Il Messaggero Veneto del 9 novembre ci ha regalato un articolo di Francesco Codagnone intitolato: «Scienze della vita un ecosistema in regione: stanziati 45 milioni di euro», relativo ad un grande incontro di carattere meramente economico, tecnologico farmaceutico, tenutosi a Trieste, con tema: «Promuovere l’innovazione nelle scienze della vita – Friuli Venezia Giulia».

Così l’articolo:
«In Friuli Venezia Giulia l’ecosistema dell’innovazione in materia di Scienze della Vita catalizza intorno a sé circa 180 imprese, parchi scientifici e tecnologici, centri di ricerca, startup, tre università, due istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (ovvero il Cro di Aviano e il Burlo Garofalo di Trieste), Aziende Sanitarie e Istituti Tecnici Superiori. Infrastrutture all’avanguardia e competenze potenzialmente driver dell’economia regionale, centrali per favorire il progresso scientifico in un settore – letteralmente -vitale come il comparto sociosanitario, tanto più in una regione molto ‘anziana’ come la nostra».

Per ora mi fermo qui per proporre alcune mie considerazioni su questa parte di articolo che è scritto con un linguaggio che fa ‘trendy” e ‘figo’ ma che è propagandistico ed a mio avviso imbroglia le carte.

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Allora imprese private, (sperando che la Regione Fvg, ente pubblico, non abbia comprato quote di azioni  delle stesse o di parte delle stesse) che si occupano di Scienze della vita, indipendentemente dall’ innovazione o meno, perché, francamente non capisco, se una società privata fa ricerca di mestiere, perché si debba dire che fa innovazione, si sono ritrovate a Trieste per parlare di loro progetti e accettare ben 48 milioni di soldi nostri dai soliti della Regione Fvg, che mai pensano di aumentare, invece, gli stipendi ai medici del sistema sanitario pubblico, stressatissimi, o di cercare medici di medicina generale assai carenti, o di rendere il ssr almeno un minimo attrattivo per i laureati in medicina e specializzandi.

Infatti quando Asufc, che versa in una situazione economica catastrofica,  da che si legge, con un buco di 123 milioni di euro dovuto pure all’acquisto inutile e fallimentare di un secondo elicottero, mentre i cittadini, piano piano, si stanno vedendo togliere tutto, dichiara che, pur avendo bandito un concorso per 20 o 22 posti di medico di Pronto Soccorso, allo stesso si è presentato un solo candidato, i casi sono due: o i medici sono finiti tutti a Dubai e dintorni, come i calciatori, o la regione non è attrattiva temo anche per le continue dichiarazioni dell’assessore alla sanità e salute Riccardo Riccardi, che persiste a dire che egli investirà i nostri soldi nel privato, ma non si sa quale o, forse ed anche, per il sostegno a queste 180 imprese non certamente senza denaro.  Ma perché, invece, non investire 48 milioni nel sistema sanitario territoriale?

E mi sovvengono due uomini, non certo giovanissimi, che ho ascoltato su di un bus a Udine, che parlavano delle magnificenze della tecnica in medicina riferendosi ad un articolo letto, e pensavano che quelle tecnologie sarebbero state utilizzate anche per loro. Ma io pensavo: se non abbiamo neppure ambulanze, medici di pronto soccorso, specialisti, infermieri, ospedali, radiologie anche oncologiche, in sintesi mancano coloro che diagnosticano e curano, e manca, in sintesi, la base della piramide, che ce ne facciamo di tutta questa ‘innovation’ a congresso? Perché le piramidi senza base crollano, come il ssr-fvg, ripieno pure di incapacità organizzativa, e legato ad un modello verticistico a capi e capetti ormai più che obsoleto in Europa, ma forse che ne so, ancora in auge in qualche angola della terra.

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Ma poi, scusate, cosa c’entra tutto questo con la popolazione anziana regionale? Perché vedete, il reclame della due giorni dichiara che vi sarebbero stati : «conferenze plenarie e sessioni parallele di approfondimento, spazi espositivi e momenti di networking», mentre i partecipanti (policy e decision makers, scienziati, ricercatori, medici, imprenditori, startupper e innovatori) avrebbero potuto  approfondire lo stato dell’arte e le tendenze del settore, conoscere casi di successo di aziende consolidate e di start up innovative, esplorare nuove occasioni di formazione, di lavoro e di business». (https://www.polotecnologicoaltoadriatico.it/eventi/promuovere-linnovazione-nelle-scienze-della-vita-friuli-venezia-giulia/) Insomma pare che gli affari ‘bisness’ siano stati al centro del tutto, e questo non ha niente a che fare, secondo me, con i poveri vecchietti del Fvg, sempre più portati a curarsi con il fai da te, non avendo altra scelta che rispolverare la tisana ed il decotto della nonna, sperare in Dio, pregare la Madonna della salute, augurarsi che ci sia almeno una guardia medica che risponda al telefono, che vi sia campo e che il cellulare non sia scarico quando serve, altrimenti è proprio una sfiga.

Credetemi, la sanità regionale non ha nulla che fare con il convegno di cui vi sto parlando ove sarebbero state, secondo il reclame, «illustrate pure le opportunità esistenti e i piani di investimento nell’ambito delle Scienze della Vita in Friuli Venezia Giulia, regione che sempre di più si propone come punto di riferimento per Istituzioni, Università, Centri di Ricerca pubblici e privati, Imprese, Start up e Investitori». (Ivi).

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Chi ha avuto questa ideona del convegno e chi ha pagato? «L’evento è voluto e sostenuto dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, realizzato dal Cluster Scienze della Vita Friuli Venezia Giulia – Polo Tecnologico Alto Adriatico “Andrea Galvani” e vede come content partner The European House-Ambrosetti». (Francesco Codagnone, op. cit.).

In sintesi la nostra giunta che si sente forse formata da grandi finanzieri con soldi altrui, ha speso per questo invece che per la sanità terra a terra. O tempora o mores.

E vi voglio dire anche che l’innovazione in farmaci e cure è basilare, serve e ben venga, anche se sarebbe stato interessante che il governo (per inciso non so più neppure se lo Stato, sempre meno citato dai mass media, quello che doveva essere retto sulla base della rigorosa divisione dei poteri esita più) si decidesse, infine, a finanziare e valorizzare il Cnr, con i nostri denari o con quelli dati per noi.  Ed anche Simona Liguori, la scorsa legislatura regionale, ci aveva parlato di nuove cure radiologiche per il cancro. Ma al tempo stesso diceva pure che mancavano medici e luoghi decentrati per farle. Magari dovremmo noi fare una due giorni su questi temi, su come qualcuno guardi alle stelle mentre altri muoiono nelle case, ma ci dovremmo accontentare solo di un giorno e con pranzo al sacco.

E così Liguori il 17 febbraio 2022: «La radioterapia è una componente centrale nel trattamento delle neoplasie: viene utilizzata nel 60-70% di tutti i malati oncologici e vi sono previsioni di crescita del 25% nei prossimi anni. L’innovazione tecnologica in campo radioterapico ha permesso di erogare trattamenti radicali e anche palliativi sempre più efficaci ma, per motivi logistici, in Friuli Venezia Giulia non tutti i pazienti potrebbero beneficiare a pieno delle cure radioterapiche, in particolare coloro che risiedono nelle zone montane e collinari dell’Alto Friuli». (https://www.consiglio.regione.fvg.it/pagineinterne/Portale/comunicatiStampaDettaglio.aspx?ID=736107).

«Pensiamo – spiega Liguori – che il percorrere tanti chilometri di strada, soprattutto quando non si sta bene, perché il tumore si è ripresentato o perché si hanno segni e sintomi che potrebbero essere leniti dalla radioterapia a scopo palliativo, rappresenti ulteriori criticità che si sommano anche ai tempi di attesa del nosocomio di Udine e che possono scoraggiare la persona a proseguire le cure». (Ivi).

Liguori ha fatto anche esplicito riferimento anche «ai contenuti di una mozione presentata in qualità di prima firmataria, ma affiancata anche dai colleghi consiglieri Enzo Marsilio, Mariagrazia Santoro, Roberto Cosolini, Cristiano Shaurli e Franco Iacop (Pd), Massimo Moretuzzo (Patto per l’Autonomia), Cristian Sergo (M5S), Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) ed Emanuele Zanon (Regione Futura). Il testo auspica che la Giunta regionale valuti con l’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale tutte le possibili soluzioni logistiche e organizzative, utili a garantire ai pazienti oncologici dell’Alto Friuli il necessario trattamento radioterapico». (Ivi).

E se l’ospedale di Udine alla fine del 2021 pare sia diventato il terzo centro al mondo e il primo in Europa ad avere a disposizione una tecnologia innovativa per il trattamento radiante del tumore della mammella, (https://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2021/12/24/news/cure-avanzate-con-radioterapia-udine-primo-centro-in-europa-1.41064454), è anche vero che mancano i radiologi, e che i tumori sono molti e molto diversi.

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E già il 30 aprile 2022, la minoranza in consiglio Regionale dichiarava che era ora che Fedriga prendesse atto del fallimento delle politiche dell’assessore alla salute «La misura è colma, – si legge sul comunicato – la sanità del Friuli Venezia Giulia è ormai ingovernata ed è ora che il vertice della Regione si renda conto delle forti criticità rilevate non solo dalla politica, ma anche dagli operatori e dai cittadini, e prenda atto del fallimento dell’assessore alla Salute e ritiri le sue deleghe. A chiederlo sono i consiglieri regionali dei gruppi di opposizione Pd, M5s, Patto per l’Autonomia, Cittadini e Gruppo Misto-Open Sinistra Fvg (ai quali si uniscono i consiglieri di maggioranza del gruppo Misto) che, attraverso una mozione, chiedono alla presidenza della Regione Fvg la censura nei confronti dell’operato dell’assessore di riferimento». (https://www.consiglio.regione.fvg.it/pagineinterne/Portale/comunicatiStampaDettaglio.aspx?ID=745963m) Ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.

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Di fronte a problemi di questa portata ed alla richiesta delle minoranze in regione, mai accolta, di mandare di fatto a casa Riccardo Riccardi, (ed avevano sacrosantamente ragione), di cosa si occupa la nostra giunta regionale vecchia – nuova, oltre che di piste per motoslitte di 70 chilometri, inquinanti e favorenti le valanghe, che circonderanno Sauris e sfregeranno la parte più bella della Carnia e più ricca di biodiversità, nuove piste da sci e quant’ altro?

Di organizzare questa 2 giorni che ha riguardato la promozione, a livello sovranazionale dell’innovazione nelle Scienze della Vita con 100 relatori fra scienziati, imprenditori e decision markers nazionali ed internazionali ( in lingua terra a terra e nostra persone che hanno il potere di decidere non si sa che cosa e se da soli o almeno in gruppo), a Porto vecchio, ove si sono incontrati pure 20 espositori di startup (imprese emergenti)  relativamente alla ricerca sul cancro, sulle malattie degenerative, sulla invecchiare che però non è una malattia, e per ora l’elisir dell’eterna giovinezza non è stato ancora inventato e non lo sarà mai.  Inoltre molte malattie discendono pure dall’inquinamento e da situazioni di lavoro troppo stressanti, ma a prevenire questi aspetti non ci pensa nessuno, né coloro che si occupano di scienze della vita, a livello tecnologico farmaceutico, né le startup.

Inoltre si è parlato di digitalizzazione sanitaria, ma vorremmo sapere a che livelli, perché la telemedicina, cioè il rapporto medico paziente che vola sul filo non funziona, in quanto i medici non riescono a rispondere al numero di email giornaliere che i loro pazienti inviano, finendo forse per non leggerle o non leggerle subito. Inoltre i famosi fascicoli sanitari presuppongono che il percorso diagnostico curativo, per ogni soggetto, sia perfetto e lineare, ma non è così, e in caso contrario possono rivelarsi più un detrimento che un vantaggio.

E mentre a noi cittadini servirebbe almeno uno straccio di sanità territoriale, ospedaliera oltre che di emergenza urgenza che dicasi tali, sembra, dall’articolo di Francesco Codagnone, che in Friuli Venezia Giulia, in ambito sanitario, servano «formazione, nuove policy e programmi per trasferire i progressi scientifici all’industria quindi nel mercato», a spese di chi non si sa, e con quale utile per noi cittadini neppure. Inoltre questo è un mero discorso finanziario in ottica privatistica, e nulla ha a che fare con il sistema sanitario Fvg e con la nostra salute hic et nunc (essendo anziani il futuribile temo poco ci interessi).

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E la politica finanziaria ha bisogno di finanziamenti che dovrebbero essere privati, per le 180 società di ricerca tecnologico- farmaceutica presenti sul territorio, essendo la Regione Ente pubblico che dovrebbe pensare alle esigenze dei cittadini, ma invece i finanziamenti sono pure regionali, nell’ottica dirigenziale di questa giunta, che ha deciso di sua sponte di investire ben 45 milioni di euro di spesa corrente in tre anni, (dopo quelli dati a Insiel per passare gratis a Novartis i nostri dati sanitari), per attirare i grandi player, che significa giocatori, del settore e sostenere a crescita di non ben specificate startup. Almeno stando a Massimiliano Fedriga, secondo l’articolista del Messaggero Veneto.

E chissà perché mi sovviene un uomo che incontrai in Bulgaria che, nello scomparto chiuso di un treno, mi narrava come i sorestanz avessero speso tutti gli aiuti europei malamente, senza che la nazione ne ricevesse beneficio reale. E così le case continuavano a venir abbandonate ed a degradare come alcune fabbriche e laboratori artigianali anche a causa dell’emigrazione, mentre la popolazione continuava a volgere ai grandi centri, ed a Sofia in particolare, abitando magari in piccoli e costosissimi locali, invece che nelle grandi case patriarcali, e come i servizi andassero di giorno in giorno peggiorando, tanto da pensare che, sotto il socialismo, forse si stava, pur con tutti i suoi limiti, meglio, in sintesi che si stesse meglio quando pareva di stare peggio. Beh anche noi possiamo dire che ieri forse si stava meglio d’oggi.

Senza voler offendere alcuno, chiudo queste mie considerazioni sulla politica regionale Fvg.

Laura Matelda Puppini

L‘immagine che accompagna l’articolo è un reclame della due giorni triestina ed è tratta da: https://www.datamagazine.it/2023/11/06/promuovere-linnovazione-nelle-scienze-della-vita-friuli-venezia-giulia-the-place-to-be/. L.m.p.

https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2023/11/convention-2023-11-05-alle-17.42.32-850x560-1.png?fit=850%2C560&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2023/11/convention-2023-11-05-alle-17.42.32-850x560-1.png?resize=150%2C150&ssl=1Laura Matelda PuppiniECONOMIA, SERVIZI, SANITÀIl Messaggero Veneto del 9 novembre ci ha regalato un articolo di Francesco Codagnone intitolato: «Scienze della vita un ecosistema in regione: stanziati 45 milioni di euro», relativo ad un grande incontro di carattere meramente economico, tecnologico farmaceutico, tenutosi a Trieste, con tema: «Promuovere l’innovazione nelle scienze della vita...INFO DALLA CARNIA E DINTORNI