Chiara, ma non bionda, di ossatura minuta come mia bisnonna Laura e non molto alta, così mi ricordo Antonietta Zanini che, come mia nonna Anna Squecco da parte di madre, apparteneva alla casata di Giacomo  Zanini di Geronimo o Gerolamo, giunto a Tolmezzo per lavoro con il fratello Francesco, provenendo forse dalla bassa friulana. La sua famiglia, però, aveva parenti in Veneto, forse a Navolè di Gorgo, in provincia di Treviso, forse a Oderzo o Portogruaro.  Giacomo, uomo di forti sentimenti patriottici ed irredentisti, rilevò, assieme al fratello, l’esattoria per la Carnia ed il Canal del Ferro e, con i soldi guadagnati, comperò della campagna a Cavazzo Carnico.

Desiderando sposarsi, Giacomo si recò, come allora si usava, in casa di Antonio Paronitti (detto Gjate) benestante, che abitava a Tolmezzo in piazza Santa Caterina, che aveva più figlie da maritare. Antonio voleva che egli sposasse la più vecchia, ma Giacomo si era innamorato della più giovane, Anna, sedicenne, che dovette avere il benestare dei genitori per il matrimonio, essendo minorenne.

 

Anna Zanini nata Paronitti in tarda età.

Anna e Giacomo ebbero molti figli, di cui 8 morti bambini. Quelli di cui si ha notizia sono: Geronimo Zanini morto subito, nel 1850; Lucrezia Zanini, nata il 24 gennaio 1851; Geronimo (anche Gerolamo) Zanini, nato il 27 febbraio 1853, diventato poi  contabile della fabbrica Stroili di Gemona, ma anche noto scultore del marmo; Giacomo Zanini, nato il 24 febbraio 1855, poi  segretario della latteria di Cavazzo Carnico; Francesco Vittorio Zanini, nato il 21 dicembre 1856, emigrante per lavoro in Francia ed Austria, che era rientrato in Italia allo scoppio della prima guerra mondiale ormai vecchio; Maria Elisabetta Zanini, nata il 5 settembre 1858, maestra, che aveva ottenuto una borsa di studio e aveva studiato presso l’educandato Uccellis di Udine, creato, come quello di San Pietro al Natisone, dopo l’annessione del Veneto all’ italia, che è sepolta nel cimitero di Cavazzo Carnico; Luigi Zanini, nato il 17 giugno 1860, morto a 5 anni; Antonio Zanini, nato il 21 novembre 1861, carabiniere, che sposò Caterina Cappello ed ebbe tre figli: Ercole, Aurelio, ed Anna;  Vittoria Speranza Zanini, nata il 25 agosto 1863, che mia nonna spesso citava come la zia Vittoria, che, come la sorella Maria, aveva studiato per fare la maestra presso l’educandato Uccellis grazie ad una borsa di studio e quindi andata sposa ad Umberto Pascoli, originario di Palmanova, figlio di un medico, e che lavorava all’ufficio del registro di Tolmezzo; Vittorio Zanini, nato nel 1865, morto subito dopo il parto; Laura Zanini, nata il 28 giugno 1868 che aveva superato l’esame di ammissione all’educandato Uccellis, ma non ottenne la borsa di studio e quindi non potè studiare, decidendo di fare poi la contadina e sposando Giovanni Battista Squecco, muratore ed emigrante; Roma Zanini nata nel 1869 poi emigrata in Argentina dove si trovava già un parente; Romana Zanini, nata il 2 gennaio 1870; Dante Galileo Zanini, nato il 25 giugno 1872, morto il 5 febbraio 1873; Fausta Zanini, nata il 3 maggio 1874.

Laura Squecco nata Zanini

Nell’elenco dei figli di Giacomo ed Anna ho evidenziato due nomi: quello di Antonio Zanini carabiniere e marito di Caterina Cappello che ebbe tre figli: Ercole, Aurelio, ed Anna, e quello di Laura Zanini, che sposò Giovanni Battista Squecco, e vi spiego subito perché.

Antonietta Zanini era la figlia di Aurelio Zanini, carabiniere, e di Graziosa Macutan, dai miei ricordi una donna piuttosto dolce come la figlia; mentre Laura era la madre di mia nonna Anna. Almeno questa è la ricostruzione fatta da mia madre, la dott. ssa Maria Adriana Plozzer, con non poca fatica. E ho cercato per Antonietta questi appunti, perchè, forse andata in pensione, un giorno mi ha telefonato chiedendomi di vederci in quanto non sapeva nulla della sua famiglia e mi domandava notizie. Così a lungo ho cercato le note di mia madre in camera sua con il suo permesso, le ho battute a computer per Antonietta e gliele ho inviate. Ed è stata felicissima. E le ho narrato anche che mia madre, mentre frequentava l’Università a Padova, a guerra finita, era passata davanti ad un carabiniere e, con sua grande sorpresa, aveva scoperto che era suo padre Aurelio, che non vedeva da un pezzo, e si erano calorosamente salutati, scoprendosi ambedue ancora vivi.

E mi ricordo come in un sogno quando, da bambina, andavo a trovare con mia nonna i suoi cugini Zanini, e mi rammento di Graziosa, di Ercole, e di Anna Zanini già sposata Lestuzzi, meno di Aurelio. E c’è ancora a Cavazzo la loro bella casa che aveva, nell’entrare, nella struttura e nel mobilio un sapore di antico. La penultima volta che ho visto Antonietta è stato all’incontro di Co.S.Mo ad Enemonzo, e mi ricordo che mi ha fermato per chiedermi come stessi, ed ha pure fatto un intervento che credo di aver registrato come tutto l’incontro, ma non trascritto. Lo cercherò. E l’ho vista anche in cimitero a Cavazzo molte volte, anche nel 2023, per la festa dei santi e dei morti, a portare fiori ed accendere lumini, sempre molto dolce nel parlare e nel rapportarsi. Era docente di scienze infermieristiche all’Università di Udine, Antonietta Zanini, e mia madre, come tutti, diceva un gran bene di lei. Forse avrebbe voluto ascoltare altre storie familiari, ma ero e sono sempre troppo impegnata e poi non ne sapevo molte. Sapevo solamente che suo padre era stato in Africa, e raccontava spesso le sue avventure.

 Antonietta Zanini , dal necrologio.

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Ma anche Furio Honsell ha ricordato Antonietta Zanini così. 

«Esprimiamo profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia per la  scomparsa di Antonietta Zanini.
Antonietta Zanini fu una delle pioniere degli insegnamenti di “public health” ovvero di “salute sociale” nei corsi di laurea di scienze infermieristiche all’Università di Udine, grazie alla sua attività per tanti anni di coordinatrice dei tirocini. Come Sindaco della città di Udine voglio esprimere la riconoscenza ad Antonietta Zanini per tutti le importanti iniziative che sviluppammo come Comune di Udine nell’ambito del progetto Città Sane dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e di vari progetti dell’UE, iniziative importanti per la salute pubblica.

I progetti principali riguardavano la prevenzione delle cadute degli anziani in casa, l’equità in salute, la salute odontoiatrica nei bambini. Decine di studentesse di scienze infermieristiche furono coinvolte.
Molto forte era anche l’impegno civile di Antonietta Zanini. Si candidò con liste di sinistra che si ispiravano alla difesa dell’ambiente e alla promozione della salute, sia al Comune di Udine nel 2008, che l’anno scorso con Open Sinistra FVG in Regione.
È stato per me un privilegio collaborare con Antonietta Zanini per quasi vent’anni e sono certo che la sua ispirazione e visione rimarrà a lungo presso generazioni di infermiere nella nostra Regione e presso tutti coloro che hanno avuto la gioia di conoscerla.

Furio Honsell, ex-rettore dell’Università di Udine ed ex Sindaco di Udine, attualmente Consigliere regionale».

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Finalmente ho trovato un testo ove Antonietta scrive alcune notiza su di sè. Antonietta era nata l’8 luglio del 1956 a Tolmezzo, e aveva intrapreso un percorso di studi che l’aveva portata a laurearsi sia in infermieristica sia in assistenza sociale, convinta che salute e società camminassero insieme. Inoltre era pure Naturopata. Aveva lavorato per 40 anni, prima come infermiera, poi come caposala, ed infine come docente e tutor presso il corso di Studi in Infermieristica dell’ Università di Udine, ed aveva pure organizzato, relativamente agli ambiti di sua competenza, Seminari, Convegni e giornate di studio, mantenendosi sempre aggiornata, e predisponendo pure progetti innovativi nel campo dell’infermieristica di Comunità. Aveva collaborato pure con il Comune di Udine per  “Città Sane” con tre progetti: “Camminamenti” relativo a percorsi di stimolazione cognitiva per ultrasessantacinquenni; “Promozione” di promozione a corretti stili di vita per bambini onde mantenere sano il cavo orale; “Incidenti domestici” di prevenzione agli stessi per gli anziani. Inoltre si applicava pure nel settore del volontariato, operando pure con persone con demenze o con problemi alcol correlati. E così definì i temi per lei più importanti: «il benessere psico – fisico; le problematiche legate alla salute; la qualità e gli stili di vita; la valorizzazione ed il rispetto della persona e dell ‘ambiente. (https://www.facebook.com/antoniettazaniniopenfvg/?locale=it_IT). 

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Riposa in pace Antonietta, e grazie per il tuo impegno civile anche in ambito lavorativo, per il tuo sorriso, per la tua dolcezza e pacatezza ed anche la tua talvolta intransigenza, mi si dice, che può essere anche una virtù.

Laura Matelda Puppini.

 

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