Io vi confesso che, nei dì di festa, non vorrei sentire discorsi di politica, tranne forse quello istituzionale del Presidente della Repubblica, ma dipende da chi copre detta carica. In sintesi se Berlusconi, per qualche strana alchimìa, diventasse presidente della repubblica, ma forse pure qualcun altro, non lo ascolterei proprio senza se e senza ma. In fin dei conti spegnere la mia tv è ancora un mio diritto.

Quindi non vedo perché il dott. Massimiliano Fedriga abbia voluto fare un discorso di fine anno non per infonderci speranza motivata nel futuro, ma, – forse iniziando una campagna elettorale che si prefigura lunga ed accidentata, – attaccando l’opposizione nel tentativo forse di guadagnare i favori di coloro che esercitano professioni sanitarie e che stanno facendo, alla politica che definirei demolitiva di Riccardo Riccardi, pollice verso, come del resto gran parte dei cittadini.

E hanno fatto bene le opposizioni in consiglio regionale a rimandare al mittente le critiche ingiuste, e che fossero ingiuste lo posso dire anch’io, che da anni e anni seguo i problemi della sanità regionale e statale. Ora forse, come nei migliori governi democristiani, la giunta cercherà, all’ultimo momento, qualche spicciolo per i sanitari, sperando in un voto e nel silenzio, senza però palesare questo suo desiderio. Ma non è detto che lo faccia o che il personale in questione accetti.

Ma questo discorso di Fedriga sposta ancora una volta l’attenzione dai problemi reali di questa nostra disastrata regione alle querelle partitiche preelettorali, giocando a “Il pane è cotto? Sì anche bruciato. Di chi è la colpa?”, vecchia filastrocca per bimbi, ove si tenta di non finire mai tra i colpevoli. Ma neppure dei bambini penserebbero che la causa del pane bruciato non sia del fornaio. Ed allora, come fa il dott. Fedriga a sostenere che la causa della tragedia sanitaria in Fvg non è della sua giunta, ma dell’opposizione che attacca i sanitari, il che, fra l’altro, non è vero?

Mancano ospedali territoriali manca una sanità territoriale; mancano pronto soccorso; il personale è stremato e risicato; le guardie mediche sono a partita iva ed a chiamata e mancano in particolare in montagna e non solo, e non ce la fanno; non si è mai steso, neppure prima del covid, un piano aziendale regionale per la sanità, ma si è puntato sulla politica del tappabuchi e del risparmio del soldino, come nella peggior economia aziendale; si è sognato che il vaccino battesse in via definitiva il covid, senza attuare una politica prudenziale, ma rispondendo maggiormente alle esigenze di alcune categorie economiche; i poliambulatori di vallata attivi latitano;  i medici di base, terrorizzati dal covid, ricevono solo su appuntamento;  i punti di primo intervento finiscono esternalizzati non si sa con che tipologia di personale, come formato e con quale rapporto con i pronto soccorso peraltro decimati; le ambulanze in montagna dove, anche se vanno con la sirena spiegata più di tanto non possono correre e ci sono distanze notevoli, hanno solo un autista a bordo; i tempi di attesa sono incredibili anche per una visita, tanto che noi utenti di questa regione dovremo cercare, non si sa come, di far ripristinare l’arte divinatoria, per sapere con un paio di anni di anticipo di cosa ci ammaleremo, per prenotare la visita che ci servirà nel futuro; gli stessi ospedali hub, con in testa Udine che serve il territorio più vasto, sono in palese sofferenza, e chi può e sa, va sempre più in Veneto, con la bandierina ‘Viva Zaia’ si fa per dire; il covid ci ha falcidiato anche per mancanza di controlli per far rispettare le regole, e di una seria programmazione; si sospende improvvisamente, per un motivo o per l’altro, l’ordinaria attività di reparti ed ospedali; i vecchi muoiono per anaffettività nelle case di riposo trasformate in specie di ’41 bis’, e tutto questo, pur non mancando le risorse economiche, da chi dipenderebbe, secondo il nostro Presidente della giunta regionale? Dalle opposizioni, che non formano la maggioranza? Ma come si fa a difendere Riccardo Riccardi che poi ha sempre fatto tutto da solo, almeno così traspare dai mass media, vivendo qualsiasi onesto rilievo (vedi quanto scritto da Peratoner per esempio) come una guerra personale? E come si fa a difendere Riccardo Riccardi sul caso De Monte, e sulla mancata indizione di concorsi?

E quando scrivo che per ora sarà meglio comperare un rosario per pregare la Madonna della salute con la sanità che si vede e si profila qui, svenduta parzialmente al privato senza nulla in cambio, non sto scherzando del tutto.  Ma poi avete mai notato cosa fa il privato in Fvg? Alcune analisi, cure cosmetiche e dietetiche, visite standard con materiale standard senza possibilità di collegamento con la sanità pubblica per operazioni ed altro, fisioterapia, mini interventi dermatologici, radiologia; e gli spazi che voleva coprire, dove poteva essere appetibile il farlo, li ha già coperti. Ma un privato, con capitale suo, non farà mai un pronto soccorso in questa regione, o novelli San Raffaele, o efficienti chirurgie, ed il buon senso, secondo me, richiederebbe non di buttare al vento quanto già presente, ma di potenziarlo. E non si può pensare che giovani vessati e schiavizzati dal lavoro e vecchi macilenti e sempre più soli, si muovano in macchina a tutte le ore per una visita medica specialistica chissà dove e chissà quando, (ora spesso la regione Fvg non garantisce neppure tutte le visite con priorità), ed il territorio deve essere riportato al centro nelle scelte per la nostra salute, con una attenzione particolare anche all’inquinamento ambientale, che pare argomento desueto, ed alla carenza di acqua. Perché l’acqua lava e dilava, ed è elemento essenziale per la nostra vita. E non siamo la Lombardia, non siamo Roma. Siamo una regione ‘piccina picciò’, con tanti vecchi e pochi bimbi, ed una emigrazione di giovani forze produttive ancora presente, e abbiamo necessità, come peraltro dovunque, di una sanità territoriale e pubblica.

Io vi giuro, non per partito preso, ma con quello che si vede, si legge, si ascolta, si sperimenta sulla propria pelle, non voterei mai la giunta Fedriga, solo per quello che ha prodotto in sanità, senza contare le strade asfaltate previste tra i boschi, la ‘sci mania’ sport peraltro non certo a basso costo, e la dott. Gibelli alla cultura, con le sue imposizioni. Perché non si vede nulla di solido, di studiato, di programmato dietro le sue scelte, nulla che ci faccia considerare cittadini di un’Europa ed Italia democratiche, vivendo non nel Medioevo ma nel 2021 e 2022. E se non funziona la sanità, peraltro già messa in crisi dalle scelte Serracchiani – Telesca, come ho fatto notare più volte, è pure vero che vi è stato un tempo ante covid, di circa un anno e mezzo, come sottolineato recentemente dal dott. Zalukar, per cercare di cambiare rotta. Ma invece si è continuato sulla via segnata da Maria Sandra Telesca, anche in peggio.

Ora io mi chiedo, francamente, con quali parole e quale volto questa maggioranza di destra si presenterà a chiedere voti nel gemonese o nel cividalese, che hanno tanto contribuito alla sua elezione; si presenterà in Carnia, a quella Carnia che ha creduto a Mazzolini, che si è dimostrato essere solo una persona che attacca Legambiente; ed a chi ha creduto a Fedriga, che pare sostenga solo Clama, che mi dicono essere quello del progetto ‘Marinelli’ ove è scritto che un sentierino era una carrareccia il che non è vero, almeno per quanto è dato a me conoscere. Ma non so neppure come si presenterà ad Udine o Trieste. Inoltre non vorrei più sentire che quanto accaduto qui in sanità è colpa dello Stato, perchè basta leggere il Messaggero Veneto o qualche giornale online per capire che è regionale, dato che le scelte sono state sinora dell’assessorato regionale.

Prendete queste mie parole solo come l’espressione del mio pensiero, e sarei contenta che qualcuno mi scrivesse che non è d’accordo con me motivandolo, perché questa è democrazia. E mi scusino pure assessori e consiglieri di maggioranza ed il dott. Fedriga, perché non è mio intento offendere alcuno, ma io scrivo sperando che anche loro leggano, per aprire un dibattito su temi concreti, tra cui quello della nostra salute che ha, per tutti, una posizione apicale, perchè possano riflettere. E la politica dei mega- ospedali, che può amare certo privato e forse Confindustria, non è funzionale alla montagna, alla bassa friulana, ai paesini del Carso e della Benecja, insomma alle perferie ed alle periferie delle periferie, ed il Fvg è anche questo, che così rischierebbero di morire.

Laura Matelda Puppini

L’immagine che accompagna l’articolo ritrae il Presidente della Giunta regionale dott. Massimiliano Fedriga, ed è tratta da: https://it.wikipedia.org/wiki/Massimiliano_Fedriga. From Wikimedia Commons, the free media repository.

 

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