Io vorrei, come credo molti, ed anche consiglieri della minoranza in regione Fvg ma forse pure qualcuno della maggioranza, porre qualche domanda all’assessore mai da noi eletto Riccardo Riccardi e ricevere da lui risposte soddisfacenti ed informate, reali e più consone di quelle che in genere dà alle interrogazioni dei consiglieri, dato che pare che noi cittadini stiamo ormai rivestendo, spesso ed a mio avviso, il ruolo di vittime delle sue scelte e magari vorremo discuterle con lui. Ma una persona a me nota di destra, che lo conosce bene, mi ha detto che egli non vuole ascoltare nessuno e fa quello che vuole. In sintesi, dico io, è una persona del ‘Volli, volli, fortissimamente volli’.

Ma non c’è solo lui, per carità: a livello politico diciamo che questo aspetto del ‘Fasin da besoi’ è una situazione di ‘mal comune, mezzo gaudio’ che caratterizza tutta la giunta vecchia/nuova, che marcia su questa via del non dialogo e dell’imposizione dall’alto alla popolazione ed alla minoranza, come pare faccia lo stesso governo, che va avanti con decreti legge governativi, quando i politici sono da noi lautamente pagati  per venire incontro alle comunità ed al territorio, non per sottometterli ai propri voleri. Ma anche fra l’utenza friulana il ‘Sì scior paròn’ pare ancora di moda. E se erro correggetemi.

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Per quanto riguarda la pineta di Cattinara, oggetto di questo articolo, strenuamente difesa dal Comitato spontaneo per la salvezza della stessa e da madri, maestre, bambini, residenti nei paraggi, che usufruiscono di questo polmone verde locato su di un cucuzzolo battuto dal vento, nell’ ottobre 2021 la giunta dei sempre quelli con una o due varianti, per voce di Riccardo Riccardi aveva espresso la piena disponibilità, qualora fosse stato operativamente possibile, a trovare delle alternative all’abbattimento degli alberi della pineta che portava e porta refrigerio alla vicina scuola ed alla gente. (https://www.triesteallnews.it/2021/10/sanita-riccardi-risponde-a-iii-commissione-su-pineta-cattinara/). Ma poi, nel 2022, mi pare, l’assessore si è rimangiato tutto, almeno da quanto riportava una fonte giornalistica, che non riesco però più a reperire.

L’impressione che una come me si fa, (ma per carità, potrebbe essere errata), è che ci siano persone che parlano, parlano, assicurano, ma poi continuano per la loro strada, insensibili a qualsiasi problema. Ma se, mi dico io, nel corso di lavori già appaltati, trovi un mosaico romano, i lavori li devi fermare. Se invece un intero gruppo formato da migliaia di persone dice che togliere una pineta incredibilmente ancora presente su di un cucuzzolo ventoso, utile anche per l’ossigenazione di un complesso ospedaliero intero, deve sopravvivere e non esser tagliata per esser sostituita da parcheggi, no. Insomma quanto vale la salute nel nostro paese? Meno di un pavimento musivo di indubbio valore?

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Ora bisogna ricordarsi che il progetto preliminare per la ristrutturazione e ampliamento dell’ospedale di Cattinara con la costruzione del nuovo Burlo e con l’eliminazione degli alberi del parcheggio dipendenti e dell’aiuola del piazzale dei bus, risale al 2009, giunta Tondo; il progetto definitivo, con distruzione anche della pineta di Cattinara al 2014, giunta Serracchiani; il progetto esecutivo, che conferma le scelte del progetto definitivo con minime modifiche e l’aggiunta del nuovo parcheggio tra il polo cardiologico e via del Botro, al 2021, prima giunta Fedriga. (Informazioni da Paolo Radivo).

Ma pare che ora Riccardi, che tanto dice di dover rispettare il progetto esecutivo per la sede principale del nuovo Burlo, con parcheggi ed affini, non intenda invece seguire detto progetto per il giardino compensativo della pineta, previsto nel piazzale interno, dove vuole far costruire, invece, il Cube hospital da 8 piani non previsto da nessun progetto regolarmente approvato, e quindi una ‘new entry’.  (Informazioni da Paolo Radivo).

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Non solo: uno, dato che gli altri non vengono ascoltati, può, purtroppo, in questa nostra disastrata Patria, senza spendere soldi propri ma dei cittadini, senza forse una valutazione obiettiva dell’impatto ambientale proiettato anche nel futuro, mettere cubi su cubi di cemento su di un cucuzzolo, rendendolo più sottoposto ai venti, alle intemperie, al caldo, per aumentare lo spazio per un ospedale, quando a Trieste esiste anche “il Maggiore”, costruito da Maria Teresa d’Austria imperatrice e benemerita, e quando poi la realtà brutalmente ci dice che l’assessore ed i dg delle Aziende Sanitarie non riescono neppure a cavare un ‘medico da un buco’ si fa per dire, che voglia lavorare in pianta stabile in Fvg, in sintesi non riescono a trovare, per la sanità disastrata della nostra regione, nè  sufficienti medici di base, nè sufficienti specialisti, né sufficienti infermieri. E questo è sotto gli occhi di tutti, mentre i pochi rimasti, vista la gran possibilità di spostarsi, se ne vanno senza forse neanche voltarsi indietro.E scrivo questo senza voler offendere alcuno, e se erro correggetemi.

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Non solo: ‘Il passaggio del ‘Burlo’ a ospedale di riferimento regionale, con i soliti ‘suoni di tromba’ (e mi si scusi la frase ma non ne trovo ora di migliori), avveniva nel 2021, proprio sotto Fedriga e Riccardi. E questo deve essere tenuto in seria considerazione, anche per il rischio di sovraffollamento in un unico centro, del ridimensionamento di Udine reparto pediatrico e magari la soppreessione, per un motivo o l’altro, della utile pediatria di Tolmezzo.

E anch’ io, come tanti, ritengo che il mastodontico e ancestrale nella progettazione nuovo ‘Burlo’ non dovesse venir realizzato, anche a protezione dei bimbi, perché ad essi non giova sicuramente la contiguità e quindi la possibile commistione e condivisione di spazi comuni per i visitatori e genitori fra popolazione ammalata adulta e pediatrica. Il covid almeno questo avrebbe dovuto insegnarci. Inoltre la giunta regionale vecchia/nuova ha già speso belle cifre per risistemare il Burlo esistente, circondato dal verde. Credetemi, ho avuto lì il mio primo figlio, sono andata poi lì anche non molto tempo fa, e piange il cuore pensare a tutto quello spazio gettato via, e al pediatrico ginecologico di Trieste spostato in una locazione che pare quella di un ‘rifugio alpino’ circondato però da parcheggi invece che dal paesaggio montano.

Inoltre la “Rizzani de Eccher”, società a cui erano stati appaltati i lavori, si è trovata recentemente in difficoltà finanziaria, con un passivo, nel 2023, di 900 milioni di euro, poi andati, pare, a pareggio, e solo in questi giorni ha avuto l’ok del Tribunale di Udine alla ristrutturazione del debito per interventi di terzi che hanno acquistato la società, facendole riprendere i lavori pubblici per un valore, par di capire, di 4 miliardi di euro. (https://www.telefriuli.it/cronaca/rizzani-de-eccher-ristrutturazione-debito/). E fino a che la Rizzani de Eccher, contro cui nulla ho perché non la conosco, non ha trovato i ripianatori del suo debito, Riccardi credo non sapesse neppure se i lavori per il nuovo Burlo sarebbero andati a buon fine o meno. Guarda un po’ tu la sorte infame: non quelli dei comitati stavano per ritardare il gran progetto ma affari del mondo economico/finanziario in cui vive sprofondata questa nostra giunta!

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Infine bisogna ricordarsi che il ‘Burlo’ è una fondazione, dai tempi della Serracchiani, oltre che un IRCCS, ed i primi membri del Consiglio di amministrazione risultavano «Enrico Samer, presidente e amministratore delegato della Samer & Co Shipping, Stefano Pace, Sovrintendente del Teatro Verdi di Trieste, Anna Mareschi Danieli Presidente di Confindustria Udine e Dirigente del Gruppo Danieli Spa, Chiara Mio, Professore ordinario del Dipartimento di Management dell’università Ca’ Foscari di Venezia e Presidente della Banca Popolare Friuladria, Serena Zacchigna, docente al Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute dell’Università di Trieste, Ada Murkovic, già direttore amministrativo del Burlo, Gabriella Clarich, già responsabile della Struttura complessa di odontostomatologia del Burlo e, in rappresentanza delle mamme e dei genitori, Tatjana Familio, responsabile dell’Ufficio stampa di PromoTurismo FVG. (Da: https://www.burlo.trieste.it/nasce-fondazione-burlo-garofolo).

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Inoltre, forse nel 2019, prima del covid, quando il Burlo era già una Fondazione, la Despar si è data da fare per raccogliere fondi per il Burlo e per curare i bambini anche presso chi andava a far la spesa nei suoi punti vendita, che veniva incalzato dai commessi a lasciare il suo obolo. Francamente io non ho dato una lira, ma anche vecchietti e vecchiette poveri lasciavano qualcosa per detto scopo, quando credo che sarebbe stato molto più opportuno che l’assessore Riccardi pensasse a dare ‘due euro’ a questo fine. E magari sarebbe interessante anche che Riccardi, oltre che pensare al nuovo Burlo, pensasse alla manutenzione ed arredi delle torri di Cattinara ed in particolare al potenziamento del personale ovunque.  ‘Dopo mai che lu disin” … Ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, dice il proverbio.

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E giungiamo al recente incontro in terza commissione con oggetto la pineta di Cattinara mentre gli alberi stanno cadendo sotto le motoseghe, inesorabilmente.

Alle domande di Maria Rosa Capozzi, che in un certo senso rappresentava anche il Comitato “Salviamo la pineta di Cattinara”, forte di circa 8.000 firme e presieduto da Paolo Radivo, che interrogava l’assessore della salute e protezione civile, con una interpellanza da lei presentata,  su questi aspetti: se l’assessore 1) intendesse bloccare l’abbattimento della Pineta di Cattinara e degli alberi presenti nel parcheggio dipendenti ASUGI e nel piazzale degli autobus; 2) se intendesse anticipare la ristrutturazione delle due torri ospedaliere; 3) se intendesse ridiscutere il progetto di trasferimento del Burlo Garofolo insieme a tutti i portatori di interesse, inclusi sanitari, residenti e associazioni ambientaliste., così ha risposto l’assessore Riccardo Riccardi, che resterà sicuramente nella nostra memoria collettiva di cittadini del Fvg e dei figli dei nostri figli, per come ha trasformato/distrutto il nostro sistema sanitario. La risposta è tratta dal comunicato inviatomi da Paolo Radivo, frutto della sua trascrizione della registrazione dell’intervento dell’assessore in terza Commissione. Questa risposta, però, più che parlarci del fatto che l’assessore intende procedere sulla via intrapresa, sperando che il sottosuolo non ceda, ci parla dell’ assessore stesso, del suo modo di ragionare, oltre che del suo essere ripetitivo.

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Il tono della prima frase tende a mostrare un assessore un po’ ‘piccato’ come pare di solito sia Riccardi ad ogni domanda che non gli piace. “Cos’è la storia di tutti questi comitati e coordinamenti che stanno crescendo come funghi?” – avrà magari pensato. Ma è pensiero mio, e mi scuso subito e se erro correggetemi. Ma cosa volete aspettarvi da uno che urla in faccia ‘pagliaccio’ a Furio Honsell e che afferma pubblicamente che non merita di sedere in Consiglio Regionale solo perché non aveva ‘venerato’ Berlusconi, diventato improvvisamente ‘Presidente della Repubblica’ per Fedriga, quando non lo è mai stato? Ma ormai la maleducazione ed il vilipendio, propri dei cosiddetti ‘social’, pare dilaghino, e lo dico in generale, mentre nessuno si cura di ascoltare e men che meno di informarsi.

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Ma ritorniamo all’ assessore Riccardi: Egli così ha esordito: «Sarò estremamente chiaro perché so che non mi ascolta solo lei. Con grande rispetto per l’opinione di tutti, io questa operazione me la sono trovata». Due note: la prima è relativa alla prima frase: l’assessore inizia giudicando la persona a piacimento, (è una che non ascolta) senza che possa difendersi, invece che entrare nel merito delle questioni. La seconda è relativa al fatto, già noto e stranoto, che il nuovo Burlo non è stato ipotizzato dalla giunta Fedriga vecchia/ nuova, (a cui però pare davvero piaccia) cosa risaputa da anni.

Poi ha continuato dicendo che il progetto nuovo Burlo ha avuto tutte le autorizzazioni richieste, aspetto mai messo in dubbio. Quindi ci ha regalato una delle frasi che ci fanno solo capire cosa pensa l’assessore di sé stesso portatore di progresso, e degli altri: «E penso che questo Paese dovrebbe abituarsi a concentrarsi sul fare le cose invece che ridiscutere ogni volta, perché significa non andare avanti», senza sapere magari che certe volte fermarsi a riflettere è più importante dell’attivismo acceso che non si sa dove porti e quanto costi alle ‘scarsele’ dei cittadini, ma anche questo è solo pensiero mio. E ha continuato a non rispondere.

Finalmente ha espresso il suo intendimento: «La mia intenzione è quella di non interrompere i procedimenti che già faticosamente stanno andando avanti» (per la crisi della Rizzani de Eccher) e «Lei mi chiede di bloccare l’abbattimento della pineta di Cattinara. Ma se io blocco rivedo tutto, a parte le responsabilità e le ragioni per cui dovrei fare questa cosa andando incontro anche alla comune responsabilità del fatto di interrompere un percorso amministrativo approvato con tutte le autorizzazioni da parte di chi ne aveva titolo. Perché, quando si fanno le cose, poi bisogna capire quali sono le responsabilità che vanno attorno a queste cose. Ma, al di là delle responsabilità, qui c’è un’opera che è progettata e ha le autorizzazioni e addirittura è contrattualmente affidata a un’impresa che la deve realizzare». Ed ha anche detto: ««Allora la responsabilità vuole, al di là della condivisione totale o meno delle impostazioni sul fatto che il Burlo vada a Cattinara, con tutte le conseguenze del caso… io ho il dovere di procedere sulla continuità amministrativa, il dovere e la responsabilità». E qui vi dico che questa frase mi ha fatto stizzire. L’assessore che tanto negativamente ha inciso nello svolgere il suo compito istituzionale, e cioè di garantire la salute dei cittadini e di mantenere un sistema sanitario regionale efficace ed efficiente, ora, nella veste legittima di “assessore dei lavori pubblici ospedalieri”, parla di dovere e responsabilità?

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Ma al di là di questo piccolo particolare, pare che inizialmente non fosse previsto l’abbattimento della pineta e degli alberi della zona, ed in ogni caso, se detto abbattimento fosse stato autorizzato, in cambio si sarebbe provveduto alla creazione di uno spazio verde alternativo. Come mai poi si è cambiata idea e si costruirà il ‘cube hospital’ di 8 piani? Non faceva forse parte del progetto ereditato, verso cui l’assessore si sente così responsabile, anche la creazione dello spazio verde alternativo? E l’assessore dovrebbe essere coerente anche in questo caso: se ha avuto il parere favorevole per la zona verde, non avrebbe dovuto cambiare idea e pensare ad altro cemento sul cucuzzolo. E se ha cambiato idea una volta, può farlo anche la seconda e cercare di lasciare la pineta.   

Poi magari, mi piacerebbe che tanta coerenza con gli impegni presi, fosse presente anche rispetto al compito principale dell’assessore alla salute, cioè quello di garantire un servizio sanitario regionale adeguato e rispondente alle esigenze de cittadini del Fvg, ma pare proprio che sia la cosa che gli riesce di meno.

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Ma tirem inanz. Poi a Riccardo Riccardi non è parso vero di tirar fuori il consigliere Conficoni, che non sembra sia uno dei suoi preferiti e che vive forse come una spina nel fianco, e il nuovo ospedale di Pordenone, che c’entrano con il nuovo Burlo come ‘ i cavoli a merenda’ quando poteva limitarsi a dire che non intende bloccare l’abbattimento della pineta e stop. Inoltre mica gli era stato chiesto di fermare il nuovo inutile padiglione del nuovo Burlo …

Inoltre Riccardi ha sostenuto, in forma generica, che quando c’ è un progetto approvato ma non si sa da chi, che magari non è mai è passato in consiglio regionale, che mai è stato illustrato ai cittadini, ma è stato appaltato, non si può fermare. Ma questo lo abbiamo già capito de visu e de facto: si fanno fare progetti da x o y, e mi vengono in mente quelle aberrazioni per il lago di Cavazzo fatte dai tre progettisti foresti int’un lamp, e che hanno cancellato il bypass richiesto dai cittadini per rinaturalizzare il più grande e bel lago della Regione, che verrà sottomesso alle esigenze di mercato, e poi un assessore suggella la loro validità e quindi si passa all’appalto dei lavori, senza analizzare ricaduta alcuna, senza ascoltare nessuno, facendo una specie di ‘colpo di mano’. Ma non dovrebbe funzionare così in una democrazia. Ma voi lettori cosa ne pensate?

Ed anche il progetto del poi sindaco di Paularo Marco Clama, leghista, per la nuova inutile strada per il Marinelli che nessuno vuole, è stato approvato non si sa da che assessorato e quindi pare siano stati appaltati i lavori, trasformandolo in cosa fatta sulla testa della gente e di parte del turismo montano, da realizzarsi con i soldi pubblici. Ma se ho errato in quanto fin qui scritto, correggetemi, e scrivo questo solo perché tento di farvi capire, miei lettori, che non mi pare un modo di procedere democratico, anche se non metto in dubbio che sia legalissimo, per carità, ormai in Italia è ‘tutto legale’ si fa per dire …. Ma speriamo che fra un po’ non sia considerato illegale solo pensare.

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Quindi Riccardi ha continuato: «Allora la responsabilità vuole, al di là della condivisione totale o meno delle impostazioni sul fatto che il Burlo vada a Cattinara, con tutte le conseguenze del caso… io ho il dovere di procedere sulla continuità amministrativa, il dovere e la responsabilità», come ho già riportato.

Poi ha rivolto un ulteriore attacco ai Comitati che non capiscono la grandezza del pensiero assessorile: «E tutti quelli che si inventano soluzioni che servono a riempire qualche pagina di giornale in più o a contestare con la solita petizione e il solito comitato sono un problema di questo paese». Magari l’assessore si sentirebbe meglio se la popolazione fosse assoggettata come lo è in un regime totalitario? Come ai tempi di …. ?

Ma questa è una fissa dei nostri potenti assessori regionali, che ritengono coloro che firmano una petizione un mare di pecoroni e buoi, mentre cercano solo di esprimere in democrazia il loro pensiero. E da affermazioni di questo tipo che si capisce ancora molto sulla personalità di questo assessore dal punto di vista psicologico, che nega persino il diritto costituzionale ad esprimere le proprie idee, motivate, mentre il suo ‘alter ego’, Fedriga, si dimentica di portare in consiglio regionale un argomento di vitale importanza, e passa a decidere da solo su quanto dare allo stato fino al 2033, quasi un obolo fisso, indipendentemente dalle entrate. Ma siamo forse una Regione a Statuto Speciale per sostenere lo stato, uno stato con sempre meno denaro visti i vitalizi reintrodotti, le diverse prebende, le spese in armi che rendono povera la popolazione italiana ed italianissima? Quindi dopo altri lai contro un sindaco ignoto, di cui ben poco può interessare al cittadino del Fvg, Riccardi ha continuato dicendo che abbattere la pineta serve per il nuovo Burlo, ma io ho capito che serve per creare un parcheggio, non l’edificio. E chiedo lumi in proposito.

Queste le sue parole, sempre dalla trascrizione di Radivo – «Quindi la realizzazione dell’edificio del Burlo comporta l’abbattimento di quella pineta, tra l’altro in una condizione di recupero ambientale che prevede la destinazione a verde con aree più ampie rispetto a quelle esistenti». Ma a quale progetto siamo ed a che anno? Perché ora si parla di realizzazione, nella progettata zona verde, se ho ben compreso, del cube hospital’ di 8 piani per Cattinara ospedale … che intanto resiste per l’abnegazione del personale in situazioni estive difficilissime, ma forse anche autunnali.

Ma se è vero quanto dice l’assessore, perché non ha illustrato a Capozzi questo nuovo progetto di ampie aree verdi ignote ai più? Perchè non si sa dove verranno poste? Ma allora poteva dire subito che il cucuzzolo inaridito resterà tale, e non se ne parla. Inoltre, il terreno terrà cubi su cubi di cemento senza neppure un albero? E temo che, quando i sostenitori strenui del progetto ne vedranno il risultato finale, qualche problema lo avranno anche loro. Ma per non smentirsi continueranno ad intesserne le pubbliche lodi.

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Poi l’assessore ha continuato ripetendo i concetti già espressi, portando l’intervento a perdere chiarezza, possibilità di comprensione e capacità di seguire il testo. Però una cosa la dice, relativamente al ‘Burlo’ posto nella vecchia locazione: «Noi siamo nelle condizioni di dire che quell’istituto che ogni anno fa fatica a guadagnarsi le sue certificazioni, le sue attestazioni nelle condizioni in cui si trova potrebbe permettersi (con la nuova location N.d.r.) di ripartire da zero per garantire il proprio funzionamento?»
Ma se questo pessimo funzionamento del Burlo Garofolo è dato reale, ci si chieda il  perché. Non sarà magari perché manca personale?

Ma poi non era il Burlo, per ilFriuli.it uno fra i migliori ospedali pediatrici del mondo? (Burlo Garofolo tra i migliori ospedali pediatrici del mondo. Per il settimanale Newsweek è al 79imo posto. In Europa si trova in 25ima posizione, in http://www.ilfriuli.it). Ma allora di quale ‘Burlo’ sta parlando l’assessore, se ve ne è uno solo in Italia? Inoltre se il Burlo a Cattinara serve per rilanciarlo, si fa confusione palese tra la locazione e la bontà del risultato, che è ottimo anche trovandosi in altro luogo, perchè dipende dalle equipes mediche e dalla loro organizzazione. Non solo: ogni travagliata modifica epocale anche negli spazi ospedalieri, comporta un periodo di transizione e di adattamento, ove la cosiddetta ‘produttività’ potrebbe risentirne anche in modo deciso, e una parte della classe medico infermieristica ivi occupata, in seguito al cambiamanto, potrebbe lasciare il lavoro portando magari alla gettonizzazione o esternalizzazione dei reparti per quanto riguarda il personale. Sono rischi ipotetici. staremo a vedere il gran finale.

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Quindi ribadendo sempre il suo alto senso di responsabilità in questi lavori pubblici, che però ci dispiace, noi invece non vediamo ripreso nel garantirci un sistema sanitario adeguato alle esigenze, alla tempestività della diagnosi e cure, alla territorialità e vicinanza di queste ultime, senza esser sempre impegnati nel turismo sanitario, come accade a me, pur avendo l’ospedale di Tolmezzo ad un chilometro, l’assessore ha continuato dicendo che altro è seguire un progetto così complesso, «Altra cosa è prendere un megafono, andare in mezzo a una piazza a dire che non si è d’accordo su una cosa o su un’altra». Ma ditemi un po’ voi! Come se chi va in piazza fosse un deficiente! E poi chi urlava con le mani a mo’ di megafono davanti al Palazzo della Regione, è stato Scoccimarro! Non solo, Riccardi nella sua visione onirica di estrema destra della realtà in uno Stato con una Costituzione nata dalle resistenza, fatta da quattro ‘straccioni’ che hanno riportato il tricolore a sventolare sul suolo Patrio, Riccardi che legge ancora la società con stereotipi sessantottini e che si dimentica che ormai quasi solo i preti nelle processioni usano il megafono o meglio l’altoparlante, contrappone, in questa risposta, i professionisti come lui che devono assumersi responsabilità enormi ai contestatori che magari sono più bravi dei professionisti, più preparati, e che vivono nella realtà attuale non nel sessantotto stereotipato o giù di lì.

Quindi ha concluso, dopo aver ripetuto sempre quella, a mio avviso, dicendo: «Mi fa un’ultima domanda, dove dice: se ridiscutere il progetto di trasferimento del Burlo insieme a tutti i portatori di interesse inclusi sanitari, residenti e associazioni ambientaliste. Mi pare di averle risposto». (Come già scritto l’intervento dell’assessore deriva da una trascrizione di Paolo Radivo, giuntami dallo stesso).

Oddio, lettori miei! Sarà perché sono vecchia ma io che pur riesco a leggere e capire però talvolta solo parzialmente anche testi legali attuali, che sono un rebus, una ‘palla’, noiosissimi ed ingarbugliati, vi giuro che non ho capito la risposta alla domanda. Ma transeat. E con un “Coraggio Trieste!”, chiudo questo mio articolo, che non vuole offendere alcuno ma solo riportare fatti e alcune mie considerazioni opinabili. E se erro correggetemi. 

Laura Matelda Puppini

Per chi fosse interessato, ho già pubblicato, dal 2021, qui tutta una serie di articoli sul ‘nuovo Burlo’ che potete trovare entrando nel sito e digitando, in ‘cerca’, la parola Burlo. Stamane prima delle 7 del mattino, senza preavviso, la pineta è stata recintata, scrive sempre Radivo, e si passerà alla sua distruzione sistematica. ‘O pini di Cattinara, addio!’.

In commento mio, potete leggere il comunicato di Patto per l’autonomia Civica e Adesso Trieste nel merito.

L’immagine ritrae l’attuale ospedale senza le ulteriori aggiunte in cemento del nuovo Burlo e della cube zone, ed è tratta da: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Trieste-Ospedale_Cattinara.jpg. L.M.P.

https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2024/11/Trieste-Ospedale_Cattinara.jpg?fit=1024%2C768&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2024/11/Trieste-Ospedale_Cattinara.jpg?resize=150%2C150&ssl=1Laura Matelda PuppiniSenza categoriaIo vorrei, come credo molti, ed anche consiglieri della minoranza in regione Fvg ma forse pure qualcuno della maggioranza, porre qualche domanda all’assessore mai da noi eletto Riccardo Riccardi e ricevere da lui risposte soddisfacenti ed informate, reali e più consone di quelle che in genere dà alle interrogazioni...INFO DALLA CARNIA E DINTORNI