Premessa.

Un paio di giorni fa, dopo aver scritto, il 22 ottobre 2023, il mio: “Israele Palestina: la strage degli innocenti, ho trovato, per caso, questa intervista di Francesco Toscano a Moni Ovadia, uomo di profonda conoscenza, cultura e morale, su Visione Tv, datata 28 ottobre 2023, che mi è parsa talmente interessante da riportarla, trascrivendola, su questo mio www.nonsolocarnia.info, anche perché ci sono concetti che ho scritto anch’ io ma analizzati con profondità anche storica. Essa è importante perché Moni Ovadia, da ebreo quale è, descrive in modo chiaro la linea politica del governo di Israele e chiarisce la differenza tra essere antisemiti cioè essere contrari a ogni ebreo perché tale, ed essere politicamente contrari al sionismo revisionista ed al governo di Benjamin Netanyahu detto “Bibi”, che, con la sua attuale politica da angelo sterminatore a Gaza, ha già provocato la morte di migliaia di bambini palestinesi. (Si parla sinora di circa 10.000 morti in un mese, di cui, 4.000 o 5.000 bambini).

Direi che questa analisi chiarificatrice dovrebbe essere letta od ascoltata da tutti, perché gli eventi drammatici verificatisi in Medio Oriente originati hic et nunc (qui e ora) dall’attacco di Hamas del 7 ottobre e proseguiti con la strage di migliaia di palestinesi inermi per mano ebraica, hanno portato ad un moltiplicarsi di manifestazioni contro Israele per i bombardamenti a tappeto su Gaza, e per l’aver Israele tolto alla popolazione palestinese, arbitrariamente, cibo, acqua ed energia. Ma la logica pare quella di Erode. Per esser sicuri di uccidere Gesù appena nato, si uccidano tutti i bimbi sotto i due anni. Ma se è legittima la critica nei confronti del governo di Israele, è preoccupante uno scivolamento ad un atteggiamento di anti-ebraismo che coinvolga “tutti gli ebrei… come persone… come cultura”. E questo teme anche il rabbino capo di Roma. (Cfr. https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/11/08/biden-e-il-papa-supportano-la-soluzione-dei-due-stati-gli-ebrei-italiani-sono-a-un-bivio/7346979/).

Moni Ovadia, artista, che si è dedicato al recupero e alla rielaborazione del patrimonio artistico, letterario, religioso e musicale degli ebrei dell’Europa orientale. . (Immagine da: https://www.avvenire.it/agora/pagine/ovadia-ricordare-serve-al-futuro).

La stampa ed i mass media, che non meritano più di esser definiti fonte di informazione, ma semmai per lo più di partigianeria senza approfondimento alcuno, si sono subito dati da fare per sottolineare come Moni Ovadia intendesse lasciare la direzione del teatro di Ferrara a causa delle critiche ricevute dal Consiglio d’amministrazione e dal Consiglio Comunale della città per la sua espressa posizione contro il governo Netanyahu e l’attuale carneficina di palestinesi, che ora pare, e questo lo dico io, messa nel dimenticatoio, mentre a più di un mese dall’attacco di Hamas e dalla distruzione di Gaza e dei suoi abitanti, sembra che i giornali, quasi tutti filo israeliani, ritengano un atto di bontà infinita, da parte di Israele, dare 4 o 7 ore di tregua alla distruzione sistematica di persone, case, cose. Comunque ora la decisione di Moni Ovadia è rientrata.

Ma ora termino qui questa premessa passando a ciò che ha detto Moni Ovadia a Visione Tv, intervistato Francesco Toscano, calabrese, politico e giornalista, che ha collaborato con “Gazzetta del Sud”. Ora dirige Visione Tv che ha contribuito a formare.  Il titolo originale dell’ intervista è: «Moni Ovadia: “Netanyahu guida un governo fascista», ed è udibile in: https://www.youtube.com/watch?v=tiuR2ZYWOM0.

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Francesco Toscano. «Benvenuti a questo nuovo appuntamento. Sono veramente felice di presentarvi l’ospite in collegamento oggi con noi che è Moni Ovadia, che non ha bisogno di molte presentazioni perché è un personaggio molto noto e conosciuto».

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Quindi il giornalista ha iniziato l’intervista dicendo che vorrebbe discutere con Moni Ovadia di ciò che sta accadendo nel vicino Oriente, che è una tragedia di dimensioni epocali ma che è raccontata dal nostro circuito mainstream sempre in termini semplificati, cioè, in sintesi, così: da una parte ci sono i buoni, dall’altra ci sono i terroristi e i cattivi, nulla nel mezzo. «La convince questo modo di fare informazione»?

Ovadia: «Nel modo più assoluto questa non è informazione è propaganda. Tutto il mainstream fa prevalentemente propaganda. Finalmente, e grazie al cielo, si è mosso qualcuno anche nel famoso establishment occidentale e mi riferisco a Guterres (1), Segretario Generale dell’ONU, che ha fatto notare che le cose non nascono così, dal nulla, dalla ferocia e dalla cattiveria.

Sia chiaro che è ovvio che l’assassinio di civili inermi è sempre una catastrofe, è sempre terribile, però il problema, in questo caso, è che il popolo palestinese vive in condizioni di occupazione, colonizzazione, segregazione, vessazione interminabile in particolare a Gaza.

I palestinesi sono chiusi in una scatola di sardine perché i confini terrestri dipendono dall’autorità israeliana, così come i confini aerei ed i confini marittimi e sotterranei. E come non bastasse, l’energia, l’acqua, l’elettricità, persino lo status di identità dipendono dall’autorità israeliana.

Pensate che un palestinese che volesse avere un documento di identità deve farne richiesta all’autorità israeliana. È un inferno, non so se ce ne rendiamo conto. Ed io invito tutti coloro che ripetono le litanie monotone che Israele è l’unica democrazia e che Israele ha diritto d fare quel che fa, a viverci loro quattro o cinque anni in quelle condizioni. Poi vediamo che sentimenti maturerebbero».

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Toscano afferma che vi è sempre una parte della informazione, più oltranzista, che bolla come antisemiti e nemici di Israele tutti quelli che criticano le politiche del governo Netanyahu. E quindi dice che a lui pare, questa, una ‘operazione sporca’ …

Ovadia: «Questa è una operazione infame. È come sputare sulle ceneri dei nostri morti. Anch’io sono ebreo, ma gli ebrei, quando venivano sterminati dai nazisti e dai loro sodali, erano totalmente indifesi, erano abbandonati da tutti e disarmati.
Oggi invece Israele è lo Stato più armato di tutto il Medio Oriente ed ha uno degli eserciti più potenti, oltre che possedere un certo numero di testate nucleari. Allora, ora come ora, strumentalizzare la shoah per giustificare le malefatte, i crimini, le devastazioni compiute da un governo e dall’autorità militare di un paese sovrano ed armatissimo è una operazione infame.

Ed a questo punto io desidero veramente definire l’antisemitismo. L’antisemitismo è certo una piaga, una pestilenza, ma l’antisemita odia l’ebreo non per quello che fa ma per quello che è. Invece le critiche al governo israeliano non sono per quello che è ma per quello che fa. Allora ditemi voi, cosa c’entra questo con l’antisemitismo. Non c’entra niente.

Essere critici verso il sionismo, che è una forma di nazionalismo con punte di fanatismo integralista, è pienamente legittimo, anzi, è giusto e sacrosanto.

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Toscano dice che in questi giorni si sta assistendo a bombardamenti a tappeto che hanno provocato la morte di 2000 bambini(alla data dell’intervista n.d.r.), nonché di un numero indiscriminato di donne e uomini nella striscia di Gaza. Israele dice che si sta preparando ad una invasione di terra (2), ma ancora nessuno ci ha spiegato cosa se ne vuol fare, poi, di quel milione di palestinesi che abitano ancora nella striscia di Gaza. E domanda: «Queste persone che fine faranno?»

Ovadia: «Faranno una fine terrificante, ma le operazioni del governo israeliano, in particolare da quando c’è questo governo ultrareazionario, che non stento a definire fascista, non si cureranno di quelli che poi definiranno ‘danni collaterali’.

E secondo me qualsiasi operazione che condurrà l’esercito israeliano in questo modo scriteriato, e che farà centinaia, migliaia, decine di migliaia di vittime innocenti, non indebolirà Hamas ma invece lo rafforzerà, il terrorismo prenderà forza da questo e quelle vittime innocenti saranno state trucidate per niente, il che è ancora più spaventoso.

Ma di quanto sta accadendo ed accadrà saranno chiamati a rispondere, quando un giorno ci sarà un vero tribunale, quando, come si dice, “ci sarà un giudice a Berlino”, anche i paesi occidentali che, invece di fare un’opera di persuasione verso il governo israeliano e la società israeliana perché la smettano di credere che questo tipo di problemi si risolvono solo con la forza e la violenza, perché questi problemi si risolvono con la pace. Ma non c’è pace se non c’è giustizia per tutti quelli che sono sul campo, e non si può fare pace senza giustizia. Bisogna dare al popolo palestinese giustizia, dignità, autodeterminazione, e solo allora ci si potrà muovere verso la pace (3), mentre invece le tregue che si ottengono con la violenza non si chiamano pace ma pacificazione (appeasement), e la pacificazione prepara solo nuove e più devastanti guerre».

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Toscano domanda ad Ovadia se, secondo lui, oggi è esagerato parlare di genocidio del popolo palestinese.

Ovadia: «Coloro che studiano i genocidi sono molto cauti nelle definizioni, ma diciamo che, se si va avanti così, si rischia un genocidio».

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Toscano: «Come si è giunti a questa situazione? C’ è qualcuno che ha soffiato sugli opposti estremismi (4)»?

Ovadia: «Io non credo alla teoria degli opposti estremismi, intanto perché come dicono molti quotidiani oggi, il governo Netanyahu ed anche governi precedenti hanno rinforzato Hamas, perché volevano indebolire la parte laica dell’Olp (5), in modo che lo Stato palestinese non potesse venir costituito. E i governanti israeliani pensavano di essere molto astuti separando il fronte palestinese. Invece così hanno solo rinforzato smisuratamente Hamas, ed hanno indebolito l’ala che voleva trattare cioè L’Olp. E se continua così, secondo me si arriverà ad una catastrofe dove le vittime principali saranno i palestinesi. Ma anche per Israele sarà una catastrofe perché finirà per distruggersi con le sue mani».

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Toscano chiede se esiste la possibilità di un allargamento del conflitto.

Ovadia: «Certo che esiste. Ci sono soggetti pronti a muovere guerre. Oltre gli Hezbollah, parlano dell’Iran, ma l’Iran mira ad avere una propria posizione autorevole nello scacchiere. L’ Iran, e tutte le potenze di quell’area, non accettano di essere ridimensionati, trattati come gente che bisogna coartare e contro i quali si deve fare ogni tipo di sanzioni per ridurli ad essere ‘paesini da niente’. È ovvio che ora coloro che governano i paesi soprattutto in quell’area non sono disposti a perdere la loro autorevolezza e la loro posizione di potere. Quindi è necessario mettere le armi a terra (6) e giungere a delle trattative oneste con una Conferenza di Pace mondiale, che duri quello che deve durare, anche dieci anni, pur di smetterla con questo versamento di sangue».

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Toscano dice che non è sempre facile comprendere i posizionamenti delle diverse forze in Medio Oriente. Noi avevamo lasciato Hamas alleata degli occidentali e dei Turchi in funziona anti Assad e invece adesso ci dicono che Hamas è un braccio politico e militare dell’Iran che è un alleato della Siria di Assad. C’è forse chi recita più parti nella commedia, in quell’area?

Ovadia: «Assolutamente sì, in quell’area. Ad Erdogan è sfuggito di dire che le forze di Hamas erano forze liberatrici. Poi si è corretto. Ma pare che Erdogan aspiri ad essere il nuovo Sultano, però sta nella Nato. Agli Occidentali non è mai venuto in mente di dire: uno così che non sa cos’è la democrazia, non fa le guerre umanitarie ma massacra a decine di migliaia i Curdi, cosa ci sta a fare nella Nato? Perché la Nato dice di essere una alleanza per la democrazia e per la libertà. Ma la Nato non è affatto per la democrazia, per la libertà e per queste cose. Finge di esserlo. Ma nella realtà Erdogan fa benissimo a restare nella Nato perché la Turchia è una grande potenza militare. Quindi a me pare proprio che qui si stia giocando sporco e, se potessi dire una cosa non troppo elegante, direi: «Qua il più pulito c’ha la rogna!”

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Toscano: «Esistono, secondo lei, dei punti di contatto fra la situazione nel Donbass e quella nel vicino Oriente? Perché ci sono due focolai in un mondo che non trova più un punto di compromesso …»

Ovadia: «Beh, insomma, anche in Donbass è accaduto qualcosa. Il Donbass è stato aggredito e sono stati ammazzati russofili e russofoni e poi si dice che la guerra è scoppiata nel 2022! No è vero. È dal 2014 che c’è guerra lì! Però gli Occidentali sono i buoni, gli altri i cattivi! E questa pagliacciata violenta e sanguinaria o finisce o qui ci saranno conflitti interminabili a macchia d leopardo.

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Toscano: «Dissi proprio questo a Vespa nei 3 minuti che mi furono concessi in campagna elettorale, e Vespa reagì malissimo, questo per dire che non fa il giornalista ma il propagandista filo- Zelensky».

Ovadia: «Ma perché, Vespa fa il giornalista? È una novità questa!»

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Toscano chiede ad Ovadia se secondo lui Israele farà l’operazione di terra di cui tanto ha parlato, o l’ha annunciata solo per spaventare.

Ovadia: «Difficile dire cosa hanno in testa, ma Netanyahu è un uomo tremendamente pericoloso perché pende su di lui la mannaia della giustizia, perché lui deve averne combinate di cotte e di crude. Ma non solo per questo. Netanyahu è pericoloso perché era legato moltissimo a suo fratello Yoni (7), almeno così mi pare che si chiamasse, che è caduto ad Entebbe. Quindi ha anche ragioni personali per fare quello che fa, ed io credo che siano di natura psicopatologica. Quindi è un uomo molto pericoloso, ed io spero che gli israeliani lo cambino quanto prima con un uomo che abba almeno una tempra umana riflessiva. Perché Netanyahu è un uomo pericoloso, lo ripeto, ed è disposto a qualsiasi cosa pur di raggiungere i suoi obiettivi che sono “salvarsi le chiappe”, far fuori lo stato palestinese, e ridurre i palestinesi a cittadini di serie Z».

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A questo punto Francesco Toscano dice di aver letto un testo di Netanyahu in cui difendeva la memoria di Hitler, ed in cui sosteneva che il Führer non voleva uccidere gli ebrei, ma glielo aveva comandato il gran Mufti (8). Francamente pareva una dichiarazione un po’ inconsueta.

Ovadia: «Netanyahu dovrebbe venir giudicato dai figli dei sopravvissuti alla Shoah, uniti a formare un tribunale speciale, perché Netanyahu possa essere chiamato a pagare questa dichiarazione schifosa. Perché quello che Hitler voleva fare agli ebrei è scritto tutto nel Mein Kampf (9)».

Toscano dice quindi che è davvero paradossale che Netanyahu difenda ‘quest’uomo’ cioè Hitler.

E così Ovadia: «Netanyahu lo fa perché è una canaglia, e questo fa capire che livello di canaglia è».

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Toscano chiede da dove derivi tutto il potere che ha in Israele Netanyahu, che sembra, tutto sommato, un intoccabile, che risorge sempre dalle sue ceneri … La sua carriera politica sembrava finita, ma poi, invece, ce lo siamo trovati alla guida di Israele nel momento più delicato. «Da dove arriva il potere di quest’ uomo, chi lo difende, chi guarda le spalle di Netanyahu»?

Ovadia: «Netanyahu in primo luogo è sostenuto dai coloni, da tutto il partito dei coloni. In secondo luogo, Netanyahu riesce a farla franca perché una parte rilevante della società israeliana è stata sottoposta ad un lavaggio del cervello sul tema della sicurezza. La scusa è sempre quella. Però ottocentomila coloni nelle terre palestinesi non sono sicurezza, sono il contrario.

Netanyahu è discendente da quella parte del sionismo che si chiamava ‘revisionista’. Ed il padre del sionismo revisionista era Vladimir Jabotinsky (10), che fu uomo di grande talento ed anche scrittore magnifico, originario di Odessa.  E poi un altro grande rappresentante del sionismo revisionista è stato un capitano dell’esercito zarista che si chiamava Trumpeldor. (11).  Gli eredi di questo sionismo revisionista, che era un movimento di destra ed ultrareazionario, sono stati Begin (12), Shamir (13), Sharon (14) che prima era socialdemocratico, poi passato alla destra, ed infine è arrivato Netanyahu.

Ben Gurion (15) e Peres (16) chiamavano questi sionisti revisionisti “fascisti”! Letteralmente: “Fascisti”!

La teoria di questi sionisti revisionisti era che Israele doveva essere tutta degli ebrei, dal mare insù, e non so cosa pensassero di fare dei palestinesi, ma credo pensassero ad una loro espulsione di massa verso la Giordania, dove una parte rilevante della popolazione è palestinese.

Naturalmente la risoluzione dell’Onu 181 tagliò le gambe alle aspirazioni del sionismo revisionista, perché essa prevedeva due Stati autonomi: uno ebraico ed uno palestinese. Quella fu la risoluzione, che i palestinesi non accettarono. Ma io dico sempre che non accettarono perché è difficile accettare che uno ti venga nelle tue terre dopo 2000 anni dicendo che sono sue. Obiettivamente era complicato per i palestinesi accettare una cosa del genere.

Quindi su questa risoluzione e sulle problematiche presenti allora si inserirono i paesi arabi, che vedevano Israele come fumo negli occhi, perché era un innesto della cultura e della società occidentale su un mondo arabo che allora era ancora prevalentemente monarchico e conservatore. Ma sono storie lunghe. Però Netanyahu è diventato la punta ultra estrema, e lo ripeto, fascista, del sionismo revisionista».

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Toscano domanda a Ovadia quali siano i rapporti tra Israele e la Russia. Si diceva che Netanyahu fosse amico di Puntin, ma in realtà la Russia sta prendendo una posizione molto più equilibrata con riferimento alla situazione.

Ovadia: «Sì, è vero. Il problema è che dalla Russia sono arrivati in Israele, quando Gorbaciov ha aperto le porte, un milione di russi, ebrei e non ebrei. Molti di loro infatti dicono di essere ebrei ma pare non lo siano. Solo che gli tornava comodo spostarsi in Israele. Ora questi russi hanno portato molta intelligenza in Israele, perché non erano come quelli dei paesi arabi, erano colti, molti erano scienziati, quasi tutti musicisti. E si diceva, allora: “Chi non scende con la custodia di uno strumento è perché suona il piano”.

Questi russi, però, provati dall’esperienza sovietica, sono diventati forza tendenzialmente reazionaria o conservatrice che dir si voglia, ed hanno spostato ancor di più l’asse politico a favore delle destre, o almeno io credo così, perché non ho studiato il fenomeno. Però devo dire che Netanyahu, con tutto quello che è, e per me è il peggio del peggio, tuttavia sapeva quanto gli ebrei dovevano all’ Armata Rossa. Perché senza l’Armata Rossa sarebbero stati trucidati milioni di altri ebrei.

E io credo anche che Netanyahu abbia fatto fare un monumento agli eroi dell’Armata Rossa, anche per convenienza. E bisogna riconoscere che Israele non ha mandato armi all’Ucraina di Zelensky. Quindi anche la posizione di Putin è diventata più equilibrata, anche a causa della guerra in Ucraina, perché, tradizionalmente, l’Unione Sovietica aveva una posizione a favore dei palestinesi. E non possiamo dimenticarci che Israele è debitrice all’Unione Sovietica della sua nascita. È stato Stalin a mandare le armi ai combattenti ebrei della Palestina mandataria, armi pesanti e leggere, attraverso la Cecoslovacchia, ed è stato Stalin il primo a votare ‘Sì’, all’Onu, per l’esistenza dello Stato di Israele. E Stalin ha dato appoggio diplomatico, politico e militare ad Israele fino al 1948, ma poi, alla fine del 1948, Stalin ha scatenato una campagna antisemita, camuffata da campagna contro il cosmopolitismo, perché Stalin aveva bisogno di nemici come ‘instrumentum regni’, e gli ebrei facevano comodo perché c’era una sottocultura antisemita nelle Russie. Pertanto Stalin scatenò questa campagna, che fu una vera campagna antisemita, fra il 1949 ed il 1953. Ma, intendiamoci, senza la Russia di Stalin ciao Stato di Israele. Quindi era una situazione contradditoria. Ma un buon sionista dovrebbe tenersi la foto di Stalin sopra la testiera del letto.

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Toscano dice che l’influenza degli Stati Uniti d’America nel mondo comincia a declinare un po’ dovunque e si cerca di aprire l’era del multipolarismo. Tanti popoli, tante nazioni, che hanno vissuto con la testa abbassata per tanti anni, rivendicano la dignità di una appartenenza, di una sovranità e di una indipendenza rispetto al mondo occidentale. La congiunzione fra la diminuzione dell’influenza americana nel mondo e l’odio complessivo, o meglio l’antipatia che Israele potrà attirare su di sé attraverso una operazione scellerata come quella che sta conducendo adesso a Gaza, in prospettiva, potrebbe risultare molto pericolosa per la sopravvivenza stessa di Israele. Quindi chiede ad Ovadia se è d’accordo con questa analisi.

Ovadia: «Sostanzialmente sì, anche se non lo so esattamente, ma questa situazione sarà un grande danno per Israele. Gli Stati Uniti d’America vedono tramontare il loro secolo, e danno colpi di coda bestiali, anche per ragioni economiche, come dice il grande economista Emiliano Brancaccio. È un rapporto tra creditori e debitori, e io non sono esperto in materia e mi informo, appunto, presso Emiliano Brancaccio, che vi suggerisco grandemente di intervistare. Ma in ogni caso i colpi di coda degli americani sono molto pericolosi. Però gli Stati Uniti d’ America, quando ci sarà un giudizio sulla questione Medio Orientale, saranno, insieme ai governi di Israele, fra i primi imputati. Perché è stata la totale complicità con gli Stati Uniti, la loro concessione di totale impunità ai governi di Israele che ha permesso loro di perseguitare, occupare, colonizzare ed indurre infinite sofferenze al popolo palestinese.

Se gli Stati Uniti d’America avessero avuto un minimo di equilibrio, questo non sarebbe successo. E gli Stati Uniti d’ America portano, fra le tante loro responsabilità, anche questa. Perché gli Stati Uniti d’America, ma parlo dei loro governi naturalmente, non parlo mai dei cittadini, sono sempre stati guerrafondai, con ancora l’imprinting imperialista e anche razzista. E tutto il ‘divino’ occidente quando i morti sono bianchi, urla, ma se i morti sono bruni o neri … non li vedono quasi.

Adesso è successo tutto questo orrore da quando è incominciata questa ‘faccenda’, ma ricordo che i palestinesi sono morti nel corso di 56 e più anni mettendo dentro anche la Nakba, sono morti a migliaia e decine di migliaia senza che il divino Occidente alzasse neanche un’unghia».

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Toscano: «Mi ha anticipato perché volevo proprio chiederle del doppio standard, denunciato anche da Raia di Giordania. Io ero rimasto molto impressionato alcuni anni fa da una dichiarazione di Madaleine Albright (18) che disse che gli Usa avevano determinato, in maniera collaterale, la morte di 500.000 bambini iracheni con le politiche dell’embargo, però era un prezzo che era corretto pagare. L’Occidente giustifica sempre l’uccisione di innocenti e di deboli, dietro il mito dell’esportazione della democrazia. È ora di finirla secondo lei con questo fantoccio?»

«Era ora di neanche cominciare! Madaleine Albright avrebbe dovuto essere processata per crimini contro l’umanità. Quella dichiarazione è, lei sola, la distruzione di tutta la legalità internazionale che si è tentato di costruire al prezzo di tanto sangue dopo la seconda guerra mondiale. Quelli che pensano così sono i neo- con (19), che sono una banda di criminali, di criminali! E devono essere giudicati e condannanti. E dico solo una cosa: «Lei sa che è stato portato davanti al tribunale dell’Aia Slobodan Milošević (20), ed è morto lì, nella cella del tribunale dell’Aia. Ma dopo la sua morte è stato prosciolto dalle accuse mossegli. Infatti non sono state trovate prove che egli fosse complice dei crimini (avvenuti nell’ ex-Jugoslavia n.d.r.), e di conseguenza è stato prosciolto.

E che dire di Tony Blair (21) e G.W. Bush? Sono due criminali di guerra! E lo dico tecnicamente parlando. Sono due criminali di guerra!».

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Toscano afferma che c’è stata una commissione inglese, la commissione Chilcot (22), istituita dal governo britannico, che ha redatto un rapporto sulla guerra in Iraq che, rispetto a quanto detto e fatto da Toni Blair, ha definito che le strade per giudicarlo potevano essere solo due: in sintesi o era troppo idiota o era un criminale incallito. E sostiene che pare più probabile la seconda. Ma a parte questo, Toscano chiede ad Ovadia un parere su una opinione corrente. «C’ è qualcuno che dice che la storia di quel territorio non si può capire leggendola solo in termini geopolitici senza affrontare o perlomeno considerare anche la prospettiva di natura escatologica. E domanda ad Ovadia se, secondo lui, questa è una forzatura o è una  suggestione e se la religione c’entri o non c’entri con i problemi di quell’area.

Ovadia: «Guardi, ci sono ebrei ortodossi, che sono antisionisti. E ripeto: ebrei ortodossi, quelli con i boccoli e con le barbe lunghe, per capirci. Ma perché questi ebrei sono antisionisti? perché dicono che il sionismo è criminale sul piano umanitario e blasfemo sul piano ebraico. La terra promessa non implica un nazionalismo furioso, idolatrico, perché l’idolo dei sionisti è l’idolo della terra, è il nazionalismo, che è la peggior forma di idolatria.

La terra promessa afferisce ad una dimensione spirituale, che non ha niente a che vedere con lo Stato di Israele. Lo stato di Israele è una forzatura rispetto a quell’idea. Io non sono credente, però qualcosina di ebraismo lo so, l’ho studiato. Ed afferisce ad una dimensione spirituale completamente diversa da quella del nazionalismo.

Non ci sarebbero problemi di questo tipo, se fosse arrivato il Messia, realmente. Ed è questa una dimensione molto intrigante. Perché l’ebraismo ha anche degli aspetti direi un po’ truffaldini e geniali. Quindi giustificare quanto sta accadendo in nome di uno stato nazionalista il cui scopo non è quello di istituire un’identità spirituale, non mi pare corretto. Narra il levitico, in un versetto formidabile, che forse è il 25 del capitolo 23 o viceversa (23), che Dio dice agli ebrei: “Nel 50esimo anno stabilirete il giubileo. (il sabato degli anni sabbatici)”. Ed al giubileo tutti i diritti di proprietà venivano azzerati e la proprietà veniva ridistribuita secondo equità. Ma per ritornare alla voce divina, essa dice: “La terra non verrà venduta in perpetuità, (Ovadia la pronuncia prima in ebraico n.d.r.), perché la terra è mia”. Quindi la ‘terra promessa’ è la terra di Dio, non di un nazionalismo furioso.

I sionisti dicono che Dio ha donato la terra agli ebrei. Ma io dico: se l’ha donata, perché continua a ripetere agli ebrei che la terra è sua?

Poi il versetto prosegue e Dio dice agli ebrei: “Vivrete in quella terra da stranieri soggiornanti, insieme allo straniero, che godrà dei vostri stessi statuti.  Ricordati che fosti straniero in terra d’Egitto, ed io sono il Signore. (24). E la parte finale dice: “Perché voi tutti davanti a me, siete solo stranieri soggiornanti”.  Un brillante dottore protestante ha tradotto questa frase così: “Perché voi tutti davanti a me siete solo meticci avventizi”.

Invece i sionisti traducono la parola ebraica ‘gher’, che vuol dire tre cose: ‘residente’, ‘straniero’ e ‘convertito’, con ‘convertito’. Ma io contesto detta traduzione e scelgo ‘straniero’, perché la frase dice: “Foste stranieri in terra d’Egitto’. Infatti gli ebrei non erano convertiti in terra d’Egitto, erano stranieri, e quindi parliamo di tutt’altra cosa. E la terra è santa o meglio di santità, se ci vivi in modo santo. Invece quella che c’è adesso si chiama ‘Stato di Israele’, ed è uno stato nazionale e nazionalista come tanti altri e non c’entra niente con l’escatologia.

Ed ancora una cosa, se mi è permesso. Tutte queste cose che dico mirano ad una sola cosa: alla pace. Sapete, nella Bibbia è scritto che tutti gli uomini discendono da un solo uomo, Adamo, non solo gli ebrei. La Bibbia incomincia parlando di uomini non di ebrei. E siamo tutti discendenti da Adamo. I maestri di un grande libro della Bibbia che si chiama “Massima dei padri”, si chiedono: “Perché è stato detto questo?” Per la pace, perché nessun uomo possa dire al suo simile: il mio progenitore era meglio del tuo».

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Francesco Toscano ringrazia Moni Ovadia per il suo intervento e per alcuni riferimenti di cui far tesoro, che, nel veleno dei mainstream tendono spesso a diluirsi.  «Ed abbiamo il dovere- continua – di testimoniare una parola buona in mezzo a tanto veleno». – Ed a lui Moni Ovadia: «Grazie per avermi ospitato. Abbia cura di sé ed ogni bene».

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Questa intervista è stata da me, Laura Matelda Puppini, trascritta e mi pare molto interessante e dà diversi spunti di riflessione anche ad una società europea ed italiana che ha fatto del denaro, del cinismo, della violenza e della sopraffazione i propri nuovi ‘Mantra’ ed al tempo stesso strumenti di azione. Ma nel Vangelo di Luca si trova anche scritto, come parole di Gesù: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell’anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà». Ecco: le parole di Ovadia ci fanno anche riflettere sull’importanza di un’etica umana condivisa, che deve superare il dominio instauratosi di mammona, e deve volgere all’ universalità dello spirito che accomuna ed alla pace, perché senza pace non vi è prosperità per alcuno. E nel chiudere questo mio testo, vi invito a leggere, sull’Osservatore Romano, l’articolo: “Il dramma dei bambini e il loro diritto a essere giovani”, ma 4.500 bambini palestinesi e 30 bambini israeliani giovani non lo saranno mai, perché sono morti dopo il 7 ottobre.

Laura Matelda Puppini.

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(1) Ovadia qui si riferisca a Antonio Guterres, nato a Lisbona nel 1949, ingegnere, dal 2017 Segretario Generale delle Nazioni Unite.

(2) L’intervista è datata 28 ottobre 2023.

(3) Questa risposta risente molto del concetto religioso che una giustizia prima o poi giungerà per i deboli e gli oppressi. Ed è profondamente religioso anche il pensiero che non ci può essere pace senza giustizia. Cfr. per esempio Papa Francesco: “La pace senza giustizia non è una vera pace, non ha solide fondamenta né possibilità di futuro”, in: Faro di Roma. Quotidiano di informazione, 25 febbraio 2023.

(4) La teoria degli opposti estremismi nacque alla fine degli anni ’40, forse dopo la vittoria elettorale della Dc, e fu ripresa negli anni ’70. Essa tende però a negare valore ad un pensiero diverso da quello centrista, e quindi ad appiattire qualsiasi dialettica politica.

(5) L’ Olp è l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina  (Per alcune note sulla sua storia, cfr. https://www.assopace.org/index.php/doc-multimedia/focus/focus-palestina/partiti-politici-palestinesi/195-organizzazione-per-la-liberazione-della-palestina-olp).

(6) Qui Moni Ovadia dice testualmente “mettere le palle a terra” ma il concetto che vuole trasmettere è più chiaro con “mettere le armi a terra” a mio avviso.

 (7) Yonatan detto Yoni Netanyahu, nato a New York il 13 marzo 1946, morto ad Entebbe, in Uganda, il 4 luglio 1976, è stato un militare ed uno scrittore israeliano. (https://it.wikipedia.org/wiki/Yonatan_Netanyahu). Egli è stato un comandante militare e faceva parte di un corpo speciale israeliano: il “t Sayeret Matkal” e fu ucciso appunto ad Entebbe.  (https://www.jewishvirtuallibrary.org/yonaton-quot-yoni-quot-netanyahu).

(8) Il gran Mufti di Gerusalemme è la suprema autorità giuridica islamica sunnita, ed è il responsabile della corretta gestione dei Luoghi Santi islamici.

(9) Mein Kampf (La mia battaglia) è un volume autobiografico scritto nel 1925 da Adolf Hitler dove egli racconta pure come divenne antisemita e ove esplicita la sua linea politica ed i suoi piani per la Germania del futuro. In detto volume, Hitler sosteneva che i Protocolli dei Savi di Sion, ove si dimostrava l’esistenza di un complotto ebraico per dominare il mondo intero, era un testo reale, mentre poi si dimostrò essere un falso. Quindi i Protocolli divennero parte della propaganda nazista per giustificare la persecuzione e l’annientamento degli ebrei. (Cfr. https://en.wikipedia.org/wiki/Mein_Kampf).

(10)Vladimir Ze’ev Jabotinsky, fondatore del sionismo revisionista, è stato pure il creatore della Legione ebraica e padre spirituale della destra israeliana. Personaggio cinico e visionario, la sua attività politica si è intrecciata, sin dagli esordi, a quella letteraria. Nato ad Odessa, russo per cultura e italiano d’elezione, Jabotinbsky è infatti anche autore di numerosi feuilleton, poemi, racconti di genere e di due romanzi. (Cfr. https://www.voland.it/catalogo/autore/258/vladimir-jabotinsky).

(11) Qui Ovadia si riferisce a Iosif Trumpeldor, nato a Pjatigorsk, 1º dicembre 1880, morto a Tel Hai il 1º marzo 1920, «militare russo, attivista sionista, fondatore della Legione Ebraica e dell’Hechaluz. Ucciso in un attacco arabo all’insediamento ebraico di Tel Hai, nel nord della Galilea, è l’eroe nazionale di Israele.». (https://it.wikipedia.org/wiki/Iosif_Trumpeldor).

(12)Menachem Wolfovitch Begin, era nato a Brest-Litovsk il 16 agosto 1913, ed è morto a Tel Aviv il 9 marzo 1992. Dirigente del movimento giovanile sionista in Polonia, deportato in Siberia nel 1940-41, si trasferì in Palestina nel 1942, assumendo il comando dell’organizzazione terroristica Irgùn Zwaì Leumì, autrice di numerosi attentati antiarabi e antinglesi negli anni immediatamente precedenti alla nascita dello stato di Israele (1948). Deputato alla knesset dal 1948, ministro senza portafoglio dal 1967 al 1970, nel 1973 assunse la leadership di una coalizione di partiti di destra (Likud) – tra i quali l’Herut, da lui fondato nel 1948 – che vinse le elezioni del 1977. Divenuto primo ministro, avviò trattative con il presidente egiziano Sādāt (con il quale condivise, nel 1978, il premio Nobel per la pace), che portarono alla pace separata con l’Egitto del marzo 1979, accentuando contemporaneamente la lotta contro la resistenza palestinese e l’intransigenza nei confronti degli altri stati arabi vicini (ripetuti interventi in Libano fino all’invasione del 1982, annessione del Golan nel 1981, ecc.). Riconfermato primo ministro dopo le elezioni del 1981, si dimise nel 1983 per motivi di salute. (https://www.treccani.it/enciclopedia/menahem-begin/).

(13) Yitzhak Shamir (cognome originario Yizernitzky) ebreo d’origine polacca, era nato a Ruzinoy (Polonia) il 15 ottobre 1915, ed è morto a Tel Aviv il 30 giugno 2012. Politico israeliano, è stato primo ministro di Israele due volte, dopo Begin, dal 1983 al 1984 e dal 1986 al 1992, dopo aver aderito a Varsavia al movimento giovanile sionista di estrema destra ‘Betar’, si trasferì in Palestina nel 1935, entrando a far parte del corrispondente gruppo armato terroristico ‘Irgun Zvai Leumi’ (“Organizzazione militare nazionale”). Nel 1939 seguì Stern nella scissione dall”Irgun che diede vita al ‘Lohamei Herut Israel(LEHI, “Combattenti per la libertà di Israele”); nel 1942, dopo l’uccisione di A. Stern in uno scontro con la polizia, divenne uno dei tre dirigenti centrali del gruppo con N. Yalin-Mor ed E. Ghiladi. S., che fino al 1941 aveva perseguito tentativi di accordo con i nazisti tramite l’ambasciata tedesca in Turchia. Fu coinvolto in episodi cruenti, quali l’uccisione dello stesso Ghiladi nell’estate 1943 e l’attentato mortale al Cairo contro Lord Moyne, ministro della Gran Bretagna per il Medio Oriente, nel novembre 1944. Fu arrestato due volte dalle autorità mandatarie, nel 1941 e nel 1946, riuscendo sempre a evadere. Dopo la nascita dello stato di Israele prese parte all’assassinio del mediatore dell’ONU per la Palestina F. Bernadotte (agosto 1948): ciò lo costrinse alla clandestinità per circa un anno, finché il capo del governo, D. Ben Gurion, non concesse la grazia a tutti gli uomini del LEHI che entrarono nell’esercito regolare. Shamir in particolare, fu arruolato nei servizi segreti, di cui assunse tra il 1955 e il 1965 la direzione della sezione europea. Nel 1970, superate le antiche divergenze con Begin, entrò nel partito ‘Herùt’, erede delle tradizioni terroristiche, ottenendo la presidenza del Comitato esecutivo, essendo eletto deputato nel 1973. Con la vittoria elettorale della destra (Likud) nel 1977, fu eletto presidente dell’Assemblea parlamentare. Malgrado la sua opposizione agli accordi di Camp David con l’Egitto nel 1979, dopo le dimissioni di Moshe Dayan fu chiamato a sostituirlo quale ministro degli Esteri. Nell’agosto 1983 subentrò a Begin alla guida del governo mantenendola fino al 1984. Fu quindi per due volte primo ministro e fu costretto, dalle ripercussioni della guerra contro l’Iraq, ad accettare il negoziato con i paesi arabi (Conferenza di Madrid del 31 ottobre 1991). Infine venne sconfitto dai laburisti di Rabin alle elezioni del 23 giugno 1992: e, nel marzo 1993, fu sostituito da Bibi Netaniahu alla guida del ‘Likud’. Quindi si ritirò dalla vita politica. (https://www.treccani.it/enciclopedia/yitzhak-shamir_%28Enciclopedia-Italiana%29/).

(14) Ariel Sharon è stato un militare e uomo politico israeliano nato a Kfar Malal, in Palestina, nel 1928, e morto a Ramat Gan nel 2014. Giovanissimo, nel 1942, aderì all’ ‘Hagānāh’, la principale organizzazione militare clandestina sionista attiva in Palestina durante gli anni del mandato britannico. Dopo aver partecipato alla guerra arabo-israeliana del 1948 e all’invasione del Sinai nel 1956, si distinse in numerose azioni di rappresaglia contro il terrorismo palestinese. Nel 1966 fu promosso Maggiore Generale e nel 1967 partecipò alla guerra dei Sei giorni. Ritiratosi dall’esercito nel 1973, fu richiamato nell’ottobre dello stesso anno allo scoppio della guerra dello Yom Kippūr. Dedicatosi alla politica, nel 1973 fu tra i fondatori del ‘Likud’. Eletto alla Knesset nel dicembre 1973, si dimise un anno dopo a seguito della nomina a consigliere di sicurezza del primo ministro Y. Rabin. Nuovamente eletto nel 1977, divenne ministro dell’Agricoltura e avviò un piano estensivo di colonizzazione ebraica nella striscia di Gaza, nel deserto del Negev, sulle alture del Golān, ecc., tutte zone considerate strategicamente determinanti per la difesa militare di Israele. Ministro della Difesa (1981-83) durante la guerra in Libano, si dimise dopo essere stato giudicato indirettamente responsabile del massacro di Palestinesi compiuto dai falangisti libanesi nei campi profughi di Ṣabrā e Šātīlā (sett. 1982), giudizio espresso da una commissione d’inchiesta promossa dal governo e presieduta dal presidente della Corte Suprema I. Kahan. Più volte ministro nel corso degli anni Novanta, nel 1999 divenne segretario del ‘Likud’. Il 28 settembre 2000 si rese protagonista di una discussa visita alla Spianata delle moschee nella parte araba di Gerusalemme, visita considerata una provocazione dalla popolazione palestinese. Vincitore con oltre il 62% dei voti nelle elezioni speciali del febbraio 2001 per la carica di primo ministro, nel mese di marzo presentò il suo governo di unità nazionale alla Knesset. Anche le elezioni del gennaio 2003 videro una netta affermazione di Sharon, il cui partito ottenne 40 seggi, contro i 18 dei laburisti. Nel corso dell’anno, dopo una nuova ondata di attentati, Sharon iniziò la costruzione di una barriera difensiva tesa a isolare la Cisgiordania da Israele. In seguito annunciò a sorpresa il ritiro unilaterale da Gaza, incontrando forti resistenze da parte dei coloni ivi stanziati. Nel novembre 2005,Sharon uscì dal ‘Likud’ e fondò un nuovo partito (Kadima). Dal gennaio 2006, pochi mesi dopo l’evacuazione forzata degli insediamenti di Gaza, entrò in coma in seguito a un ictus cerebrale. (https://www.treccani.it/enciclopedia/ariel-sharon/).

(15) David Ben Gurion era nato a Płońsk il 16 ottobre 1886, ed è morto a Sde Boker, 1º dicembre 1973, ed è stato un politico polacco naturalizzato israeliano, fondatore di Israele e prima persona a ricoprire l’incarico di primo ministro del suo paese. Esponente sin dalla gioventù del movimento sionista, si trasferì nel 1906 in Palestina, dove assunse il cognome ebraico di Ben Gurion. in sostituzione di quello originario di Grün. Espulso dalle autorità ottomane nel 1915, rientrò in Palestina nel 1918, dedicandosi, durante il periodo del mandato britannico, alla costruzione delle basi di un futuro stato ebraico indipendente. Fondatore, nel 1920, e segretario generale fino al 1935, dell”Histadrut’ (Federazione generale dei lavoratori d’Israele), fondatore nel 1930 e leader del Mapai (Partito laburista israeliano), nel 1935 divenne presidente, (carica che tenne fino al 1948) dell’Agenzia ebraica, salendo al vertice dell’Organizzazione sionistica mondiale. Dopo aver guidato la lotta politica e militare che doveva portare alla proclamazione dello stato d’Israele, avvenuta nel maggio 1948, ne divenne primo ministro, conservando tale carica, con una breve interruzione dal 1953 al 1955, fino al 1963 ed esercitando un ruolo determinante nell’edificazione del nuovo stato e in tutte le sue scelte principali di politica interna e internazionale. Separatosi dal Mapai nel 1965, diresse per alcuni anni un piccolo partito di opposizione, il Rafi, ritirandosi definitivamente dalla vita politica nel 1970. https://www.treccani.it/enciclopedia/david-ben-gurion/ e https://it.wikipedia.org/wiki/David_Ben_Gurion).

(16) Shimon Peres è stato un uomo politico israeliano, nato a Vishneva allora in Polonia, ora Bielorussia, nel 1923, è morto a Tel Aviv nel 2016. Emigrato in Palestina nel 1934, entrò nell’ ‘Hagānāh’, corpo paramilitare ebraico e aderì al Mapai (partito laburista), guidato da David Ben Gurion che, in qualità di capo delle organizzazioni militari sioniste clandestine, lo inviò, nel 1947-48, negli Stati Uniti con il compito di reperire armi. Direttore generale del ministero della Difesa dal 1953 al 1959, compì, in particolare, missioni in Francia per ottenere armi in vista dell’attacco anglo-franco-israeliano all’Egitto del 1956, quindi fu viceministro (1959-65) e seguì Ben Gurion nella scissione dal Mapai (1965) che diede vita al Rafi (Lista del lavoro israeliana). Entrato nel Partito laburista israeliano, che nel 1968 riunificò le principali tendenze laburiste, dal 1969 guidò vari ministeri, fra cui quello della Difesa (1974-77). Presidente del partito laburista dal 1977, fu primo ministro nel 1984-86 e in seguito ministro degli Esteri (1986-88) e delle Finanze (1988-90). Sostituito alla guida del partito laburista nel 1992, dal febbraio Peres assunse la carica di ministro degli Esteri, svolgendo un ruolo di rilievo nei negoziati che portarono al riconoscimento reciproco tra Israele e OLP (sett. 1993). Nel settembre del 1995, dopo mesi di intensi negoziati, firmò come ministro degli Esteri l’accordo, noto come ‘Oslo II’, con il leader dell’OLP, che prevedeva il graduale ritiro delle forze israeliane da alcune città della Cisgiordania. Tornato alla guida del Partito laburista e del governo nella difficile fase di transizione seguita all’assassinio del primo ministro Rabin (nov. 1995), dopo gli attacchi terroristici del febb.-marzo 1996 a Tel Aviv, Gerusalemme e Ashqĕlōn, adottò una politica intransigente, promuovendo fra l’altro un’estesa offensiva aerea sul Libano centro-meridionale nell’aprile 1996). Alle elezioni del maggio 1996 per la carica di primo ministro, venne sconfitto dal candidato del ‘Likud’ Netanyahu. Nel marzo 2001 venne nominato ministro degli Esteri nel governo di unità nazionale guidato dal leader del ‘Likud’ Sharon. Nel 2005 lasciò il Partito laburista e aderì a Kadima, il nuovo partito fondato da Sharon. Nello stesso anno divenne vice primo ministro. Nel 2007 fu eletto nono presidente dello Stato di Israele, carica che ricoprì fino al 2014, quando gli subentrò R. Rivlin. Membro del governo di Sharon dal 2001 – 2006, nel 2005 aderì alla formazione ‘Kadima’, ispirata dalle idee di Sharon, e nel 2006 divenne vicepremier nell’esecutivo di Ehud Olmert. Nel 2007 fu eletto nono presidente dello Stato di Israele, carica che ha ricoperto fino al 2014. (https://www.treccani.it/enciclopedia/shimon-peres/).

(17) Con questo termine palestinese che significa ‘catastrofe’ si indica l’esodo palestinese del 1948, durante la guerra civile del 1947-48, al termine del mandato britannico, e durante la guerra arabo-israeliana del 1948, dopo la fondazione dello Stato di Israele.

(18) Madaleine Albright (18) nata Marie Jana Korbelová è stata segretario di Stato Americano durante il secondo mandato di Bill Clinton e prima rappresentante permanente degli Stati Uniti alle Nazioni Unite. Il 12 maggio 1996 nel programma della CBS ’60 minutes’, alla domanda se la morte di mezzo milione di bambini in seguito alle sanzioni economiche dopo la guerra del Golfo fossero un prezzo troppo alto da pagare, rispose: “Credo sia una scelta molto difficile, tuttavia il prezzo, non pensiamo sia troppo alto. È una scelta morale. Ma è una scelta morale anche quanto dobbiamo ai cittadini americani, ai soldati americani e ai paesi delle regioni limitrofe per assicurarsi che quest’uomo Saddam Hussein non sia più una minaccia”, (https://it.wikipedia.org/wiki/Madeleine_Albright) che si commenta da sé per la sua totale disumanità e ferocia.

(19) Neocon è la forma abbreviata per ‘neoconservatives’ (“neoconservatori”) ed è la denominazione assunta da alcuni intellettuali americani (il primo fu Irving Kristol, nato nel 1920) che durante gli anni Settanta del 20° secolo assunsero posizioni critiche verso la sinistra […]. (…). La loro notorietà è legata alla politica estera adottata dal presidente G.W. Bush dopo gli attentati dell’11 sett. 2001: ai neo con viene infatti attribuita la paternità della teoria dell’esportazione della democrazia nel mondo in funzione antiterroristica, ricorrendo anche all’intervento militare per rovesciare regimi dittatoriali. (https://www.treccani.it/enciclopedia/neocon/)

(20) Slobodan Milošević È stato presidente della Serbia dal 1989 al 1997 e presidente della Repubblica Federale di Jugoslavia dal 1997 al 2000. Fu tra i protagonisti politici della guerra nella ex-Jugoslavia. Fu accusato di crimini contro l’umanità per le operazioni di pulizia etnica contro i musulmani in Croazia, Bosnia ed Erzegovina e Kosovo. (https://it.wikipedia.org/wiki/Slobodan_Milo%C5%A1evi%C4%87).

(21) Toni Blair è stato primo ministro del Regno Unito dal 2 maggio 1997 al 27 giugno 2007, giorno delle sue dimissioni. Da allora ha ricoperto, fino al 27 maggio 2015, l’incarico di inviato per la pace nel Medio Oriente nel Quartetto per il Medio Oriente, su mandato di ONU, Unione europea, USA e Russia. (https://it.wikipedia.org/wiki/Tony_Blair). È stato colui che, mentendo sulle armi chimiche possedute da Saddam Hussen, ha dato la scusa per l’avvio della guerra in Iraq, che ha portato tanta distruzione e morte tra i civili. Ma questo wikipedia non lo dice.

(22) La Commissione Chilcot, dal nome di chi la presiedette, fu istituita dal governo inglese nel 2009 per fare luce sull’ intervento britannico in Iraq. Le conclusioni a cui giunse sono leggibili, per esempio, in: Il rapporto Chilcot dimostra che la guerra in Iraq è stata un errore, in: https://www.internazionale.it/notizie/2016/07/06/iraq-rapporto-chilcot.

(23) Levitico 23. Le terre non si potranno vendere per sempre, perché la terra è mia e voi siete presso di me come forestieri e inquilini. 24. Perciò, in tutto il paese che avrete in possesso, concederete il diritto di riscatto per quanto riguarda il suolo. 25. Se il tuo fratello, divenuto povero, vende una parte della sua proprietà, colui che ha il diritto di riscatto, cioè il suo parente più stretto, verrà e riscatterà ciò che il fratello ha venduto.

(24) «Non opprimerai lo straniero, poiché straniero tu fosti nel paese d’Egitto». Questa famosa esortazione, con alcune variazioni, si ripete nella Torah per 36 volte: il doppio di 18, che è il numero che la gematria (il sistema di attribuzione di un valore numerico alle lettere) assegna alla parola Chai […] ovvero “vivente”, uno dei simboli dell’ebraismo. (https://www.joimag.it/il-gher-lo-straniero-nella-torah/). Ed ancora: Esodo «Non opprimere lo straniero; voi conoscete lo stato d’animo dello straniero, poiché siete stati stranieri nel paese d’Egitto». (https://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Es21.1-24.18&formato_rif=vp).

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L’ immagine che accompagna l’articolo ritrae dei bambini nella strisica di Gaza ed è tratta da: https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2021-05/israele-gaza-palestinesi-bambini-guerra.html. L. M. P.

 

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