Introduzione e parte prima.

Il 24 ottobre 2023 compariva sul Messaggero Veneto una lettera dell’Ufficio Stampa di A2A, che voleva essere una risposta alla presa di posizione di Barazzutti, intitolata: “Gestione delle acque. La presenza di A2A sul territorio”. Questo il testo:

Egregio Direttore,
scriviamo in merito all’articolo intitolato “La gestione delle acque della Carnia” pubblicato sul Messaggero Veneto lo scorso 21 ottobre, per ristabilire la correttezza delle informazioni destinate ai lettori.

Le affermazioni del signor Barazzutti vertono principalmente sul ricorso proposto da A2A al Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche nei confronti della decisione della Regione Friuli Venezia Giulia di assoggettare all’obbligo di cessione gratuita di una quota di energia anche le concessioni idroelettriche non ancora scadute, quali sono quelle di titolarità di A2A nella Regione. Un obbligo che, a nostro avviso, concerne solo le concessioni già scadute o riassegnate.

È fondamentale sapere che nelle more del giudizio – vertente sui pagamenti da erogare nell’anno 2022 – A2A ha comunque ha già pagato con riserva l’ingente importo richiesto dalla Regione – superiore a 2 milioni di euro – quale monetizzazione dell’energia corrispondente, e ciò per spirito di cooperazione con il Territorio e con l’Amministrazione Regionale.

Riteniamo che l’animosità personale del sig. Barazzutti non possa spingersi sino a negare, a chi la pensa diversamente da lui, la ricerca di una tutela giurisdizionale nelle sedi competenti, un diritto peraltro costituzionalmente garantito.

Respingiamo peraltro come del tutto infondate le affermazioni relative agli “alvei asciutti” e ai dissesti idrogeologici, dal momento che A2A, rispetta rigorosamente gli obblighi di deflusso. L’attività degli operatori idroelettrici è anzi utile per il contrasto ai fenomeni di dissesto e per il presidio del territorio: l’esperienza vissuta con la tempesta Vaia e il cruciale effetto di laminazione della relativa piena, consentito dal nostro bacino del Lumiei, ne sono la dimostrazione.

Infine ci preme precisare che, diversamente da quanto dichiarato dal signor Barazzutti, la presenza sul territorio di A2A sul territorio regionale si manifesta costantemente nel ‘dare’ attraverso sponsorizzazioni di iniziative meritevoli che pure egli contesta, e ancor più con canoni, oneri concessori vari, investimenti e commesse per l’indotto artigianale ed industriale, lavoro per la manodopera diretta ed indiretta: un flusso di valore destinato alla Regione che nel 2022 ha raggiunto complessivamente i 25 milioni di euro, con un incremento percentuale superiore al 50% rispetto all’anno precedente. Ufficio Stampa A2A».

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Mio commento alla lettera.

Queste righe vogliono essere una risposta a quanto sostenuto da Franceschino Barazzutti e riportato prima sul Messaggero Veneto, poi da me su www.nonsolocarnia.info con titolo  Franceschino Barazzutti. La società A2A e la Carnia: giustizia è fatta. che è quello dato dall’autore. Ma pure questo testo di A2A non contiene dato alcuno sulle acque, se non i 25 milioni dati alla Regione per il 2022, di cui par di capire 2 con riserva, essendo stata richiesta dalla Regione, secondo A2A, una cifra imprecisa: «superiore a 2 milioni di euro quale monetizzazione dell’energia corrispondente, e ciò per spirito di cooperazione con il Territorio e con l’Amministrazione Regionale». (Gestione delle acque. La presenza di A2A sul territorio, in Messaggero Veneto 24 ottobre 2023). A me pare però incredibile che una grossa multinazionale lombarda scriva di denaro così, senza precisione, ed invero sarebbe ben meglio che, come fa Secab, si alleggerissero, con quei due milioni, le bollette della popolazione residente o si vincolassero i comuni a farlo, in quanto l’acqua è del territorio e non di amministrazioni comunali che pare sempre più che, come quella regionale, operino per conto proprio e staccate dalla gente. E se erro corregetemi.

Inoltre nessuno mi ha saputo illuminare su quei 25 milioni di euro (con un incremento del 50%) che la Società ha dato alla Regione (ma non si sa a chi), e vorrà dire che qualcuno chiederà informazioni a chi di dovere. Grazie ad A2A per averci informato. Comunque dalla Camera di Commercio si viene a sapere che A2A ha avuto un fatturato al 2021 di € 8.196.015.000,00 e che il dato dei dipendenti globali della società lombarda con sede a Brescia nel 2023 è di 1969, (https://www.ufficiocamerale.it/9634/a2a-spa) di cui non sappiamo quanti operativi per le due centrali di Ampezzo e Somplago, ma forse un centinaio, tenendo conto però che i guardia-dighe ora sono esternalizzati.  Inoltre se A2A, da società privata qual è, sponsorizza attività di altre società o gruppi privati è affar loro, non di noi cittadini del Fvg. Infine, magari, vorremmo sapere lo stato delle dighe dato che un bel po’ di tempo è trascorso dalla loro costruzione. (Vedi il numero di lettori del mio articolo, su www.nonsolocarnia.info: Sulle grandi dighe: pericolose, crollate e pericolanti).

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Comunque il problema dei sovracanoni per lo sfruttamento delle acque in Carnia è vetusto, e fu uno dei motivi per cui, nel lontano 1967, la Carnia scese in sciopero, dato che stavano per essere aboliti. Ed io, giovanissima, sedicenne, allora vi partecipai con il permesso di mio padre, e di questi annosi problemi è certo a conoscenza anche il dott. Barazzutti. E se A2A non lo sa, la informo io con questo articolo di quanto, ringraziandola per aver scritto al Messaggero Veneto alcune sue opinioni, permettendomi questo approfondimento. Inoltre Edison, l’altro dei due Concessionari delle grandi derivazioni idroelettriche in Fvg, ha fornito energia gratuita ai Comuni per le Concessioni sulle aste del Meduna e del Cellina, nel rispetto della LR 21/2920, senza battere ciglio. E A2A se ne faccia una ragione anche se nessuno mette in dubbio il suo diritto di ricorrere, tanto fra un po’costa talmente farlo che potranno permetterselo, in barba alla Costituzione, solo le grosse socierà e le multinazionali. Ma questo è pensiero mio, e se erro correggetemi.

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Ma vediamo la situazione del maggior fiume sfruttato per le due centrali di Ampezzo e Somplago: il fiume Tagliamento, e gli altri della Carnia gravati da centrali e centraline. Ed anche ai gestori di centraline dovrebbe esser chiesto qualcosa, perché privano di acqua preziosissima, definita l’oro del domani, il territorio, invece che il quasi plaudere al loro unirsi, (cosa che legalmente posso fare), a formare un ‘cartello’ degli sfruttatori ambientali, con il fine, mi è parso di capire dal Messaggero Veneto, di appropriarsi di quanto non loro a fini di lucro. E se erro correggetemi. E se la secca del Tagliamento a valle di Caprizi è data anche da prelievi di gestori di centraline, A2A verifichi e domandi un risarcimento ai gestori delle stesse. Infatti non esiste in Carnia, che io sappia, un sistema continuativo di controllo nè sulle centrali né sulle centraline, per cui, per carità, ci fidiamo di quanto sostiene A2A relativamente al suo rispetto de minimo deflusso vitale, come dei nostri occhi che vedono talvolta il Tagliamento, verso Tolmezzo, per diversi fattori, ridotto a un rio per poi espandersi oltre Amaro.

Inoltre quei 25 milioni di cui non sappiamo nulla, ci dicono quanto A2A ha dato nel 2022 alla Regione Fvg, ma non sappiamo però quanto detta società guadagna vendendo l’elettricità che produce con la nostra acqua, e con impianti non di sua proprietà, secondo me. Perché un costo è sempre funzionale ai ricavi, non è dato a sé stante, in economia. Però sarebbe anche importante che, nel 2023, con la molteplicità di uffici esistenti ed i mezzi tecnici presenti, la giunta regionale Fvg promuovesse uno studio strutturale e globale dello stato delle acque in Carnia, facendo interagire le diverse variabili presenti.

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Analisi dello stato di salute del Fiume Tagliamento.

2012. Tagliamento. Tratto Socchieve- confluenza But. «Questo tratto del fiume Tagliamento inizia a monte rispetto all’immissione del torrente Lumiei, in comune di Socchieve (UD), e termina all’affluenza del torrente But, in comune di Tolmezzo (UD). Il tratto, a causa della presenza dell’opera di sbarramento di Caprizi, è stato tipizzato come corpo idrico a scorrimento superficiale fortemente modificato a rischio. L’alveo, che inoltre presenta lo scarico di diversi depuratori, non presenta però acqua per buona parte dell’anno. Tale situazione è attribuibile alla complessiva riduzione di portata dovuta alla presenza degli impianti di captazione idrica presenti sugli affluenti a monte, oltre che sul Tagliamento stesso, unitamente all’elevata permeabilità del substrato che induce il corso d’acqua a scorrere in subalveo». Vedi anche foto letto in secca allegata. (http://www.pfr.arpa.fvg.it/xmlrpc/sa01bridgeASI.php?fname=UD187.pdf&anno=2012)

Nel 2014. Tagliamento. Tratto: Villa Santina – Invillino.
Il corpo idrico, a causa della presenza dell’opera di sbarramento di Caprizi, è stato tipizzato come fortemente modificato a rischio. L’alveo non presenta acqua per buona parte dell’anno. Tale situazione è attribuibile alla complessiva riduzione di portata dovuta alla presenza degli impianti di captazione idrica presenti sugli affluenti a monte, oltre che sul Tagliamento stesso, unitamente all’elevata permeabilità del substrato che induce il corso d’acqua a scorrere in subalveo. Il corpo idrico inizia a monte dell’immissione del torrente Lumiei e termina all’affluenza del torrente But, in comune di Tolmezzo (UD). Pressioni significative Prelievi o diversioni – Idroelettrico 4.2.1 – Dighe, barriere e chiuse – Idroelettrico.
La costante assenza di acqua osservata nel corpo idrico compromette completamente l’ecosistema fluviale del tratto in oggetto. Il potenziale ecologico è pertanto cattivo. Stato chimico: Non sono state effettuate le analisi delle sostanze prioritarie in quanto nel corpo idrico non viene garantita la continuità idrica per l’effettuazione dei campionamenti.
Potenziale ecologico: CATTIVO. Stato ambientale: NON BUONO.  (https://www.arpa.fvg.it/export/sites/default/tema/acqua/acque-superficiali-interne/allegati/SCHEDE_FIUMI_2014_2019/02SS3T6_Fiume_Tagliamento.pdf)

Nel 2015 sempre relativamente al Tagliamento nel tratto Villa Santina Invillino, così si legge: «ll corpo idrico non presenta acqua per la maggior parte della sua lunghezza, ad eccezione di alcune pozze o tratti ad acqua corrente comunque limitati. La sporadica presenza di acqua ha permesso di effettuare solo alcuni dei campionamenti previsti per il LIMeco mentre non è stato ritenuto corretto effettuare i campionamenti biologici in quanto il tratto caratterizzato dalla presenza di acqua non è rappresentativo dell’intero corpo idrico. Viene pertanto confermato il giudizio CATTIVO espresso nella precedente rete di campionamento». (http://www.pfr.arpa.fvg.it/xmlrpc/sa01bridgeASI.php?fname=UD187.pdf&anno=2015).

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Ulteriori dati Arpa sul Tagliamento nel tratto carnico.  https://www.arpa.fvg.it/temi/temi/acqua/sezioni-principali/acque-interne/qualita-delle-acque/.

Rilevazione a Vico di Forni di Sopra. «I dati 2014- 2019 per il fiume Tagliamento riguardano vari punti di rilevazione del corso l’acqua. Al punto di rilevazione di Forni di Sopra (Vico) «il corpo idrico è quello iniziale del fiume Tagliamento che va dalla sorgente fino alla confluenza con il torrente Tolina. Gli impatti antropici sono riferibili perlopiù a pressioni idromorfologiche e ad uno sbarramento a monte. La stazione di campionamento è situata in un tratto sotteso nei pressi degli impianti sciistici, in prossimità della chiusura del corpo idrico. La funzionalità del tratto campionato è influenzata negativamente sia da fattori naturali (vegetazione costituita da boschi di conifere a bassa funzionalità, pendii che limitano l’esondazione) sia da modificazioni antropiche (urbanizzazione dell’area e semplificazione della sezione trasversale). Stato ambientale del tratto di fiume: non buono. Stato ecologico sufficiente». (https://www.arpa.fvg.it/documents/3126/02SS1T13_Fiume_Tagliamento_web.pdf).

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Le rilevazioni a Forni di Sotto (località ponte Sacrovint), hanno invece dato questo esito: «Gli impatti antropici in questo corpo idrico, seppur non significativi, sono principalmente imputabili allo scarico di depuratori urbani, anche primari, situati a monte del tratto considerato. La funzionalità fluviale è elevata, parzialmente ridotta da fattori naturali quali la presenza di una parete rocciosa in sponda destra, che diminuisce la capacità di esondazione e gli scambi con il territorio circostante, e di una fascia perifluviale a bassa funzionalità (conifere). La stazione è situata in zona montana a valle di una forra naturale, nei pressi della zona industriale di Forni di Sotto. Stato ambientale buono. Stato ecologico buono». (https://www.arpa.fvg.it/documents/3254/02SS2T5_Fiume_Tagliamento_web.pdf)

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Punto di campionamento a Ampezzo (Caprizi). «La stazione si trova a monte della diga situata nei pressi della località Caprizi. In questo tratto il fiume ha la naturale conformazione a canali intrecciati con ampia piana inondabile La valutazione complessiva della funzionalità fluviale è mediocre, penalizzata dalla presenza di un’arginatura in sponda sinistra e di una parete rocciosa in sponda destra. La ridotta funzionalità dipende, inoltre, dall’assenza di naturali strutture di ritenzione degli apporti trofici e dalla presenza dello sbarramento a valle, che può compromettere l’idoneità ittica del tratto. Stato ambientale non buono. Stato ecologico sufficiente. Lo stato ecologico del corpo idrico è peggiorativo rispetto ai precedenti periodi di monitoraggio, portando ad un mancato raggiungimento dell’obiettivo di qualità». (https://www.arpa.fvg.it/documents/3315/02SS3T12_Fiume_Tagliamento_web.pdf).

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Rilevazione a Socchieve (Casal Avaris). «Le pressioni presenti sul tratto considerato sono legate allo sbarramento di Caprizi, che segna l’inizio del corpo idrico. Complessivamente si evidenzia una buona funzionalità fluviale, anche se si segnalano la semplificazione della fascia vegetale perifluviale e la ridotta idoneità ittica determinata dagli sbarramenti a monte e a valle. La stazione è situata a valle dello sbarramento di Caprizi (…).  Pressioni significative: Prelievi o diversioni – Idroelettrico. – Dighe, barriere e chiuse – Stato ambientale buono, stato ecologico buono». (https://www.arpa.fvg.it/documents/3319/02SS3T16_Fiume_Tagliamento_web.pdf).

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Campionamento a Villa Santina (Invillino). Il corpo idrico, a causa della presenza dell’opera di sbarramento di Caprizi, è stato tipizzato come fortemente modificato a rischio. L’alveo non presenta acqua per buona parte dell’anno. Tale situazione è attribuibile alla complessiva riduzione di portata dovuta alla presenza degli impianti di captazione idrica presenti sugli affluenti a monte, oltre che sul Tagliamento stesso, unitamente all’elevata permeabilità del substrato che induce il corso d’acqua a scorrere in subalveo. Il corpo idrico inizia a monte dell’immissione del torrente Lumiei e termina all’affluenza del torrente But, in comune di Tolmezzo (UD).

La costante assenza di acqua osservata nel corpo idrico compromette completamente l’ecosistema fluviale del tratto in oggetto. Il potenziale ecologico è pertanto cattivo. Pressioni significative: Prelievi o diversioni – Idroelettrico. Dighe, barriere e chiuse. Stato ambientale non buono».  (https://www.arpa.fvg.it/documents/3310/02SS3T6_Fiume_Tagliamento_web.pdf).

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Rilevazione a Amaro (Zona industriale). «Condizioni di naturalità (del fiume n.d.r.) : Fortemente modificate. «Il corpo idrico è compreso tra l’immissione del torrente But, in comune di Tolmezzo, e l’affluenza del fiume Fella nel Tagliamento ed è considerato tratto sotteso dello sbarramento di Caprizi. Il tratto monitorato riceve la pressione data dal depuratore consortile di Tolmezzo e di altri sfioratori di piena e scorre nelle vicinanze della zona industriale di Amaro e dell’autostrada A23. Nonostante ciò, mantiene le caratteristiche naturali tipiche di un fiume montano di fondovalle, con un’ampia piana inondabile e un andamento a canali intrecciati, e con una vegetazione perifluviale estesa e ben diversificata. Pressioni significative: Impianti di depurazione; Impianti IED (Direttiva Emissioni Industriali) Prelievi o diversioni – Idroelettrico. Stato ambientale non buono. Stato ecologico sufficiente».  (https://www.arpa.fvg.it/documents/3322/02SS4T2_Fiume_Tagliamento_web.pdf).

Quindi la situazione del Tagliamento migliora in zona Bordano (Campionamento a monte Consorzio Ledra Tagliamento https://www.arpa.fvg.it/documents/3323/02SS4T4_Fiume_Tagliamento_web.pdf), mentre a Trasaghis ricompaiono dei problemi. Infatti pur essendo lo stato ambientale ed ecologico del fiume considerati buoni, «La funzionalità fluviale è mediocre e i parametri penalizzanti sono l’assenza naturale di strutture di ritenzione degli apporti trofici e la scarsa diversità morfologica della sezione trasversale. Si segnala inoltre la modifica del tirante idraulico, dovuto a variazioni di portata indotte. Pressioni significative: Idroelettrica: Dighe barriere e chiuse». (https://www.arpa.fvg.it/documents/3324/02SS4T5_Fiume_Tagliamento_web.pdf).  Quindi ai punti di rilevazione di San Daniele, Varmo, Latisana, San Vito, Pinzano, varia tra sufficiente e buono ma è certamente migliore che a monte della pianura.

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Sempre in:  https://www.arpa.fvg.it/temi/temi/acqua/sezioni-principali/acque-interne/qualita-delle-acque/. È recensito anche il rio Ambruseit, in comune di Arta Terme e il rio Avanza, che scorre in territorio di Forni Avoltri.
La situazione del rio Ambruseit (punto di analisi a Piedim). «La funzionalità fluviale rilevata nel tratto è complessivamente buona, anche se si segnala un’evidente incisione verticale delle rive, indicatrice di un tasso elevato di erosione esercitata» (https://www.arpa.fvg.it/documents/3180/02SS1T75_Rio_Ambruseit_web.pdf).

Per il rio Avanza (campioni prelevati a Pierabech) la sitauzione è la seguente: «La valutazione delle condizioni di naturalità è risultata buona nel tratto più a monte mentre nel tratto finale la funzionalità è ridotta a causa della forte riduzione della vegetazione perifluviale e della parziale artificializzazione delle sponde. Nel tratto considerato si rilevano le pressioni date dallo scarico produttivo della ditta Goccia di Carnia e delle due derivazioni idroelettriche contigue dal corso d’acqua.  Pressioni significative: Impianti non IED (Direttiva Emissioni Industriali). Stato ambientale: non buono. Stato ecologico cattivo».  (https://www.arpa.fvg.it/documents/3219/02SS1T118_Rio_Avanza_web.pdf)

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Parte seconda.

La seconda fonte di dati per rii e fiumi della Carnia per il bacino del Tagliamento, con dati però riferibili al 2010, è il “Piano di Gestione dei bacini idrografici delle Alpi Orientali adottato con delibera dei Comitati Istituzionali dell’Autorità di Bacino dell’Adige e dell’Alto Adriatico in seduta comune in data 24 febbraio 2010. 10- Bacino del fiume Tagliamento”, in: http://www.navigaportinterni.it/phocadownload/ALLEGATI_FASE_I/Allegati_Fase_I_Cap.1.4.3_Piani/Piano_di_Gestione_Alpi_Orientali/10_PG_tagliamento_2010_02_24.pdf?download=440:10-pg-tagliamento-2010-02-24.

Da questa fonte ho tratto note, schemi, problemi, ed è stato per me un vero ‘pozzo’ di informazioni anche se datate.
A circa 26 km dalle sue sorgenti, il Tagliamento riceve, in sinistra ed alla quota di 400 m s.m.m. circa, il primo affluente importante, il Lumiei (con bacino imbrifero di 126 km2) che nasce nei pressi di Casera Razzo a quota di 1.745 m s.m.m.. Poco a monte di Villa Santina (363 m s.m.m.) riceve il secondo affluente importante: il Degano (con bacino imbrifero di 325 km2), avente le origini a quota di 2.300 m s.m.m.. Alla sezione di confluenza il bacino totale del Tagliamento ha una superficie di 701 km2. Il terzo affluente importante è il Torrente But (bacino imbrifero di 326 km2) il quale sbocca nei pressi dell’abitato di Tolmezzo (323 m s.m.m.); in quest’ultima sezione il bacino imbrifero totale è di 1.079 km2.
Il quarto ed ultimo affluente importante è il Fella (bacino imbrifero 706 km2), che sbocca a circa 56 km dalle sorgenti dello stesso Tagliamento, in località Amaro (247 m s.m.m.). Il Fella è l’affluente più importante: si forma nei pressi della Sella di Camporosso ed è alimentato da numerosi affluenti quali il Pontebbana, il Dogna, il Raccolana, il Resia e l’Aupa. (p. 2).
I comuni ricadenti nel bacino idrografico del Tagliamento sono 88 di cui nessuno con popolazione superiore a 20.000 abitanti.

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Il regime idrologico del Tagliamento è influenzato da diversi fattori naturali e artificiali. A valle di Pinzano, infatti, il Tagliamento ha un letto ghiaioso molto ampio nel quale si disperdono, in misura dipendente dalle condizioni di deflusso, le portate superficiali. Esse vanno ad alimentare le falde presenti nei vari depositi alluvionali dell’alta e media pianura friulana. Le più importanti utilizzazioni del Tagliamento sono di tipo idroelettrico, irriguo ed idropotabile. (p.3). Complessivamente nel bacino del fiume Tagliamento sono presenti 18 tipi di corpi idrici. (p. 6).

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Il lago di Cavazzo è interessato dallo scarico della centrale idroelettrica di Somplago (portata media di circa 20 m3/s con punte che raggiungono anche 50 m3/s). Il suddetto recapito provoca un’alterazione non tanto nei livelli che vengono mantenuti costanti per permettere lo sfruttamento turistico dello specchio d’acqua, quanto per il fatto che il lago risulta attraversato per un tratto considerevole dalla portata in uscita dalla centrale che, successivamente rientra in galleria per poi essere scaricata nel torrente Palar. Di conseguenza il bacino è caratterizzato da correnti e temperature che si discostano dalle caratteristiche tipiche di un ambiente lentico e pertanto viene classificato come fortemente modificato. (p. 13).

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Quindi lo studio continua con la descrizione dei corpi idrici sotterranei, presenti in Carnia pure nelle zone Arvenis Zoncolan e Bivera -Tinisa (p.25), mentre a p. 28 veniamo a sapere che acque della pianura in regione sono a rischio perché inquinate da nitrati, erbicidi, clorurati, e, nel caso delle acque dell’alta pianura friulana centrale anche da cromo esavalente e tetracloroetilene. (p. 28).

Inoltre alcuni depuratori, 15 in tutto, scaricano nel Tagliamento o in affluenti dello stesso, concorrendo a portare sostanze nocive al fiume e sono, per la Carnia quelli di: Forni di Sopra – Depuratore loc. Nagri, che ha, come corpo idrico recettore, il Fiume Tagliamento; come del resto il depuratore comunale e quello consortile di Tolmezzo, mentre il depuratore del comune di Arta Terme, ha come corpo idrico recettore il Torrente But e quello di Villa Santina il rio Radima. (Cap. 2. Sintesi delle pressioni e degli impatti significativi esercitati dalle attività umane sullo stato delle acque superficiali e sotterranee, p. 2.1 e 2.2. ove 2 è il capitolo, il numero seguente la pagina). I depuratori possono portare e portano alle acque, in diversa quantità: ammonio; azoto nitrico; azoto nitroso. (p.2.4).

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Per limitare l’inquinamento dell’acqua dolce le normative europee hanno introdotto l’Autorizzazione integrata ambientale sia per gli impianti industriali esistenti su di un territorio sia per quelli in divenire, (p. 2.4), e nel 2008, risultavano soggette alla procedura per l’ottenimento dell’AIA un totale di 48 aziende di competenza regionale. (p. 2. 4), di cui la gran parte collocata nel pordenonese. Per la Carnia sono presenti industrie a Tolmezzo ed Ovaro soggette ad A.I.A. (p. 2.5).

Naturalmente l’inquinamento da azoto deriva per lo più dalle attività agricole, ma ci è anche un inquinamento da fitosanitari (p. 2.13), in particolare di atrazina e desetilatrazina, nell’anfiteatro morenico anche nelle acque sotterranee. (14).
Inoltre a Sappada, in località Cleva, vi è una discarica di inerti che ricade sul bacino dei Tagliamento, e che risulta sito contaminato  (p.2.20), mentre gli insediamenti civili producono inquinamento da azoto e fosforo.

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Quindi lo studio continua con il capitolo intitolato: “Stime delle pressioni sullo stato quantitativo delle acque, estrazioni comprese”, in cui si legge che «il problema principale è costituito dall’eccessivo sfruttamento idroelettrico dell’alto bacino ad opera di società elettriche private a partire dagli anni ‘30 (ad esempio le centrali di Ampezzo e Somplago) con conseguenti massicce sottrazioni di masse d’acqua dagli alvei naturali. Nei pressi di Ospedaletto la derivazione a fini irrigui del canale Ledra-Tagliamento sottrae una portata di circa 23 m3/s e genera problemi di deflusso minimo vitale nel tratto di valle. Nella parte montana del bacino va rilevata la crescita significativa, negli ultimi anni, delle domande di derivazione a scopo idroelettrico con conseguente riduzione dei deflussi naturali nei tratti sottesi dalle eventuali opere. (p. 2.28).

Per quanto riguarda gli invasi o riserve idriche temporanee: in prospettiva futura potrebbero generarsi problemi di conflittualità nell’utilizzo della risorsa, in relazione agli utilizzi idroelettrici, irrigui ed alle esigenze ambientali. (p.2.28).

 Per quanto riguarda le acque sotterranee, si nota la tendenza ad un generale ad un «abbassamento dei livelli di falda sul lungo periodo. I valori più significativi del fenomeno, registrato a partire circa dagli anni ‘70, si registrano nella fascia a ridosso dei rilievi, con abbassamenti fino a 12 m; più contenuti risultano invece gli abbassamenti a ridosso della fascia delle risorgive (3 metri circa in sinistra Tagliamento, nel tratto Codroipo-Palmanova). (p. 2.28).

 «Gli attingimenti dal sistema artesiano multifalda della bassa pianura, anche a causa della talora inadeguata rete acquedottistica, sono infatti numerosissimi e sfruttano livelli spesso discontinui giungendo fino a profondità di circa 600 m. Risulta che dal 1970 ad oggi, in diverse aree, i pozzi artesiani più superficiali hanno progressivamente perduto le caratteristiche di artesianità: larisalienza non raggiunge più il piano campagna e risulta indispensabile l’utilizzo di pompe per il sollevamento dell’acqua. Le conoscenze relative alla depressurizzazione degli acquiferi artesiani devono essere approfondite con ricerche specifiche.

Riduzione della fascia delle risorgive: negli ultimi anni si è osservata la contrazione più o meno diffusa della fascia delle risorgive e la relativa diminuzione delle portate dei corsi d’acqua alimentati dalle stesse. Le conoscenze relative alle caratteristiche idrologiche delle risorgive devono pertanto essere approfondite con ricerche specifiche». (pp. 2.28-2.29).

Per quanto riguarda i “Prelievi significativi dalle acque superficiali” sul testo si legge che i dati riportati sono relativi, provenienti  dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – Direzione Centrale Ambiente e Lavori Pubblici sono relativi unicamente alle «derivazioni concesse (sia nel caso di opere realizzate che nel caso di opere non realizzate) mentre non sono state considerate le istanze di derivazioni in istruttoria (sia nel caso che siano già pubblicate che nel caso che non siano ancora pubblicate)». Inoltre i dati non sono divisi per gestore. (p.2. 29).

A p. 2.32 si trova l’elenco dei rii e fiumi sottoposti a sfruttamento idroelettrico e di altra natura, di cui riporterò solo i primi, che interessano in particolare la montagna. I dati riportati da me qui di seguito sono relativi a corsi d’acqua in Carnia ed all’ uso idroelettrico e sono riferibili al periodo dal 2008 al 2010. (pp 2.31 – 2.32- 2.33).

 

Bacino del fiume Tagliamento. Sintesi delle pressioni e degli impatti significativi esercitati dalle attività umane sullo stato delle acque superficiali e sotterranee. Zona Carnia. Idroelettrico. (Il comune riportato fra parentesi è quello di principale riferimento, ma alcuni corsi scorrono tra diversi comuni). Ogni rio o fiume, torrente, ecc. qui segnato è sfruttato per produzione di corrente elettrica. In alcuni casi ho aggiunto delle note con fonte riportata. 
Corso d’acqua

 

Portata media Portata minima Portata massima
Affluente dx lago Verzegnis   416 Dato non riportato 640
Rio Lavinale (Forni di Sopra) Dato non riportato Dato non riportato Dato non riportato
Rio Davaras (Forni di Sopra) 2220 Dato non riportato  2600
Fiume Tagliamento. (Vedi sopra) Qui si evidenziano una portata media e massima che può paragonarsi a quella di un rio. 2220 Dato non riportato 2600
Rio Marodia (Forni di Sopra e Forni di Sotto) 2220 Dato non riportato 2600
Rio Misiei (Forni di Sopra) 2220 Dato non riportato 2600
Rio Comis (Forni di Sopra) 2220 Dato non riportato 2600
Torrente Tolina (Forni di Sopra) Dato non riportato Dato non riportato Dato non riportato
Torrente Agozza (Forni di Sopra) 2220 Dato non riportato 2600
Rio Chiarandia (Forni di Sotto – Val Pesarina) 2220 Dato non riportato 2600
Torrente Lumiei (Sauris) «Il corpo idrico è localizzato in comune di Sauris di Sopra (UD) ed è caratterizzato dalla presenza di diverse briglie e di una presa idroelettrica ad uso continuativo, il cui tratto sotteso interessa la quasi totalità della sua estensione. La mancanza di una piana alluvionale, situazione caratterizzante i torrenti montani, non permette lo sviluppo di formazioni riparie che, unitamente all’alterazioni delle condizioni idriche causate dalla presa, riduce la funzionalità del tratto ad un livello buono-mediocre». (http://cmsarpa.regione.fvg.it/export/sites/default/tema/acqua/acque-superficiali-interne/allegati/SCHEDE_FIUMI_2014_2019/02SS1T138_Torrente_Lumiei.pdf.

«Gli impatti antropici in questo corpo idrico sono principalmente imputabili alle derivazioni a scopo idroelettrico ed alla presenza di scarichi urbani, che ne compromettono la funzionalità. La stazione è situata a valle della centrale idroelettrica di Plan del Sac, nei pressi del ponte che da Ampezzo conduce alla frazione di Oltris. Pressioni significative: Impianti di depurazione. Idroelettrico». (http://cmsarpa.regione.fvg.it/export/sites/default/tema/acqua/acque-superficiali-interne/allegati/SCHEDE_FIUMI_2014_2019/02SS2T4_Torrente_Lumiei.pdf).

Dato non riportato Dato non riportato 15.000
Torrente Novarza (Ampezzo- Sauris- Forni di Sopra e di Sotto) Diga a monte. 640 Dato non riportato Dato non riportato.
Rio Veltri (Ampezzo) 640 Dato non riportato Dato non riportato
Rio Fulin (Forni Avoltri)

Le pressioni sul tratto, seppur non significative, sono rappresentate da due impianti di depurazione primari situati immediatamente a monte e da una captazione idrica ad uso idroelettrico. (http://cmsarpa.regione.fvg.it/export/sites/default/tema/acqua/acque-superficialiinterne/allegati/SCHEDE_FIUMI_2014_2019/02SS1T32_Rio_Fulin.pdf

2000 Dato non riportato 3000
Torrente Miozza (Ovaro).

Pressioni significative: Prelievo idroelettrico. http://cmsarpa.regione.fvg.it/export/sites/default/tema/acqua/acque-superficiali-interne/allegati/SCHEDE_FIUMI_2014_2019/02SS1T134_Torrente_Miozza.pdf). Le principali pressioni sono di tipo idromorfologico; in particolare un’opera di presa idroelettrica suborizzontale altera la naturale portata dell’intero corpo idrico in quanto, nonostante il rilascio del DMV (Deflusso Minimo Vitale), induce periodi di secca prolungati cui concorre la permeabilità del substrato. Stato del corso d’acqua ‘Cattivo’. (http://www.pfr.arpa.fvg.it/xmlrpc/sa01bridgeASI.php?fname=UD158.pdf&anno=2012). Ma anche in: http://www.pfr.arpa.fvg.it/xmlrpc/sa01bridgeASI.php?fname=UD158.pdf&anno=2015 si legge che: «È stato possibile effettuare un solo campionamento biologico a causa della quasi totale mancanza di acqua dovuta all’opera di presa. Come già evidenziato nella precedente rete di monitoraggio, nonostante i parametri fisico-chimici a supporto evidenzino uno stato di qualità delle acque elevato, l’assenza di DMV adeguato non permette l’instaurarsi di comunità animali e vegetali stabili e ben strutturate. Il giudizio, pertanto, è negativo».

12574 Dato non riportato Dato non riportato.
Torrente Degano. (Val Degano). «Essendo gran parte del suo corso costituito da un tratto sotteso, la principale pressione antropica è rappresentata dalla derivazione per la produzione idroelettrica, a cui si aggiungono alcune strutture ricreative stagionali e scarichi di sfioratori urbani. La funzionalità complessiva del tratto monitorato è scadente, a causa della presenza di arginature che impediscono la continuità ecologica con l’ambiente circostante. Inoltre si segnala la mancanza di una fascia di vegetazione perifluviale funzionale». (http://cmsarpa.regione.fvg.it/export/sites/default/tema/acqua/acque-superficiali-interne/allegati/SCHEDE_FIUMI_2014_2019/02SS2T38_Torrente_Degano.pdf). 12574 Dato non riportato Dato non riportato
Rio Mulinat (Ovaro) Dato non riportato Dato non riportato Dato non riportato
Rio Ronchieson (Enemonzo – Raveo) 12574 Dato non riportato Dato non riportato
Rio Chiavalaria (Socchieve – Enemonzo) 12574 Dato non riportato Dato non riportato
Rio Muina (Ovaro). 12574 Dato non riportato Dato non riportato
Rio Valli (Ovaro) 12574 Dato non riportato Dato non riportato
Rio Furioso (Ovaro – Cludinico) 12574 Dato non riportato Dato non riportato
Rio Forchiar (Raveo, Enemonzo, Villa Santina) 4000 Dato non riportato Dato non riportato
Fiume Tagliamento 4000 Dato non riportato Dato non riportato
Rio Donna (non reperito ove sia come il rio Zingara e il rio Calda). Potrebbero essere in Carnia come no.  4000 Dato non riportato Dato non riportato
Rio Garbon  (non reperito ove sia). 4000 Dato non riportato Dato non riportato
Torrente Seazza (Preone). «ll corpo idrico appare morfologicamente differenziato e privo di rimaneggiamenti, ad eccezione del sistema di sbarramento della centrale ad uso idroelettrico a monte che interrompe la continuità fluviale. La portata d’acqua appare variabile in funzione delle precipitazioni, con picchi di piena anche importanti».  (https://www.arpa.fvg.it/export/sites/default/tema/acqua/acque-superficiali-interne/allegati/SCHEDE_FIUMI_2014_2019/02SS1T135_Torrente_Seazza.pdf). 4000 Dato non riportato Dato non riportato
Rio Plera (Villa Santina – Verzegnis). «Le acque del rio Plera sono soggette a captazione a monte per fini idroelettrici e il salto è quindi visibile solo in alcuni periodi dell’anno». (http://www.sentierinatura.it/easyne2/LYT.aspx?Code=SentieriNatura&IDLYT=1970&ST=SQL&SQL=ID_Documento%3D4219). 4000 Dato non riportato Dato non riportato
Rio Bandit (Socchieve – Preone – Enemonzo) 12574 Dato non riportato Dato non riportato
Torrente Vinadia (Altopiano di Lauco) «Il corpo idrico inizia con un’importante derivazione idroelettrica e termina con l’immissione dello stesso torrente Vinadia nel fiume Tagliamento. Non sono state rilevate altre pressioni insistenti sul tratto, inserito all’interno di un contesto di elevata naturalità. (…). La precedente campagna di monitoraggio (2009-2010) è stata effettuata nel corso della sperimentazione sul DMV effettuata dal gestore dell’opera di presa.

L’attuale giudizio di qualità deriva invece da un monitoraggio condotto dopo la conclusione della sperimentazione suddetta. Esso considera non solo i risultati dell’unico rilievo che è stato possibile effettuare nel mese di febbraio, indicativi di una comunità macrozoobentonica sufficientemente equilibrata, ma anche la successiva inesistenza delle condizioni ecologiche necessarie all’instaurarsi delle naturali biocenosi. Nel corso dei numerosi sopralluoghi finalizzati all’esecuzione dei successivi campionamenti è, infatti, sempre stata rilevata una totale assenza di acqua.

Lo stato di qualità è da ritenersi pertanto cattivo ed esprime il peggioramento rilevato rispetto alla precedente valutazione del periodo 2009-2010 (buono), soprattutto in considerazione del fatto che tale corpo idrico, in condizioni di portate adeguate, ha dimostrato di poter sostenere una comunità macrozoobentonica adeguata alla tipologia fluviale. Stato ecologico: cattivo». (http://www.pfr.arpa.fvg.it/xmlrpc/sa01bridgeASI.php?fname=UD026.pdf&anno=2013).

Rio Moia (Lauco) 12574 Dato non riportato Dato non riportato
Torrente Ambiesta (Verzegnis) Forma il lago artificiale di Verzegnis. «L’alveo risulta poco rimaneggiato anche se parte dello stesso, per la precisione a valle del punto di campionamento, appare privo di acqua e continua il suo percorso in subalveo». (http://cmsarpa.regione.fvg.it/export/sites/default/tema/acqua/acque-superficiali-interne/allegati/SCHEDE_FIUMI_2014_2019/02SS1T144_Torrente_Ambiesta.pdf). 12574 Dato non riportato Dato non riportato
Torrente Lumiei   forma il lago artificiale di Sauris.  4000   Dato non riportato Dato non riportato
Torrente Dria (Forni di Sopra, Ampezzano). 200 Dato non riportato 240
Torrente Lumiei  (Sauris).   664   400  1.100
Torrente Dria (Forni di Sopra).
200 Dato non riportato 240
 Rio Fontanon non reperito. Ci sono più ‘Fontanon’ in regione.  Potrebbe essere il Fontanon di Timau. 680 Dato non riportato Dato non riportato
Torrente But (Valle del But). 3000 Dato non riportato 4000
Torrente Degano 50 Dato non riportato 70
Torrente But 2438 540 3500
Rio Arachio (Cercivento) Dato non riportato Dato non riportato 2000
Torrente Pesarina (Prato Carnico) «L’unica pressione a cui è soggetto è rappresentata da una derivazione idroelettrica. La funzionalità complessiva del tratto considerato è compresa tra mediocre e buono. Tale situazione dipende sia da fattori naturali, quali la vegetazione circostante costituita da boschi di conifere a bassa funzionalità, sia dalle alterazioni di portata indotte dalla presa sita a monte e da una parziale variazione di tipo idromorfologico». «Pressioni significative Prelievi o diversioni – Idroelettrico».  (http://cmsarpa.regione.fvg.it/export/sites/default/tema/acqua/acque-superficiali-interne/allegati/SCHEDE_FIUMI_2014_2019/02SS1T18_Torrente_Pesarina.pdf 180 105 430
Rio Malins (Val Pesarina) «L’acqua è presente tutto l’anno; l’alveo risulta notevolmente rimaneggiato a causa di numerose soglie. A monte della stazione di monitoraggio è inoltre presente una presa ad uso idroelettrico». (https://www.arpa.fvg.it/documents/3132/02SS1T19_Rio_Malins_web.pdf). 137 65 231
Torrente Poschiedea (Forni di Sotto). 466 230 600
Rio Piccolo (Forni di Sotto) 2380 691 4000
Rio (o torrente)  Vaglina (Comeglians) 368 70 500
Torrente But 1415 Dato non riportato Dato non riportato
Rio Moscardo (Paluzza). Caratterizzato da notevoli colate detritiche e fango. (http://www.corradoventurini.it/cor/colate-di-detrito-e-fango-del-rio-moscardo/). 165 Dato non riportato Dato non riportato
Rio Valacoz (Paluzza – Cleulis). 165 Dato non riportato Dato non riportato
Rio Aracli (Paluzza). 165 Dato non riportato Dato non riportato
Torrente Chiarsò.  Forma la Val Chiarsò o di Incaroio. «Pressioni significative.  Impianti di depurazione. Idroelettrico. Dighe, barriere e chiuseProtezione dalle alluvioni» (https://www.arpa.fvg.it/export/sites/default/tema/acqua/acque-superficiali-interne/allegati/SCHEDE_FIUMI_2014_2019/02SS2T19_Torrente_Chiars.pdf). 3790 1390 5500
Rio Turriea (Paularo) 421 150 620
Rio La Val (Rio Valle Paularo? N.d.r.) 81 40 120
Rio Auempoch (Sauris di Sopra). 250 440
Torrente Pesarina. (Val Pesarina). «L’unica pressione a cui è soggetto è rappresentata da una derivazione idroelettrica. La funzionalità complessiva del tratto considerato è compresa tra mediocre e buono». «Pressioni significative: Prelievi o diversioni – Idroelettrico. Stato ambientale: Non buono». (http://cmsarpa.regione.fvg.it/export/sites/default/tema/acqua/acque-superficiali-interne/allegati/SCHEDE_FIUMI_2014_2019/02SS1T18_Torrente_Pesarina.pdf). 997 227 1500
Rio Mauran (Treppo Carnico, Paluzza, Cercivento) 158 80 400
Rio Naval (Forse Neval n.d.r) Rigolato. 25 Dato non riportato 50
Rio Vinadia (Lauco) – Cft. Anche qui torrente Vinadia. 52,66 Dato non riportato Dato non riportato
Rio Mignezza (Tolmezzo).
20 Dato non riportato Dato non riportato
Torrente Degano 6150 1500 10.000
Torrente Lumiei (Sauris)
664 400 1.100
Rio Poi (Arta Terme)     20 Dato non riportato        50
Rio Roia (Salino- Paularo) 40 Dato non riportato. Dato non riportato.
Roggia di Terzo (Tolmezzo) 4980 Dato non riportato 6000
Torrente Giaf (Forni di Sopra) 5 Dato non riportato Dato non riportato.
Torrente But 468 140 700
Torrente Tolina (Forni di Sopra). «L’inizio del corpo idrico coincide con una derivazione idroelettrica, il cui tratto sotteso si estende per la prima metà del corpo idrico. La seconda opera di presa è, infatti, posta a poche decine di metri dal punto di rilascio della prima e garantisce un DMV non modulato.
Il tratto più a valle è inoltre caratterizzato dalla presenza di numerose briglie, che alterano l’idromorfologia del corpo idrico, e di probabili scarichi non collettati. La valutazione della funzionalità complessiva risente della presenza di opere di rinforzo spondale, che contribuiscono, unitamente alle briglie, alla semplificazione dell’ambiente fluviale». (https://www.arpa.fvg.it/export/sites/default/tema/acqua/acque-superficiali-interne/allegati/SCHEDE_FIUMI_2014_2019/02SS1T137_Torrente_Tolina.pdf).
350 90 450
Torrente Tolina (Forni di Sopra) 350 90 450
Rio Fulin (Forni Avoltri). «La stazione è situata a monte della presa idroelettrica che determina la fine del corpo idrico. Le pressioni sul tratto, seppur non significative, sono rappresentate da due impianti di depurazione primari situati immediatamente a monte e da una captazione idrica ad uso idroelettrico». (http://cmsarpa.regione.fvg.it/export/sites/default/tema/acqua/acque-superficiali-interne/allegati/SCHEDE_FIUMI_2014_2019/02SS1T32_Rio_Fulin.pdf) 264 80 800
Torrente Degano (Val Degano) 1192 530 1600
Torrente But 2200 Dato non riportato 2700
Rio Archia (Ovaro Raveo). Affluente del torrente Miozza. 111 60 160
Torrente Miozza. (Ovaro). Oltre a quanto già riportato: «La principale pressione è data dall’opera di presa che identifica l’inizio del corpo idrico. La portata naturale è alterata visto che la quasi totalità del corpo idrico è soggetto a lunghi periodi di secca, cui concorre la permeabilità del substrato. La funzionalità del tratto monitorato è mediocre su entrambe le sponde a causa dell’assenza di vegetazione riparia e dell’alterazione evidente del regime idrico. Inoltre, a causa delle modifiche apportate al flusso e di caratteristiche naturali del bacino, le rive risultano spesso fortemente erose e franate. Stato ambientale non buono» (http://cmsarpa.regione.fvg.it/export/sites/default/tema/acqua/acque-superficiali-interne/allegati/SCHEDE_FIUMI_2014_2019/02SS1T134_Torrente_Miozza.pdf). 145 70 210
Torrente Pesarina (Val Pesarina) 2060 1000 2500
Rio Mulinat (Ovaro- Preone). Dato non riportato Dato non riportato Dato non riportato
Rio Ronchieson (Raveo. Bacino Ambiesta). 1254 Dato non riportato Dato non riportato
Rio Chiavalaria (Enemonzo – Ovaro). 12574 Dato non riportato Dato non riportato
Rio Muina (Ovaro) 12574 Dato non riportato Dato non riportato
Rio Valli (forse Valle n.d.r) (Paularo, Ligosullo). 12574 Dato non riportato Dato non riportato
Rio Furioso (Ovaro, Cludinico). 12574 Dato non riportato Dato non riportato
Rio Forchiar (Villa Santina, Enemonzo, Verzegnis) 4000 Dato non riportato Dato non riportato
Fiume Tagliamento 4000 Dato non riportato Dato non riportato
Rio Donna e rio Garbon come scritto sopra: non reperiti. 4000 ambedue. Dato non riportato per ambedue Dato non riportato per ambedue.
Torrente Seazza (Preone). «Il torrente Seazza, in corrispondenza del punto di campionamento, presenta un alveo asciutto durante tutto l’arco dell’anno, ad eccezione di intense precipitazioni. L’alveo ghiaioso non presenta rimaneggiamenti di rilievo, è circondato da un territorio boschivo molto esteso e privo di manufatti antropici. (…). Il corpo idrico in esame, vista l’assenza di acqua in alveo, non risulta campionabile secondo gli standard metodologici previsti dal D.M. n. 260/2010». https://www.arpa.fvg.it/export/sites/default/tema/acqua/acque-superficiali-interne/allegati/SCHEDE_FIUMI_2014_2019/02EP8T3_Torrente_SeazzS.pdf). 4000 Dato non riportato Dato non riportato
Rio Plera (Villa Santina – Verzegnis). Acque captate per Lago Versegnis. 4000 Dato non riportato Dato non riportato
Rio Bandit (Socchieve – Preone – Enemonzo) 12574 Dato non riportato Dato non riportato
Torrente Vinadia (Lauco). Vedi sopra. 12574 Dato non riportato Dato non riportato
Rio Moia (Villa Santina)
12574 Dato non riportato Dato non riportato
Torrente Ambiesta (Verzegnis) (Vedi sopra).
12574 Dato non riportato Dato non riportato
Torrente Lumiei (Sauris). V. Sopra 4000 Dato non riportato Dato non riportato
Torrente Dria  (Forni di Sopra) 200 Dato non riportato 240

Inoltre sempre su detta fonte, viene riportato come si noti: «il predominante utilizzo idroelettrico nel bacino del fiume Tagliamento. L’utilizzo idroelettrico avviene in particolare in Carnia con la centrale di Ampezzo e quella di Somplago. (Figura 2.16 a p. 2. 36).

Quindi si legge: «Tale sistema è caratterizzato dalla presenza di due bacini di invaso: – il bacino del Lumiei, sito in comune di Sauris, della capacità massima di circa 70 x 106 m3, ove si raccolgono le acque fluenti del torrente Lumiei e quelle dell’alto corso del Tagliamento addotte mediante gallerie artificiali. L’invaso è delimitato da una diga ad arco in calcestruzzo avente quota di coronamento a m 984,30 e con altezza in mezzeria di 136,50 m; la quota di massimo invaso è fissata in m 980» (ivi, p. 2.36)

Poi vi è il bacino dell’Ambiesta, «sito in comune di Verzegnis, della capacità massima di circa 3,6 x 106 m3 in cui le acque del bacino del Lumiei vengono scaricate dopo essere state utilizzate dalla centrale di Ampezzo. In detto bacino vengono anche convogliate le portate derivate dai torrenti Degano e Vinadia e quelle del Tagliamento intercettate alla presa di Caprizi. Lo sbarramento è costituito, anche in questo caso, da una diga ad arco in c.a. avente quota di coronamento a m 486,54 ed altezza in mezzeria di m 59,23; la quota di massimo invaso è fissata a m 484,00». (Ivi, p. 2. 37).

Dal secondo bacino le acque vengono scaricate nel lago di Cavazzo, dopo essere state utilizzate alla centrale di Somplago. Il lago presenta una superficie di circa 1,75 x 106 m2 ed ha una possibilità di invaso di circa 6 x 106 m3, essendo ammessa una escursione di 4 metri fra le quota 192,90 e 196,90. Dal lago si diparte un canale artificiale di scarico che, dopo un tratto in galleria sottopassante i rilievi costituiti dai monti Maruint, Tre Corni e Brancot, si immette nel torrente Leale attraverso il quale le acque vengono restituite al fiume Tagliamento poco a valle dell’abitato di Trasaghis.

Le centrali hanno essenzialmente funzione di copertura delle richieste di punta; l’utilizzo delle acque avviene pertanto in modo saltuario nel corso della giornata, e diversificato sia durante la settimana che nelle varie stagioni dell’anno prevedendo, nei periodi di mancato funzionamento, l’invaso nei rispettivi bacini». (Ivi, p. 2.37).

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Le caratteristiche tecniche principali delle due centrali sono:

CENTRALE DI AMPEZZO – DATI 2010.

Serbatoio regolazione Sauris (e vasca di presa accumulo di Novarza)
portata max 24,90 m3/s
portata media 4,87 m3/s
salto 455,35 m
potenza nominale di concessione 21740,55 kW
potenza installata 58500 kW

(Ivi, p. 2.37).

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CENTRALE DI SOMPLAGO

Bacino di modulazione Ambiesta
portata max 66 m3/s
portata media  18,794 m3/s
salto 280 m
potenza nominale di concessione 51591,00 kW
potenza installata 166200 kW

(Ivi, p. 2.38).

CARATTERISTICHE DELL’ IMPIANTO DI AMPEZZO.

Sbarramenti o prese principali:

 

 

Ritenute

 

Bacino Imbrifero

 

 

 

Diga (a volta) de la Maina sul T. Lumiei

Diga (a gravità) di Novarza sul T. Novarza

Presa sul F. Tagliamento.

La Maina di Sauris (serbatoio di regolazione)

Novarza (vasca d’accumulo)

T. Lumiei 59,00 km2

T. Novarza 20,80 km2

Rio di Veltri 1,20 km2

F. Tagliamento e Rio Giaf Simon 17,40 km2

Rio Zingara 0,20 km2

T. Giaf 8,70 km2

Rio Vallone 0,70 km2

Rio Misiei 1,10 km2

T. Tolina 11,60 km2

T. Aguossas 5,40 km2

T. Narodia 4,80 km2

T. Chiaradia 3,60 km2

T. Auza 3,90 km2

_________________________________________________________

Totale 138,4 km2.

(Ivi, p. 2.38).

CARATTERISTICHE DELL’IMPIANTO DI SOMPLAGO

Sbarramenti o prese principali:

 

 

Ritenute

 

Bacino Imbrifero

 

 

Sbarramenti o prese principali:

 

 

 

 

 

 

1) Diga (a volta) dell’Ambiesta sul T. Ambiesta

2) Sbarramento di Caprizi sul F. Tagliamento

3) Sbarramento di Ovaro sul T. Degano

4) Presa di Plan del Soc sul T. Lumiei.

 

Ambiesta (bacino di modulazione).

Scarico imp. di Ampezzo sulla derivazione dal T. Lumiei: 138,40 km2

T. Lumiei 15,00 km2

F. Tagliamento 134,80 km2

Rio di Donna 3,20 km2

Rio Stua 6,40 km2

Rio Seazza 11,10 km2

Rio Forcher 2,80 km2

Rio Plera 2,30 km2

T. Degano (mediante pompe Ovaro) e Rio Mulina: 265,20 km2

T. Miozza 9,30 km2

Rio Valli 2,10 km2

Rio Furioso 3,20 km2

Rio Muina e Rio Tof 2,90 km2

Rio Ronchesan 2,40 km2

Rio Chiarzò 9,60 km2

Rio Mueja 2,30 km2

T. Vinadia 27,00 km2

T. Ambiesta 9,00.

_________________________________________________________

Totale 647,00  km2.

(Ivi, p. 39).

PRESE PRINCIPALI DEL SISTEMA OCCIDENTALE.

Alto Tagliamento – Lumiei (quota 1000) Medio Tagliamento – Degano (quota 500)
01) presa torr. Lumiei

02) presa torr. Novarza

03) presa Rio Veltri

04) presa Alto Tagliamento e Giaf Simon

05) presa Rio Zingara

06) presa Torr. Giaf

07) presa Rio Vallona

08) presa Rio Misiei

09) presa Torr. Tolina e Rio Davona

10) presa Torr. Aguossas

11) presa Torr. Marodia

12) presa Torr. Chiaradia

13) presa Torr. Auza

01) presa torr. Lumiei

02) presa Tagliamento a Caprizi

03) presa Rio Donna

04) presa Rio Stua

05) presa Torr. Seazza

06) presa Rio Forchiar

07) presa Rio Plera

08) presa Torr. Degano ad Ovaro e Rio Mulinat

09) presa Torr. Miozza

10) presa Rio Delle valli

11) presa Rio Furioso

12) presa Rio Muina e Tof

13) presa Rio Ronchieson

14) presa Torr. Chiarzò

15) presa Rio Muria

16) presa Torr. Vinadia

Ivi, p. 2. 39.

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Il terzo capitolo sempre di questo testo: “Piano di Gestione dei bacini idrografici delle Alpi Orientali, op. cit.” è intitolato: “Caratterizzazione delle aree protette”, mentre il cap. 4 parla delle reti di monitoraggio istituite ai fini dell’articolo 8 e dell’allegato V della Direttiva 2000/60/CE e stato delle acque superficiali, delle acque sotterranee e delle aree protette”.

A p. 4.7 veniamo a sapere che è previsto un monitoraggio delle acque superficiali del Lago di Cavazzo.

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 Criticità ambientali evidenziate nella valutazione globale provvisoria.

1 – tendenza ad un generale abbassamento dei livelli di falda sul lungo periodo.

2- Perdita di pressione degli acquiferi confinati. Pur non esistendo un reale sistema di monitoraggio, si sa che «gli attingimenti dal sistema artesiano multifalda della bassa pianura, anche a causa della talora inadeguata rete acquedottistica, sono infatti numerosissimi e sfruttano livelli spesso discontinui giungendo fino a profondità di circa 600 m. Risulta che dal 1970 ad oggi, in diverse aree, i pozzi artesiani più superficiali hanno progressivamente perduto le caratteristiche di artesianità: la risalienza non raggiunge più il piano campagna e risulta indispensabile l’utilizzo di pompe per il sollevamento dell’acqua». (Ivi, p. p.5. 13).

3- Riduzione della fascia delle risorgive.

 Inoltre nelle acque regionali è presente inquinamento diffuso (Ivi, p. 5. 14).

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Infine per quanto riguarda il fiume Tagliamento, il suo bacino è interessato da zone SIC, ZPS, sa parchi, riserve e zone vulnerabili, mentre il Degano è interessato da zone SIC e ZPS, come il Torrente But e il bacino del Lumiei oltre che quello del torrente Pesarina. (Ivi, pp. 5.16 e 5.18).

 «Però va anche posto in evidenza che le criticità connesse alla gestione ed all’utilizzo della risorsa idrica nell’ambito del distretto idrografico di competenza, ivi compreso il bacino del fiume Tagliamento, dipendono anche dall’attuale stato di sofferenza quantitativa della risorsa e dalla conseguente attuale incapacità del sistema idrico ed idrogeologico di contemperare le esigenze connesse alle attività antropiche, che si esprimono attraverso le pressioni quali-quantitative, con le esigenze di salvaguardia ambientale e di tutela della biocenosi acquatica» (Ivi, p. 6.34).  

E: «A partire dagli anni ’60 le riserve idriche del sistema idrogeologico delle pianure alluvionali di Veneto e Friuli Venezia Giulia stanno lentamente, ma progressivamente, diminuendo. L’impoverimento delle falde trova chiari riscontri nell’abbassamento della superficie freatica in area di ricarica, nella scomparsa di molti fontanili e nella drastica diminuzione della portata totale dei fontanili stessi. Un’attenzione particolare meritano i processi di scambio idrico tra i corsi d’acqua del bacino montano del Tagliamento e la falda in relazione all’importanza che tali processi rivestono per l’equilibrio tra le correnti idriche superficiali e gli acquiferi sotterranei. A seconda delle caratteristiche idrologiche e morfologiche dei tratti fluviali, il corso d’acqua drena la falda del territorio circostante ovvero alimenta gli acquiferi sotterranei con le sue dispersioni.». (Ivi, p.6. 35).

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Infine si deve […] constatare che il reticolo idrografico del bacino montano del fiume Tagliamento è soggetto ad uno intenso sfruttamento della risorsa idrica, soprattutto per scopi idroelettrici. Le sottrazioni di portata dagli alvei, se eccessive rispetto al regime naturale deideflussi, possono provocare alterazioni degli ecosistemi acquatici, in ragione delle mutate dinamiche di deflusso delle correnti idriche e della diminuzione della quantità d’acqua necessarie alla formazione degli habitat tipici delle varie specie, dando luogo spesso al crearsi di condizioni critiche per la flora e per la fauna acquatica. La sottrazione di gran parte della portata naturale per tratti lunghi diversi chilometri riduce anche la capacità di autodepurazione delle acque perché viene meno la naturale azione di filtraggio e di ossidazione degli inquinanti propria dell’alveo». (Ivi, p. 6.37).

Molti sono i tratti sottesi da derivazioni nel reticolo idrografico montano e numerosi sono i tratti d’alveo che presentano aspetti di criticità legati da un insufficiente deflusso a valle delle opere di presa. Sul bacino del Tagliamento le situazioni più problematiche sono quelle dell’asta principale a valle della traversa di Caprizzi e del torrente Lumiei a valle della traversa di Plan del Sac, facenti parte dell’impianto idroelettrico dell’Alto Tagliamento; un ulteriore punto di criticità per le ripercussioni sul deflusso nel tratto del Tagliamento a valle di Ospedaletto è costituito dal prelievo di una rilevante portata in corrispondenza della captazione del sistema irriguo Ledra- Tagliamento.

Più in generale possono risultare critici gli effetti delle sottrazioni di portata negli alvei di fondovalle della zona montana, che sono in genere caratterizzati da debole pendenza e da uno spesso materasso alluvionale. In questi casi la sottrazione di un significativo quantitativo d’acqua per lunghi tratti d’alveo e di conseguenza la diminuzione dell’immagazzinamento di risorsa idrica in subalveo, può causare la diminuzione della capacità di sostenere un buon deflusso superficiale e di mantenere la continuità idrica fino al punto di restituzione.

Tanto considerato, si rappresenta pertanto l’opportunità di un’evoluzione dell’attuale disciplina in materia di deflusso minimo vitale nell’ambito del bacino del fiume Tagliamento: tale evoluzione potrà trovare realizzazione nel contesto del redigendo Piano di tutela delle acque della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia».  (Ivi, p. 6.38).

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 Infine sarebbe importante pure valutare la possibilità di una «revisione delle utilizzazioni in atto (art. 95 comma 5 D.Lgs. n. 152/2006), cioè la verifica e l’eventuale modifica dei corrispondenti termini della concessione, consegue agli obblighi introdotti dal legislatore in materia di deflusso minimo vitale (art. 95, comma 4) ma risponde anche all’esigenza di conformare il sistema concessorio ai principi di risparmio idrico e di riutilizzo dell’acqua richiamati, nell’ordine, agli artt. 98 e 99 del D.Lgs. 152/2006». (Ivi, p.6. p.39).

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Chiudo qui questo lungo elenco di dati e problemi, ringraziando A2A per avermi permesso di informarmi e di pubblicare questo articolo che vuol essere un punto di partenza in quanto ora la situazione non può essere migliorata dal 2010, e per suggerire che quelle briciole date da un po’ di corrente gratis magari pure ci spettano. Senza offesa per alcuno ma solo per aprire un confronto con tutti. Laura Matelda Puppini

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La foto che accompagna l’articolo mi è stata inviata da Franceschino Barazzutti tempo fa. L.M.P. 

 

 

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