Ricevo da Fabia Tomasino e volentieri pubblico.

«Dal piano nazionale per la sicurezza idrica cade sul Friuli una pioggia di 300 milioni di euro per la costruzione della condotta del Consorzio di Bonifica Pianura Friulana tra lo scarico del Lago dei Tre Comuni e l’esistente sistema irriguo (105 milioni), di una galleria di collegamento tra i bacini di Ca’ Zul e Ca’ Selva (75 milioni) in Val Tramontina e per lo sghiaiamento dei bacini di Barcis e di Ravedis (113 milioni) in Val Cellina.

Lo sghiaiamento di questi bacini era atteso da tempo in particolare quello di Barcis. Ma al riguardo di quest’ultimo c’è da chiedersi come sarà eseguito, come e dove sarà trasportato il materiale di risulta e, principalmente, perché i costi ricadano sul contribuente Pantalone mentre i profitti rimangano nelle tasche del concessionario Edison che ha utilizzato il bacino e le sue acque. Ribadiamo che gli interventi di recupero e di mantenimento del volume di acqua nell’ invaso sono obbligatori e a carico del Concessionario, ben normati dalle leggi. Le ricadute di un intervento del genere sulla comunità necessitano la sua condivisione.

————

La costruzione della galleria tra i bacini di Ca’ Zul e di Ca’ Selva richiede una spiegazione meno generica di quella di “gestire meglio l’acqua per uso irriguo e idroelettrico” del Consorzio di Bonifica Cellina Meduna. Infatti una galleria tra due bacini puzza di pompaggio idroelettrico con l’attuazione di un ciclo in cui l’acqua del bacino inferiore di notte viene pompata con turbine reversibili al bacino superiore per essere il giorno seguente nuovamente turbinata con conseguente variazione del livello, erosione e instabilità delle sponde. È lo strapazzo irrispettoso di quella “sor’ Acqua, la quale è molto utile, umile, preziosa e casta” predicata da San Francesco!

————

Il progetto del Consorzio di Bonifica della Pianura Friulana di costruzione della condotta tra il canale di scarico del Lago di Cavazzo e l’esistente sistema irriguo che capta l’acqua del Tagliamento a Ospedaletto di Gemona risale agli anni ‘70 e non è stato realizzato per la ferma opposizione dei Comuni e della popolazione della Val del Lago poiché, nonostante i dirigenti del Consorzio lo neghino, tale condotta inevitabilmente comporterebbe un’ulteriore servitù per il lago che fungerebbe da bacino di attingimento con conseguente abbassamento del livello proprio nel periodo di maggior presenza turistica estiva.

Tant’è che il Piano Regionale di Tutela delle Acque (PRTA), proprio per evitare tale negativa conseguenza e per recuperare la naturalità e fruibilità del lago prevede che ove si costruisca la condotta proposta dal Consorzio “ contestualmente dovrà anche essere valutata la fattibilità tecnico – economica di realizzazione di un canale di by – pass, o di altra soluzione progettuale che mitighi l’impatto dello scarico della centrale di Somplago sul lago di Cavazzo con lo scopo di recuperare le condizioni di naturalità del lago stesso e di garantirne la fruibilità”. Il gruppo di lavoro denominato “Laboratorio Lago”, con la presenza degli esperti nominati dai tre comuni rivieraschi, ha valutato positivamente tale fattibilità suggerendo ben tre percorsi di bypass del lago in grado di recuperare le acque gelide, torbide e fangose di scarico della centrale di Somplago e di convogliarle a valle del lago impedendo così che confluiscano in esso sconvolgendolo.

Sebbene già i capitolati degli anni 50 del secolo scorso di concessione alla SADE, prevedendo l’obbligo della stessa di attuare la cacciata d’acqua dall’invaso dell’Ambiesta per aumentare la portata del Tagliamento, garantiscano in caso di necessità al Consorzio un maggior prelievo alla sua presa di Ospedaletto, la dimostrata fattibilità di ben tre varianti di by-pass del lago ha destato l’opposizione dei dirigenti del Consorzio di Bonifica abituati a usare il lago come un bacino a loro completa disposizione per un costante prelievo di acqua, comodo per loro ma disastroso per il lago.

L’opposizione del Consorzio è stata ben accolta dall’Assessorato all’Ambiente che, abbandonata la proposta del Laboratorio Lago delle tre varianti di by-pass, ha cercato fino in Piemonte uno studio il quale ha scritto, come desiderato, che il by-pass del lago sarebbe negativo sotto vari aspetti e in sintesi che “piuttosto che separare la centrale dal lago è meglio mitigare gli effetti della loro coesistenza” non curandosi del fatto che tale coesistenza sarebbe quella tra il carnefice e la sua vittima e comporterebbe la morte certa del lago poiché continuerebbe lo scarico in esso delle acque gelide, torbide e fangose della centrale. L’ Assessorato all’Ambiente ha incaricato lo stesso studio piemontese per un servizio di supporto legale, tecnico ed economico-finanziario di assistenza per la predisposizione degli atti attuativi della L.R. 6 novembre 2020, n. 21 riguardante il grande idroelettrico costituito in regione dagli impianti del Cellina, del Meduna e del Tagliamento. Di quest’ultimo il lago di Cavazzo o dei Tre Comuni è l’elemento terminale.

————

L’amichevole accoglienza della contrarietà del Consorzio di Bonifica da parte dell’Assessorato all’Ambiente, il parere dello studio piemontese contrario alla realizzazione di un serio bypass per mantenere invece l’attuale mortale “coesistenza” tra la centrale ed il lago, nonché l’incarico allo stesso studio di assistenza nell’attuazione della L.R. 6 novembre 2020 n. 21 sul grande idroelettrico denotano la caparbia volontà della Regione di mantenere il lago in uno stato completamente funzionale alla centrale di Somplago ed alla proposta condotta derivatoria del Consorzio di Bonifica violando così il PRTA che prescrive il ripristino della naturalità e fruibilità del lago.

Di fronte a tanto accanimento verso il lago e la sua valle, già duramente provati da pesanti infrastrutture, la volontà di mantenere il mortale scarico della centrale nel lago non nasconde forse anche la volontà di mantenerlo pronto ad accogliere la riproposizione dell’infausto potenziamento della centrale di Somplago mediante pompaggio tra il lago ed il bacino dell’Ambiesta? Già, al peggio non c’è fine!

Infine la constatiamo che la pioggia di milioni per la sicurezza idrica che cadrà sulla nostra regione, ad eccezione parziale dello sghiaiamento del bacino di Barcis, va a realizzare interventi, come sempre, tutti a vantaggio della pianura e lascia i territori montani nello status di serventi. Altro che recuperi ambientali! Altro che sostegno alla montagna !

Comitato Valcellina; Comitato Valmeduna; Comitato Tutela Acque Bacino Montano Tagliamento;  Comitato Difesa Valorizzazione Lago dei 3 Comuni».

Dovremo proprio abituarci a dire, parafrasando Giosuè Carducci: O acque della Carnia, addio? Non lo so, lo chiedo a voi.
Inoltre perché ci hanno detto di presentare opposizioni al progetto di derivazione delle acque del lago ad uso del Consorzio se, come pare da questo comunicato, è già stato tutto deciso e si è già domandata ed ottenuta la cifra per realizzarlo?

Laura Matelda Puppini. 

L’ immagine che accompagna il testo ritrae il lago di Cavazzo, proviene da Franceschino Barazzutti, e potrebbe esser intitolata: tempi bui per il lago! L.M.P.

https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2024/04/lago-cavazzo-FOTO-panoramica-del-lago-in-data-6-aprile-2019--scaled.jpg?fit=1024%2C653&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2024/04/lago-cavazzo-FOTO-panoramica-del-lago-in-data-6-aprile-2019--scaled.jpg?resize=150%2C150&ssl=1Laura Matelda PuppiniSenza categoriaRicevo da Fabia Tomasino e volentieri pubblico. «Dal piano nazionale per la sicurezza idrica cade sul Friuli una pioggia di 300 milioni di euro per la costruzione della condotta del Consorzio di Bonifica Pianura Friulana tra lo scarico del Lago dei Tre Comuni e l’esistente sistema irriguo (105 milioni), di...INFO DALLA CARNIA E DINTORNI