.nonsolocarnia.info.

(17) cfr. nel merito, il mio: “10 febbraio a Torino. Su quel convegno che, per qualcuno, “non s’ha da fare”, ma non si capisce perché, su: nonsolocarnia.info. In questo mio testo cito anche l’incredibile posizione che Lucia Bellaspiga ha proposto in un articolo intitolato: “Un convegno ‘bufala’ contro le vittime delle foibe”, in Avvenire, 1°febbraio 2018, senza che il convegno avesse neppure avuto luogo.

(17) http://www.arenadipola.it/index.php/albo-d-oro/55-benemerenze/903-a-jan-bernas-la-benemerenza-qistria-terra-amataq.

(18) Ivi.

(19) Ivi.

(20) Cfr. il mio: 25 aprile e giorno del ricordo: giornate nazionali e non di associazioni specifiche, anche per le leggi italiane a favore dei profughi. Ivi ho elencato le leggi a favore dei profughi : Decreto Legge (DL) n. 556 del 19.4.1948, Legge 4 marzo 1952, n. 137, avente come oggetto:  Assistenza a favore dei profughi, Legge 910 del 27 ottobre 1950, (citata in: Cristiana Colummi, Liliana Ferrari, Gianna Nassisi, Germano Trani, storia di un esodo, Istria, 1945-1956, Irsml, 1980); Legge n. 1080 del 28 dicembre 1950; Legge n. 9 del 4 gennaio 1951, Legge 1 luglio 1951 che per la prima volta prevedeva che gli IACP, l’UNRRA-Casas  e l’INCIS (quest’ ultimo solo per i profughi dipendenti statali) dovevano riservare ai profughi per quattro anni il 15% degli alloggi costruiti dopo il 1.1.1952; Legge 4 marzo 1952, n. 137; Legge n. 594 del 17.7.1954; Legge n. 240 del 31.3.1955; Legge n. 130 del 27.2.1958, avente come oggetto: “Norme per l’assunzione obbligatoria al lavoro dei profughi dai territori ceduti allo Stato jugoslavo con il trattato di pace e dalla zona B del territorio di Trieste e delle altre categorie di profughi”; Legge del 14.10.1960, e le cui associazioni  hanno ricevuto notevoli finanziamenti anche dalla Regione Friuli Venezia Giulia, fondi statali ex lege 72/2001 per pubblicare “Difesa Adriatica”, testata dell’ANVGD, diretta da Lorenzo Sereni, (http://www.anvgd.it/notizie/12361-mensile-difesa-adriatica.html) senza che i più riescano a capire, invero, da chi dovrebbe difendersi l’Adriatico o comunque il significato di questo titolo inquietante. 
Ed ho segnalato anche il fatto che gli appartenenti alle organizzazioni formate ormai, credo principalmente da figli e nipoti di esuli e profughi, che hanno già beneficiato delle leggi a loro favore, avrebbero voluto o vogliono ancora, non lo so, risarcimenti, per quanto lasciato e quanto sofferto, anche dall’Italia, bocciati dalla Corte di Cassazione nel 2014, che ha deciso che nulla di più deve la penisola a istriani e dalmati, che, fra l’altro, hanno rifiutato pure i 90 milioni di dollari posti su di un conto estero per loro da Slovenia e Croazia, in quanto la cifra è stata ritenuta troppo bassa per riparare i torti subiti. (https://www.corriere.it/cronache/15_febbraio_14/foibe-risarcimenti-agli-esuli-istriani-90-milioni-28c46a5a-b440-11e4-9e87-eea8b5ef37a3.shtml).

(21) https://www.libreriauniversitaria.it/sanremo-foibe-spunti-riflessione-storica/libro/9788897705451.

(22) https://www.treccani.it/vocabolario/fenomenologia/.

L’immagine che accompagna l’articolo è la scannerizzazione elaborata di un articolo pubblicato dal Messaggero Veneto il 5 aprile 2019.

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