Vi garantisco che sono davvero stanca di occuparmi, tra mille tira e molla regionali, un giorno sì e l’altro anche del lago di Cavazzo, ma è un patrimonio per la Carnia, la pedemontana e la regione su cui non possiamo mollare. E i motivi li ho riportati nel mio precedente articolo sullo stesso tema, cioè in: Lago di Cavazzo ed acqua dolce. Perché bisogna lottare per rinaturalizzarlo e preservarlo, sempre su www.nonsolocarnia.info.

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I problemi pare prioritari per la Regione nell’ utilizzo dell’acqua dolce del lago.

A me pare che ci siano due problemi che assillano la Regione per quanto riguarda il lago di Cavazzo, ambedue legati all’ utilizzo finchè possibile, della sua acqua. Il primo è la produttività della centrale elettrica il secondo la produzione agricola, senza altra specificazione, della parte a sud di Ospedaletto. E si ritiene che l’acqua dolce, indispensabile per la vita, debba essere invece utilizzata solo a questi fini, il che è terrificante. Ma per qualcuno bisogna produrre, produrre, assoggettare tutto alla produzione privata senza utile alcuno per noi, fino magari a collassare territorialmente ed inevitabilmente.

Ed allora ecco che, con i soldi dei cittadini, la giunta regionale ha deciso di sovvenzionare uno “studio specialistico volto ad approfondire le interazioni tra la Centrale idroelettrica di Somplago e il Lago dei Tre Comuni e a definire le conseguenti azioni di mitigazione sul breve e sul medio periodo”.  Avete capito miei lettori? Non ci si interessa di rinaturalizzare il lago anche per avere in futuro un bacino di acqua pulita per tutti e favorire il turismo, ma solo dell’irrigazione e della centrale ‘in pendant’ per produrre energia per la quale sinora si sono combattute guerre spaventose, come quella legata al metano russo volta ad inondare l’Europa del metano americano, che sta dietro a Zelensky ed al conflitto ucraino, che ha distrutto i gasdotti nord stream 1 e 2 che fornivano metano più pulito, da che si legge, di quello made in Usa e più a buon prezzo (1), precipitando in recessione l’Europa anche per i regali all’Ucraina in armamenti. Ma forse ormai il nuovo motto sarà: “Non pane, bombe!”

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Ma ritorniamo al lago. Secondo me nella mera ottica produttivistica, la Regione Fvg ha commissionato e pagato uno studio specialistico, alternativo a quello degli esperti chiamati dai Comuni ad esprimersi nel contesto di  Laboratorio Lago, di cui ho già iniziato a scrivere nel mio Ma poi in rete si trova un secondo studio sul lago di Cavazzo… che, come già riportato, è stato affidato all’ Ing. Andrea Selleri di Cuneo fondatore dello studio Pantidro; al dott. Massimo Pascale di Pinerolo (To) ittiologo, esperto in piscicoltura che ha creato lo studio MePA; al dott. Fabrizio Merati di Laveno (Va) ittiologo; al prof. Giovanni Bacaro di Trieste professore universitario di Botanica Ambientale presso la facoltà di scienze della vita, esperto in didattica innovativa ed in microplastiche. E qui intendo occuparmi di un altra parte dello stesso, che è diviso in pdf, e cioè quello intitolato “3.1 Scheda di intervento By – pass”. (2).

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Mah sì, finanziamo nuovi studi, cancellando laboratorio lago!

Tutti questi direi ‘studi alternativi’ e non afferenti a ‘Laboratorio Lago’, sono redatti dalla stessa mano, commissionati, senza bando alcuno, direttamente dalla Regione e sono sintetizzati in più pdf dai contenuti molto superficiali, a mio avviso, ma si dice ben pagati con 50.000,00 euro (3 anni di lavoro per un operaio o docente). Essi riportano sia il logo della Regione sia quello dei tre comuni interessati: Bordano, Cavazzo Carnico e Trasaghis. Gli incarichi sono stati dati sulla base di una legge che non ha nulla a che fare con il lago e l’ambiente, cioè quella del 5 agosto 2022 relativa a “Assestamento del bilancio per gli anni 2022-2024”, ai sensi dell’articolo 6 della legge regionale 10 novembre 2015, n. 26, articolo 4 “Difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile”, ma nonostante abbia cercato di evidenziare i motivi che giustificherebbero questi studi, ho trovato rispondenza solo nell’ art. 4 comma 15 e 17 (Versione 2022). Il comma 15 concede all’Amministrazione regionale di sostenere gli oneri derivanti dall’affidamento di un servizio finalizzato alla redazione di uno studio specialistico volto ad approfondire le interazioni tra la centrale idroelettrica di Somplago e il Lago dei Tre Comuni e a definire le conseguenti azioni di mitigazione sul breve e sul medio periodo». (3).

Il comma 17 definisce pure che l’amministrazione regionale «è autorizzata a trasferire alla Comunità di Montagna del Gemonese, un finanziamento a sostegno degli oneri derivanti dalla predisposizione e attuazione di un piano generale di programmazione e sviluppo territoriale per l’area vasta del Lago dei Tre Comuni, compresi quelli per l’assunzione, a tal fine, di personale specializzato». (4). Quindi via la Carnia, quando il lago è sempre stato denominato lago di Cavazzo, e largo al Gemonese, che mai del lago si è interessato che io sappia, con la scusa degli altri due comuni, di cui Bordano non è certo rivierasco, e di una denominazione ‘lago dei tre comuni’ figlia della politica.

Inoltre mi chiedevo come mai ci fossero i loghi dei comuni di Bordano, Cavazzo Carnico e Trasaghis su questi studi in pdf, dato che all’incontro di Alesso tenutosi il 24 febbraio 2024, la Sindaca del comune ha parlato come proprio solo dello studio di ‘Laboratorio Lago’. Ma i sindaci dovrebbero chiarire cosa è accaduto, altrimenti diventano sostenitori di tutti gli studi sul lago, senza sapere, poi, che alla fine, magari, giungerà, la Comunità di Montagna del gemonese a fare il progetto finale. 

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Nuovi studi. Il by pass visto solo come una ‘fissa’ della gente.

Per quanto riguarda questo secondo pdf da me esaminato, facente parte degli studi sul lago voluti dalla Regione, e cioè la “Scheda di intervento By-pass”, esso precisa le contrarietà espresse dal vecchio gestore della centrale e cioè ‘Edipower’ al bypass. (5). La prima considerazione riguarda la compatibilità tra il by-pass del lago ed un altro by-pass, «già all’epoca in fase di progettazione e citato nel Progetto di PRTA, promosso dal Consorzio di Bonifica Ledra-Tagliamento per connettere l’emissario del lago al canale derivatore del Consorzio». (6).

Ora il Consorzio Bonifica Ledra – Tagliamento non c’è più e Edipower non ha più a che fare con la centrale, e le loro considerazioni anti by-pass non hanno supporto scientifico qui rilevato, ma credo siano solo dettati da tornaconto o meglio vantaggio societario derivante dall’ utilizzo di un preziosissimo bene comune. Del resto in ambito privato vige il “Cicero pro domo sua”.  Franceschino Barazzutti mi ha detto, brevemente per telefono, che, in caso di siccità o scarso apporto idrico dalla centrale, che regola praticamente l’immissario e l’emissario del lago, il Consorzio potrebbe attingere direttamente dal lago stesso sulla base di norme non recentissime che lo permettono in via eccezionale, basta, dico io, che il lago non diventi di utilizzo unico del Consorzio, per abbeverare magari terreni magri mentre su quelli grassi si fanno campi di fotovoltaico, privandoci di un altro bene preziosissimo.

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E se l’unica motivazione per non fare il by – pass, che permetterebbe la vita del lago, è di tipo utilitaristico societario privato, in particolare del Consorzio che desidera essere l’unico beneficiario assieme alla centrale che però ne usufruisce solo per lo scarico delle acque nel lago, il mio è un deciso no, per la mia gente, per i miei figli e per me.

Ed  il by pass non è una struttura anti- centrale o Consorzio ma semplicemente «un manufatto in grado di trasferire l’acqua proveniente dallo scarico della centrale di Somplago all’emissario artificiale posto all’estremità meridionale del lago direttamente, cioè senza che il flusso idrico si mischi con l’acqua del lago di Cavazzo» (7) considerato però qui come una mera scelta e richiesta della popolazione (8) e dei Comitati visti pare come degli antagonisti alle scelte di sfruttamento dell’ambiente da parte della Regione, che ora come ora dove arriva lei c’è da ‘sgrîsulasi’, fra stradoni, nuove piste da sci, settanta chilomentri di pista per motoslitte nell’angolo più bello della Carnia e via dicendo. E questi studiosi di “Pantidro e altri” si guardano bene dal citare lo studio dell’ ing. Dino Franzil come non contasse nulla, come quasi tutti  quelli di “Laboratorio Lago”. Ma questi nuovi studi di soggetti di Cuneo, Laveno (Va), Pinerolo (To), Trieste,  promossi da ‘mamma’ Regione per i suoi figlioletti recalcitranti, e mi si scusi subito per questo paragone, non portano niente di nuovo ma solo sposano le vecchie idee di Edipower datate 2015, quindi 9 anni fa, che non sono pochi in questo periodo di grandi mutamenti climatici, come non lo sono per la crescita di un bimbo.

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Ma per la verità questa ipotesi di ‘No al bypass’ non è nuova. Infatti il sindaco di Cavazzo Carnico, il mi si dice forzista dott. Gianni Borghi, già nel 2018 si era espresso, senza portare dato alcuno a conforto, contro questa soluzione (9). Ma sono passati anni, e potrebbe aver cambiato idea. E riporto questo solo per indicare come in questa nostra regione non prevalgano il buon senso ed i confronti scientifici ma una fittizia lotta fra le parti inventata da una parte sola, che in genere porta infine a volgere al vantaggio di privati che utilizzano beni pubblici o al loro succhiare risorse regionali, magari del Pnrr, che poi devono essere quasi del tutto rese. E se erro correggetemi.

E mi raccontavano che anche in Bulgaria non hanno utilizzato i copiosi fondi Ue per migliorare la vita della gente, ma solo per inseguire quelli che io chiamo ‘sogni di gloria’, con il risultato che il centro di quella nazione è pieno di edifici fatiscenti che si vedono passando con il treno, ed interi paesi, in genere quelli più lontani da Sofia, vanno spopolandosi, mentre una parte della popolazione continua ad emigrare, e i soli a guadagnarci sono stati i privati, e non tutti.  Almeno impariamo dagli errori degli altri, penso fra me e me.

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Le priorità per l’acqua del lago in questi studi: portare acqua al Consorzio e fare la politica che vogliono la Centrale e Terna. 

Ed ancora: l’obiettivo finale per i nuovi studi sembra proprio siano le “Misure specifiche per il fiume Tagliamento a valle di Ospedaletto” che diventano prioritarie (10), e così la rinaturalizzazione del lago va a finire nel cestino.

Certamente alcune considerazioni scientifiche, già riportate in ‘Laboratorio Lago’, e riprese dai quattro nuovi studiosi, vengono pure da loro ritenute valide, ma solo per supportare le loro scelte senza paragonare dati propri a quelli altrui, ed abbandonare, mi si dice definitivamente, il by-pass e la conseguente rinaturalizzazione. Si prende un po’ qui ed un po’ là dalla relazione finale stesa dagli esperti per ‘Laboratorio Lago’, si inseriscono frasi su di un canovaccio pare quasi prima studiato, e questo per cassare, con 4 righe, il by-pass dicendo che disturba la centrale fino quasi ad annientarla. Come questo potrebbe avvenire non si sa, e neppure si sa se le conclusioni siano riprese da considerazioni Edipower. (11). E si riportano, per esempio, dal testo conclusivo di ‘Laboratorio Lago’ sia quanto già scritto sugli aspetti morfologici dello specchio lacustre, sia quanto riportato sull’interrimento dello stesso dall’ingegner Gianfranco Pederzolli che cita pure, dall’ ing. Franco Garzon, la fine del lago in circa cento anni se continua così, guardandosi però bene dall’evidenziare cosa causerebbe questa morte annunciata, come invece fatto dagli estensori di ‘Laboratorio Lago’. Insomma quell’ orribile by- pass porterebbe solo, per gli studiosi pagati dalla Regione,  disturbo per la centrale, e nessun vantaggio per noi, la nostra vita, ed il vero turismo. Ditemi un po’ voi …. 

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 Nulla di nuovo quindi in questo pdf sul by-pass steso dai 4 studiosi scelti dalla Regione, nessuna rilevazione in loco, pare proprio, ma un ritorno al 2015 però  senza l’opinione di a2a che è il gestore della centrale, almeno questo a me pare, ed un obiettivo terribile per noi sulla base di questa frase chiarissima: «Per il Consorzio di Bonifica, come sopra accennato, è attualmente in corso la procedura di autorizzazione per un collegamento idraulico di soccorso (sic!) tra il punto terminale del canale emissario del lago e le strutture di derivazioni consortili. Se il collegamento verrà attuato, in situazioni di siccità il Consorzio potrà vedere alimentato il suo canale mediante l’acqua proveniente dal Lago di Cavazzo, nella misura in cui essa sarà messa a disposizione dal gestore della Centrale di Somplago» (12).

E ciò significa, in sintesi, secondo me,dare l’intero lago in gestione a Centrale e Consorzio, che se lo giocano come vogliono. Preoccupa poi che fosse già in corso, all’atto della stesura di questo studio, la procedura di autorizzazione per il collegamento idraulico voluto dal Consorzio di Bonifica della Pianura Friulana, prima che questo studio a sostegno fosse terminato.

Ma non è vero che la centrale non porta alcun problema al lago, anche se “Pantidro e altri” dicono che non fa nulla o quisquiglie: infatti «le acque emissarie del bacino artificiale dell’Ambiesta o di Verzegnis (immissarie nel lago n.d.r.) giungono al lago attualmente attraverso un percorso in galleria di circa 8.500 metri. E l’ emissario (immissario per il lago n.d.r.) è un canale artificiale che porta le sue acque al torrente Leale dopo aver percorso anch’esso un tratto in galleria. Le acque giungono a temperature molto basse, variabili tra circa 12° max in estate e 4° in inverno, e questo ha causato l’abbassamento della temperatura media delle acque di tutto il lago, oltre ad un notevole impoverimento della fauna e della flora (Garzon, 2011)». (13).

Non solo: «La stratificazione termica naturale è ora impedita non solo dall’entità delle portate in transito nel lago ma, soprattutto, dal fatto che l’uscita avviene tramite canale
superficiale che favorisce la fuoriuscita dello strato superficiale più caldo, che anche nelle condizioni attuali riesce debolmente a formarsi durante la stagione estiva. Evitando l’afflusso nel lago delle portate di scarico della Centrale si ricreerebbero le condizioni idrologiche ed ecologiche naturali.» (14). Sugli testi degli studi regionali neppure una riga su questo. 

Inoltre guardate chi compare come interessata al lago: «Per la gestione del dispacciamento dell’energia elettrica TERNA considera di fondamentale importanza tutte le risorse che contribuiscono alla regolazione del sistema, quali gli impianti di accumulo, gli scambi con l’estero, gli strumenti di controllo della generazione da fonti rinnovabili». (15).

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E si va avanti così, come le caratteristiche attuali del lago fossero causate da un determinismo naturalistico o da un Dio superiore, invece che da una causa ben precisa e cioè la centrale, mai nominata per questo motivo. Il sistema è noto: si evidenzia solo ed unicamente il dato di fatto, lasciando senza approfondimento alcuno, si contesta uno degli esperti nominati da Laboratorio lago, mentre si cancellano gli altri. E se erro correggetemi.  Ma nel 2024 questo metodo lascia molto a desiderare. Insomma a me pare che qualcosa si capisca bene da questo studio: guai a chi ‘tocca’ la centrale e partiamo con il ‘tubone’ per regalare acqua e lago al Consorzio di Bonifica Pianura Friulana’, che se è di bonifica, dovrebbe interessarsi di zone umide e di bonificare dove i veleni sono troppi, e non di quasi pietraie, par di capire, da irrigare in modo forzoso per produrre mais che non vale nulla sul mercato.

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Inoltre: il Consorzio di Bonifica Pianura Friulana per coltivare che cosa e su quale tipologia di terreno, e come curato, chiede tutta questa acqua? Importanza dell’ ‘aridocoltura’.

E non ditemi che non ci sono colture da campo che richiedono meno acqua del mais e di altro, e basta leggere un articoletto reperito su internet, intitolato: “Aridocoltura: dare il massimo anche senza acqua” (16) per capirlo, se si accetta il riscaldamento globale, e non si mette la testa sotto la sabbia come gli struzzi.

Partendo dal presupposto che l’acqua dolce va diminuendo ed è preziosissima, che vi sono sempre più cali delle precipitazioni e un’intensificazione degli eventi atmosferici estremi, e ciò tende ad avvenire anche qui, mentre le Alpi, lese e vilipese, si sgretolano, detto articoletto, che non è la sola fonte sull’argomento, propone alcune soluzioni da buon senso paesano: metodi irrigui che non facciano perdere acqua dolce cioè che evitino gli sprechi e passare alla cosiddetta ‘aridocoltura’,  più facilmente praticabile su terreni argillosi, incentivando pure l’immagazzinamento dell’acqua di pioggia e/o di irrigazione. Inoltre se non si concimano i campi, la terra inaridisce, e se coltivata a monocoltura e senza rotazione e riposo rende sempre meno (17).

E questo un Consorzio che parla di terra da irrigare dovrebbe saperlo, e di questo dovrebbe occuparsi, invece che di avere per sé l’acqua del lago di Cavazzo, come dovrebbe saperlo l’Ersa che dovrebbe interessarsi, a livello regionale, invece che unicamente dell’irrigazione, anche di questi temi.  Inoltre l’inerbimento in alcuni periodi dell’anno, per esempio in autunno e in inverno, intercetta molto bene l’acqua di pioggia, riduce il ruscellamento e facilita la sua infiltrazione negli strati più profondi del terreno.

E «Tra le colture erbacee più resistenti alla siccità ci sono il frumento duro (più resistente rispetto a quello tenero), l’orzo e l’avena precoce; tra i legumi il cece, la fava e la lenticchia sono più resistenti del pisello e del fagiolo. Per l’orticoltura si prediligono piante come cipolla, aglio, spinacio e patata, quelle più svantaggiate sono sicuramente le cucurbitacee e le solanacee che comunque riescono a crescere bene in presenza di terreni ben lavorati». (18).

Ma cosa si coltiva a sud di Ospedaletto per donare al Consorzio di Bonifica Friulano un lago intero, di questi tempi? Siamo forse ancora al mais, e non si passa al frumento, solo per dirne una? Ma non vi posso riportare tutto l’ interessantissimo articolo sopraccitato che vi invito invece a leggere. Ed il buon senso paesano dice che si mangia ciò che si può produrre, non che si deve cercare di far crescere l’insalata sulle dune di un deserto o il mais in un terreno magro e ghiaioso.

E non mi si dica che la Regione FVG e l’Ersa non sanno cos’è l’aridocoltura, perché è più volte citata in loro scritti, secondo breve ricerca in internet. E se vuoi irrigare campi su campi, ora, di coltivazioni che richiedono tantissima acqua, è meglio lasciar perdere, perché prosciugherai il lago di Cavazzo in poco tempo e basta, attingendo direttamente dallo stesso, senza grossi risultati, pur modificando il modo di irrigare. Infatti le moderne tecniche richiedono, per avere risultati, pure cura del suolo ed altri aspetti e la scelta oculata delle colture in base al terreno.

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E si va avanti così, in questi studi regionali, facendo finta che gli studi del CNR da cui tutto è partito, e che formano una parte corposa di ‘Laboratorio Lago’ non esistano … 

Inoltre nei pdf prodotti dagli studiosi regionali, almeno per quanto ho letto, non ho trovato riferimento alcuno agli studi ed ai rilievi fatti dall’Istituto di Scienze Marine del CNR (ISMAR-CNR) in loco anche tramite sommozzatori che si sono portati sui fondali. Invece si riportano le considerazioni di Olinto Marinelli sullo stato del lago, relative al 1892 (19), quando il lago era totalmente diverso rispetto all’attuale, dato che vi è stata la centrale, vi è l’autostrada, vi è la Siot e sono passati oltre 130 anni da allora.

Non solo: il dott Luca Gasparini, che questi studiosi per la Regione mai citano, di ISMAR-CNR, con l’apporto dell’ing. Giancarlo Pillinini e dell’ ing. Gianluca Vignoli, ha prodotto per ‘Laboratorio Lago’ una analisi approfondita, basata su dati rilevati in loco e metadati, intitolata “Studi geologico/geofisici del bacino e valutazione degli impatti ambientali” che fa riflettere.  Invece i quattro investiti da incarico dalla Regione hanno ripreso una idea ancestrale dell’ing. Pillinini stesso che è quella di porre un telone ancorato alle sponde, se ho ben capito, in fondo al lago, che nessuno pulirà, nessuno sa come come verrà gestito né quale incidenza avrà su lago stesso, e che ora fa sorridere, anche se allora era un primo tentativo di risolvere un problema.

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Nei nuovi studi che ho letto, non vi è neppure accenno per quanto proposto di valutazione di impatto ambientale, mentre i relatori di ‘Laboratorio Lago’… 

Inoltre ci si appella sempre ad ‘Edipower’ per dire che non “ci sarebbe” nessun interrimento ulteriore senza by-pass (20),  ma anche qui viene usato il condizionale, con buona pace di tutti, basandosi su di uno studio dalla stessa commissionato, senza riferirsi mai agli studi dell’Istituto di Scienze Marine del CNR (ISMAR-CNR), che hanno analizzato il lago dal vivo, come si dovrebbe fare. E pare che in questo studio non si siano confrontati dati pro e contro il by-pass, ma che tutto lo studio sia stato condizionato da un no a priori di vecchia data, perchè forse non piace alla Regione, ad a2a a Terna, per poi cercare di sostenerla ad ogni costo, anche se qualcosa, magari non quadra. Inoltre non si è ipotizzato il by-pass prima degli studi del Cnr, ma che io sappia ma dopo le indagini di CISMAR-CNR, qui mai citate.

E vediamo infine cosa si legge sulla relazione finale documentatissima di ‘Laboratorio Lago’ a proposito di by-pass: «L’attuale stato della tecnica suggerisce che la realizzazione di un by-pass idraulico sia la misura che, con minore margine di incertezza, può migliorare significativamente le condizioni del lago. Un progetto di queste dimensioni dovrà in ogni caso essere sottoposto a un’attenta fase Valutazione di Impatto Ambientale per stimarne tutte gli effetti sull’ambiente e sulla salute dei cittadini». (21).

Ma per tutte le ‘cose’ previste per il lago dagli  studiosi pagati dalla Regione, che vanno dalle piste ciclabili intaccando le rive, al telone sotto il lago ed altro, nessuno ha scritto che magari ci vorrebbe una valutazione di impatto ambientale o una Vas, viste le modifiche epocali al territorio che comporterebbero.

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I 4 studiosi per la Regione non sono ingegneri tecnici di centrali o di bonifica della pianura friulana. E vanno avanti così, facendo loro ipotesi. Inoltre esistono pure le correnti naturali nei laghi, e anche quello di Cavazzo ne aveva, anche secondo mio padre che andava lì a nuotare, solo che la centrale ha mutato tutto, e chi ha visto il lago prima che la stessa entrasse in funzione ormai è sottoterra, tranne rare eccezioni. Pertanto i nuovi studiosi cosa hanno fatto? Sembra proprio che abbiano preso il lago attuale come uno naturale senza modifica alcuna, e stanno forse pensando di fare la parte di a2a e del Consorzio senza esserlo.

E se si sposa l’ottica di ‘Pantidro e altri’ che danno la priorità non alla rinaturalizzazione del lago ma ad approvare “Misure specifiche per il fiume Tagliamento a valle di Ospedaletto” (22), piegando il lago di fatto alle esigenze irrigue a sud, allora si capiscono molte cose. Ma il lago non è del Consorzio e della Centrale: è nostro e ce lo ha dato Dio.

E così chiudo queste mie considerazioni personali, scritte per esercitare il diritto di critica e per amore di quel lago tanto considerato dai miei tre nonni Cavazzini, dicendo che non voglio con queste mie righe giudicare od offendere alcuno. E noi vorremmo che i poteri forti non vincessero sempre e ci portassero via tutto, alterando l’ambiente ed incidendo sulla nostra vita, e certamente con questo termine non intendo la Regione che fa solo, a mio avviso, da intermediario. In fin dei conti dietro tragedie mondiali sia ambientali che di altro tipo, stanno sempre dei poteri forti, talvolta armati, talvolta no. E forse anche dietro l’assillante richiesta del terzo mandato sta non solo la ricerca di una sedia stabile ma anche il desiderio per non dire la pressione di chi vuole una politica stabile di un certo tipo. E se non ho capito bene qualcosa o se ho errato correggetemi.

Laura Matelda Puppini.

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Note.

1- https://www.youtube.com/watch?v=rE5wnHRgRgI. Il prof. Alessandro Orsini qui racconta la versione dei fatti che si legge sulla stampa: 6 persone pro- Zelensy sono scese a enorme profondità ed hanno fatto saltare i 2 gasdotti con 4 bombe di 500 kg di tritolo ciascuna, restando sino ad ora impuniti per un fatto terroristico gravissimo. Per la ‘guerra ai gasdotti’ cfr. https://www.analisidifesa.it/2024/01/ritorna-in-sordina-la-guerra-dei-gasdotti/.

2- R. n. 13 del 05.08.2022 Art. 4 – C. 15. Studio specialistico volto ad approfondire le interazioni tra la Centrale idroelettrica di Somplago e il Lago dei Tre Comuni e a definire le conseguenti azioni di mitigazione sul breve e sul medio periodo. 3.1 Scheda di intervento By – pass, in: file:///C:/Users/User/Downloads/Studio%20specialistico%203.1_Scheda_by-pass%20(3).pdf.

3- https://lexview-int.regione.fvg.it/FontiNormative/xml/XmlLex.aspx?anno=2022&legge=13&id=&fx=lex&ci=0&lang=multi&idx=ctrl7. Versione 2022. Art. 4 comma 15.

4- Ivi, art. 4 comma 17.

5- R. n. 13 del 05.08.2022 Art. 4 – C. 15. Studio specialistico, cit, “Contrarietà espresse da Edipower”, p. 9

6- Ibidem.

7- Ivi, 3.

8- Ibidem.

9- https://www.studionord.news/lago-di-cavazzo-nuovo-scontro-sul-by-pass/.

10- R. n. 13 del 05.08.2022 Art. 4 – C. 15. Studio specialistico, cit., p. 3.

11- Ivi, parte: “Effetti del by-pass”.

12- Ivi, pp. 17-18.

13- Tavolo tecnico Laboratorio Lago dei tre Comuni, istituito con legge regionale 13/2019, Art. 4, commi 35-36-37-38-39-40 (a cura di: dott. Luca Gasperini, ing. Gianfranco Pederzolli, arch. Vanni Lenna), in: https://www.regione.fvg.it/rafvg/export/sites/default/RAFVG/ambiente-territorio/tutela-ambiente-gestione-risorse-naturali/FOGLIA202/FOGLIA26/allegati/Relazione_conclusiva_Esperti.pdf, p. 5.

14- Ivi, p. 6.

15- R. n. 13 del 05.08.2022 Art. 4 – C. 15. Studio specialistico, cit., p. 13.

16- Vittoriana Lasorella, Aridocoltura: dare il massimo anche senza acqua, in: https://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2021/07/29/aridocoltura-dare-il-massimo-anche-senza-acqua/71258

17- Ivi.

18- Ivi.

19- R. n. 13 del 05.08.2022 Art. 4 – C. 15. Studio specialistico cit., p. 9.

20- Ivi, p. 9.

21- Tavolo tecnico Laboratorio Lago dei tre Comuni, p.24.

22- R. n. 13 del 05.08.2022 Art. 4 – C. 15. Studio specialistico cit., p. 3.

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L’immagine che accompagna l’articolo è una di quelle del lago già inviatami da Franceschino Barazzutti eleborata in toni di grigio. L.M.P. 

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