Non avrei mai voluto scrivere questo articolo sugli ebrei ed i palestinesi di Gaza, che riguarda un discorso di principi e di mancata moralità ed etica anche da parte, a mio avviso, di molti mezzi di informazione italiani, che subito hanno spostato l’attenzione dalla povera gente alle ‘scelte strategiche’, al ‘da che parte si deve stare’, quasi fossimo all’interno di un videogame e non in una tragica realtà, quasi non si stia consumando una reale  ‘strage degli innocenti’ che subito abbiamo dimenticato o stiamo dimenticando.

Nel 1920, finito l’impero Ottomano, con il trattato di Sèvres il Regno Unito acquisì l’Iraq, la Transgiordania e la Palestina. Tutti questi Paesi, da quel momento, furono soggetti al controllo della Società delle Nazioni. Dal 1922 iniziò, in Palestina, una decisa immigrazione ebraica, ma essendo la terra piuttosto povera, incominicarono pure gli scontri tra chi quella terra l’abitava da tempo e coloro che abitavano i nuovi  insediamenti cioè i nuovi arrivati. Comunque il primo ‘Kibbuz’ risale già al 1909.

Gli anni Trenta furono caratterizzati da una elevata tensione fra ebrei e popolazione autoctona in quell’area, dovuta agli strascichi dei moti dell’aprile 1920 e maggio 1921 e soprattutto dei moti dell’agosto 1929, durante i quali fu massacrata ed espulsa la secolare comunità ebraica di Hebron. Inoltre, gli arabi soffrivano per l’incremento della disoccupazione tra la loro popolazione, dovuto principalmente alle politiche di assegnazione di numerose terre fertili ai coloni ebrei e ai regolamenti voluti dai movimenti sionisti che vietavano ai non-ebrei di lavorare su queste terre. 

Il 19 aprile 1936 scoppiò la Grande rivolta araba, una ribellione che si allargò all’intero Paese. Solo dopo sei mesi, nell’ottobre del 1936, la violenza diminuì per circa un anno, finché nel 1937 la Commissione Peel deliberò di raccomandare la spartizione della Palestina fra ebrei e arabi, con un cambiamento rispetto alla linea politica fino ad allora seguita dai governi britannici.  Gli arabi, che erano la maggioranza nella regione, rifiutarono, anche con azioni violente, mentre tra gli ebrei le reazioni furono diversificate, dal rifiuto da parte dei sionisti più integralisti all’accettazione come primo passo verso uno stato ebraico da parte dei più moderati. Quindi vi fu la seconda guerra mondiale e nella storia del Medio oriente iniziarono a comparire gli Usa. Con la risoluzione n.181 dell’Onu, entrata in vigore il 14 maggio 1948, in Palestina fu proclamato lo Stato indipendente di Israele e, contestualmente, iniziò il ritiro delle truppe britanniche dal territorio del nuovo Stato, immediatamente riconosciuto da USA e URSS.

All’annuncio della risoluzione, accanto alla gioia della popolazione ebraica, scoppiarono gravi tumulti per la reazione degli Arabi di Palestina. Gli eserciti di Egitto, Siria, Transgiordania, Iraq e Libano, riuniti nella Lega Araba, invasero il territorio del nuovo Stato dando vita alla prima delle guerre arabo-israeliane. (Note storiche da https://www.studenti.it/nascita-israele-storia-cronologia-protagonisti.html).

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Non continuerò qui la storia di quella occupazione, infinita, da parte israeliana del territorio della componente araba, che Il Fatto Quotidiano ha già ottimamente riassunto grazie alla penna di Marco Travaglio nel suo: “Come tutto cominciò”, in Il Fatto Quotidiano, 14 ottobre 2023, ed a seguire, che è proseguita poi con con soprusi di ogni tipo da parte ebraica e guerre che coinvolsero ambedue, fino alla costruzione di quel nuovo muro che è anch’ esso ‘del pianto’ e non certo della gioia, che Israele ha eretto assoggettando di fatto il territorio palestinese a sé e spingendo sempre più la componente palestinese, poverissima, verso il mare, fino a relegarla nella striscia di Gaza che, dal 2007, è sotto embargo da parte di Israele. In essa vivono oltre 2 milioni di palestinesi, per lo più in condizioni di povertà. E questo è un dato di fatto.

Ma Il suolo di Gaza è molto importante per le sue risorse naturali e perché si affaccia su giacimenti di petrolio sottomarini, come si legge su:https://www.fanpage.it/esteri/la-storia-della-striscia-di-gaza-exclave-palestinese-al-centro-della-guerra-tra-hamas-e-israele/. E dove ci sono giacimenti importanti forse gli appetiti di più si presentano, senza tener conto di aspetti di diritto internazionale, ammesso esista ancora, di etica e morale, perché la finanza guarda solo al possesso ed allo sfruttamento.  

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Ma giungiamo all’oggi, a quel muro, alla prevaricazione di fatto di Israele sui territori palestinesi, ad Hamas, gruppo terroristico di resistenza, che qualcuno dice sia stato sostenuto, in modo indiretto, anche da Israele, contro ogni linea pacifista e di accordo. Ma io credo pure che Israele abbia sempre sognato una sua grande terra promessa, senza terzi, poveri e musulmani, di mezzo. E se erro correggetemi.

Ed è difficile dimenticare quel muro, i coloni avanzanti, le cattiverie, le terre confiscate, i ragazzini con le fionde contro soldati armatissimi, una ragazza bionda, quasi una bambina, Tamini, che si lancia a schiaffeggiare un soldato. (Cfr. https://it.euronews.com/2018/09/21/ahed-tamimi-17enne-palestinese-che-schiaffeggio-i-soldati). Si beccò anni di carcere, poi venne in Europa ed allora capimmo cosa ci stava raccontando. «Quella sera a Grenoble, 800 persone l’hanno accolta come un’eroina. Accompagnata dai suoi genitori, ha parlato delle condizioni di detenzione ed ha rinnovato il suo appello a porre fine alla colonizzazione israeliana. Ahed Tamini rappresenta una nuova generazione di attivisti come spiega l’esperto si Medio Oriente Willy Beauvallet: “Paradossalmente, l’estremismo del governo Netanyahu e il fatto che il governo americano ha spazzato via tutte le ambiguità riguardanti questo conflitto israeliani e palestinesi offrono una nuova opportunità, una nuova prospettiva di mobilitazione, l’investimento di una nuova forma non violenta che potrà dare il cambio alle generazioni future». (Ivi).

Ma non ci sarà più lotta non violenta, non ci saranno più palestinesi semplicemente, mentre ci chiediamo pure se Israele non ci stia prendendo in giro, prima dicendo alla popolazione di Gaza nord di lasciare subito le case e spostarsi a Gaza sud e paventando una invasione, per poi iniziare una specie di sterminio di massa di donne e bambini, una calcolata shoah alla rovescia. Oggi o ieri qualche camion di viveri ha attraversato il confine di ‘apro non apro’ con l’Egitto, ma al tempo stesso gli israeliani hanno sparato sulla folla che si accalcava ed hanno dato l’ordine di evacuazione all’ultimo ospedale rimasto, come avevano fatto prima, pare per tre volte di seguito, per quello poi scomparso sotto una palla di fuoco, insensibili a bambini, vecchi, donne, partorienti, malati che si trovano in esso: tanto sono palestinesi mica israeliani.

E così l’Onu oggi, dopo giorni di massacro di gente poverissima senza cibo, senza energia, senza acqua: «La situazione umanitaria di Gaza era disperata prima delle ultime ostilità. Ora è catastrofica. Il mondo deve fare di più». (Gaza, da valico di Rafah 20camion con farmaci e cibo. L’ Onu: “Situazione catastrofica”, in tg.24.sky.it/mondo/2023). Ma cosa sta facendo il mondo? Gli americani si sono subito precipitati, con noi europei che siamo i loro servi, a dire che sono dalla parte di Israele solo che non abbiamo capito perché, e per farlo comprendere meglio hanno mandato due grandissime portaerei da guerra lungo la costa della striscia di Gaza, credo perché nessuno possa più scappare via mare, che hanno iniziato pure a sparare sullo Yemen, che ne ha già abbastanza, mentre noi, sulla stampa e in rete, andiamo parlando di  ipotetiche e futuribili armi segrete di Hamas come fossero una realtà. «Gli esperti temono che il gruppo possa avere un arsenale più avanzato dal punto di vista tecnologico» si legge per esempio in: “Israele, rischio ‘sorpresa letale’, Hamas e l’operazione di terra a Gaza” in adnkronos.com. Ma come non ricordare le potentissime armi chimiche di Hassan Hussein, la cui presenza era sicurissima e che furono la scusa per l’inizio dell’invasione americana dell’Iraq, con tutto l’orrore ed il terrore che comportò anche per la popolazione civile, rivelatasi poi una bufala, senza che il premier inglese che l’aveva narrata rispondesse di nulla?

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Non crediate che non sappia che sono morti anche molti israeliani nell’attacco ad un rave party per mano di Hamas, e tutti i morti, in particolare civili, devono essere pianti. E nessuno nega il diritto di Israele di cercare di catturare coloro che hanno ucciso sulla sua terra. Ma l’autore di questa strage non è stato il popolo palestinese ma quelli di Hamas. Solo che pare che Israele, facendo di tutta l’erba un fascio, abbia arbitrariamente deciso che centinaia di migliaia di poveracci palestinesi, di donne, di vecchi, di ragazzi e di bambini sono tutti grandi terroristi di Hamas. Così questa volta li ha massacrati. Non solo. Gli ebrei hanno approfittato per fare raid pure sugli aeroporti di Damasco e Aleppo, senza dare spiegazione alcuna.

E per ora, se vi sono stati oltre 250 morti ebraici e alcuni ostaggi di diversa età nel rave party a causa dell’attacco dell’ala militare di Hamas, ma pare nessun bambino decapitato a differenza di quanto dicevano all’inizio, i morti palestinesi sono molti di più, e sono povera gente, donne bambini, ed anche loro sono innocenti. E se su “Il Fatto Quotidiano” del 14 ottobre 2023 compare un articolo intitolato “Israele irrompe a Gaza: è la guerra dei bambini”, io credo che si potrebbe intitolare quanto sta accadendo come “la guerra sui bambini” palestinesi.

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E scusatemi se ve lo dico: ma qui pare di essere ritornati a situazioni come quella delle fosse ardeatine. Per ogni morto tedesco (in quel caso militare) 10 morti innocenti. Ma qui è un intero popolo di civili o meglio quello che resta di lui, a pagare. E per questa legge del taglione, applicata dal popolo ebraico, per questa decimazione ben più ampia, non esiste giustificazione morale alcuna, come l’aver, in Gaza Sud, (dove gli ebrei avevano intimato di spostasi subito ai civili di Gaza nord) Israele bombardato l’unico forno per il pane esistente e non solo. E non dicano a noi, che almeno, a differenza di certi politici e giornalisti che supini vanno dietro a ciò che altri dettano dall’alto, sentiamo tutto l’orrore e l’ingiustizia di ciò che sta avvenendo, che ci riporta ad antichi discorsi già fatti, che perché ci siamo permessi di dire il nostro parere siamo antisemiti: perché questa è una delle solite stupidaggini che circolano. E mi sento anche di sostenere, a differenza di Marco Travaglio, che non so perché non si dovrebbe usare, nello specifico, il termine ‘shoah’ per quanto sta accadendo ai palestinesi, dato che esso, che però è ebraico, significa ‘catastrofe’. Vorrà dire che cercheremo quello analogo nella lingua dei palestinesi. Ma forse il termine è “Nakba” già utilizzato per la guerra del 1948 per indicare l’esodo forzato di 700mila arabi palestinesi dai territori occupati nel corso della prima guerra arabo-israeliana. (https://tg24.sky.it/mondo/approfondimenti/nakba-1948).

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Mia figlia Annalisa ha vissuto un’esperienza positiva, di accoglimento, di condivisione, di scambio presso la comunità ebraica di Roma, presso il Pitigliani, e io ho letto anche romanzi di autori ebrei, profondi, ricchi di valori, ma non mi sento invero di approvare quanto sta avvenendo per mano del governo di Israele, come disapprovo quel voler porre, in un modo o nell’altro, su edifici pubblici italiani, la bandiera israeliana, a far che non si sa. Impariamo a mettere, mantenere e valorizzare la nostra di bandiera, il tricolore.

Ora le truppe israeliane invaderanno Gaza, trasformata in un cimitero ed in un mucchio di macerie, per dimostrare forse al mondo i loro muscoli, ma noi non abbiamo bisogno di queste manifestazioni, o perché non sono riuscite a scovare molti terroristi e pensano che ce ne siano molti di più sotto le macerie, o per rispondere, in modo sconsiderato e disumano, ad un attacco terroristico con morti ebraici che Israele non aveva neppure ipotizzato.

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Intanto a noi restano in mente gli occhi di quei bambini palestinesi che non vedranno mai più futuro, di quelle donne, di quegli uomini che piangono, di quei sacchi bianchi che nascondono cadaveri, e credo che non si possa che pensare che neppure un Dio vendicativo ebraico, a guida del suo popolo eletto, possa giustificare questo genocidio. Poi occuperanno Gaza, prima o poi annetteranno tutta la striscia, e tutto sarà finito. Ma a me sembra più una logica di estrema destra, direi quasi nazista, a guidare ora la mano di un governo che rappresenta un popolo che tanto a sua volta ha sofferto in civili morti e distrutti, e che dovrebbe insegnare a non ripetere errori invece che perpetrarli, trovando giustificazioni assieme agli Usa ed alla Ue. Sapete, i modelli di comportamento sono sempre gli stessi, le dinamiche pure, i nomi degli attori possono essere diversi, come anche i contesti. 

Le ultime notizie a quasi 15 giorni dall’attacco di Hamas, danno, per quanto riguarda i palestinesi che vivevano nella striscia di Gaza ed intrappolati: oltre 5 mila morti, più di 17 mila feriti, in balia di se stessi, quasi 143 mila strutture abitative palestinesi distrutte o danneggiate. Sono inoltre circa 50.000 le donne incinte che non possono accedere alle cure prenatali e 20.000 le persone che mancano di cure, ed i minori sfollati sono mezzo milione, i bambini morti a centinaia. (https://www.avvenire.it/mondo/pagine/israele-hamas-quanti-soni-i-morti-i-feriti-le-case-distrutte-i-dati-dell-onu, 20 ottobre 2023).

Questo ho scritto come mio parere personale criticabilissimo, e se erro correggetemi, ma certe cose non si possono vedere, non si possono sentire e nessuna giustificazione le può coprire. Ora la diaspora palestinese sarà definitiva a meno che non muoiano quasi tutti. E la storia è finita.

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25 ottobre 2023.

Ieri sera, 24 ottobre 2023: “Attacco israeliano nel sud di Gaza: i media palestinesi pubblicano il video”. Le persone scavano a mani nude tra le macerie di Redazione Digitale 24.10.2023 21:44

Le immagini dei palazzi devastati e alcune persone che con le torce scavano a mani nude tra i resti dei palazzi. “Gli aerei israeliani hanno attaccato una piazza residenziale piena di sfollati in cui erano fuggiti, nella zona di Hamdan a Khan Yunis, a sud di Gaza”, scrive su X il media locale Palestine online, pubblicando un video in cui si vedono le persone che cercano tra le macerie. (https://tg.la7.it/esteri/attacco-israeliano-nel-sud-di-gaza-i-media-palestinesi-pubblicano-il-video-24-10-2023-196982). Ma gli israeliani avevano intimato, armi in pugno, di spostarsi ai poveracci di Gaza subito al sud della città. (https://tg.la7.it/esteri/attacco-israeliano-nel-sud-di-gaza-i-media-palestinesi-pubblicano-il-video-24-10-2023-196982).

Laura Matelda Puppini

(Articolo aggiornato la prima volta alle ore 13.37 del giorno di pubblicazione).
L’ immagine è tratta da: https://www.popoffquotidiano.it/2014/08/05/gaza-di-tregua-in-tregua-uccisi-1867-palestinesi-281-bambini-e-bambine/ e l’articolo relativo riporta che già nel 2014, 281 fra babine e bambini erano stati uccisi dagli israeliani, oltre 1867 palestinesi. L.M.P. 

https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2023/10/palestinesigrande-ninos-en-gaza.jpg?fit=705%2C430&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2023/10/palestinesigrande-ninos-en-gaza.jpg?resize=150%2C150&ssl=1Laura Matelda PuppiniETICA, RELIGIONI, SOCIETÀNon avrei mai voluto scrivere questo articolo sugli ebrei ed i palestinesi di Gaza, che riguarda un discorso di principi e di mancata moralità ed etica anche da parte, a mio avviso, di molti mezzi di informazione italiani, che subito hanno spostato l’attenzione dalla povera gente alle ‘scelte strategiche’,...INFO DALLA CARNIA E DINTORNI