Inizialmente, come il solito, pareva che i problemi dati dalla frana sulla A23, caduta il 1 aprile 2024,  sarebbero stati risolti in breve. Ma poi … Vediamo cosa riporta tgr Fvg dopo la prima notizia.

2 aprile 2024. Lillo Montalto Monella, «Frana A23, il geologo: “Pioggia e neve sciolta hanno messo in moto le frane”. Sommario: “Sulla comunale a monte si lavora per la messa in sicurezza dopo il distacco di Pasquetta. Nel pomeriggio in Prefettura il punto della situazione”.

Dalla strada comunale Amaro-Campiolo sopra la A23, si vede a occhio nudo il corridoio di scivolamento tra la vegetazione del masso di dolomia da 15 tonnellate che la mattina di Pasquetta si è abbattuto sull’autostrada. Un altro macigno, più piccolo, ha bucato l’asfalto. Per prevenire la caduta di massi più piccoli, sono state installate delle barriere di cemento armato.

Arrivano i tecnici di autostrada con le motoseghe. Due operai tagliano funi d’acciaio che serviranno ad ancorare eventuali massi pericolanti sul versante della montagna.

In quota, duecento metri più su, tecnici e geologi approfittano della tregua dalle precipitazioni per i necessari rilievi, mentre in autostrada proseguono i lavori di ripristino. Nel pomeriggio a Udine, in Prefettura, convocato un comitato operativo viabilità.

Acqua e terremoto hanno fatto da acceleratori delle situazioni di instabilità sulle montagne, secondo il geologo Andrea Mocchiutti. “Ci sono state negli ultimi giorni piogge intense e molto prolungate che hanno sciolto in quota la neve fino a 2mila metri, quindi alla pioggia si è sommato anche lo scioglimento della neve, questo ha fatto sì che si sia ingrossato tutto il reticolo orografico, chiaramente le frane risentono dell’acqua, perché l’acqua è il motore principale delle frane, e quindi le frane conosciute si stanno continuano a muoversi – conclude – e si sono sviluppate anche situazioni nuove come quella avvenuta sull’autostrada ieri proprio con il crollo di massi”». (https://www.rainews.it/tgr/fvg/articoli/2024/04/frana-a23-il-geologo-pioggia-e-neve-sciolta-hanno-messo-in-moto-le-frane-e364fc5a-ab78-4663-becd-0e6fae434b7f.html ).

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Ma come non bastasse, a riprova che il geologo Valent, il 1° dicembre 2018 aveva ragione sulla montagna friabile, sullo stesso articolo si legge che altre frane si sono presentate in Carnia a seguito del recentissimo maltempo che ha causato pure la frana sulla A 23:  si è rivista l’ ‘eterna’ frana di Cazzaso di Tolmezzo che nonostante i numerosi soldi spesi per arginarla un anno sì e l’altro anche, si fa per dire, regolarmente si ripresenta perché a scivolare è il paese intero; ha ceduto la strada che porta a Ligosullo, cedimento segnalato su facebook da Paolo Moro come avvenuto il 29 marzo 2024;  e frane stanno interessando Cleulis di Paluzza, e Salino (ma secondo me è Salars) di Ravascletto.

Ma cosa si potrebbe dire di queste frane e degli interventi della Regione ecc. negli anni dato che in dette località le frane si ripresentano da anni e anni? Forse che i repez, le toppe in italiano, non si sa da chi effettuati, se dalla Protezione Civile o da altri, non servono a nulla e che ho ragione io a segnalare lo stato della viabilità in Carnia, mentre non esiste una carta del rischio geologico recente.

A Clauzetto, invece, vi è uno scivolamento della strada d’accesso al paese, ma almeno si sa l’entità di detto scivolamento grazie ad un sensore posto in loco. (Ivi).  Ora dopo aver letto questo articolo ci chiediamo davvero cosa hanno fatto sinora la Regione e Fvg strade o chi di dovere, eppure questa giunta era già operativa ai tempi di Vaia. Ma per lei il problema unico era lo sghiaiamento dei fiumi, che diceva, non si sa su che base, non esser voluto dagli ambientalisti, che nulla ha a che fare con la franosità della dolomia o della scisti che formano le montagne dell’ Alto Friuli.  Inoltre che dire della risposta data a Furio Honsell dall’assessore Amirante in risposta ad una interrogazione sulla viabilità e franosità in Carnia?

Articoli di riferimento su www.nonsolocarnia.info:

Risposta all’ interrogazione di Furio Honsell sulla viabilità in Carnia. Interventi senza alcun disegno globale.

Discorsi vecchi per l’alluvione nuovo, ed alcune considerazioni sugli interventi in Carnia e bellunese.

Storie montane odierne. Su quello ‘stradone’ che distrugge i sentieri Cai 227 e 228 e che neppure ‘l’ira del Pleros’ riesce a fermare.

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E Lillo Montalto Monella ha scritto un secondo articolo il 2 aprile 2024 sempre sulla frana sull’ A23, intitolato ” Frana in A23: la carreggiata sud in direzione Udine riaprirà entro il 25 aprile” pubblicato sempre da:rainews.it/tgr/fvg. Questo il testo.

«Frana in A23: la carreggiata sud in direzione Udine riaprirà entro il 25 aprile». Sottotitolo: “Per ora si procede nelle due direzioni lungo la nord. Lavori di messa in sicurezza complessi. Da aggiornare la mappa del rischio, risale al ’76”.

Ora un primo dato appare in tutta la sua evidenza:  il fatto che la mappa del rischio geologico, su di una autostrada internazionale, risalga a 48 anni fa! Inoltre mettere in sicurezza l’autostrada ripristinando il traffico come in precedenza, non appare cosa facile, ma questo lo pensavamo anche noi.

Questo il testo dell’ articolo:

«Ci vorrà più del previsto per il ritorno alla normalità sull’A23 dopo la caduta, nella mattina di Pasquetta e nel territorio di Amaro, di un masso da 15 tonnellate. Al momento si procede nelle due direzioni di marcia su un’unica carreggiata, quella nord. La carreggiata sud, in direzione Udine, riaprirà entro il 25 aprile.

Già in mattinata – finita la pioggia – i primi sopralluoghi in quota e interventi di messa in sicurezza tramite funi d’acciaio dei massi distaccatisi durante la frana. Seguirà la posa di reti di contenimento e interventi sulle rocce affioranti. Dei lavori, in questa fase emergenziale, si occuperà Autostrade per l’Italia.

“C’è necessità di tempi non brevissimi ma neanche troppo lunghi”, dice Giuseppe della Porta, direttore A23 Autostrade per l’Italia. “Chiaro che le difficoltà sono dovute soprattutto al sito che non è facilmente accessibile, si tratta di lavori in alta quota, è stato necessario portare materiali e attrezzature con un elicottero che è stato da noi messo a disposizione – spiega – per poter cominciare a intervenire su quei massi che si sono distaccati e devono essere necessariamente ancorati al suolo per poter evitare ulteriori distacchi”». (https://www.rainews.it/tgr/fvg/articoli/2024/04/frana-in-a23-la-carreggiata-sud-in-direzione-udine-riaprira-entro-il-25-aprile-99f5b4aa-18b7-4588-b8c8-50bb9f1fb1c6.html).

La Regione continua a tacere, quando era sempre abituata a parlare e parlare, perché ora la storia della viabilità verso l’Austria sta diventando, con pure il blocco di Monte Croce carnico, davvero pesante, e l’unico che parla è il direttore della A23 autostrade, in modo però generico, anche se sembra che il mettere in sicurezza la montagna non sia compito del settore che dirige, e che parla di difficoltà nei lavori in alta quota, con la speranza che la problematica si risolva in tempi che si sa non essere brevi ma ci si auspica neppure lunghissimi.

Ed ancora dallo stesso articolo:

«Il comitato operativo viabilità convocato in Prefettura a Udine per la prima volta ha messo assieme tutti gli enti coinvolti dalla messa in sicurezza a medio e lungo termine. Presenti anche diversi uffici della regione: Protezione Civile, Infrastrutture e Ambiente, Forze dell’ordine nonché il sindaco di Amaro.

Emersa la comune volontà di aggiornare le mappe di rischio di quel tratto di montagna franato, risalenti agli anni del terremoto del ‘76. L’estensione è di circa 900 metri del fronte che necessita di essere ulteriormente investigato. Una volta approfonditi gli studi, si dovranno trovare le coperture economiche necessarie». (Ivi).

Da queste righe si comprende che del luogo dello smottamento si sa ancora poco e quindi, di riflesso, anche sui lavori da svolgere per mettere in sicurezza l’autostrada, e che la spesa sarà ingente, e bisogna vedere dove reperire il denaro. Infine si deve aggiornare la mappa del rischio geologico. Almeno ora, davanti alla realtà bruciante, qualcuno incomincia a tener conto del rischio geologico. Ma speriamo non sia una volontà che dura una mattina, si fa per dire. E pero ora mi fermi qui.

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Su quanto avvenuto a Monte Croce cfr. su www.nonsolocarnia.info:

Il Pal Piccolo ha cancellato l’ultima parte della ss 52 bis. Ma nel 2017 quella strada era già considerata rischiosa e da sistemare. Ma poi … E ora si prevede di violare ancora le montagne.

Comunicato di Stop Transit Tirolo Orientale ed altre associazioni austriache contro il tunnel in località Passo di Monte Croce carnico ed il traffico pesante in montagna, mentre la nostra regione rischia di essere coperta di asfalto.

Paluzza – Monte Croce Carnico qualche cartina ed informazione per capire anche possibili soluzioni.

Viabilità per Monte Croce Carnico. Proposte di soluzioni, che scartano il ‘traforo’ per molte ragioni.

Mi hanno pure avvertito che domani 4 aprile si terrà un incontro della IV Commisisone permenente della Regione Fvg in cui, agli ultimi 2 punti, è prevista un’ “Audizione in merito al tema della viabilità del passo di Monte Croce Carnico con l’Assessore regionale alle infrastrutture e territorio e una serie di soggetti” oltre che un’Audizione in merito ai nuovi tracciati per la viabilità Cimpello – Sequals – Gemona con l’Assessore regionale alle infrastrutture e territorio ed i tecnici e progettisti incaricati. 

Nulla sulla nuova grana dell’ autostrada. Grazie a chi mi ha informato. 

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Comunicato di Furio Honsell su come affronta i problemi la Regione Fvg. Sull’audizione relativamente allo’stradone’ che cancella due sentieri Cai a cui per primo si è opposto il Monte Pleros, che dovrebbe unire Sappada a Sostasio, già iniziato, pur contro il parere motivato di molti cittadini  e franato in via di realizzazione. 

Oggi in Commissione ambiente è stato discusso l’esito del progetto finanziato dalla Regione ma proposto dalla Comunità Montana della Carnia della costruzione di una strada camionabile con tratti in quota da Prato Carnico a Sappada. Questa strada è franata prima ancora del termine dei lavori in punti geologicamente critici. Sono stati auditi vari esponenti degli enti locali coinvolti e di associazioni ambientaliste.
Come OpenSinistraFVG ci si chiede come mai vengono finanziati dalla Regione progetti senza adeguata condivisione dei cittadini ed evidentemente senza adeguate indagini geologiche. È pericoloso costruire ciclabili in zone ad alto rischio. Come mai la Regione finanzia opere con marcate finalità turistiche con fondi del FSR? Come mai c’è una tale pluralità di soggetti che costruisce strade in montagna?
Purtroppo il clima intimidatorio, ai limiti dell’offesa, da parte dell’amministrazione regionale non ha permesso di dare risposte chiare a questi quesiti che ci sembrano invece fondamentali per una pianificazione regionale dello sviluppo della montagna”. Furio Honsell, Consigliere regionale di Open Sinistra FVG.
Erano presenti all’incontro: l’assessore Zannier, il Presidente della Comunità montana della Carnia, i rappresentanti del Comitato “Salviamo i sentieri Cai 227 -228”, il Cai, Legambiente, i responsabili di ‘Fare ambiente’, di ‘Fare verde onlus’ Eco italiasolidale e i rappresentanti di Consumatori attivi. (Dalla premessa al comunicato in data 3 aprile 2024). 
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Per la storia dello stradone Sappada Sostasio, frutto del desiderio di avere “becjuz par alc”, cfr. il mio articolo che ricostruisce la storia con documenti, presentata da me all’incontro sul turismo tenutosi nel luglio 2022 a Tolmezzo, intitolato:

Sull’ infrastruttura viaria Sostasio – Monte Talm – Casera Tuglia – Confine Veneto” – uno scempio ambientale.

Laura Matelda Puppini

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L’ immagine che accompagna l’articolo è tratta da: https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2024/04/01/maltempo-cade-frana-sullautostrada-a23-in-friuli_4b833bec-76e7-44a6-8ac0-34e4f23eaeee.html., e ritrae la frana sulla A23. L.M.P.

 

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