Il 22 maggio 2025 sono andata ad Udine parlare, anche per avere qualche ragguaglio, di sanità regionale. Infatti avevo pure invitato alcune associazioni di difesa dei diritti del cittadino a studiare il problema esternalizzazioni in sanità, non capendo bene come fossimo finiti in questa situazione nella nostra sempre più disastrata Regione, almeno dal punto di vista dei residenti.

Il Presidente regionale del Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e la tutela dei diritti di utenti e consumatori) avv. Vitto Claut, che ringrazio vivamente, mi ha risposto ed insieme ai suoi colleghi ha deciso di ascoltare cosa andavo narrando sulla sanità sul mio www.nonsolocarnia.info, a titolo informativo. Erano presenti: l’avvocato Vitto Claut per Pordenone, l’avvocato Mauro Chirizzi responsabile Codacons Udine; l’avvocato Gianluca Teat, responsabile Codacons Trieste, l’avvocato Bruno Garlatti responsabile Codacons per Gorizia,  tre giunti solo per me ad Udine.

Essi hanno avuto la pazienza di ascoltare quanto vado narrando su www.nonsolocarnia.info sull’ esternalizzazione di parti della sanità, che modificano la gestione pubblica della stessa che rappresenta un settore delicatissimo, avvicinandola, nelle modalità, secondo me a quella dei lavori pubblici, ed allontanandosi sempre più dalla linea anche governativa e statale , definita dal d.l. 30 marzo 2023 n.34 poi convertito nella legge n.56 del 26 maggio 2023: “Misure urgenti a sostegno delle famiglie e delle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale, nonché in materia di salute e adempimenti fiscali”, che all’art. 10  comma 1 così recita: “Le aziende e gli enti del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), per fronteggiare lo stato di grave carenza di organico del personale sanitario, possono affidare   a   terzi   i   servizi   medici   ed infermieristici solo in caso di necessità  e  urgenza,  in  un’unica occasione e senza possibilità di proroga, a seguito della verificata impossibilità di utilizzare personale già in servizio, di  assumere gli idonei collocati in graduatorie concorsuali in vigore, nonché di espletare  le  procedure  di  reclutamento  del  personale  medico  e infermieristico autorizzate». (https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2023/03/30/23G00042/SG). Ed all’art. 10 comma 2 «I  servizi  di  cui  al  comma  1   possono   essere   affidati esclusivamente nei servizi di emergenza-urgenza ospedalieri,  per  un periodo non superiore a dodici mesi, ad operatori  economici  che  si avvalgono di personale medico  ed  infermieristico  in  possesso  dei requisiti di professionalità contemplati dalle disposizioni  vigenti per l’accesso a posizioni  equivalenti  all’interno  degli  enti  del Servizio Sanitario Nazionale  e  che  dimostrano  il  rispetto  delle disposizioni in materia d’orario di lavoro di cui al decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66.

Uniche variazioni, relativamente a questa parte, nella conversione in legge, sono l’aggiunta, per quanto riguarda la possibilità di utilizzare personale già in servizio, sia dipendente sia in regime di convenzione con il Servizio sanitario nazionale, di assumere gli idonei collocati in graduatorie concorsuali in vigore relative all’assunzione di personale dipendente, di avvalersi in regime di convenzione del personale iscritto nelle graduatorie per l’assistenza specialistica ambulatoriale interna, oltre che di espletare le procedure di reclutamento del personale medico e infermieristico autorizzate. Quindi, a mio avviso, la linea del governo era ed è chiara: cercare di far convergere più personale con contratto pubblico in sanità e nei Pronto Soccorso cercando di evitare il più possibile esternalizzazioni che, comunque, possono venir attuate solo se vi è emergenza e per un tempo definito.

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E a me non consta che detta legge sia stata modificata. In primo luogo quindi, i direttori generali delle Aziende Sanitarie dovrebbero fare concorsi ed anche pubblicizzarli, quindi dovrebbero prendere in considerazione i problemi del personale già in servizio nel settore pubblico, senza oberarlo di straordinari e mancate ferie, e dovrebbero pure rendere attrattivo il lavorare in sanità in questa regione, non seguire una politica da tappa buchi, mentre pare non sia così se, l’assessore Riccardo Riccardi, (nominato e mai eletto, regge l’assessorato sanità e salute da 7 anni in FVG), a Vicino/lontano alla presentazione di ‘Codice rosso’ ha dichiarato “sanità pubblica a rischio” (“Riccardi: sanità pubblica a rischio”, in https://ilpopolopordenone.it/2025/05/riccardi-sanita-pubblica-a-rischio/) se non intervengono i privati. Non una parola sul perché, non un riferire al Consiglio regionale e forse neppure alla giunta, nulla di nulla, solo quasi un voler sostenere che non si può fare diversamente che passare ai privati parte della sanità pubblica ed i settori più importanti, essendo la sanità in emergenza. Ma a causa di chi? I cattivi amministratori delegati, in una azienda privata, vengono mandati a casa, qui invece continuano a fare appalti anche di un ospedale intero, spostano denaro pubblico verso privati che forniscono prestazioni per mano di medici ignoti senza che si sappia da dove vengono e che titoli ed esperienza abbiano, senza che vi sia più neppure in settore delicato come il Pronto Soccorso una regia unica ed un unico controllo, senza che nessuno si sia preso la briga di valutare come questi nuovi Pronto Soccorso si potranno relazionare al loro interno con i reparti ospedalieri.  E pare francamente di essere caduti in una situazione manovrata dall’alto da ‘O Cussì o glotti’.

Inoltre vorremmo sapere che fine hanno fatto o faranno in Asufc il PEU (Piano di Emergenza Urgenza) che è il documento di riferimento per la gestione della rete regionale di emergenza-urgenza, che comprende strutture, mezzi, tecnologie e personale dedicati e il CREU (Coordinamento Regionale Emergenza Urgenza) che è un organismo che si occupa di coordinare l’assistenza sanitaria in caso di emergenza e urgenza, sia in ambito ospedaliero che extraospedaliero, a livello regionale, con queste esternalizzazioni. E queste mie osservazioni personali ho narrato. 

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Ma vi è un’altra caratteristica di Riccardi, e pare dei dg friulani, che emerge: quello di non voler prendersi responsabilità diretta gestionale alcuna, e questo sin dal principio. Infatti nel 2019 l’assessore da poco insediato dichiarava che «Mettere al centro il distretto e collegarlo all’assunzione di responsabilità del suo direttore rappresenta un importante passaggio culturale in quanto il dirigente avrà indipendenza di budget ma, in questo modo, dovrà dare delle risposte di salute al paziente con una presa in carico del cittadino all’interno di un percorso assistenziale». (https://www.quotidianosanita.it/regioni-e-asl/articolo.php?articolo_id=78122 – 25 ottobre 2019).  Se poi non è riuscito a scaricare responsabilità sui distretti presumibilmente indeboliti dalla sua politica, ora lo fa scaricando la responsabilità sui dg, che commissionano appalti e quindi scaricano sui privati, che però risultano fuori reale controllo pubblico anche se pagati con soldi pubblici.

Inoltre gli appalti nei lavori pubblici implicano che vi sia un direttore dei lavori che controlla l’andamento degli stessi e risponde, qui nulla di tutto ciò ed una specie di quasi vuoto anche normativo, essendo il ssn pubblico e non affidabile ai privati. E non esiste lo stesso lavoro pubblico appaltato a due ditte diverse al tempo stesso: non è possibile che in una casa una parete la faccia ‘x’ ed una ‘y’, se uno dei due non è fallito, come invece accade ed accadrà ai Pronto Soccorso Asufc con gestione metà pubblica e metà privata.

Insomma vi è maggior regolamentazione, pare, per far costruire il muro di un cimitero, che per affidare a terzi privati la gran parte di tutti i Pronto Soccorso dell’Azienda del Friuli Centrale, che gestiscono l’emergenza urgenza sanitaria, la diagnostica tempestiva, puntuale e precisa e la cura. 

Quindi, a mio avviso il sistema ad appalto sul tipo di quelli per i lavori pubbici non può esser assolutamente applicato in sanità per mera traslazione, e tra l’altro in modo sempre più diffuso, senza legge alcuna a supporto, come sta invece accadendo. Inoltre modifiche epocali alla sanità ed un travaso a privati di soldi pubblici passa attraverso un sistema che coinvolge solo il settore amministrativo, non quello politico regionale. 

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Un primo problema emerso dall’ incontro è quello dei diversi piani di approccio al problema: legale, politico, sindacale.

Dove vi sono le maggiori carenze pare proprio essere il piano politico, il primo che dovrebbe essere interessato a problematiche di questo tipo, perché poco o nulla giunge al Consiglio regionale, ma praticamente tutto viene deciso negli uffici, “lontano dagli occhi e lontano dal cuore”, verrebbe da dire, a livello meramente amministrativo. Pertanto, a cose già fatte, a bandi di esternalizzazione già presenti, se qualcosa si viene a sapere è dalla stampa, non sempre precisa. Talvolta i consiglieri chiedono un accesso agli atti, ma intanto passa un mese per avere qualcosa di concreto. Ora i bandi sono pure pubblicati, ma se non sai che esistono, chi li cerca? Un caso a parte è però quello dell’ospedale di Spilimbergo.

Per quanto riguarda detto nosocomio, non si potrebbe neppure parlare di ‘esternalizzazione o partenariato’, perché Asfo darebbe al miglior offerente un intero ospedale, ma io so solo che è stata fatta una manifestazione di interesse da parte del Policlinico Triestino – Salus, che pare, da come viene descritta dalla stampa, una mezza aggiudicazione, così riassunta da Anna Vitaliani nel suo “L’ospedale di Spilimbergo ai privati: il progetto. In anteprima la proposta che il Policlinico triestino ha fatto alla Regione per gestire la struttura», in: https://www.rainews.it/tgr/fvg/articoli/2025/03/lospedale-di-spilimbergo-ai-privati-il-progetto-110c28cf-2d62-4712-8c34-71304e2c674c.html.

«L’ospedale di Spilimbergo verrebbe completamente ristrutturato, rifornito di risonanza magnetica, potenziati gli ambulatori con nuove specialità, implementati i reparti di ortopedia, riabilitazione e lungodegenza, confermati medicina interna e pronto soccorso. E a regime sarebbero 262 i dipendenti della struttura, medici, infermieri, oss e impiegati.
Svelato in anteprima per noi il progetto che il Policlinico Triestino ha proposto alla Regione FVG per la gestione in partenariato pubblico – privato dell’ospedale di Spilimbergo.

Guglielmo Danelon presidente dell’azienda di sanità privata triestina, risponde a distanza alle nostre domande in maniera molto chiara e parla della volontà di investire nell’ospedale friulano “35 milioni di euro nell’arco della durata della concessione”.
In oltre 100 anni di storia del Policlinico Triestino – che conta 5 case di cura – sarebbe questa la prima esperienza di co-gestione di una struttura pubblica. “L’ospedale di Spilimbergo – spiega Danelon – si trova in una posizione periferica, e una gestione privata è più flessibile, investe più facilmente in tecnologia e ottimizza le risorse”. E a proposito del personale Danelon spiega che i dipendenti attualmente impiegati, potranno scegliere: restare a Spilimbergo, entrando a far parte del team di Policlinico Triestino, mantenendo retribuzione e diritti acquisiti, o rimanere dipendenti di ASFO in altre sedi della sanità pubblica».

Avete capito bene? Ora il privato “alzerebbe anche la cresta” si fa per dire con tutto il rispetto per il dott. Danelon che non conosco, visto che pare gli sia stato dato il potere di dettare pure le condizioni e quindi, una volta insediatosi, obbligherebbe personale assunto con regolare concorso pubblico a passare alle sue dipendenze od ad andarsene in altro luogo. Ed è stata anche pubblicata una presa di posizione di una povera infermiera che si sarebbe trovata in quella situazione. 

A chi ha chiesto ad Asfo delucidazione nel merito, e cioè il consigliere Nicola Conficoni, così è stato risposto da Asfo: «In riscontro alla Sua richiesta di accesso del 12.02.2025, volta ad ottenere copia di eventuale corrispondenza tra l’Azienda Sanitaria e soggetti privati su offerte per la gestione dell’ospedale di Spilimbergo, si comunica che l’accesso alla documentazione richiesta sarà differito al momento della eventuale pubblicazione del bando di gara, in esito alla valutazione di pubblico interesse, al fine di non pregiudicare gli interessi dell’Amministrazione e degli stessi partecipanti alla successiva gara ad evidenza pubblica per la realizzazione del progetto. Si precisa infatti che la divulgazione della documentazione potrebbe alterare la “par condicio” tra i concorrenti, visto che la segretezza delle offerte è elemento fondamentale per la trasparenza e per la regolarità della gara”». Si noti nella risposta, quell’ “eventuale pubblicazione del bando di gara”, che dà davvero da pensare.

Un paio di giorni fa mi è stato comunicato dal consigliere del Pd Nicola Conficoni, persona che stimo ed apprezzo, che non è giunto nulla, quindi presumo non sia stato ancora emanato il bando di gara, o Tonutti non lo voglia pubblicare, o …. .

Gli avvocati del Codacons si sono meravigliati di questa limitata possibilità di azione politica del consiglio regionale che, a loro avviso, avrebbe dovuto essere maggiormente informato e partecipato dei problemi della sanità entrando pure nel merito delle decisioni prima che venissero prese.

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Il giocare sulle parole.

Un altro punto che ho sottolineato è che l’assessore Riccardi, che vorrebbe pure esternalizzare il settore analisi pubblico, ma solo magari in una azienda, ma solo in parte ma …. (Cfr. su www.nonsolocarnia.info il mio: Sull’esternalizzazione delle analisi in Fvg.), ha precisato più volte che non trattasi di ‘privatizzazione’ ma di ‘partenariato’, pure rispondendo al consigiere Conficoni, usando una parola ignota alla legge italiana in sanità e presa a prestito dall’inglese. Ora noi sappiamo quasi tutti cosa significa ‘partner’ in contesti personali o specifici, ma quello che fanno i direttori generali delle Aziende friulane è una reale esternalizzazione che provoca una situazione di partenariato come modalità lavorativa per chi opera in sanità.

Vorrei poi sapere poi come la esternalizzazione e privatizzazione per anni della radiologia diagnostica di Asfo possa essere considerata ‘partenariato’. (Sull’argomento cfr. su www.nonsolocarnia.info i miei: Tentativo di ricostruire la telenovela, dal 2020 al 2024, che ha portato alla esternalizzazione della radiologia dell’intera Asfo pordenonese, operazione che potrebbe cambiare la sanità Fvg. e Asfo. Una Azienda che cambia volto in e con la radiologia.). Ma è proprio l’appalto non previsto di parti della sanità pubblica che permette, a mio avviso, certe operazioni discutibili (non ho mai scritto illegali perché non sono un avvocato) mai discusse in aula consiliare, che hanno come risultato quello di portare la sanità, e quindi quello che concerne la salute dei cittadini, al di fuori del totale controllo del settore pubblico, e quindi della trasparenza per chi paga. Inoltre viene eliminato l’urp, si annulla la carta dei diritti dei cittadini, vengono stravolti i principi della sanità pubblica, ed almeno a me pare così. 

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E così si è proceduto in Asufc.

La storia delle esternalizzazioni in Asufc che ho narrato sinteticamente ai gentilissimi avvocati che hanno deciso di starmi ad ascoltare, è iniziata con la nomina a Direttore Generale del dott. Denis Caporale. Il suo curriculum per la verità non mostrava che egli avesse esperienze pregresse di direzione generale di una struttura così grande e complicata come Asufc, diventata enorme e quasi ingestibile a causa dell’improvviso confluire, senza studio prospettico dei problemi che avrebbe potuto creare, delle ASS4, ASS3 e ASS2 Bassa Friulana, e ospedaliera udinese nell’ Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale, formando una enorme struttura unica che va dai monti al mare e che ha più di novemila dipendenti a vario titolo, di cui quattromila nel solo polo ospedaliero ‘Santa Maria della Misericordia’. (Per questi dati cfr. Mattia Pertoldi, Sanità friulana, gli obiettivi del manager Caporale: «Tagliare le liste d’attesa e completare l’ospedale», in Messaggero Veneto, 5 gennaio 2025).

Per gestire una situazione di questo tipo ci sarebbe voluto un dirigente bravissimo o meglio un team di dirigenti capaci, e così affermava a Tolmezzo, l’8 ottobre 2022, ad un incontro sulla sanità ove risultava fra i relatori, il dott. Giancarlo Miglio, già dirigente sanitario in Friuli: «Un altro problema […] è quello della complessità e vastità dell’Asufc, che comprende 134 comuni di cui 90 hanno meno di 3000 abitanti, e sparsi su un ampio territorio che va dai monti al mare. Inoltre detta Azienda Sanitaria ha un bilancio di 1.330.381.540, 00 euro, praticamente molto simile, per cifra, a quello della Ferrero. Prima di accorpare e centralizzare, si sarebbe dovuta valutare la complessità gestionale di una struttura così grande. Ora ci si chiede se non sarebbe preferibile scindere l’Asufc in sottosistemi, che possano rispondere pure alle esigenze della popolazione di riferimento. Una scelta come questa porterebbe poi a valutare il rapporto fra i dirigenti dei sottosistemi e il dirigente unico». (https://www.nonsolocarnia.info/quale-organizzazione-sanitaria-si-vorrebbe-per-il-futuro-in-italia-parte-terza-lorganizzazione-ospedaliera/).

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Ma anche queste considerazioni direi quasi lapalissiane sono cadute nel nulla, mentre Riccardi, poco tempo fa, ha riconfermato per altri 5 anni come dirigente di Asufc Denis Caporale, che ha dichiarato, secondo Mattia Pertoldi, di avere solo due obiettivi: tagliare le liste di attesa, forse per non far inferocire il Ministro Schillaci, e completare l’ospedale. (Mattia Pertoldi, Sanità friulana, gli obiettivi del manager Caporale: «Tagliare le liste d’attesa e completare l’ospedale», in Messaggero Veneto, 5 gennaio 2025).  Quindi pare che gestire la sanità dell’ex- provincia di Udine non rientri fra i suoi compiti o fra quello che intende fare. Costui, all’atto della nomina, risultava esser stato Vicecommissario straordinario con poteri e funzioni del Direttore Socio Sanitario dell’Aas3 – Alto Friuli – Collinare – Medio Friuli dal 14 gennaio 2019, cioè dopo l’avvento di Riccardi alla sanità; dal 2011 al 2019 era stato direttore generale della Casa di riposo di Cividale; dal 2009 al 2016 aveva ricoperto l’incarico di direttore generale dell’Azienda di Servizi alla Persona della Carnia “S. Luigi Scrosoppi” di Tolmezzo; quindi aveva lavorato come promotore commerciale in “Euro&promos Group”- Settore sanificazione e pulizie-, forse la società o cooperativa citata anche nel caso Bini, (Gli appalti milionari dell’assessore Bini, l’uomo fidato del leghista Fedriga, in: https://www.editorialedomani.it/politica/italia/gli-appalti-milionari-dellassessore-bini-luomo-fidato-del-leghista-fedriga-b3uzzai7), a cui anch’io ho dedicato tre articoli. Inoltre era stato direttore presso l’azienda Universiis Società Cooperativa Sociale ed in precedenza in altra cooperativa, la ‘Arista’ di Udine. (https://www.regione.fvg.it/rafvg/export/sites/default/RAFVG/salute-sociale/sistema-sociale-sanitario/FOGLIA130/allegati/210422_2019.06.12_Caporale_Denis_-_CV.pdf).

Non so come qualcuno abbia potuto pensare che, con questo curriculum ma anche con altro, una persona da sola potesse riuscire a gestire una azienda da un miliardo di euro.

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Denis Caporale è diventato direttore generale di Asufc nel 2021 dopo l’abbandono di Massimo Braganti, traferitosi altrove. Ma Massimo Braganti aveva lunga esperienza di gestione di Aziende sanitarie in Umbria e Toscana dove di sanità magari, qualcosa capiscono (https://asufc.sanita.fvg.it/export/sites/asufc/it/personale/personale_nuova_divisione/direttori-di-vertice/cv/braganti_massimo.pdf),mica solo di lavoro in cooperative e Case di riposo. Così Caporale ha subito iniziato, dai miei ricordi, una politica di imposizione e da ‘qui comando io’, che l’ha portato a risultati in rosso, che però Riccardi ha appianato, a fronte di servizi o tagliati o stitici, con il caos che impera e i cittadini disperati. E già nel febbraio 2023, Caporale aveva deciso di esternalizzare servizi importanti come parte del Pronto Soccorso di Udine, poi, recentemente, ha deciso di rifarlo per questo e per tutti gli altri di Asufc, dopo aver sperimentato tale formula nei punti di primo intervento.

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Ma facciamo un passo indietro. Mentre la Nazione intera si stava lentamente risollevando dalla pandemia, l’avvocato Ladi De Cet veniva nominato, il 1° luglio 2022, dirigente a tempo indeterminato, del settore ‘Beni e Servizi’ (sul sito Asufc ora) della ‘SOC Approvvigionamento e Servizi di Asufc’ (sul curriculum vitae dell’avvocato presente sul sito dell’Azienda del Friuli Centrale), carica poi trasformatasi, il 1° marzo 2023, in quella di direttore.

Proveniente dal Veneto, anche detto avvocato pareva allora privo, dal suo curriculum vitae, di una esperienza lavorativa pregressa in una azienda così grande, e i tre anni precedenti si era occupato per la Regione Veneto in ambito sanitario di controlli e governo della ‘CRITE ’ cioè della “Commissione Regionale per l’Investimento, Tecnologia e Edilizia”, ed  ancor prima risulta esser stato funzionario della Regione Veneto ed antecedentemente, dal 1°luglio 2015 al 30 giugno 2018, dirigente, segretario e direttore del Centro Servizi Villa Serena di Valdagno, che è una casa di riposo tuttora esistente. Procedendo ancora all’indietro si nota come il dott. De Cet abbia svolto mansioni presso l’ufficio affari legali dell’ Ente “Veneto Agricoltura”, ed abbia al suo attivo docenze in master universitari ed altro ancora (https://asufc.sanita.fvg.it/it/personale/personale_nuova_divisione/dirigenti_SOC_SOSD/de-cet_ladi.html). Ed all’avvocato De Cet veniva affidato il compito, come vedremo, di stilare i bandi di gara per l’appalto a privati di parti sempre più consistenti della sanità pubblica dipendente da Asufc e di di firmarli. 

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Nel frattempo, essendo uscita la Nazione dalla pandemia mutilata anche nel personale medico infermieristico, peraltro stremato, alcune Aziende erano ricorse ai gettonisti. Ma per porre un limite a questo sistema fra l’altro costosissimo, il governo trattava la materia, come già scritto, all’ interno del D.L. 30 marzo 2023 n.34 poi convertito nella legge n.56 del 26 maggio 2023 già da me sopra citati. 

E il D.L. 30 marzo 2023, in vigore dal 31 marzo 2023, prevedeva già allora che venissero indetti concorsi per coprire i posti vacanti di Pronto Soccorso. Anche Asufc ha bandito un concorso per n. 20 posti di dirigente medico della disciplina di medicina d’emergenza urgenza, il 16 giugno 2023, con scadenza il 17 luglio 2023, quando il bando per l’esternalizzazione era già cosa fatta. Inoltre altre Aziende di altre regioni avevano pubblicizzato i loro bandi su siti sindacali o di categoria ed in altro modo, ma quello di Udine io l’ho trovato solo sul sito Asufc. (https://asufc.sanita.fvg.it/export/sites/asufc/it/concorsi/allegati/Bando_Med.-demergenza-urg-Prot.-n.-89965-del-16.06.2023.pdf).

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All’appalto per l’esternalizzazione della diagnosi e cura dei codici ‘minori’, (termine inventato, pare, lì per lì) presso il Pronto Soccorso di Udine ho già dedicato più articoli su www.nonsolocarnia.info a suo tempo, che sono i seguenti: “Ancora sulla sanità targata Fvg e quegli interventi sui codici bianchi che possono essere a pagamento. Pubblicato il 17 luglio 2023.

Medici esterni per codici bianchi. Protocollo tecnico nel bando di gara. Cosa devono saper fare. Ma devono curare solo sintomi o anche diagnosticare? E possono farlo senza il supporto di specialisti? Chiediamocelo. Pubblicato il 19 luglio 2023.

Ancora qualche domanda sulla esternalizzazione codici bianchi (si spera non verdi) in Pronto Soccorso ad Udine, il più grande della Regione. Modificato in una parte il 17 agosto 2023. Pubblicato il 12 agosto 2023 a cui rimando.

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Comunque la “Gara a procedura negoziata” per l’affido di parte del Pronto Soccorso di Udine a società esterne private è stata preceduta da un “Avviso esplorativo per manifestazione di interesse finalizzato all’affidamento di un Servizio medico specialistico e di gestione dei codici minori afferenti al Pronto Soccorso del P.O. S.M.M. di Udine per un periodo di 6 (sei) mesi”.
Relativamente poi a quest’ ultimo, si trova al suo interno un testo con protocollo n. 0063362- P/GEN /ASUFC datato sempre 28/4/2023, pubblicato sotto la dicitura ‘Bandi di gara Asufc’, con questa specificazione: «Tutte le firme sono valide ma dopo l’ultima firma sono state apportate modifiche non firmate». Ditemi un po’ voi.

La data di pubblicazione di detto documento è venerdì 28 aprile 2023, la data di scadenza l’8 maggio 2023. Ma allora era già in vigore il D. L. 30 marzo 2023 n.34 che però non mi pare proprio sia stato citato se non, successivamente, in una richiesta di una azienda che voleva partecipare al bando e chiedeva delucidazioni sui titoli del personale, leggibile alla voce: «Chiarimenti’. (In: “FC23ser033 | Procedura di gara negoziata senza previa pubblicazione del bando di gara, ai sensi dell’art. 63, d.lgs. n. 50/2016, come modificato dall’art. 1, co. 2, lett. b). l. n. 120/2020 per l’affidamento di un servizio medico specialistico e di gestione dei codici minori afferenti al pronto soccorso del P.O. S.M.M. di Udine per un periodo di 6 (sei) mesi cig 9813053383- rdo rfq_48744 riscontro ai quesiti”). Ivi si legge la seguente richiesta: «se sia possibile inviare dei medici con comprovata esperienza di PS ma senza la specialità in Medicina d’Urgenza secondo le direttive indicate nel testo attualmente in vigore dell’art. 12, comma 1, del Decreto Legge 30 marzo 2023, n. 34. La risposta di Asufc è stata: «Sì, è possibile».

Per quanto riguarda poi il capitolato tecnico, non si sa perché presente con detto contenuto, da me preso in considerazione nel mio: “Medici esterni per codici bianchi. Protocollo tecnico nel bando di gara. Cosa devono saper fare. Ma devono curare solo sintomi o anche diagnosticare? E possono farlo senza il supporto di specialisti? Chiediamocelo”, su www.nonsolocarnia.info, si nota come vi sia una gran confusione fra sintomo e causa. Ed invano il dott. Walter Zalukar, che è stato per anni primario del Pronto Soccorso di Cattinara a Trieste, ha continuato a ripetere che non esistono ‘codici minori’ ma che il triage dà solo una priorità di visita medica, ma non diagnostica, e che i casi più difficili da diagnosticare sono quelli ove il paziente si presenta con sintomi quali ‘mal di pancia’ a cui può venir attribuito magari un codice bianco o verde, ma che possono nascondere patologie ben più gravi.

Infine veniva emanato, con “determinazione del responsabile della struttura Approvvigionamento Beni e Servizi Ladi De Cet, numero 953, del 9 maggio 2023”, il bando di gara a procedura negoziata relativo ad: “un Servizio medico specialistico e di gestione dei codici minori afferenti al pronto soccorso del P.O. S.M.M. di Udine per un periodo di 6 (sei) mesi”.

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Quindi la vittoria di Amaltea, e l’inizio di una storia di Pronto Soccorso al Santa Maria della Misericordia diviso a metà, ed ora, con il nuovo bando 2025, anche con due primari. Nel frattempo il direttore del Pronto Soccorso Udinese dott. Mario Calci nel dicembre 2023 lasciava il suo incarico, seguito dalla sua vice- facente funzioni dott.ssa Paola Ventruto. E questo è un risultato tangibile della politica di Riccardi e Caporale. Ma si va avanti così, ed ora con due dirigenti, chissà cosa accadrà, non voglio neppure pensarlo. E dopo la ‘esternalizzazione’ dei cosiddetti ‘codici minori’ già giravano voci che il Pronto Soccorso di Udine era nel caos. Ma anch’io, una sera, mi sono recata lì inviata dal Mmg per visita specialistica urgente, ed ho constatato una confusione notevole rispetto a tanti anni fa e un solo medico in servizio alle 20, che non si sapeva che codici dovesse prendere in considerazione, se quelli maggiori o minori. E così ho abbandonato il campo per recarmi a Tolmezzo.

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Quindi giungiamo all’ appalto attuale per tutti i codici bianchi verdi ed azzurri, quelli attribuiti alla gran parte degli accessi,  dei Pronto Soccorso Asufc. Di questo ho già parlato nel mio: Analisi del testo con cui Asufc passa ai privati i codici bianchi verdi ed azzurri dei Pronto Soccorso friulani, con gestione privata e direttore privato. Un pasticcio ignoto in Italia, tutto già fatto tutto già deciso sulle nostre teste? pubblicato l’11 marzo 2025 su www.nonsolocarnia.info, a cui rimando. Una cosa importante da ricordare è che a chi è entrato con codice bianco, verde o azzurro, non può più essere cambiato di codice, diventando così un portatore di ‘codice minore’ e quindi con patologia di poco conto, senza che un medico lo abbia visitato, conferendo attività diagnostica all’infermiere unico di triage (pubblico e unico) che registra i sintomi. Ed una altra cosa mi chiedo: non è forse questo approccio anche una ingerenza in campo medico? 

Notate che sono stata la prima a parlare di questo bando, (già pubblicato sul sito Asufc) perché i giornali parlavano solo di Latisana e poco altro. Questo per dire come ormai non ci si possa più fidare neppure del tutto dei mezzi di informazione.

Ed anche questo ho narrato ai 4 avvocati che vivono in Regione e mi stavano ad ascoltare all’ incontro di giovedì 22 maggio 2025.

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E chiudo dicendo che Giorgio Ferigo mi narrava che, quando era consigliere comunale di minoranza a Comeglians per il Pci nel post terremoto, anni Ottanta, si rese conto che il suo ruolo era nullo perché si tendeva a far passare qualsiasi scelta sempre come emergenza che a suo avviso non c’era. E si procedeva da emergenza a emergenza. E così fa il governo, utilizzando i decreti legge, come ha sottolineato Scarpinato. Comunque l’assessore e il dott. Denis Caporale pare che, piano piano, un sicuro risultato lo abbiano raggiunto: quello di evitare ogni responsabilità gestionale. Ma l’assessorato alla sanità e salute non può ridursi ad una finanziaria e una Azienda Sanitaria regionale in un Ente pubblico appaltante, senza leggi che permettano queste modifiche. Ed è inammissibile che ora, senza dir niente a nessuno, i direttori generali possono fare quello che vogliono, fino a dichiarare quello che intendono solo fare. Non da ultimo, pare che Asugi resti del tutto pubblica e Asfo e Asufc facciano esternalizzazioni a metà. E solo Asufc esternalizza parte di tutti i pronto soccorso. Ditemi un po’ voi. Nessuno che vada a riferire in consiglio, tutto che passa sopra le teste dei cittadini, mentre mancano ovunque medici di base, ed ora in Carnia 6000 persone in agosto si troveranno senza, (Carenza medici di famiglia, Mentil: «L’Alto Friuli è in continua emergenza», in: https://www.studionord.news), mentre in Asufc manca il 30% dei Mmg. Più di 150 sono anche gli incarichi vacanti, e poche le guardie mediche.

Però oltre a De Cet ed alla SOC che dirige, l’Asufc, che pare ricca di personale amministrativo, ha pure una “SOC reclutamento e trattamento giuridico risorse umane, con direttrice la dott. Rossella Tamburlini, che ha da poco indetto un concorso pubblico per 1 posto di neurochirurgo con contratto a termine. (https://asufc.sanita.fvg.it/export/sites/asufc/it/concorsi/allegati/80003_Avviso_ChirVM.pdf).

Questo ho narrato agli avvocati dei Codacons che sono venuti pure dalle altre parti della regione ad ascoltarmi ad Udine e che mi hanno detto che sono molto interessati al problema.  Naturalmente se vi è qualche inesattezza in questo articolo fatemelo presente e se lo desiderate commentate. 

E per ora mi fermo qui.

Laura Matelda Puppini

 

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