Furio Honsell. Sanità in Friuli Venezia Giulia: un fallimento chiamato “riforma”. Con integrazione di Laura Matelda Puppini in particolare su tagli a noi e costruzione di un nuovo padiglione per A.I. che non si sa a chi serva.
Furio Honsell mi ha inviato per la pubblicazione questo comunicato stampa in merito all’annunciata “rivoluzione” del sistema sanitario regionale da parte dell’Assessore Riccardi, supervisionata dal Presidente Fedriga, atta a contenere la spesa ed evitare il default. Nulla di nuovo, anzi, si taglia ancora, dico anch’io, e non per causa nostra ma di chi non sa programmare la spesa, ma al tempo stesso si spende in modo insensato per abbattere un padiglione del Santa Maria della Misericordia, costruirne uno nuovo, dotarlo di strumentazione per uso AI e creare un posto di lavoro per un ingegnere esperto, di cui vorremmo magari sapere il nome, se già scelto, quando l’AI è già analizzata all’ Università di Udine. Ma ditemi un po’ voi…. In non ho più parole se non un invito a quelli del Fvg a svegliarsi, sindaci in testa. Laura Matelda Puppini.
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«Oggi apprendiamo con preoccupazione e non poca sorpresa dell’annunciata “rivoluzione” del sistema sanitario regionale da parte dell’Assessore Riccardi, supervisionata dal Presidente Fedriga. Una rivoluzione che, anziché migliorare i servizi e garantire la territorialità e la capillarità promesse, sembra tradursi in tagli e smantellamenti che penalizzano ulteriormente i cittadini, soprattutto quelli delle zone periferiche.
Una “rivoluzione” che taglia e non costruisce: questa riforma non è altro che un maquillage per nascondere anni di gestione improvvisata. Le promesse elettorali del centrodestra, che parlavano di potenziare i servizi territoriali e di garantire una copertura adeguata in tutte le zone della regione, sono state disattese. Invece di investire nel potenziamento della sanità pubblica, si chiudono punti nascita come quello di San Vito al Tagliamento e si minaccia la chiusura di altri, come quelli di Latisana e San Daniele, con la stessa logica.
Liste d’attesa interminabili e mancanza di medici: le liste d’attesa continuano a essere vergognosamente lunghe, nonostante le decine di milioni di euro stanziati negli ultimi assestamenti di bilancio. Questi fondi, che avrebbero dovuto risolvere il problema, sono stati gestiti senza un piano chiaro e senza una programmazione seria. La carenza di medici di medicina generale e di altri professionisti sanitari nelle principali aree patologiche è una realtà inaccettabile per una regione come la nostra. La Giunta regionale ha fallito completamente nel delineare piani di reclutamento accattivanti. Ha solamente provocato dimissioni di professionisti insoddisfatti.
Un confronto con i cittadini negato: è scandaloso che in tutto questo percorso di riforma non sia stato previsto un vero confronto con la cittadinanza e con le organizzazioni sindacali. La Giunta regionale, guidata da Fedriga e sostenuta da una maggioranza sorda alle necessità del territorio, ha evitato il dialogo, preferendo agire nell’ombra e senza trasparenza. Coinvolgere solo chi asseconda le decisioni dell’Assessore Riccardi o organizzazione esterne non è partecipazione, è imposizione.
Un invito alla mobilitazione: chiediamo alle cittadine e ai cittadini del Friuli Venezia Giulia di non restare in silenzio. Questa “rivoluzione” non è fatta per il nostro bene, ma per tagliare e ridurre i servizi, aggravando ulteriormente le difficoltà che già oggi affrontiamo. È tempo di alzare la voce, è ora di dire basta a questa politica e di richiedere un sistema sanitario pubblico all’altezza delle necessità dei cittadini.”
Furio Honsell, Consigliere regionale di Open Sinistra FVG».
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Laura Matelda Puppini a commento ed in particolare sulle spese per Intelligenza Artificiale in Asufc, quando mancano i medici di base e l’Università di Udine ha già un laboratorio per ricercare sull’ applicazione delal stessa e problemi connessi.
Credo che il riferimento a questo comunicato, si possa trovare pure in un articolo pubblicato da ‘Il Gazzettino’ ieri 22 agosto 2024, intitolato “Rivoluzione sanità. Tecnici già al lavoro per realizzare il piano”. Sottotitolo: “In una riunione di maggioranza Riccardi ha spiegato come dovrà cambiare il sistema. A fine settembre il documento potrebbe essere completato, poi toccherà alla politica”. Il testo è corredato da una foto dei due nuovi ‘padroni’ della nostra salute: Riccardo Riccardi e Massimiliano Fedriga. L’articolo è datato: “Pordenone/Udine”, il che fa pensare che la proposta di ulteriore modifica alla sanità friulana avvenga per colmare il buco di 126 milioni di euro che Denis Caporale ed i suoi sono riusciti a fare in Asufc, a fronte di moltissimi disagi, talvolta in aumento, per i cittadini e quindi non a causa nostra, ma, a mio avviso, per non aver saputo i vertici di Asufc programmare; non aver avuto una visione di insieme ed anche per seguire troppo la politica forse, e se erro correggetemi.
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Nell’ articolo si legge che la regione intende garantire servizi di qualità, che sinora abbiamo ben poco visto, ma non rischiare il default, ma se uno spende troppo senza ottenere risultati ma solo un enorme buco in bilancio, in una azienda privata si manda a casa, e il default sicuro in Asufc non è avvenuto a causa dei troppi servizi erogati, ma, secondo me, per una mala gestione basata sull’improvvisazione. E se erro, ancora una volta, correggetemi. A parte che una regione con oltre un miliardo di entrate, date anche da nostre tasse, è difficile che vada in default, cosa hanno pensato di fare Riccardo Riccardi e Massimiliano Fedriga? Hanno deciso di tagliare ancora prestazioni, e la bozza dei nuovi tagli, già però benedetti dalla politica, sono riassunti in un documento, ignoto ai cittadini e consigieri regionali, che ora andrà in mano a definiti tecnici, ignoti ai cittadini e consigieri regionali, ma forse come il solito veneti e foresti che, se tanto tecnici sono, potevano essere chiamati molto prima a programmare la spesa, non quando qualcuno ha già creato voragini. Ma se i tecnici sono di Agenas, visto come si è comportata dando dati discutibili come le sue ricette, è meglio lasciar perdere. (Cfr. “Rivoluzione sanità, cit.; Sanità FVG? Nessun problema, o quasi. Lo ha detto Agenas.; Laura Stabile. Osservazioni in merito alla presentazione delle valutazioni conseguenti alla convenzione tra la Regione Fvg e Agenas per il potenziamento del Ssr; Considerazioni, critiche e spunti per ribadire che vogliamo una sanità pubblica organizzata efficace ed efficente, dall’incontro del 20 aprile a Tolmezzo in preparazione alla manifestazione del 4 maggio sempre nel capoluogo carnico. Tutti questi articoli si trovano pubblicati, tranne il primo, su www.nonsolocarnia.info).
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Ma poi … Sul Messaggero Veneto, (quotidiano che in precedenza, non molto tempo fa, ci aveva dato notizia di un grande incontro in regione, a Villa Manin di Passariano, a spese nostre, sull’ utilizzo dell’intelligenza artificiale (acronimo A.I.) in medicina, che non so dove ancora si applichi realmente nel settore), l’11 agosto 2024 compariva un testo di Cristian Rigo intitolato: “Intelligenza artificiale in sanità. Nuovo laboratorio in arrivo”. Sottotitolo: “Sarà realizzato nel padiglione 6, destinato ad essere demolito e ricostruito. (…)” che ci avvisava che sarebbe stato costruito, all’ interno del Santa Maria della Misericordia, ospedale hub di Udine, un laboratorio per la Intelligenza Artificiale dal costo esorbitante di 93 milioni di euro.
E così continuava: «L’ intervento, previsto all’ interno del padiglione 6, destinato ad essere demolito e ricostruito, sarà finanziato con il maxi stanziamento di 93 milioni complessivi per l’ospedale di Udine e l’Azienda sanitaria universitaria del Friuli Centrale. (…). Il laboratorio […] avrà uno spazio dotato di cuffie per la realtà immersiva tipo Oculus, visori AR tipo Hololens/MagicLeap/, joystick per l’interazione ergonomica nello spazio virtuale. “In questo ambiente – spiega Caporale – si testeranno le innovazioni in ambito realtà aumentata. Sarà utile disporre di una workstation dedicata aggiuntiva per l’intelligenza artificiale”. Il laboratorio dovrebbe rappresentare lo spazio di lavoro di un ingegnere informatico che sviluppi applicazioni di intelligenza artificiale per la clinica e la ricerca». (Ivi).
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Ora non lasciatevi spaventare dai paroloni: infatti quanto scritto, secondo me, significa solo che investiremo in realtà virtuale invece che in servizi ai cittadini e personale, creando il posto di lavoro ed anche il luogo ad un ingegnere, dopo aver demolito un padiglione che ha utilissimi reparti quali ematologia, dermatologia, ginecologia ed ostetricia, che non si sa dove finiranno. Per far cosa non si sa, sicuramente per dare il posto ad uno e spendere ben 93 milioni di euro inutilmente per noi. Inoltre di intelligenza artificiale, in ambito anche di ricerca, si sta occupando ampiamente anche l’Università di Udine. (Cfr. per esempio, l’articolo in: https://www.uniud.it/it/territorio-e-societa/uniud-lab-village/scopri-smact3/laboratorio-ai4hrc). Il laboratorio “Smact3” dell’Università di Udine si legge ivi, « ospita un progetto di ricerca di ateneo, interdipartimentale, multidisciplinare, che si occupa di vari aspetti informatici, ingegneristici, filosofici e giuridici della Intelligenza Artificiale e in particolare della interazione e collaborazione tra robot e tra uomo e robot». E il dott. Caporale con i vertici della politica vorrebbero toglierci servizi perché sono in rosso, e demolire una palazzina, spostando reparti importantissimi, per costruire un quasi doppione, con una spesa stratosferica, quando potrebbero inserire il loro ingegnere in università? Non ho più parole. Ma mi sembra che le spese inutili sanitarie coprano ormai, come nubi nere e foriere di piogge intense e temporali, la nostra testa e minino la nostra salute.
Inoltre, con l’autonomia differenziata, il Veneto potrebbe non esser più disposto a fornire a noi ‘foresti’ prestazioni, che non si sa poi se la nostra Regione sarebbe disposta a pagare e quando, e così andrebbe a finire come la storia di due ragazzi, uno del Lazio ed uno della Lombardia, colpiti da una stessa malattia (detta di Lafora) una di quelle che lasciano poche speranze: la ragazza del Lazio è riuscita a salvarsi perché la Regione ha autorizzato la cura presso l’ospedale vaticano ‘Bambino Gesù’, mentre il giovane lombardo pare sia destinato alla morte perché, per una serie di cavilli, la Regione non intende autorizzare la stessa identica cura, con la quale la giovane laziale sta molto meglio, e sta iniziando a peggiorare sia dal punto di vista neurologico che cognitivo, andando verso la fine. Destini diversi per residenze diverse, commenta l’articolista, il che fa davvero pensare sulla nostra possibilità di curarci. (https://www.adnkronos.com/salute/malattia-di-lafora-speranza-terapia-news_1uAasYm0ElYLrSOk5dmExU).
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Inoltre se i nostri politici, che pare a me ben poco conoscano e vivano la realtà dei cittadini, pensano che noi possiamo pagarci assicurazioni private, agli anziani talvolta negate o negate per alcune patologie e piene di balzelli, o che i cittadini possano pagare somme ingenti per la sanità devono scordarselo, perché in Italia i soldi sono pochi, sono sempre di meno, e tutti succhiano dalla stessa cannuccia posta nel bicchiere, mentre aumentano i prezzi. E togliere in sanità significa incidere pesantemente su tutta l’economia di una regione e nazione, e questo lo si sa da anni, ma forse i nostri politici al potere in Fvg si sono dimenticati di leggerlo. E per ora mi fermo qui. Senza voler offendere alcuno, questo ho scritto, esercitando il mio diritto di parola e critica, sempre in attesa di vostri commenti ed osservazioni. E ricordatevi: ciò che è perso è perso, e con questa giunta Fvg stiamo perdendo tutta la sanità e tutti gli ospedali periferici, mentre gli ‘hub’ annaspano e la sanità territoriale è alla frutta, come si suol dire.
Laura Matelda Puppini.
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Leggo un articolo intitolato “Buco Sanità: per tecnici a 220 milioni, per dg a 107 milioni. Verì, sopra 80 milioni, rischio commissario” in: https://abruzzoweb.it/buco-sanita-per-tecnici-a-220-mln-per-dg-a-107-mln-veri-sopra-80-mln-rischio-commissario/, dove Verì altri non è che la dott. ssa Nicoletta Verì, Assessore regionale alla Salute, Famiglia e Pari Opportunità della Regione Abruzzo. Ora ella ha almeno ipotizzato che, come in ogni struttura privata ma anche pubblica, quando vi è un buco inimmaginabile, (per lei sopra gli 80 milioni), il dirigente che ha creato la voragine sia spedito a casa e la struttura commissariata, mandando una persona a verificare l’entità reale del disastro finanziario, ed a dire come porvi riparo. Ma pare, dall’articolo di Il Gazzettino, che in Fvg non sia così, e che ormai nelle aziende sanitarie non valgano neppure le regole delle aziende private, per un reale controllo, ma solo cosa vuole la giunta o meglio Fedriga e Riccardi. E cosa hanno pensato questi? Di premiare i dg delle aziende in rosso, mantenedoli al loro posto come se nulla fosse e di tagliare tutto magari con il sostegno di Agenas. Ma scusate quali aziende si comportano così? Per cortesia ditemelo perchè io non lo so. E se erro correggetemi. Ma penso anche: e questo sarebbe “Io sono FVG”?
Leggo in un commento su facebook “Nelle aziende sanitarie pubbliche un grave disavanzo comporta per legge la decadenza del direttore (DLGS n. 502/1992 e s.m.), invece qui si ripiana con una sorta di piè di lista e nessuno pone mano alla legge” (w.z.), e questo fa davvero pensare. Perchè Fedriga e Riccardi, con Bini, Scoccimarro e gli altri, pare che stiano creando una specie di stato nello stato, con leggi proprie ed in mano loro. E se erro correggetemi, perchè è solo un’impressione.
Per quanto riguarda invece il padiglione 6 mi dicono che abbia alcune criticità (ma forse anche gli altri le hanno) a cui non si è mai pensato di porre mano prima (ed anche questo fa pensare), attuando una politica di ‘manutenzione’ per cui ormai bisogna abbatterlo. Ma dove porteranno i reparti? Forse ci penseranno all’ultimo momento? Al famoso nuovo ospedale dalle stanze piccolissime, le pareti che paiono di cartongesso, i grandi corridoi, le enomi scalinate, gli ascensori che devi andarteli a cercare in una specie di caccia al tesoro, e i pochissimi bagni per chi si reca negli ambulatori, che non funzionavano già subito dopo l’apertura del nuovo ospedale ora declassato a ‘padiglione 15’?