Paluzza – Monte Croce Carnico qualche cartina ed informazione per capire anche possibili soluzioni.
Qualcuno mi ha detto, non mi ricordo quando ma non ora, che la antica via romana che permetteva il transito per Passo di Monte Croce Carnico, non seguiva totalmente il percorso attuale, ma ne seguiva un altro che ora potrebbe ritornare utile conoscere. Per cercare di capire ove passasse detto tracciato, ho consultato ieri sera “https://www.archeocartafvg.it/portfolio-articoli/paluzza-ud-passo-di-monte-croce-carnico-iscrizioni-romane-scolpite-nella-roccia/” che riporta più tracciati presenti nel tempo, e più possibilità interpretative non essendo, in epoca romana, presenti mappe precise, ma seguendo chi doveva muoversi i segnali dei tracciati, per esempio le pietre miliari, ora spesso parzialmente perduti.
Prima immagine da: https://www.archeocartafvg.it/portfolio-articoli/paluzza-ud-passo-di-monte-croce-carnico-iscrizioni-romane-scolpite-nella-roccia/. Qui si vedono antichi tracciati e l’attuale in viola. R= Iscrizione respectus. Tracciato a puntini neri: Strada ‘Hermias’. Tracciato a lineette marron/arancione: Strada ‘Valentinianus’. Tracciato a punto e linea, punto e linea scuro: Strada Respecuts.
Ho consultato, quindi, la “Guida della Carnia e del Canal del Ferro” di Marinelli curata dal Gortani, ed ivi ho trovato alcune informazioni sui tracciati per raggiungere Passo di Monte Croce Carnico, in base alle fonti allora reperite. Il Marinelli ritiene che furono gli etruschi a costruire per primi una strada che aprisse a persone e commerci il Passo in questione, come prova l’iscrizione di Würmlach, e successivamente, in epoca romana, passava per Monte Croce Carnico una via forse consolare, forse imperiale, attestata da tre epigrafi, considerate originali e non fasulle, reperite fra Timau e Monte Croce Carnico: la prima in località ‘mercato vecchio’ la seconda e la terza non distanti dal passo. La posizione di queste due ultime lapidi e «sicure tracce di una antica strada sulla destra del rio di Monte Croce, hanno fatto concludere che il tracciato primitivo seguisse quel versante invece dell’attuale il quale dovrebbe esser stato adottato intorno al IV sec. d. C.
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Secondo il Gortani, i due tracciati divergerebbero dal Mercatovecchio in poi; la via primitiva avrebbe valicato con ponte di legno il burrone che si apre poco più avanti, e rasggiunto il passo per Val di Collina e la Schialutta. Secondo il Grassi e lo Sticcotti, i tracciati sarebbero stati invece diversi fin dall’origine, correndo il primo interamente sulla destra della Val Grande e giungendo, da questo lato, a Val di Collina e Collinetta; mentre per Mercatovecchio sarebbe passato un sentiero da animali, aperto ai cariaggi col tracciato attuale nel 373». (G. Marinelli, a cura di M. Gortani, cit. pp. 476-479).
Cartina da: https://www.archeocartafvg.it/portfolio-articoli/paluzza-ud-passo-di-monte-croce-carnico-iscrizioni-romane-scolpite-nella-roccia/. Cartina da: https://www.archeocartafvg.it/portfolio-articoli/paluzza-ud-passo-di-monte-croce-carnico-iscrizioni-romane-scolpite-nella-roccia/. Immagine fornita da Ermanno Del Tatto. In arancione la strada attuale, in rosso il primo tracciato della via, come ricostruito dagli studiosi.
Presumibilmente la restaurazione della strada, diventata importantissima, avvenne sotto Valentiniano, e da cui, presumiblmente, deriva il nome di val Valentino al torrente che, appena oltre il passo, scende verso la Zeglia. Ma la strada in origine si attestava lungo la riva destra del corso d’acqua. (p. 479). Da quello che si sa la strada di Monte Croce continuò ad esser praticata e divenne, anche negli ultimi secoli, un importante luogo di difesa dei confini, e così avvenne pure, essendo l’Italia ormai unita, nel corso della prima guerra mondiale.
Quindi così si legge, relativamente ai primi Novecento, ma non è chiaro se scritto dal Gortani o dal Marinelli, e quindi a che anno databile: «Da parte nostra, sarà fra breve ricostruito con moderno tracciato (probabilmente non molto discosto da quello primitivo) il tronco da Timau al passo. Da parte austriaca è in corso di riatto il tronco dal passo a Mauthen, costruito per ragioni militari nell’ ante guerra […]». (Ivi, p. 480). «La strada attuale, appena oltrepassato Timau, valica la But sopra un ponte di legno, rasenta il santuario del Cristo […], indi prosegue lungo il greto del rio per poco più di un km., si porta ancora, sulla riva sinistra e, rimontando una rovina di blocchi colossali, gira oltre l’estrema al sin. della Creta di Timau. Si alza quindi a mezza costa, e presso una maina raggiunge il Mercatovecchio e la iscrizione MUNIFICENTIA. (…). Oltre questo ripiano, (da cui si stacca a sin. la mulattiera per cas. Val di Collina) si procede ancora in salita a mezza costa, con magnifica veduta sul gruppo del Coglians, e in altri 3/4 d’ora si arriva alla sommità del valico. Quivi a sinistra, si stacca il sentiero per la prossima cas. di Collinetta (10 minuti), al principiare del quale si possono vedere le altre due iscrizioni menzionate». (Ivi, pp. 480-481).
Cartina da: https://www.archeocartafvg.it/portfolio-articoli/paluzza-ud-passo-di-monte-croce-carnico-iscrizioni-romane-scolpite-nella-roccia/. Immagine fornita da Ermanno Del Tatto. In arancione il percorso attuale, in rosso il primo tracciato della via, come ricostruito. Particolare della cartina precedente.
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Cartina da: https://www.archeocartafvg.it/portfolio-articoli/paluzza-ud-passo-di-monte-croce-carnico-iscrizioni-romane-scolpite-nella-roccia/. Immagine fornita da Ermanno Del Tatto. In arancione il percorso attuale. In rosso il primo tracciato della via, in giallo il secondo.
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Cartina da: https://www.archeocartafvg.it/portfolio-articoli/paluzza-ud-passo-di-monte-croce-carnico-iscrizioni-romane-scolpite-nella-roccia/. Immagine fornita da Ermanno Del Tatto. In arancione il percorso attuale. In rosso il primo tracciato della via, in giallo il secondo, in azzurro il terzo.
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Cartina da: https://www.archeocartafvg.it/portfolio-articoli/paluzza-ud-passo-di-monte-croce-carnico-iscrizioni-romane-scolpite-nella-roccia/. Immagine fornita da Ermanno Del Tatto. In arancione il percorso attuale. In rosso il primo tracciato della via, in giallo il secondo, in azzurro il terzo. Particolare della cartina precedente.
Ho posto qui tutte le cartine reperite sul sito https://www.archeocartafvg.it/portfolio-articoli/paluzza-ud-passo-di-monte-croce-carnico-iscrizioni-romane-scolpite-nella-roccia/, che portano costanti e variazioni sul tracciato da Timau a Monte Croce carnico verificatesi nel tempo, ricostruite in base alle iscrizioni reperite. Per ora mi fermo qui, ma vorrei che altri cercassero altre fonti nel merito, perché l’argomento è interessantissimo, e dicessero la loro, documentati. Ma anch’ io, se troverò altro, lo aggiungerò.
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Aggiornamento 29 dicembre 2023.
Vorrei aggiungere, al testo già pubblicato, solo questa frase dall’articolo: “La vera storia di Monte Croce Carnico, il passo del Friuli verso il centro Europa” in Messaggero Veneto 2 gennaio 2019: «Monte Croce […] è stato creato dall’erosione dei grandi ghiacciai del Quaternario, che, una volta ritirati, hanno reso pervia la cresta alpina e allentato la pressione sul fianco della montagna, originando l’instabilità e le frane che perdurano a tutt’oggi». E chi vuole ancora proporre il tunnel, sappia che forare una montagna instabile potrebbe essere davvero rischioso. Infatti in: “http://www.civicimuseiudine.it/images/MFSN/Gortania/Gortania_43/G43_GPP_1-vai-venturini-LR.pdf”, si legge che von Buch (1827) per primo parla di “diorite” (roccia verde tipo Harz) negli scisti di Paluzza e di “pietra lidica” o lidite negli scisti sopra i calcari del Passo di Monte Croce Carnico (p. 11). Calcari e scisti quindi compongono quelle parti di montagna.
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Infine si sa oggi, 29 dicembre 2023, alla Camera Debora Serracchiani ha presentato un ordine del giorno relativo al ripristino al più presto della viabilità per il Passo di Monte Croce Carnico, se del caso pure studiando e realizzando una variante di percorso. Detto o.d.g. è stato approvato a larga maggioranza dalla Camera, ed accolto come raccomandazione dal Governo. Inoltre Serracchiani ha precisato che i 63 milioni già stanziati nel 2016, con convenzione fra Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Anas, e Regione Friuli Venezia Giulia e Land Carinzia per sistemare la strada SS 52 bis, che è appunto quella che porta a Monte Croce Carnico, non sono mai stati spesi e quei lavori non sono mai stati fatti, e chiede al governo di di “farli con urgenza”. (https://www.ilfriuli.it/cronaca/frana-passo-monte-croce-carnico-camera/). A quei 63 milioni stanziati per sistemare la ss 52 bis, avevo pure accennato io, riprendendo la notizia da radio studio nord news nel mio: “Il Pal Piccolo ha cancellato l’ultima parte della ss 52 bis. Ma nel 2017 quella strada era già considerata rischiosa e da sistemare. Ma poi … E ora si prevede di violare ancora le montagne”, che se non avete letto, vi invito a leggere.
Laura Matelda Puppini.
L’immagine che correda l’articolo è una di quelle poste al suo interno. L.M.P.
https://www.nonsolocarnia.info/paluzza-monte-croce-carnico-qualche-cartina-ed-informazione-per-capire-anche-possibili-soluzioni/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2023/12/C10Terzo-tracciato-in-azzurro.jpg?fit=800%2C450&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2023/12/C10Terzo-tracciato-in-azzurro.jpg?resize=150%2C150&ssl=1ECONOMIA, SERVIZI, SANITÀSTORIAQualcuno mi ha detto, non mi ricordo quando ma non ora, che la antica via romana che permetteva il transito per Passo di Monte Croce Carnico, non seguiva totalmente il percorso attuale, ma ne seguiva un altro che ora potrebbe ritornare utile conoscere. Per cercare di capire ove passasse...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
Vi è un grosso problema in Carnia, ed è la frana del Pal piccolo e quella montagna che non è più stabile e che sta impedendo il transito verso il Passo di Monte Croce Carnico, versante italiano. Risolvere il problema è compito dell’Anas, ed i problemi tecnici sono specifici e non sono politici. Mi spiego meglio: se una industria vuole costruire un prodotto che superi in caratteristiche quelli similari già presenti sul mercato, si adopera per finanziare a tecnici uno studio approfondito su come realizzarlo, e non va in giro a chiedere pareri politici. Pertanto ho ragione il consigliere regionale Pd Massimo Mentil quando sostiene che «Una problematica che sta mettendo in ginocchio un’intera vallata, con riflessi di carattere transnazionale, non può diventare terreno di scontro politico. (…). In ballo ci sono persone e imprese […]». (https://www.studionord.news/passo-monte-croce-mentil-un-problema-cosi-grave-non-puo-diventare-terreno-di-scontro-politico/?fbclid=IwAR0K3xmPX_LIbkQbpw9N3a7r27btlb3OFDhk1tjmLA65iBJtCNptvURLCzo). Quindi non si può ipotizzare soluzioni ad un problema così grave con una divisione politica fra i fautori del tunnel, quelli del progetto Alessandrini e Puntel e quelli della riapertura della strada attuale, perché questo ci fa capire solo che moltissimi politici attuali vivono solo di bla bal bla e di cercare di ‘dare di fioretto’ al prossimo ma sono incapaci di affrontare problemi reali che non appartengono al loro iperuranio ma di carattere scientifico. Si chieda invece all’ Anas che intende fare. Laura Matelda Puppini